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Scandalo in corsia: eLit
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E-book159 pagine2 ore

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Info su questo ebook

BAD BOYS 2 Tre dottori. Tre amici. Tre ragazzi cattivi. Tre donne pronte a cambiare le carte in tavola. Il matrimonio del suo migliore amico non era proprio il posto dove pensava di incontrare l' anima gemella. Scapolo convinto e impenitente, Rick Wilson non ha alcuna intenzione di mettere la testa a posto, almeno fino a quando non vede una ragazza bellissima e seducente come una visione avanzare verso di lui. Quella donna è Sarah Prescott e ha in serbo per lui una sorpresa. Rick non è pronto a scoprire di avere un figlio di cui ignorava completamente l'esistenza e soprattutto non è pronto a diventare padre. Ma ora quel bambino ha bisogno di lui e Rick non può più tirarsi indietro.

I romanzi della serie:

1) Un playboy al pronto soccorso

2) Scandalo in corsia

3) Un ribelle col camice

LinguaItaliano
Data di uscita30 set 2015
ISBN9788858943625
Scandalo in corsia: eLit
Autore

Alison Roberts

Tra le autrici amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Scandalo in corsia - Alison Roberts

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Unsung Hero

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2011 Alison Roberts

    Traduzione di Giovanna Seniga

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-362-5

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    E di colpo il tempo si fermò.

    Fino a quel momento Rick Wilson non aveva capito davvero il significato di quella frase. Ora sapeva. Era la stessa sensazione che si prova quando in un film colui che è in primo piano continua a muoversi mentre il resto della scena rimane immobile.

    Era incredibile che nessun altro si fosse accorto del fenomeno, ma d’altronde perché avrebbero dovuto? Tutto era successo nella sua testa. Era come se una scarica elettrica avesse bloccato i suoi processi mentali nel momento in cui aveva colto quella perfezione... Non poteva descrivere in altro modo quello che aveva visto.

    Una dea con un fluttuante abito azzurro, capelli biondi molto lunghi, in parte raccolti attorno al capo e ornati da piccoli fiori bianchi. La dea era alta e sottile e lui era pronto a scommettere una fortuna che aveva gli occhi blu. Di un blu profondo.

    Chi diavolo era e perché era lì? Non faceva parte del suo mondo perché non si ricordava assolutamente di lei.

    Era del tutto frastornato, ma solo quando sentì bisogno di ossigeno Rick si rese conto che faceva fatica anche a respirare. Il suono che emise gli procurò una gomitata da parte dell’uomo che gli stava accanto. E un’occhiataccia. Il messaggio era chiaro: fammi il favore di non metterle le mani addosso, almeno fino alla fine della cerimonia.

    Nessun problema. Rick rispose con un sogghigno. Dopotutto quanto poteva durare una cerimonia?

    All’improvviso la sensazione di disagio che gli derivava immancabilmente dal dover indossare quel ridicolo papillon e dal partecipare a una cerimonia di matrimonio, quella in particolare, si trasformò in un senso di piacere. Era contento d’indossare un abito elegante, di essere lì da ore e che il suo impegno ufficiale fosse quello di scortare la damigella d’onore. Nientemeno che la dea.

    Adesso lei era più vicina. Con uno sforzo supremo Rick s’impose di non fissarla e di allargare il campo visivo. Ascoltando la musica guardò il gruppetto di invitati che si erano sistemati in giardino per osservare meglio la sposa e la damigella che si avvicinavano. Di fronte alle due donne un bambino spargeva manciate di petali di rose prendendole dal cestino che aveva in mano.

    La vista del ragazzino gli fece tornare in mente un brano di conversazione che avrebbe voluto ascoltare con più attenzione. Aveva sentito dire che fino all’ultimo momento erano stati in dubbio su chi sarebbe stata la damigella perché la migliore amica della sposa aveva un bambino molto malato. In realtà il piccolo non era suo figlio, ma un nipote, o qualcosa del genere, di cui lei era l’unica parente. Dicevano anche che lei era una specie di santa che viaggiava per ogni dove alla ricerca del padre naturale del piccino perché solo un trapianto di midollo osseo avrebbe potuto curare la grave forma di leucemia di cui soffriva.

    Qual era il suo nome? Rick ebbe bisogno di qualche secondo per farselo tornare in mente. Sarah. Era quello. Bel nome.

    Dovette attendere che la damigella si mettesse accanto alla sposa e prendesse il bouquet ma, alla fine, lei sollevò lo sguardo e, colto il suo sorriso di benvenuto, spalancò gli occhi e li fissò in quelli di lui per un attimo che a lui parve lunghissimo. Poi, quando il celebrante cominciò a parlare, distolse lo sguardo e salutò le persone che si radunavano per assistere alla cerimonia. A Rick occorse ancora qualche secondo per rendersi conto di quanto fosse ancora turbato. E lei non aveva risposto al suo sorriso.

    Sarah respirò a fondo. Fortuna che il bouquet che stringeva l’aiutava a nascondere il leggero tremito delle mani. Non si era aspettata che la guardasse in quel modo, come se fosse stato sul punto di saltarle addosso. Anche se avrebbe dovuto essere abituata da tempo a quella reazione da parte degli uomini, dato il momento, quel comportamento le era parso così inopportuno che avrebbe voluto schiaffeggiare lo sconosciuto. Con uno sforzo tornò a concentrarsi sulla cerimonia.

    «Io, Maxwell McAdam, prendo te, Eleanor Peters, come mia sposa. Per amarti e proteggerti...»

    Forse aveva equivocato. Probabilmente lui era un ottimo ragazzo, come le aveva detto Ellie, e dopo tutto occuparsi della damigella della sposa rientrava fra i suoi compiti.

    Quando lo sposo terminò il suo giuramento, Sarah lanciò un’occhiata alla sua amica Ellie che si preparava a pronunciare il proprio. Se Rick avesse svolto bene il suo compito, in quel momento avrebbe dovuto essere intento a preparare gli anelli che di lì a poco doveva porgere agli sposi, invece Sarah si rese conto con costernazione che non smetteva di fissarla e si chiese per quanto tempo ancora avrebbe continuato così.

    Almeno in quel momento non aveva quell’aria strafottente da playboy, ma nei suoi occhi bruni c’era una domanda inespressa e Sarah pensò che se l’avesse ignorata il suo rifiuto avrebbe potuto avere delle sgradite ripercussioni, così si sforzò di sorridere. Un pallido sorriso esitante fu sufficiente perché il viso di Rick si distendesse prima che entrambi distogliessero lo sguardo.

    «Io, Eleanor Peters, prendo te, Maxwell McAdam come mio sposo...»

    Il primo bacio fra marito e moglie sarebbe rimasto per sempre impresso nella mente di Rick. Il modo in cui Max ed Ellie si erano guardati. L’intensità con cui le loro labbra si erano cercate. E il fatto che quel bacio non finisse mai. Era impossibile ignorare la forza del legame della nuova coppia e quell’intensità fece provare a Rick un misto d’identificazione e di perdita.

    Il senso d’identificazione era automatico. Conosceva Max dai tempi del liceo, quando, insieme a Jet e Matt, aveva formato un quartetto di amici in cui ognuno considerava gli altri come la propria famiglia. Erano i cattivi ragazzi legati da quel tipo di rapporto per cui ciascuno era pronto in qualunque momento ad affidare senza esitazione la propria vita agli altri e per cui era inconcepibile vivere senza la forza e il supporto del gruppo.

    Il senso di perdita gli veniva dall’impressione che i riferimenti del suo universo stessero cambiando perché uno dei cattivi ragazzi non era più una singola entità. Di fatto aveva una famiglia già pronta con Ellie e la bambina di lei, Mattie. Le corse in moto e le notti con donne favolose erano ormai un ricordo del passato. Max si era impegnato a condividere la propria vita con quella di una donna e il legame fra loro era simile a quello che Rick aveva conosciuto solo tramite l’amicizia.

    Era davvero possibile provare quel tipo di sentimento per una donna?

    Gli ospiti applaudivano e si congratulavano. Si sentirono anche un paio di fischi di approvazione. Rick lanciò un’occhiata verso il punto in cui era seduto Jet. Aveva avuto l’incarico di occuparsi della piccola Mattie durante la cerimonia e la teneva ancora in braccio con l’espressione preoccupata di un artificiere che sta disinnescando una bomba.

    Jet si accorse dello sguardo di Rick e alzò gli occhi al cielo e a lui venne in mente quello che si erano detti la sera prima davanti a un bel numero di lattine di birra vuote. Avevano giurato di non finire come Max. Avevano già le loro motociclette di cui occuparsi. Lavoravano duro e si godevano tutto il divertimento possibile perché la vita era troppo breve per non essere vissuta fino in fondo.

    Il bambino seduto accanto a Jet sembrava molto annoiato, ma sorrise raggiante a Sarah che lo guardava. Rick non riuscì a evitare d’incrociare lo sguardo con quello di lei. Era ancora colpito dall’intensità del bacio degli sposi e gli venne spontaneo rivolgere lo sguardo alla bocca di Sarah. Scoprì così che aveva delle labbra meravigliose, che sembravano fatte per essere baciate.

    Trattenne il respiro mentre sognava...

    No. Non c’era ragione di lasciar correre la fantasia. Se non sbagliava a interpretare i segnali del proprio corpo poteva essere certo di desiderare davvero di baciare Sarah. Tutto quello di cui aveva bisogno era di essere presentato a quella ragazza, poi con la sua più che decennale esperienza avrebbe sicuramente ottenuto il risultato voluto.

    Un primo passo era congratularsi con gli sposi. Rick abbracciò Max e poi baciò Ellie, i cui occhi scintillavano di lacrime di gioia.

    «Grazie, Rick.» Ellie si sciolse dal suo abbraccio per ricevere quello di Sarah. «Ho poco tempo per presentarvi. Rick questa è...»

    «Sarah» la bloccò lui sorridendo. «So tutto di te.»

    Sarah sembrava sconcertata e si girò verso Ellie, ma la sposa si era già allontanata per occuparsi degli altri ospiti.

    «Cosa hai sentito di me?»

    «Sei una vecchia amica di Ellie.»

    «Eravamo coinquiline ad Auckland.»

    «E poi tu hai subaffittato a Max, vero?»

    «Sì. Per un po’ sono andata negli Stati Uniti.»

    Rick annuì. «Allora sei tu la responsabile di questo matrimonio. Se Ellie non fosse venuta a cercarti non avrebbe mai nemmeno conosciuto Max.»

    E lui non avrebbe mai conosciuto Sarah. Il loro incontro sarebbe stato promettente se avessero avuto il tempo di approfondirlo. Solo che come testimoni avevano dei doveri. Anzitutto dovevano firmare il registro di nozze e poi dovevano posare per tutte le fotografie in cui la presenza dei testimoni era richiesta quanto quella degli sposi. Rick si sforzò di pensare in fretta alle mosse future, ma, sfortunatamente, non gli venne in mente alcunché di brillante.

    Forse era frastornato dai continui cambiamenti di scena. Mattie era tornata fra le braccia della mamma, con grande sollievo di Jet, e il bambino era rimasto incollato al fianco di Sarah per tutto il tempo in cui erano rimasti a osservare la nuova famigliola che si faceva fotografare. Ellie stringeva la mano di Max che teneva in braccio la bambina con un tale orgoglio che chiunque avesse visto quelle fotografie negli anni a seguire avrebbe pensato che la piccola fosse la figlia naturale di Max.

    A Rick non sembrava più una cosa tanto strana, anche se non riusciva a immaginarsi pronto a adottare un neonato. Diede un’altra occhiata al bambino al fianco di Sarah. Era strano che quella sua appendice non fosse sufficiente a farlo allontanare come sarebbe successo solo

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