La regina di ghiaccio
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Info su questo ebook
Carole Mortimer
Carole Mortimer was born in England, the youngest of three children. She began writing in 1978, and has now written over one hundred and seventy books for Harlequin Mills and Boon®. Carole has six sons, Matthew, Joshua, Timothy, Michael, David and Peter. She says, ‘I’m happily married to Peter senior; we’re best friends as well as lovers, which is probably the best recipe for a successful relationship. We live in a lovely part of England.’
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Anteprima del libro
La regina di ghiaccio - Carole Mortimer
successivo.
1
La prima persona che Shanna vide entrando nell'atrio della casa di suo fratello fu Rick Dalmont e il suo primo impulso fu di fare dietro front e andarsene immediatamente.
Non poteva fare una cosa simile alla festa di sua cognata, così dopo avergli rivolto un breve cenno di saluto, si mise a parlare con Janice, la festeggiata.
Sentiva che gli occhi neri di Rick Dalmont erano puntati su di lei e dovette fare uno sforzo notevole per nascondere l'irritazione che quell'interesse non richiesto le provocava.
Fin dal giorno del loro primo incontro, il finanziere americano di origine spagnola non aveva fatto mistero delle sue mire su di lei e, dopo aver liquidato l'attricetta che al momento divideva il suo letto, si era messo in caccia della bellezza sofisticata ed elusiva di Shanna. Molte donne sarebbero state felici di essere al suo posto, ma per lei quella corte aggressiva era irritante. Rick Dalmont non era il suo tipo e non sarebbe mai potuto esserlo: la sua fama di playboy, le sue stupide avventure, avevano fatto il giro dei giornali scandalistici di mezzo mondo insieme con i metodi piuttosto sbrigativi che aveva di concluderle. Da un giorno all'altro l'amante di turno si vedeva messa alla porta, senza una parola o una spiegazione.
A parte questo, da molto tempo ormai Shanna non si sentiva attratta da nessuno in particolare. Certo, se esaminava Rick Dalmont con distacco, doveva ammettere che era quello che si dice un bell'uomo. Aveva un viso virile sempre abbronzato, capelli neri e folti e occhi scuri, indecifrabili. Aveva anche una figura elegante e vestiva in modo raffinato: insomma, incarnava il perfetto prototipo del giovane imprenditore di successo. Ma la bocca ben disegnata aveva qualcosa di cinico e il corpo asciutto, muscoloso, che emanava uno strano magnetismo sensuale, aveva un che di animalesco che le dava una sensazione di brutalità.
«Sono felice che tu sia qui» stava dicendo Janice, con l'aria di chi non sa che pesci pigliare. «Cerca di allontanare Henry da Rick Dalmont per favore... Questo dovrebbe essere il mio party, non un incontro di affari!»
«Dipende da Henry» commentò Shanna in tono secco, alludendo alla mentalità utilitaristica del fratello.
Janice sospirò. «Già! Sono sicura che è stato lui a cominciare» disse, rassegnata. «Ma adesso sembra che l'attenzione di Rick sia diretta altrove!»
Shanna seguì lo sguardo divertito della cognata e i suoi occhi incrociarono quelli neri dell'ospite. Non aveva mai conosciuto un uomo con due occhi così strani, magnetici e intensi. Anche in quel momento la guardava in modo strano, frugando il suo corpo come una carezza indecente, soffermandosi sui capelli neri che le arrivavano fino alle spalle, sulle labbra piene e provocanti, sul magnifico seno, giù fino alle lunghe gambe, ai piedi infilati nei sandali dal tacco alto.
Shanna sospirò; se avesse saputo che lui era nella lista degli invitati non si sarebbe fatta vedere. Ma probabilmente era proprio per quello che Henry non le aveva detto nulla.
Nell'improvvisa amicizia fra il ricco finanziere e suo fratello c'era qualcosa che non le andava a genio. Rick Dalmont era uno scapolo incallito, un playboy che passava da un'avventura all'altra con disinvoltura e che, nel resto del tempo, si dedicava con successo agli affari. La fortuna dei Dalmont era cominciata con Todd, il padre di Rick, nel ramo petrolifero. Ma da quando suo figlio aveva preso in mano le redini dell'impresa, diversificando gli investimenti, quel regno economico era diventato un impero finanziario che aveva partecipazioni nelle industrie più disparate in tutto il mondo. Rick Dalmont sembrava una di quelle persone destinate ad avere successo in tutto, dalla caccia alle donne, allo sport, all'interpretazione dei delicati meccanismi della Borsa.
Shanna era molto perplessa. Henry e Rick, dal suo punto di vista, non avevano assolutamente nulla in comune. Henry era un uomo serio, tranquillo, un padre di famiglia molto innamorato della moglie e dei figli, mentre Rick Dalmont aveva più volte dichiarato, con il solito sorrisetto beffardo, che il matrimonio non lo attirava affatto e che gli piaceva divertirsi. Inoltre Shanna sapeva che Dalmont non aveva interessi nel campo dell'editoria e non capiva cosa cercasse di ottenere da Henry, che era proprietario ed editore di una delle più grosse catene di riviste inglesi...
«Sta venendo qui» sussurrò all'improvviso Janice, senza muovere le labbra.
Lei se l'era aspettato e, prima ancora di vederselo a fianco, sentì il profumo particolare del suo dopobarba mischiato a quello, più acre, dei sigari che fumava.
«Shanna» l'apostrofò lui con la sua voce roca, seducente, dal lieve accento americano.
«Signor Dalmont» ricambiò lei con un sorriso, sapendo che il suo atteggiamento distaccato lo irritava.
«Posso prepararle un drink?» si offrì lui.
«Sono sicura che Henry...»
«Rick sa dov'è il bar» intervenne suo fratello, con esagerata gentilezza.
Shanna accentuò il sorriso, capendo che doveva fare buon viso a cattivo gioco. «Mi sento costretta ad accettare la sua gentile offerta, signor Dalmont.»
Il suo braccio venne afferrato da una mano salda che la guidò lontano dagli altri, verso il bar. «Non stavo cercando di essere gentile, Shanna» disse Rick in tono sommesso. «Lei ha lasciato la festa dei Gillies prima ancora che io riuscissi a parlarle, l'altra sera.»
Shanna pensò che avrebbe fatto lo stesso anche adesso, se non fosse stato per Henry. «Mi dispiace molto» rispose in tono freddo, constatando ancora una volta che, nonostante il suo metro e settanta e i tacchi a spillo, gli arrivava appena alla spalla.
Lui sogghignò, mostrando una fila di denti bianchissimi che contrastavano con la carnagione scura del viso. «Non le dispiace affatto, lo so» disse. «Ma per stavolta lascerò perdere... Martini secco, vero?»
Shanna non gli chiese come facesse a sapere cosa beveva lei di solito, e disse semplicemente un: «Grazie», con aria annoiata.
«È un piacere» borbottò lui, con una punta di sarcasmo.
Shanna ignorò la provocazione, sapendo perfettamente che la sua indifferenza lo stuzzicava. Ma, del resto, non poteva certo andare a letto con lui per toglierselo di torno. Sperava che Rick Dalmont si stancasse di darle la caccia e volgesse la sua attenzione a qualche preda più appetitosa e disponibile...
«Ecco qua.» Lui le porse il bicchiere e fece in modo di sfiorarle la mano con le dita. «So che non è molto raffinato» disse, notando la reazione seccata di lei. «Ma sembra che sia l'unico modo per toccarla che mi sia rimasto. Lei è abituata a gelare tutti gli uomini come fa con me?»
Stava cominciando a diventare noioso. Finora Rick Dalmont le aveva fatto capire di essere attratto da lei, ma sempre con molto stile, senza una parola o un gesto fuori luogo. Stasera il suo comportamento era completamente diverso: l'inseguimento era finito e il cacciatore voleva la sua preda a tutti i costi. Era il momento che lei aveva temuto di più. Ora non sarebbe più bastata la freddezza per tenerlo a distanza. Shanna doveva essere altrettanto esplicita e brutale.
Alzò la testa per guardarlo, un lampo di sfida negli occhi verdi: «Sì» rispose senza mezzi termini.
Il viso di lui si irrigidì, i suoi occhi divennero gelidi. «Allora non sono un'eccezione» sbottò, senza curarsi che la gente attorno a loro potesse sentire.
«Proprio così» ribatté lei, sapendo di irritarlo. «Di che stava parlando con mio fratello?» chiese poi bruscamente, per fargli capire che l'argomento era chiuso. «Mi sembrava molto interessato.»
La bocca di Rick si piegò in un sorriso ironico. «Non gliel'ha ancora detto?»
«No.»
«Chissà perché!» la provocò lui.
Lei alzò le spalle, indifferente. «Quando sarà il momento me lo dirà.»
Rick piegò leggermente la testa su una spalla. «Quando sarà il momento potrebbe essere troppo tardi.»
«Allora sarà meglio che parli subito con Henry.» Shanna si voltò e fece per andarsene.
Lui le afferrò il braccio con decisione, bloccandola. «È una cosa che,può aspettare» disse in tono secco. «Forse se me lo chiedesse con sufficiente gentilezza, glielo potrei dire io.»
Lei guardò freddamente la mano di lui che le teneva il braccio. «Posso avere la stessa informazione da Henry con minor fatica.»
«Sarebbe davvero una fatica?» disse lui, lasciando la presa.
«Sì!» sbottò lei, pentendosi immediatamente di aver perso le staffe. Si era ripromessa di non lasciar trapelare la minima emozione quando stava con lui, ma Rick Dalmont era talmente provocatorio! «Ho proprio paura di sì, signor Dalmont» soggiunse in tono gelido. «E non mi piace sprecare inutilmente energia.»
«Piccola ragazzina viziata!» sibilò lui.
Negli occhi verdi di Shanna si accese una luce beffarda. «Detto da uno come lei, ha proprio un'aria ridicola!»
«Io lavoro da anni alla testa delle Industrie Dalmont, fin da quando ho avuto l'età per capire che cosa sono le perdite e i profitti» ribatté lui con fierezza. «Mio padre non ha mai dato niente per niente e non ha certo fatto eccezione con me. Lei, piuttosto, che cosa fa nella vita, oltre a essere così preziosa?»
Shanna capì di aver toccato un punto delicato: era la prima volta che lo vedeva così fuori dei gangheri. «Sono il direttore di una rivista di cui Henry è proprietario» gli disse con calma.
«Sì, l'ho saputo.» Rick annuì, ancora accigliato. «Una carica simbolica, immagino.»
«Immagina male, signor Dalmont» scattò lei dura, punta sul vivo. «Fashion Lady è una rivista femminile. Insignificante per un personaggio come lei, ma io la dirigo al massimo delle mie possibilità.»
«E quanto sarebbe questo massimo?»
Di fronte a quel chiaro tentativo di provocarla, lei arrossì. «Lo chieda a Henry!» esclamò con occhi fiammeggianti.
Per colmo della beffa, Rick iniziò a sorridere. «Stiamo migliorando... questa è la terza volta che si arrabbia negli ultimi cinque minuti.»
«Posso dire lo stesso di lei!» Shanna ribatteva colpo su colpo.
«Nemmeno per sogno.» Lui continuava a sorridere. «Sono calmissimo... E mi sto divertendo molto.» Fece una pausa. Poi, con voce roca, aggiunse: «Basterebbe una sua parola, Shanna...».
Lei sapeva benissimo dove voleva arrivare. «Purtroppo è una parola che non uso molto, ultimamente» disse con freddezza.
«Da quando suo marito è morto.»
Shanna s'irrigidì. «Che cosa c'entra mio marito?»
Rick alzò le spalle. «Non è un segreto che sia morto, vero?»
«No» disse lei in un soffio e abbassò gli occhi, turbata dall'ondata di ricordi che l'aveva improvvisamente assalita.
«E nemmeno come è morto...»
Lei deglutì a fatica: «No, certo». La morte di Perry non era un segreto. Aveva fatto il giro di tutti i giornali del mondo. Un ex pilota di formula uno, che muore in un incidente di macchina, fa sempre notizia.
«Lei era sulla stessa automobile in quel momento» continuò Rick, girando dolorosamente il coltello nella piaga.
Shanna non rispose. Il suo viso era ridotto a una maschera priva di espressione. Mostrare il minimo segno di debolezza di fronte a quell'uomo avrebbe significato dargli via libera.
«E non è un segreto neppure il fatto che il vostro matrimonio fosse già finito da un pezzo, quando avvenne l'incidente» continuò lui implacabile e quell'affermazione le penetrò nel cervello come un ferro rovente. Ma i suoi occhi rimasero fermi, le ciglia abbassate. «Il fatto che voi due foste insieme quella sera... era un avvenimento, no?»
Stavolta lei alzò la testa di scatto e nel viso duro di Rick vide solo la crudele determinazione di continuare a tormentarla. «Se mi vuole scusare, signor Dalmont...»
«E se non volessi?» Le dita della sua mano afferrarono nuovamente con forza il braccio di Shanna. Lei era così sconvolta che non reagì.
«Lo farà lo stesso» gli rispose, invece, con un tono talmente freddo e distante da costringerlo a lasciarle il braccio. Poi girò sui tacchi e se ne andò, lasciandolo lì con il bicchiere in mano.
A soli sei mesi dalla scomparsa di Perry, qualsiasi persona dotata di un minimo di sensibilità e stile si sarebbe vergognata di parlarle così, ma quel bastardo di Rick Dalmont era