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Fantasie sotto copertura
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E-book211 pagine3 ore

Fantasie sotto copertura

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Info su questo ebook

La wedding blogger Maddie Holmes è stata damigella d'onore ben dodici volte nella sua vita, ma mai la sposa. Tuttavia, trovarsi relegata a bordo campo a osservare il lieto fine degli altri ha i suoi vantaggi, tra i quali soggiornare nella sfarzosa e peccaminosa Fantasy Island. Il villaggio turistico non è soltanto romantico, ma disseminato di tentazioni deliziose, come l'affascinante chef Mason Black. E Maddie non vede l'ora di averne un assaggio.

In realtà Mason è un Navy SEAL sotto copertura a cui servono alcune fotografie scattate da Maddie che possono mettere a repentaglio la sua missione. Il piano di Mason? Recuperare quelle immagini e realizzare alcune delle sue fantasie più spinte con la sensuale ragazza dai capelli rosso fuoco, sperando che andare a letto con lei non bruci la sua copertura. E che non lo porti dritto all'inferno...

LinguaItaliano
Data di uscita20 lug 2018
ISBN9788858984840
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    Anteprima del libro

    Fantasie sotto copertura - Anne Marsh

    successivo.

    1

    Ragazze, è sabato e io sono circondata da coppie in luna di miele. Forse dovrei considerarlo un passo avanti rispetto al lavoro di animatrice con gli anziani e i piccoletti (anche se le serate di ballo con gli ottuagenari scatenati e i baci appiccicosi delle piccole pesti sono sempre graditi) o con gli uomini alticci degli addio al celibato (anche loro scatenati come i vecchietti, ma con un'altra concezione dei baci rispetto ai bambini. Bleah!).

    A bordo piscina ho contato non una, non due, bensì tre coppie abbracciate. Li ho soprannominati Piovre perché sembrano avere otto mani a testa, sette delle quali impegnate in attività più consone a una camera da letto o a un film a luci rosse. Vorrei anche dire che guardare le Piovre impegnate nell'atto di procreare rigira il dito nella piaga del mio stato civile di single.

    Voi, ragazze, invece, avete trovato Quello Giusto e state già sentendo suonare la marcia nuziale, altrimenti non visitereste questo blog. Avete qualche suggerimento su dove cercare l'altra metà della mela? Perché la vostra wedding blogger si sente molto sola nel suo paradiso.

    MADDIE, Baci e Confetti.

    «Oh yeah, oh yeah, ehi!» Il Navy SEAL Mason Black salutò pugno contro pugno il suo compagno di squadra Levi Brandon. Non gli servì allungare più di tanto il braccio: dopo aver completato la missione che era stata loro affidata, si erano entrambi appoggiati alla stessa palma per riprendere fiato.

    «Oggi sarà un'altra giornata tranquilla» completò il motto Levi. Le sue parole riportarono Mason indietro nel tempo, ai giorni infernali dell'addestramento BUD/s, il corso militare per forze speciali più duro in assoluto. All'epoca la loro squadra non era stata ancora formata e gli aspiranti SEAL si allenavano senza sosta per cinque giorni consecutivi alla settimana dopo sole quattro, o anche meno, ore di sonno a notte, portando costantemente ben sollevate sopra la testa le barche da addestramento, immersi in acque fredde, strisciando nel fango o, alternativamente, facendo amicizia con un grosso palo di legno da portare sollevato sopra la testa, ritenuto dal loro istruttore strumento ideale per farsi i muscoli e forgiare il carattere. Bei tempi.

    Levi sorrise come se non fosse appena uscito da un confronto a fuoco. «Spero che nel mio futuro imminente sia prevista una birra.»

    L'operazione in cui erano stati coinvolti non si era rivelata particolarmente impegnativa, quasi una passeggiata in confronto all'addestramento BUD/s. Inoltre aveva smesso di piovere e l'orizzonte era rischiarato da una favolosa alba tropicale. Aspettando gli Zodiac dell'incrociatore della Marina Militare Americana ancorato al largo, Mason aveva tutte le ragioni di fissare l'orizzonte. A minuti, la sua squadra avrebbe portato a termine con successo l'operazione sotto copertura su Fantasy Island.

    Un'altra voce che, se fosse stato un passacarte, avrebbe spuntato sulla colonna delle missioni completate. Fortunatamente aveva scelto un'altra professione.

    Meno male!, commentò tra sé mentre controllava il SIG Sauer, l'arma da cecchino che aveva in dotazione. Piuttosto che fare tutti i giorni il pendolare, preferiva essere recuperato dall'isola da un elicottero Black Hawk e trasportato in volo alla più vicina base militare per fare rapporto. E invece di redigere rapporti trimestrali o codificare software, preferiva capitanare il recupero di un signore della droga sudamericano che aveva commesso l'errore di prenotare per sé e la sua nuova ragazza una vacanza di lusso su Fantasy Island.

    La squadra di SEAL, della quale Mason faceva parte, si era insediata per tempo sul posto e sostituendosi al personale del villaggio turistico, aveva intercettato il bersaglio non appena aveva messo piede sull'isola. Alla fine, fingersi uno chef gourmet era stato divertente. Le lezioni su come preparare il ceviche impartite a bordo piscina erano state un piacevole cambiamento rispetto allo schivare pallottole. E poi a lui piaceva davvero cucinare e le allieve del corso erano molto carine.

    La Sigma, la squadra SEAL di cui faceva parte, aveva stabilito un campo base in una zona ancora selvaggia dell'isola. Era una sistemazione essenziale, con qualche amaca, un paio di tende e abbastanza artiglieria da poter conquistare una piccola nazione. Il fatto che potesse essere smantellata in due ore, la rendeva perfetta per le loro esigenze. Inoltre, il terreno dissestato garantiva che nessun ospite del villaggio turistico si sarebbe mai spinto fin lì.

    Il debole suono prodotto dagli Zodiac che attraversavano la laguna annunciò l'inizio dello spettacolo. Diego Marcos, il signore della droga che avevano catturato, imprecava nonostante il bavaglio e si agitava, cercando di liberare i polsi legati. Non avrebbe smesso di lottare fino a quando non fosse finito in custodia su una nave della Marina o forse non si sarebbe calmato nemmeno allora. Ma non era un problema di Mason. La fidanzata del narcotrafficante, invece, appariva scossa e sull'orlo di una crisi di pianto, perciò lui l'aveva aiutata a sedersi sulla sabbia, tenendole una mano sotto il gomito.

    Forse era al corrente delle attività illecite del suo fidanzato, o forse no, ma lo aveva seguito sull'isola e ora avrebbe subito lo stesso trattamento. Marcos le lanciò un'occhiata preoccupata che non sfuggì a Mason. Separare la vita professionale da quella personale era sempre difficile.

    L'espressione di terrore negli occhi della ragazza spinse Mason a cercare di tranquillizzarla, sfoggiando il poco spagnolo che conosceva. «No te preocupes todo irà bien.»

    Le lacrime che colmarono gli occhi della giovane donna non erano un buon segno. O forse significavano che ne aveva semplicemente avuto abbastanza. Qualcuno, da qualche parte, avrebbe sentito la sua mancanza e avrebbe anche voluto rimproverarla, magari con un bel te l'avevo detto, per aver scelto di accompagnarsi a un soggetto poco raccomandabile. Mason non faticava a immaginare come si sarebbe comportato lui se la stessa sorte fosse toccata a una delle sue sorelle o delle sue cugine, in tutto sette donne che amava più della sua vita e che tutte insieme erano riuscite a frequentare i peggior ceffi presenti sul territorio. Alcune di loro ripetutamente.

    Mason le scostò una ciocca di capelli dal viso, poi si appoggiò di nuovo al tronco della palma. Non poteva lasciarla andare e non poteva nemmeno concederle una seconda possibilità, perciò la cosa migliore da fare era uscire dal suo spazio personale.

    «Cuore tenero» mormorò Levi.

    Forse il suo amico aveva ragione, ma in quel momento lui era anche il cuore tenero a capo dell'operazione. Il testimone gli era stato passato da Gray Jackson, il loro comandante, impegnato a sovrintendere l'evacuazione in elicottero di un membro della squadra che era rimasto ferito e a cui servivano urgenti cure mediche.

    Qualcosa brillò a ore nove. Sembrava una luce riflessa sulla lente di una macchina fotografica. Tipico. Quando la missione era praticamente finita ed erano tutti pronti ad allontanarsi a cavallo verso il tramonto, immancabilmente succedeva qualcosa che mandava tutto a puttane. Con l'aiuto del binocolo, Mason scoprì che si trattava della ragazza carina che aveva partecipato alle sue lezioni di cucina. Si chiamava Maddie. A Maddie era piaciuta la sua ceviche e a lui era piaciuta lei.

    Era più che carina, era bellissima, con un sorriso che le illuminava il viso e capelli rossi e lucenti che le danzavano sulle spalle. Quando l'aveva vista al corso con un vestitino a pois con spalline sottili che si incrociavano sulla schiena, si era imposto una nuova missione: trovare il modo di far scivolare giù quelle spalline per poterla conoscere in modo biblico.

    Con la punta dello scarpone, toccò il piede di Levi. «Abbiamo compagnia.»

    «Dimmi che è il camion della Budweiser.»

    «Siamo su un'isola, idiota.»

    «Sei un guastafeste» lo rimproverò Levi mostrandogli il dito medio. «Lasciami sognare, no? Dov'è la zona calda?»

    «Sulla collina a ore nove. Un ospite del villaggio sta curiosando in giro.»

    Levi gli tolse il binocolo di mano per esaminare la collina. «È vero. Starà facendo jogging?»

    «No, purtroppo. È Madeline Holmes. Fa la wedding blogger e sta fotografando la laguna.»

    Era anche uno spettacolo per gli occhi, con quel sorriso che aveva il potere di attirare la sua attenzione ogni volta che le era vicino. E Mason aveva approfittato dell'operazione sull'isola per starle appiccicato il più spesso possibile.

    «E a ore dieci sta arrivando la nostra squadra» osservò Levi imprecando. «Opzioni?»

    Per certi versi la loro missione era già andata storta: Remy si era preso una pallottola nell'addome e aveva dovuto essere trasportato in elicottero all'ospedale più vicino mentre Gray si sentiva ferito emotivamente per aver dovuto abbandonare la squadra e accompagnare il SEAL ferito al punto di recupero. In realtà l'inserimento sotto copertura in una zona frequentata da civili era sempre pericoloso. Nella giungla era tutto più facile. Quando qualcosa si muoveva, le sparavi. Non che lui volesse sparare alla ragazza, naturalmente.

    «Quali sono le probabilità che si stia facendo dei selfie?» chiese Levi.

    Nessuna. Mason fu colto da una calma che conosceva bene. La bella ragazza dai capelli rossi era una minaccia per la sua squadra, perciò andava neutralizzata. Poco importava quanto la sua presenza lo facesse sentire vivo, la missione e la squadra avevano la precedenza. «Me ne occuperò io. Tu consegna i nostri ospiti ai ragazzi della Marina.»

    «Ricevuto.» Levi si voltò verso la barca in avvicinamento. «Cerca di ricordarti che la nostra missione non prevede che si ammazzi nessuno. Inoltre è un'amica di Ashley e sono sicuro che tu non voglia far arrabbiare Ashley.»

    Gesù. Aveva davvero un aspetto così temibile? Sembrava il tipo da eliminare un civile innocente? Levi però aveva ragione riguardo alla loro collega. Ashley Dixon era membro onorario della squadra, in prestito dalla DEA, e farla arrabbiare non sarebbe stata una mossa saggia. Con movimenti rapidi, Mason si liberò del fucile, lasciandolo cadere sulla sabbia. Non poteva bruciare la copertura facendosi vedere armato fino ai denti.

    Madeline detestava le mattine. E detestava ancora di più le sveglie che suonavano all'alba, perché non le piaceva alzarsi presto. Eppure era ancora buio quando era uscita, diretta sulla collina per immortalare il sorgere del sole. Aveva indossato un top, un paio di short e le scarpe da tennis. Di solito sceglieva con maggior cura l'abbigliamento, anzi con estrema cura. Per lei i vestiti erano una sorta di armatura. Una bella armatura. E invece di scegliere con calma tra i migliori capi nuovi che aveva portato con sé in vacanza, si era ritrovata a infilarsi le prime cose che le erano capitate tra le mani e a uscire per scalare il monte Everest senza essersi depilata le gambe, pettinata o lavata.

    Pazienza.

    Doveva fare in fretta perché il sole stava sorgendo ed era importante fotografare la laguna e l'orizzonte illuminati dai primi raggi del sole. Non avrebbe avuto altre occasioni di visitare un posto come Fantasy Island, perciò doveva sfruttare ogni possibilità che le veniva offerta per ottenere materiale prezioso per il blog. Più fotografie avesse scattato, meglio sarebbe stato. Tutto era importante in quella vacanza.

    Si riteneva fortunata a trovarsi lì, anche se era da sola. La squadra di pubblicitari di Fantasy Island l'aveva contattata per fare pubblicità sul suo blog e, ta-dam, Maddie si era ritrovata sull'isola a trascorrere una vacanza gratis.

    Ora, se non voleva che il successo finisse, doveva contribuire a pubblicizzare il luogo sul blog.

    L'isola era un vero e proprio paradiso, perciò non sarebbe stato difficile parlarne bene. L'unica cosa che mancava era un uomo nudo e tutto muscoli. Maddie si sarebbe accontentata anche di un uomo quasi nudo. In fondo un po' di mistero era sempre preferibile. E se quello che la pubblicità prometteva era vero, la possibilità di incontrarne uno, o anche due, non era da escludere.

    Sarebbe stato perfetto poter scegliere.

    Fantasy Island veniva pubblicizzata come una fetta di paradiso nei Caraibi, il luogo perfetto in cui passare una luna di miele. Il tizio elegante sulla brochure prometteva lusso, edonismo discreto e soddisfazione di ogni desiderio. Il compito di Maddie era tradurre quelle promesse ammiccanti in un resoconto bollente che avrebbe intasato il suo blog e riempito il suo conto in banca con i soldi della pubblicità.

    Arrivata sulla sommità della collina, si trovò in una radura con vista sull'oceano.

    «Sono fuori esercizio.» Meno male che l'asma di cui soffriva non l'aveva bloccata a metà strada. Dopo aver controllato la macchina fotografica che il giorno prima aveva posizionato e programmato per ottenere scatti in sequenza, si accinse a fare colazione. Si era portata un croissant e un caffè sottratti al buffet: cibo perfetto per assistere al sorgere del sole. Mangiando, scattava fotografie, i capelli mossi dalla brezza fresca con in sottofondo le grida degli uccelli e delle scimmie urlatrici che facevano a gara per capire chi produceva il verso più assordante. Essere sveglia a quell'ora era quasi... accettabile.

    Il rumore di una barca in avvicinamento veloce al lato più selvaggio dell'isola la sorprese. Con lo zoom della macchina fotografica riuscì a individuare un paio di gommoni che solcavano la superficie calma della laguna. Oh, oh. Strizzando gli occhi cercò di cogliere i dettagli. Non solo i personaggi a bordo avevano un aria truce, ma erano anche dotati di un piccolo arsenale.

    «Bella la vista?» Maddie sobbalzò al suono della voce maschile e profonda alle sue spalle e per la sorpresa lasciò cadere a terra la macchina fotografica. In preda al panico, si obbligò a prendere un respiro profondo, ma i polmoni la tradirono e la gola si chiuse.

    Forti dita maschili la afferrarono per un polso. Spaventata, Maddie gettò croissant e caffè contro lo sconosciuto che, imprecando, schivò l'assalto.

    «Non è una bella giornata per gettarsi senza un paracadute» le fece notare lui, trascinandola via dal bordo della scogliera, e in quel momento Maddie ebbe la possibilità di guardarlo bene, scoprendo che non si trattava di un estraneo. Meno male. Tutto sotto controllo. Il cuore le batteva forte in gola prendendo a cazzotti i polmoni a corto d'aria, ma a poco, a poco, il battito tornò a un ritmo normale. Mason. Anzi, Mason che non si spreca a presentarsi con un cognome, ma che è un gran bel pezzo d'uomo. Maddie aveva seguito il suo corso di cucina a bordo piscina e lo aveva scartato come soggetto papabile perché, per essere bello era bello, ma era anche distante e non pareva minimamente interessato a lei. Probabilmente ormai non aveva più importanza, dopo che lei gli aveva tirato addosso il croissant e il caffè. Di solito aveva una pessima mira, ma in quel frangente gli aveva macchiato la maglietta.

    Maddie osò dargli un'occhiata più attenta. Non sembrava arrabbiato, anzi, era indietreggiato alzando le mani in segno di pace. Fortunatamente lei non aveva il fiato per poter ridere.

    Se continuava ad aggredire in quel modo gli uomini, non c'era da stupirsi che la sua vita sentimentale fosse un disastro.

    Quando cercò di sibilare una frase di scuse, lui scosse la testa.

    «Riprendi fiato, prima.»

    Maddie dovette convenire che fosse meglio rispettare certe priorità. Per di più, se Mason era disposto ad aspettare che lei riprendesse fiato, probabilmente non si era trasformato nel giro di una notte da chef in serial killer e si trovava lì per qualche altro motivo. Chi poteva saperlo? Magari era un fanatico del sorgere del sole. Atteggiando il viso a una smorfia, Maddie rovesciò a terra il contenuto della borsa alla ricerca dell'inalatore, nascosto tra la montagna di oggetti che si portava appresso. Mason espresse il suo disappunto con un verso gutturale che lei ignorò bellamente. E allora? Girava con la borsa piena di articoli di ogni genere. Essere pronti era vitale

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