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Le tentazioni del greco: Harmony Collezione
Le tentazioni del greco: Harmony Collezione
Le tentazioni del greco: Harmony Collezione
E-book151 pagine5 ore

Le tentazioni del greco: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Calda come il sole di Corfù, antica come le rovine di Creta, dolce come il nettare degli antichi dei. La passione, nel sangue di ogni uomo greco, scorre veloce fin dalla notte dei tempi...
Loukas Christakis ha imparato a proprie spese a non fidarsi delle donne.
L'unica che ha a cuore è la sua giovane sorella in procinto di sposarsi, e solo per questo motivo ha accettato di ospitare Belle Andersen, la stilista scelta per l'abito nuziale, sulla sua isola privata. Belle deve finire il lavoro in tempo per la cerimonia, ma Loukas capirà molto in fretta che il suo interesse per lei va al di là dell'aspetto professionale.
L'innocente sensualità di Belle si trasforma così in un'irresistibile tentazione per Loukas.
LinguaItaliano
Data di uscita11 giu 2018
ISBN9788858983652
Le tentazioni del greco: Harmony Collezione
Autore

Chantelle Shaw

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Le tentazioni del greco - Chantelle Shaw

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    After the Greek Affair

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2011 Chantelle Shaw

    Traduzione di Carla Maria De Bello

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-365-2

    1

    Belle Andersen estrasse il cellulare dalla borsa e fece scorrere il messaggio che Larissa Christakis le aveva inviato per spiegarle come raggiungere l’isola privata del fratello Loukas.

    Sto per sposarmi ad Aura, e sarebbe splendido se potessi raggiungermi sull’isola e occuparti del disegno del mio abito, cosicché tu possa prendere spunto dalla location. Puoi prendere il traghetto dal porto di Lavrion ad Atene fino a Kea. Fammi sapere l’ora dell’arrivo, e farò in modo che una barca sia lì ad aspettarti per condurti ad Aura.

    Il traghetto era approdato cinque minuti prima e gli ultimi passeggeri stavano sbarcando proprio in quel momento. A breve distanza dal molo, diverse barche di pescatori dondolavano sul mare cobalto. Il porticciolo di Korissia era un luogo a dir poco incantevole. Una serie di case bianche e dai tetti color terracotta fiancheggiavano il porto e scintillavano brillanti nel sole mentre, alle loro spalle, verdi colline si spiegavano in una profusione di sgargianti fiori selvatici.

    L’occhio artistico di Belle non poté non apprezzare la bellezza di quanto la circondava; tuttavia, dopo quattro ore di volo per raggiungere Atene e un’altra di traghetto per Kea, la ragazza non vedeva l’ora di giungere a destinazione.

    Probabilmente una delle barche di pescatori era lì per lei, meditò, e sollevò una mano a schermarsi gli occhi dal sole mentre osservava la banchina. Un gruppo di uomini chiacchierava poco distante, ma nessuno parve prestarle attenzione. Così, con un sospiro, sollevò le valigie e si incamminò verso di loro.

    Il sole di maggio si rivelò deliziosamente piacevole, dopo il freddo grigiore di Londra che Belle si era appena lasciata alle spalle. Con un sorriso rammentò la reazione del fratello alla notizia del suo prossimo soggiorno in Grecia. «Pensami almeno una volta, quando sarai in compagnia di quell’affascinante milionario su quell’isola da sogno!» l’aveva stuzzicata Dan. «Mentre tu sarai sdraiata al sole, il tuo fratellone rattopperà la barca, tanto per cambiare, poi partirà per il Galles per un nuovo servizio fotografico.»

    «Sto andando a lavorare, non ad abbronzarmi» aveva puntualizzato Belle. «E dubito che avrò molto a che fare con Loukas Christakis. Larissa mi ha raccontato che il fratello trascorre la maggior parte del tempo negli uffici della compagnia ad Atene o a occuparsi dei numerosi progetti commerciali in diverse parti del mondo. Persino la data del matrimonio di Larissa è stata decisa in base agli impegni di Loukas. A quanto pare, l’ultima settimana di giungo è il suo unico momento libero.»

    Un cipiglio le corrugò la fronte mentre avanzava lungo il molo. Durante l’ultima conversazione con Larissa, la ragazza aveva spesso nominato il fratello ed era ovvio quanto lo adorasse; tuttavia Belle aveva avuto l’impressione che Loukas fosse un uomo abituato ad averla sempre vinta e sospettava che Larissa ne fosse leggermente soggiogata. Il solo fatto che le avesse chiesto di realizzare il vestito della sposa e delle due damigelle in cinque settimane invece che nei sei mesi solitamente previsti doveva essere dovuto a lui almeno in parte, meditò. Ovviamente non aveva colpa se la prima stilista ingaggiata da Larissa era svanita nel nulla, ma l’insistenza di Loukas perché il matrimonio fosse comunque celebrato alla fine di giugno doveva aver sottoposto Larissa a un’enorme pressione. Quando una settimana prima aveva visitato la Wedding Belle la ragazza era quasi scoppiata in lacrime per rasserenarsi soltanto in seguito alle rassicurazioni di Belle riguardo al fatto che il vestito sarebbe stato confezionato in tempo. Non aveva mai neppure visto Loukas Christakis eppure, istintivamente, Belle sapeva già non le sarebbe piaciuto.

    Ma non era neppure giusto permettere al disprezzo per John Townsend, l’uomo che l’aveva cresciuta spacciandosi per suo padre, di offuscare il proprio giudizio riguardo agli altri uomini.

    Il fratello di Larissa era probabilmente affascinante, o, per lo meno, questo era ciò che sembrava pensare la maggior parte delle donne, considerati gli svariati articoli sui giornali scandalistici a proposito della sua movimentata vita sentimentale.

    Il bagliore di un movimento proveniente dal mare catturò la sua attenzione. Una barca si stava velocemente avvicinando al porto lasciandosi dietro lunghe scie di schiuma bianca. Non era certo il tipo di imbarcazione che passava inosservata, meditò Belle osservandola attraccare, tuttavia fu l’uomo al timone a farle sussultare il cuore fra le costole.

    Quando Larissa le aveva detto che qualcuno sarebbe venuto a prenderla per condurla fino ad Aura, la ragazza non aveva certo immaginato potesse trattarsi di Loukas Christakis in persona. Le immagini che aveva visto sui giornali non gli rendevano affatto giustizia, meditò sbalordita. Certo, i folti capelli neri che gli ricadevano sulla fronte, i lineamenti scolpiti, la mascella squadrata e la sensuale curva delle labbra erano esattamente gli stessi, ma una foto non sarebbe mai riuscita a catturare la sua aura di potere, il magnetismo che reclamava attenzione e rendeva assolutamente impossibile distogliere lo sguardo da lui.

    «Sei tu Belle Andersen?» Quella voce risuonò talmente profonda da farle venire i brividi. Una vampata di calore la infiammò da capo a piedi, la pelle talmente sensibile da farle percepire la debole abrasione del reggiseno di pizzo contro i seni.

    «Sì...» Con suo stesso imbarazzo quel monosillabo emerse più simile a uno strozzato gracidio. Il battito del cuore accelerò mentre fissava l’uomo ancorare la barca e balzare sul molo con ferina agilità.

    «Sono Loukas Christakis» affermò avvicinandosi. Era alto almeno un metro e ottanta, i fianchi stretti, le gambe fasciate da un paio di jeans sbiaditi che ne sottolineavano le cosce possenti.

    Belle deglutì. Mai, in tutta la vita, si era sentita tanto conscia di un uomo. Il cuore batteva all’impazzata, i palmi madidi di sudore. Avrebbe voluto parlare, fare qualche banale osservazione riguardo al tempo in modo da spezzare la tensione che sembrava ormai essersi impossessata di lei, ma il cervello pareva aver smesso di funzionare.

    Per fortuna la professionalità le corse in aiuto inducendola ad allungare una mano per salutarlo. «Piacere di conoscerla, Signor Christakis. Larissa mi ha molto parlato di lei, quando ci siamo incontrate nel mio studio di Londra.» Si era trattato della sua immaginazione o c’era davvero stata un’infinitesimale pausa prima che lui le sfiorasse le dita in una breve stretta di mano? La presa era ferma, e per l’ennesima volta Belle si scoprì conscia del potere di quell’uomo. Sembrava svettare sopra di lei, il corpo stagliato contro la luce del sole e, suo malgrado, la ragazza non poté non chiedersi come sarebbe stato ritrovarsi stretta a quel solido petto.

    «È un piacere conoscerla, signorina Andersen» la salutò prendendola sottobraccio, ma dalla voce sembrò trasparire una sorta di impazienza. «Ho bisogno di parlarle. Che ne dice di trovare un posto e sederci?»

    Senza attendere risposta sollevò le sue valigie e la condusse verso un bar dall’altra parte della strada.

    «Posso portarvi qualcosa da bere?» Un cameriere si materializzò al loro tavolo e immediatamente Loukas rispose per entrambi ordinando quello che Belle sapeva essere un famoso vino greco.

    «Per me un succo di frutta» si affrettò ad aggiungere la ragazza, ma il cameriere lanciò a Loukas un’immediata occhiata interrogativa come a chiedere il permesso di servirle quanto chiesto.

    Guardò l’orologio e si accorse che erano già trascorse otto ore da quando era uscita di casa. Si sentiva accaldata, in disordine, e di certo non dell’umore adatto a discutere con un uomo con un ego tanto smisurato. «Signor Christakis, a dire il vero non mi va di bere niente» affermò risoluta. «Tutto ciò che vorrei è raggiungere Aura il più in fretta possibile. Sua sorella mi ha affidato un incarico e, con poco più di un mese di tempo a disposizione, è di fondamentale importanza che io inizi a lavorare immediatamente.»

    «Sì...» Loukas sollevò una mano a sfilarsi gli occhiali e rivolse a Belle un freddo sguardo di stima. «È esattamente ciò di cui volevo parlarle.» Gli occhi avevano il colore della selce, severi e inflessibili, nella sua espressione una palese mancanza di ospitalità. Cosa diavolo le aveva fatto credere che la precedente intensa consapevolezza di lui potesse essere ricambiata?, si domandò impaziente e, ancor più ridicolo, era il fatto di desiderare che così fosse stato. In fretta scacciò quel pensiero dalla mente e si sforzò di sostenere il suo sguardo, conscia del concitato battito del proprio cuore mentre studiava il viso dell’uomo. Le sopracciglia erano scure, il naso deciso, le labbra piene. Un’ombra di barba sulla mascella non faceva altro che accrescere un sex-appeal già fin troppo palese. Chissà come sarebbe stato sentire quella bocca sulla propria e assaporare le sue labbra in una bramosa passione? Si scoprì scioccata dalla chiarezza di una simile immagine, le gote imporporate di improvviso imbarazzo.

    Lo sguardo di Loukas si fece d’un tratto speculativo. Possibile che avesse intuito ciò che stava pensando? Mortificata, Belle ebbe l’impressione che il proprio rossore si facesse più acceso. Qualunque cosa di lui, dall’orgogliosa angolazione della testa alla rilassata e quasi insolente aria con cui la scrutava, trasudava arroganza. Era evidente che fosse abituato a sortire un simile effetto su ogni donna, riconobbe Belle tristemente, e desiderò che il pavimento si aprisse sotto di lei fino a inghiottirla.

    Sembrava che la vita stesse facendo del proprio meglio per rendersi difficile, riconobbe Loukas irritato mentre fissava la donna che aveva di fronte. Avrebbe semplicemente dovuto avvisare Belle Andersen che c’era stato un cambiamento di programma e che non era più necessario disegnasse l’abito da sposa per la sorella, allungarle un cospicuo assegno a copertura delle spese e riaccompagnarla al successivo traghetto per Atene. Invece si ritrovò trafitto da un paio di occhi color fiordaliso orlati da lunghe ciglia nocciola e adombrate da un’aria di vulnerabilità che appariva a dir poco intrigante. Non si era aspettato fosse tanto bella. E, ancor più sorprendente, era stata la propria reazione a lei. Aveva trascorso la vita circondato da splendide donne, frequentato top models e affascinanti donne in carriera. Tuttavia, da quando aveva posato gli occhi su quella minuta biondina inglese, non era più riuscito a distogliere lo sguardo da lei.

    I suoi lineamenti erano perfetti: due sorprendenti occhi blu, il naso piccolo, gli zigomi alti e una morbida bocca rosea innegabilmente tentatrice. I capelli erano nascosti da un cappello a falda larga, ma avrebbe scommesso fossero di un biondo tipicamente nordico. Quel copricapo color crema era il completamento perfetto all’elegante tailleur della medesima tinta, due tacchi a spillo neri, e la borsa a mano.

    Si domandò se quell’elegante abito ispirato agli anni ‘50 fosse una delle sue creazioni. In tal caso, forse si stava preoccupando troppo a proposito del vestito da sposa della sorella. Meditò un istante su quel pensiero e poi lo allontanò. Non doveva fidarsi di quella donna. Non la conosceva a sufficienza. La ricerca condotta su Internet la sera precedente, dopo che Larissa gli aveva annunciato di aver scelto la stilista per il vestito da sposa, aveva rivelato come la Wedding Belle fosse in serie difficoltà

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