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Un capo da conquistare: Harmony Collezione
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Un capo da conquistare: Harmony Collezione
E-book154 pagine2 ore

Un capo da conquistare: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

L'esuberante Lacey Perkins ha coronato il sogno di una vita: dirigere un coffee shop in cui vendere ogni genere di prelibatezza. Ma poco prima del giorno di San Valentino scopre che il suo capo, il serio e compassato Ewan Sawyer, vuole vendere l'intero stabile. Per convincerlo a cambiare idea non esita a sfoderare le sue migliori doti ammaliatrici e culinarie e, con sua grande sorpresa, scopre che Ewan non aspettava altro che essere sedotto e conquistato a suon di baci sempre più piccanti e cioccolatini al peperoncino.

LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2014
ISBN9788858919286
Un capo da conquistare: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Un capo da conquistare - Jacquie D'alessandro

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Blame It on Karma

    Harlequin Blaze

    © 2007 Jacquie D’Alessandro

    Traduzione di Giovanna Cavalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-928-6

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    Seduta al suo banchetto di cartomante, sotto un drappo sbiadito di velluto blu e oro che aveva visto tempi migliori, Isabelle Girard, meglio nota come la leggendaria Madame Karma, osservava incuriosita la folla di gente che passeggiava spensierata nell’ampio cortile del Fairfax Building.

    Era una di quelle tipiche giornate di sole della California, perfetta per il party di San Valentino, che inaugurava l’esclusivo complesso di uffici e negozi appena rinnovato e riaperto al pubblico, dopo costosi lavori di ristrutturazione.

    La festa all’aperto si stava rivelando un grosso successo.

    Persone di ogni età – famiglie con bambini, coppiette, single, gruppi di ragazzini – sciamavano allegramente lungo i vialetti bordati di fiori o sul prato meticolosamente curato, gustando qualche spuntino comprato nei graziosi caffè sotto i portici in stile spagnolo, o in uno dei chioschi allestiti per l’occasione e che offrivano un po’ di tutto, dalle patate al forno ripiene di carne e formaggio, agli immancabili salsicciotti con nachos, alle pannocchie grigliate, ma anche insalate biologiche per chi, da vero californiano, era attento alla dieta.

    Non Madame, che da autentica francese – sua madre aveva sposato uno chef parigino emigrato in America – aveva un debole per la cucina a base di burro e panna. E non si crucciava delle conseguenze sul girovita.

    Molti passanti tenevano in mano raffinate buste argentate con il logo di una boutique del Fairfax, segno che non erano riusciti a resistere alle tentazioni dello shopping più lussuoso.

    Altri invece portavano sotto il braccio un acquerello, un piatto di ceramica o un annaffiatoio di alluminio, scovato tra le bancarelle del mercatino di artigianato, e avvolto in un semplice foglio di carta da pacchi.

    L’attrazione più popolare, al momento, però, era uno stand dove vendevano cappellini da sole con visiera.

    Per cani. Anche per gatti, semmai qualcuno fosse riuscito a infilarglieli senza rimetterci le mani.

    Ad accogliere i clienti, sdraiato su una comoda cuccia imbottita, c’era il trovatello Toby, un bassotto dal pelo scuro e raso, con le orecchie lunghe, che indossava uno Stetson rosso, modello della collezione primavera-estate, coordinato con una bandana a stelle e strisce avvolta attorno al collo, come un vero cowboy. E in effetti era nato a Prescott, Arizona.

    Per nulla spaventato dalla folla, si lasciava accarezzare pazientemente. E si metteva persino in posa per le foto, come un vero professionista.

    Ad allietare ancora di più l’atmosfera gioiosa, qui e là si esibivano giocolieri, illusionisti e trampolieri, per la gioia dei più piccini.

    Oltre naturalmente alla fascinosa ed esotica Madame Karma, che già da sola valeva la gita.

    C’era persino un’orchestrina che suonava dal vivo, in un angolo del patio. E una pista da ballo letteralmente presa d’assalto.

    Isabelle Girard fece un lungo sospiro soddisfatto. «Bene, bene.»

    Era sempre contenta di partecipare a queste feste cittadine. Non solo perché le portavano guadagni extra e un mucchio di nuovi clienti. Le piaceva proprio stare in mezzo alla confusione. E all’aperto. L’aria fresca e la luce dorata erano un prezioso toccasana per il corpo e per la mente. Alleviavano acciacchi e reumatismi. Molto meglio di quelle inutili medicine di cui la imbottiva il suo dottore.

    Senza contare che i raggi solari, oltre che gratuiti, ricaricavano le sue batterie spirituali.

    E dopo oltre sessant’anni di onorato servizio, Madame Karma gradiva cambiare scenario, di tanto in tanto.

    Il suo sguardo si spostò sulla grande fontana al centro del cortile a ferro di cavallo, dove, tra gli spruzzi, un arcobaleno di goccioline danzava su un raggio di sole. Incantevole.

    Tutto intorno, tra una profusione di fiori variopinti e di siepi verdi, invitanti panchine di ferro battuto punteggiavano il prato, alcune all’ombra di olmi altissimi e frondosi.

    Proprio il posticino ideale per un interludio romantico. Specialmente visto che quello era il giorno di San Valentino. E infatti erano quasi tutte occupate da coppiette di innamorati.

    Isabelle si soffermò a osservare un lui e una lei in particolare, entrambi sui quarant’anni.

    E il suo istinto di sensitiva improvvisamente si risvegliò. Quei due si amavano profondamente, distingueva nettamente le vibrazioni dei loro cuori, rosse e palpitanti.

    Concentrò ancora di più le proprie energie mentali – o come le chiamava lei le sue percezioni cosmiche – sulla coppia. E dopo qualche istante un sorriso si disegnò sulle sue labbra, quando intuì la ragione di tanta felicità.

    C’era un bambino in arrivo, un figlio tanto desiderato. Sperò che si avvicinassero al suo tavolo, prima o poi, per potersi congratulare con loro.

    Continuò a guardarsi intorno, compiaciuta. Forse perché era San Valentino, oppure per l’allineamento dei pianeti o per una combinazione di tutte e due le cose, fatto sta che Madame Karma stava avvertendo con forza che c’era amore nell’aria.

    Amore puro.

    Ad alta concentrazione.

    Quasi più che molecole di ossigeno.

    Purtroppo, per sua esperienza diretta, molte persone non credevano al destino.

    Peggio, lo ostacolavano.

    Non riconoscevano l’anima gemella, spesso accecati dai pregiudizi. Passavano oltre. E concentravano la propria attenzione su persone che, alla lunga, non li avrebbero resi felici. Senza accorgersi che spesso il vero amore era proprio sotto al loro naso.

    Da chissà quanto.

    Solo che non erano capaci di vederlo. E di guardarsi intorno con gli occhi del cuore.

    Pazzi.

    Se solo avessero accettato il proprio karma, la strada che il fato aveva tracciato per loro... Chi era capace di riconoscere i segnali e di seguirli, aveva sempre fortuna in amore.

    E chi invece no...

    Be’, era risaputo, combattere contro il destino era come voler svuotare l’oceano con un cucchiaino.

    C’era poco da fare.

    Eri destinato a fare un sacco di fatica.

    E a fallire.

    Forse quel giorno così denso di vibrazioni positive si sarebbe rivelato propizio. Poteva rimettere qualcuno sulla strada giusta, aiutandolo a trovare l’amore vero.

    O, perlomeno, a evitargli di scegliere la persona sbagliata.

    Piena di buoni propositi, Madame si risistemò sulla sedia, mentre una giovane donna molto bella le si avvicinava sorridendo. La sua aura era particolarmente luminosa.

    L’istinto di Isabelle andò a colpo sicuro.

    Sentì un formicolio inconfondibile nei polpastrelli.

    Un nuovo karma stava per essere svelato.

    1

    Con in mano una tazza di tè bollente da asporto e un enorme biscotto glassato alla vaniglia nell’altra, Lacey Perkins si diresse verso la postazione della cartomante.

    Il sole luminoso del pomeriggio le riscaldava la pelle. Incapace di resistere al tepore invitante, si fermò per qualche secondo ad assaporare quella meravigliosa sensazione.

    A occhi chiusi, reclinò la testa all’indietro e inspirò a pieni polmoni l’aria fresca in cui aleggiavano i profumi stuzzicanti dei tanti stand gastronomici allestiti nel cortile. Era rimasta bloccata dentro Dolci Voglie dalle nove del mattino e, per quanto adorasse la sua caffetteria, era ben contenta di potersi prendere una pausa.

    Riaprì gli occhi e batté le palpebre per riabituarsi alla luce. A giudicare da quanta gente c’era in giro e dalla fila ininterrotta di clienti che aveva preso d’assalto Dolci Voglie, il party di San Valentino per l’inaugurazione del Fairfax Building era decisamente l’evento dell’anno.

    Di certo gli incassi avevano già superato le sue aspettative. Pur nella baraonda, aveva riconosciuto molti dei clienti regolari che abitavano nei dintorni di Baxter Hills o lavoravano negli uffici del Fairfax, ai piani superiori, sopra i portici. Tutti avevano fatto un salto da lei per un caffè o un latte macchiato – e ovviamente per uno dei suoi celebri dolcetti di pasta frolla – dal manager al giardiniere, per non parlare delle numerose segretarie che, con la scusa di dover portare qualcosa da mangiare al loro intransigente capo, ne approfittavano per fare scorta di zuccheri e cioccolata.

    Ma il dato più confortante era che si erano viste parecchie facce nuove. Tant’è che i bigliettini pubblicitari messi di lato alla cassa erano spariti. La speranza era che almeno metà di loro tornassero per assaggiare le miscele speciali di caffè e di tè. O che visitassero il suo sito Internet. Magari l’avrebbero contattata per feste e ricevimenti a domicilio.

    Aprire un posticino tutto suo, dove offrire piccole golosità con un tocco scherzosamente peccaminoso, era sempre stato il sogno di Lacey. Un progetto su cui aveva lavorato duramente, con puntiglio, curando personalmente ogni dettaglio, dalle ricette al fantasioso menu, dall’insegna all’arredamento.

    E adesso che Dolci Voglie sembrava aver finalmente ingranato, il risultato dei suoi sforzi la riempiva di orgoglio. Di classici caffè, quelli con il marchio famoso preso in franchising, ce n’era uno a ogni angolo, a Los Angeles e dintorni. Ma Lacey aveva fatto in modo che il suo fosse diverso. A partire dalla location, ovvero Baxter Hills, un quartiere emergente alla periferia della città.

    Contava molto sul potere del passaparola. E si augurava che, dopo il pienone di quel giorno, il numero di clienti abituali sarebbe lievitato come uno dei suoi dolci.

    Il che significava altri guadagni.

    E togliersi di dosso quel mastino ringhioso di Evan Sawyer.

    Come se i suoi pensieri si fossero materializzati per magia – anzi, per un orribile sortilegio – lo sguardo le cadde proprio sul serioso e impettito general manager del Fairfax, che purtroppo era anche il suo padrone di casa. Fermo in mezzo al cortile, con l’espressione corrucciata, come

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