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Un sogno tra le sue braccia: Harmony Collezione
Un sogno tra le sue braccia: Harmony Collezione
Un sogno tra le sue braccia: Harmony Collezione
E-book167 pagine3 ore

Un sogno tra le sue braccia: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

È arrivato il momento di pretendere quello che gli spetta, e che entrambi desiderano...



Per Cassandra Rich, aspirante creatrice di giardini, il lavoro in quella grande tenuta in Toscana è un'opportunità imperdibile e il modo perfetto per fuggire dal proprio passato. Quando però il ricco proprietario decide di fare una visita alla villa sulle colline, per Cassandra cominciano i guai.

Marco Fivizzano non riesce infatti a distogliere lo sguardo dalla bella Cass, e nemmeno lei è immune al suo fascino, così quando lui le propone di accompagnarlo a un evento mondano la giovane non riesce a rifiutare. Tra le braccia di Marco, Cass riesce a trovare la leggerezza che ha sempre cercato.
LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2017
ISBN9788858960394
Un sogno tra le sue braccia: Harmony Collezione
Autore

Susan Stephens

Autrice di origine inglese, è un ex cantante professionista oltre che un'esperta pianista.

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    Anteprima del libro

    Un sogno tra le sue braccia - Susan Stephens

    successivo.

    1

    Cass affondò la zappa nella grassa terra fertile e sorrise soddisfatta. Era fortunata ad avere trovato quel lavoro in Italia, in Toscana per di più, dove doveva dare una mano durante la semina in una splendida tenuta di campagna. Non c'era nulla che amava quanto mettere alla prova il proprio fisico e lì, con il canto degli uccellini e il suono cristallino dell'acqua del fiume, le sembrava di vivere in paradiso.

    Quel giorno, come tutti i mercoledì, il resto del personale aveva il giorno libero e lei aveva tutto per sé. Non era difficile fantasticare di essere la castellana di quel luogo meraviglioso... A dire la verità una castellana poco credibile, coperta com'era di fango dalla testa ai piedi e con indosso un top di cotone, che indossava senza reggiseno, con un lungo squarcio sul fianco causato da una recinzione rotta.

    La tenuta si trovava in mezzo al nulla e per Cass tanta tranquillità era una vera e propria manna dopo il caos del supermercato dove lavorava abitualmente. Essere sola non le creava alcun problema ed era certo meglio che trovarsi faccia a faccia con il proprietario della tenuta, il famoso industriale italiano Marco Fivizzano. Da quando era arrivata non lo aveva ancora visto, e non aveva fretta di farlo. Quell'uomo, a giudicare dai giornali, era freddo come il marmo di Carrara che estraeva dalle sue cave.

    In realtà Cass dubitava che un uomo tanto impegnato come lui avesse tempo per viaggiare da Roma fino a lì, nel bel mezzo di una settimana di lavoro. Quando aveva chiesto a Maria e Giuseppe, rispettivamente la governante e il tuttofare della tenuta, quando avrebbe incontrato il capo, loro si erano limitati a scrollare le spalle.

    Il che a lei andava benissimo. Il duro lavoro non le faceva paura, pensò mentre riprendeva a dare colpi decisi sul terreno. Sin dai tempi delle elementari invece mostrare deferenza era sempre stato un suo problema, come aveva fatto notare spesso la preside della scuola privata che frequentava. L'aveva chiamata insolente più volte, ma lei ne ricordava una in particolare. Il giorno in cui i suoi genitori, suo padre era stato una famosa rock star e sua madre una sua fan, erano stati arrestati per possesso di droga. In quell'occasione la preside l'aveva fatta stare in piedi su una pedana mentre faceva passare davanti a lei tutti i ragazzi della scuola. Aveva voluto umiliarla pubblicamente e da allora Cass, per quanto avesse avuto solo sette anni, aveva giurato a se stessa che non avrebbe mai più permesso a nessuno di metterla all'angolo.

    Lasciati il passato alle spalle, e goditi il sole della Toscana...

    Non era un'impresa difficile, pensò la giovane con gioia. Il sole filtrava attraverso le fronde degli alberi e le scaldava la pelle e il profumo dell'origano selvatico era inebriante. La temperatura era eccezionalmente alta anche per l'Italia in quel periodo dell'anno, ma lei non aveva alcuna intenzione di lamentarsi! Una primavera così era un sogno, dopo l'inverno inglese. E anche il lavoro le sembrava un miracolo!

    Cass chiuse gli occhi e sorrise mentre ricordava l'uniforme sintetica che le dava il prurito mentre faceva passare gli articoli alla cassa del supermercato. Come era gradevole indossare quei pantaloncini e la canottiera!

    Da sempre lei adorava lavorare con le piante, e aveva implorato il direttore del supermercato di spostarla al settore giardinaggio promettendogli che avrebbe reso tutto rigoglioso. Lui le aveva rivolto una strana occhiata e le aveva detto che le sue donne gli piacevano pulite e senza fango. Quel giorno stesso gli aveva consegnato la lettera di dimissioni.

    Cass allargò le braccia e racchiuse l'orizzonte e il sole in quel gesto. Gli uccellini stavano cantando e le api ronzavano. Già si notavano i primi risultati del suo lavoro nei piccoli filari di germogli che punteggiavano le zolle grasse. D'impulso afferrò il cellulare e scattò un selfie da mandare alla sua madrina, la donna che amava di più al mondo e con cui aveva vissuto sin dalla morte dei suoi genitori. Quando aveva accettato quel lavoro, lo aveva fatto anche con l'obiettivo di guadagnare un po' di denaro da regalarle perché potesse andare in Australia a trovare il figlio. Per quanto Cass dubitasse di riuscirci, sarebbe stato bello poterla aiutare a coronare il sogno di festeggiare con lui il suo prossimo compleanno.

    Inviò la foto e ricevette subito una risposta dalla sua madrina.

    Sembra che te la stia spassando! Ti consiglio una doccia prima che qualcuno ti veda. Bacioni.

    Con una risata allegra Cass agitò una mano per scacciare un'ape un po' invadente ma poi si rese conto che il ronzio che sentiva non era provocato da un insetto, ma da qualcosa di molto più grande. Quel qualcosa si stava avvicinando con un rumore che era diventato quasi assordante e la cui ombra copriva ormai un lembo esteso del grande orto. La ragazza alzò la testa e osservò inorridita l'enorme elicottero nero che si posava ondeggiando appena sullo spiazzo antistante la casa. Il turbinio di polvere e foglie le ricordò il momento prima di un temporale.

    Cercò di guardare oltre i vetri oscurati per capire chi fosse il passeggero, ma desistette. Non era necessario. Sul lato del gigantesco velivolo era stampato il logo della Fivizzano S.p.A., e non ci voleva un genio per immaginare che il Padrone, come lo chiamavano Maria e Giovanni, doveva essere appena arrivato. Di certo senza avvertire nessuno, altrimenti i due anziani custodi non si sarebbero mai allontanati.

    Un leggero nervosismo si impadronì di Cass. Tranquilla, disse a se stessa. Poteva farcela a gestire una situazione particolare. L'ideale sarebbe stato cercare di non incrociare la strada del padrone di casa.

    Il cuore prese a batterle forte. Non aveva più incontrato qualcuno che viaggiava in elicottero da quando, da bambina, aveva vissuto nel mondo stravagante dei suoi genitori. Si rese conto che le mani le tremavano mentre affondava la zappa nel terreno.

    Si asciugò i palmi contro la stoffa degli shorts e restò immobile a osservare le pale che giravano sempre meno velocemente fino a fermarsi. Il portello si aprì e una figura alta e imponente, vestita con un immacolato abito da città, saltò giù con agilità. Marco Fivizzano era decisamente più bello di quanto appariva sulle foto sulle riviste, e Cass restò a osservarlo, ipnotizzata dai suoi occhi scuri e intensi, fino a che non riuscì a scuotersi di dosso quell'incomprensibile magia.

    Chi diavolo era? Marco fissò la sconosciuta con espressione perplessa. Poi ricordò. La sua segretaria l'aveva informato di aver assunto qualcuno per dare una mano alla tenuta per il periodo estivo. Al momento non aveva avuto nulla da ridire, ma ora quella presenza estranea lo infastidiva. Sperava solo che Giovanni e Maria le avessero spiegato bene quali erano le regole da rispettare, prima fra tutte quella che lui non voleva essere infastidito da nessuno durante la sua permanenza alla tenuta in Toscana.

    Marco imprecò sottovoce nel ricordare che quello era il giorno libero dei due custodi. Aveva avuto una tale fretta di lasciare la città, che si era dimenticato di avvisarli del suo arrivo e ora si ritrovava a dover incontrare quel giovinastro sconosciuto. In effetti si sarebbe aspettato un tipo un po' più maturo ed esperto a occuparsi del suo giardino, invece di quel ragazzino senza un pelo sulla faccia. Fece un passo in avanti e raggelò quando il giardiniere si voltò verso di lui. Era una ragazza! Che indossava un paio di pantaloncini assurdamente corti e una maglietta che aveva visto giorni migliori, oltre a uno sbiadito cappello da baseball.

    Le sue gambe erano lunghe e nervose come quelle di una puledra, il corpo era maturo e seducente con i seni liberi dal reggiseno e i capezzoli che spingevano contro la stoffa del top. Il viso giovane era arrossato dal sole e dalla fatica del lavoro e aveva un fascino quasi irresistibile.

    Il corpo di Marco rispose all'istante, con intensità e approvazione. Sotto al fango, al sudore e al rossore del viso, si intravedeva una bella ragazza. Il cappellino era calato fin sopra gli occhi per ripararli dal sole, quasi non le importasse nulla del suo aspetto il che, di per sé, era una novità per lui. Mentre le si avvicinava si rese conto che era più vecchia di quanto avesse pensato inizialmente e non era neppure intimidita dalla sua presenza. Anzi. Da come sosteneva il suo sguardo, sembrava che quella donna non avesse paura di nulla.

    «Lei sarebbe?» le domandò in tono perentorio.

    Al contrario di lui, la ragazza sembrava di ottimo umore, persino leggermente divertita.

    «Cassandra Rich, il suo nuovo giardiniere.»

    Il cognome gli suonò in qualche modo familiare, ma non riuscì a definire perché e accantonò il pensiero. La osservò con attenzione. Capire le persone al primo sguardo era una delle sue tante forze nel lavoro. Uno dei motivi del suo grande successo negli affari.

    Fissò un paio di occhi azzurro scuro, schietti e intelligenti, che ricambiarono la sua occhiata con una di altrettanta curiosità. Per Marco era una novità essere sottoposto a quel genere di valutazione e per un attimo fu tentato di lasciarsi sfuggire un sorriso, il che accadeva davvero di rado. Il suo corpo vibrò nuovamente, preda di una forte tensione sessuale.

    «Sono qui per l'estate» aggiunse lei, guardandosi intorno.

    Bene, almeno avrebbe avuto tempo per studiarla, pensò d'istinto e quasi sgranò gli occhi. Che gli stava succedendo? Provava attrazione per quella ragazza?

    «Dove sono gli altri giardinieri?» le chiese perplesso.

    «Sono in vacanza» gli spiegò con una scrollata di spalle, sistemando una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio. «È per questo che sono qui» aggiunse. «Per dare il cambio.»

    Marco aveva smesso di pensare ai suoi modi così schietti, per concentrarsi su quella ciocca bionda. Chissà come aveva i capelli? Non era difficile immaginarsela mentre li lasciava cadere sulle spalle, liberi dalla costrizione del berretto. Dovette stringere le mani a pugno, per evitare di afferrare la ciocca e attirare il suo viso verso di sé. Per impedirsi di posare le labbra sulla gola abbronzata.

    «Riesce a occuparsi di tutta la tenuta da sola?» le domandò scettico. Concentrarsi di nuovo sull'aspetto professionale di quell'incontro non si stava rivelando un'impresa facile.

    «Devo, non crede? Almeno fino a quando non torneranno gli altri.»

    «È vero» confermò lui in tono brusco. Ancora non capiva se la ragazza era impudente o semplicemente molto diretta. Lei intanto lo stava fissando con espressione inquisitrice, come se stesse analizzando un reperto su qualche scaffale di un museo. Loro due erano ai poli opposti, e provavano curiosità uno per l'altra.

    Cass sorrise, e Marco sentì l'eccitazione crescere. Gli piaceva la curva sensuale che prendevano quelle labbra carnose e il modo attraente con cui dilatava appena le narici del bel nasino elegante.

    «Sono meno debole di quanto sembro» lo rassicurò. «E le garantisco che non me ne andrò all'improvviso.»

    La sua promessa gli piacque. «Se fosse debole, non sarebbe stata assunta qui.»

    Le voltò le spalle. Avrebbe dovuto sentirsi esausto, mentre invece provava una carica di energia che pulsava dentro di lui.

    Non dormiva da oltre ventiquattro ore. Aveva concluso un difficile accordo commerciale, che avrebbe portato benefici non solo alle sue società, ma anche al suo paese, ed era esausto. La notizia del suo successo si era propagata velocissima per i corridoi della società romana e lui si era ritrovato quasi braccato da donne mercenarie con tacchi vertiginosi e abiti che sembravano dipinti addosso. Andarsene da Roma era stata una decisione saggia, anche se gli era costata una notte di sonno. D'altronde aveva improvvisamente capito di non avere voglia di quel tipo di compagnia, anche se non sapeva bene di cosa avesse davvero voglia.

    «Posso fare qualcosa per lei?» domandò la giovane donna alle sue spalle.

    Lui si fermò di colpo.

    Stava offrendogli un caffè o qualcosa d'altro?

    «No, grazie.» Non aveva voglia di compagnia, ricordò a se stesso. Per lo meno, non in quel momento. Lui era spinto dal desiderio di successo ma era certo rimasto troppo tempo bloccato in città senza poter scaricare la propria energia fisica. Solo lì, in Toscana, si sentiva libero. Non condivideva mai con nessuno la bellezza di quel luogo selvaggio. Non lo

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