L uomo dell'ombrello
Di Mary Nichols
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Info su questo ebook
Mary Nichols
Nata a Singapore, si è trasferita in Inghilterra giovanissima e prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura ha lavorato in ospedale, nella scuola e nell'industria. La ragazza di cristallo è collegato a La contessina ribelle.
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L uomo dell'ombrello - Mary Nichols
successivo.
Prologo
1753
Era tutto quieto e silenzioso intorno alla vecchia canonica. Erano solo le cinque del mattino e la piccola Lydia spiava dalla finestra le prime luci dell'alba, sul mare all'orizzonte. Un fitto banco di nebbia, che si alzava dal terreno umido e copriva le radici degli alberi e i muri delle case, dava l'impressione che le piante del bosco crescessero sospese in aria e che i tetti del villaggio di Colston galleggiassero sulle nuvole.
Lydia guardava verso la stalla, timorosa di vedere uscire suo fratello Freddie con il cavallo. C'era ancora una speranza, si diceva. L'amicizia per lord Ralph Latimer sarebbe prevalsa, non ci sarebbe stato alcun duello fra i due ragazzi.
La sera prima Lydia aveva sorpreso Freddie in biblioteca, intento a ripulire le pistole del padre. «Che cosa stai facendo?» gli aveva chiesto.
Lui aveva guardato con superiorità la sorellina di soli otto anni. «Vai a dormire» le aveva risposto. «A quest'ora dovresti già essere a letto.»
«Papà non vuole che nessuno tocchi le sue pistole. Si arrabbierebbe molto se sapesse che le hai prese tu.»
«Non lo saprà, se tu non glielo riferirai. Vuoi fare la spia, Lydia?»
Non era nelle intenzioni di Lydia fare la spia. Sapeva che era un atto disonorevole. «No. Ma perché le stai pulendo?»
«Vai a dormire.»
«Le pistole sono pericolose. Potresti farti male se le usi, perfino morire.»
«Se morirò non avrà importanza. Solo l'onore è importante.»
Allora Lydia aveva capito che Freddie stava alludendo a un duello. Per quanto fosse soltanto una bambina, sapeva tutto sull'argomento. La sua istitutrice, la signorina Grey, era un'avida lettrice di romanzi d'avventura dove i personaggi si sfidavano immancabilmente a duello e lei leggeva di nascosto i libri che la signorina Grey teneva in salotto, come i giornali di Londra che suo padre le proibiva anche di sfogliare. Bastava aspettare che fossero portati in cucina, dove poteva leggerli in santa pace, prima che finissero ad alimentare il fuoco. Sulla Gazette o sul Morning Post non mancavano mai articoli che riguardassero questioni di onore risolte con le armi.
«Chi ha offeso il tuo onore?» aveva chiesto allora al fratello.
«Ralph» le aveva risposto scontroso.
«Ralph è il tuo migliore amico. Studiate insieme a Cambridge...»
«Mi ha insultato e dovrà rendermi conto delle sue parole. Adesso vai a dormire, Lydia. Hai capito? E non fare parola con papà di avermi visto con le sue pistole.»
Lei aveva obbedito ed era andata nella sua camera. Si era spogliata e si era messa a letto, accanto alla sorellina Annabelle di cinque anni che stava già dormendo, però non era riuscita a chiudere occhio.
Freddie era impulsivo e ostinato, ma non fino al punto da mettere la propria vita a repentaglio per una questione d'onore. Lord Ralph Latimer era il figlio del conte di Blackwater e, se l'avesse ferito o ucciso, lo scandalo sarebbe stato immenso. Di sicuro suo fratello si sarebbe reso conto dell'enormità che stava per commettere, affrontando con le armi in pugno l'unico erede del signore di quelle terre, e avrebbe desistito.
Così almeno si ripeteva Lydia, ma non riusciva per questo a calmarsi e ad addormentarsi. E se Freddie non avesse cambiato idea?
Gli aveva promesso di non avvertire il padre, ma niente le impediva di andare da Susan o da Margaret, le sue sorelle maggiori, e riferire quanto aveva visto. Tuttavia Susan e Margaret sarebbero andate di corsa a rivelare tutto ai genitori e così lei avrebbe mancato comunque alla promessa.
Lydia si era voltata e rivoltata nel letto per ore poi, quando pensava che ormai l'alba fosse vicina, si era alzata e vestita. Dalla finestra della sua stanza poteva vedere la stalla e da lì avrebbe controllato se Freddie fosse uscito a cavallo.
Si era seduta sul davanzale interno, dove c'era un cuscino, e aveva atteso che si levasse il sole. Era sempre all'alba che avvenivano i duelli, così aveva letto nei giornali.
Il tempo passava e la vecchia canonica restava quieta, mentre la nebbia si alzava verso le cime degli alberi. Il sole si sarebbe levato presto e suo fratello non si era ancora visto. Forse il buonsenso aveva prevalso e il duello non ci sarebbe stato.
All'improvviso Lydia sentì arrivare un cavallo. Pulì con la mano il vetro opaco per l'umidità e guardò chi fosse il cavaliere. Era Robert Dent, un compagno di scuola di Freddie e del figlio del conte. Si fermò sotto la finestra di Freddie, scese di sella e raccolse qualche sassolino. Poi lo gettò contro i vetri dell'amico.
Dopo qualche minuto la finestra si aprì e Lydia sentì la voce del fratello.
«Vai a sellarmi il cavallo. Scendo subito.»
Lydia, con il cuore in gola, dopo pochi minuti vide Freddie lasciare la canonica e recarsi alla stalla. Attese che i due ragazzi uscissero con il cavallo e che salissero in sella, poi aprì l'armadio, afferrò la mantellina che indossava per uscire e se la gettò sulle spalle.
Lydia aveva un piccolo pony, che non sapeva ancora sellare, ma in qualche modo sarebbe riuscita a seguire Freddie e a impedire il duello. Non doveva essere molto difficile, si disse mentre scendeva le scale in punta di piedi. In fondo lo aveva visto fare decine di volte dai garzoni di suo padre.
Quando fu in fondo alle scale, però, inciampò in un bastone appoggiato alla parete e lo fece cadere a terra. Era il bastone da passeggio di suo padre.
«Lydia! Che cosa fai in piedi a quest'ora?» Il reverendo Charles Fostyn era già sveglio, in vestaglia, e stava guardando dalla finestra dell'atrio.
«Niente... Io... io credo di avere sentito uno strano rumore nel pollaio» tentò di giustificarsi lei.
«Un rumore nel pollaio? No, non era nel pollaio. Anch'io ho sentito un rumore, ma erano cavalli... Mmh... Tu sei vestita! Perché ti sei vestita?»
«Volevo andare a vedere che cosa succede nel pollaio... Io...»
«Non inventare scuse! Che cosa sta succedendo in questa casa? Era tuo fratello Freddie che si stava allontanando a cavallo, poco fa? E chi c'era con lui? Il suo amico Robert Dent, immagino. Sono sempre insieme quei due. Dimmi, Lydia, tu ne sai qualcosa? Che cos'hanno in mente quegli scavezzacolli?»
«Non posso dirlo.»
Suo padre l'afferrò per le spalle.
«Non puoi dirmelo? Allora si tratta di qualcosa di grave. Che cosa vogliono fare? Qualche stupido scherzo?»
«No, no...»
«Avanti, parla! Hai sentito tutto, Lydia? Dimmi che cosa hanno in mente i ragazzi!»
«Avevo promesso a Freddie di non parlarne!»
«Invece lo farai! In quali guai si sta per cacciare tuo fratello?»
«Freddie... Freddie ha sfidato a duello il figlio del conte di Blackwater» rivelò la bambina.
«Il figlio del conte di Blackwater? Lord Ralph Latimer? Ma non è il suo migliore amico?» si stupì l'uomo. «Adesso vai subito a dormire» aggiunse poi rivolto alla figlia. «Me ne occuperò io.»
«Non sai dove sarà il duello.»
«Non è difficile immaginarlo. Tu lo sai?»
«No.»
«Vai a letto e dormi. Ne riparleremo quando tornerò» fu l'inflessibile ordine.
Lydia tornò nella stanza da letto, ma non si spogliò. Si sdraiò vestita accanto alla sorellina Annabelle ancora addormentata. Pensò che al ritorno di suo padre sarebbe stata sgridata e che per Freddie ci sarebbe stata una punizione molto più terribile. Da tempo infatti il padre, esasperato da tutti i guai che combinava, lo minacciava di toglierlo dall'università e di mandarlo nell'esercito, dove avrebbero fatto di lui un uomo. Adesso sarebbe stato inevitabile, pensò. Chissà quanto avrebbe pianto la mamma!
Lydia si addormentò e quando si svegliò il sole era già alto. Il letto era vuoto, Annabelle non c'era più. La casa era silenziosa. Era strano che Janet, la cameriera che si occupava delle bambine, non fosse andata a svegliarla e a lavarla.
Lydia si alzò e andò alla finestra. La carrozza di suo padre era davanti alla stalla e Partridge, il cocchiere, stava portando dentro il cavallo di Freddie, ancora sellato.
Uscì dalla sua camera e scese in fretta le scale. Quando arrivò nell'atrio, vide sua madre e le sue due sorelle maggiori, in salotto, insieme a Freddie. Le due ragazze stavano piangendo, la madre era seduta, pallida, pareva sul punto di svenire, e guardava il figlio, in piedi davanti a lei, come se fosse un estraneo. Il giovane era irriconoscibile, sconvolto come se avesse appena visto un fantasma.
«Che cosa... che cosa è successo?» domandò spaventata.
Solo allora si accorsero di lei. La madre le tese una mano, chiedendole di avvicinarsi. «Vieni qui, tesoro» le disse con la voce incrinata dal pianto. Quando lei le fu vicina, la strinse forte al petto. «Dobbiamo essere molto coraggiosi, mia povera bambina. Il tuo papà non c'è più. È morto» le rivelò scoppiando in lacrime.
Lydia fu sopraffatta dal dolore e dallo stupore. «Papà? Ma era lord Latimer che doveva morire... Freddie lo aveva sfidato a duello...» singhiozzò disperata.
«Ralph ha sparato a papà, che stava cercando di fermarci» spiegò Freddie con voce neutra.
«E tu non gli hai sparato? Perché non gli hai sparato? Perché non hai ucciso lui, prima che uccidesse papà?» quasi gridò a suo fratello.
La madre cercò di calmarla. «Non c'è più niente da fare, bambina mia. Tuo padre non tornerà più e tuo fratello è in grave pericolo.»
«Non sono stato io a sparare. È stato Ralph! Sarà lui a pagare per la morte di papà!»
«Sai benissimo che il padre di Ralph è il conte di Blackwater, il signore della contea, e lui non incriminerà di certo suo figlio per quanto è avvenuto. La morte di tuo padre risulterà un incidente, però tu potrai essere incriminato per avere sfidato Ralph. Il duello è proibito dalla legge.»
Si udì lo scalpiccio di un cavallo e una delle cameriere andò a vedere chi fosse l'ospite. Ritornò in fretta, annunciando emozionata che era arrivato il conte di Blackwater in persona. Così Lydia vide, per la prima volta in vita sua, il padre di lord Ralph.
Era un gentiluomo alto, imponente, con gli stivali lucidi e la parrucca incipriata. Si fermò sulla porta del salotto, contemplando l'immagine di una famiglia distrutta dal dolore per colpa del figlio. «Anne, dobbiamo parlare» disse alla madre di Lydia. «Per favore, manda via le ragazze.»
Sia Lydia sia le sorelle furono sorprese che lui avesse chiamato per nome la loro madre. Lydia non voleva staccarsi da lei, ma Susan la convinse a uscire.
«Andiamo a cercare Annabelle e John» le disse con dolcezza. «Sono troppo piccoli per capire, ma dovremo tentare di spiegare anche a loro che cosa è successo.»
La porta del salotto si richiuse di colpo e Freddie e la madre restarono soli con il conte. Lydia non seppe mai che cosa si dissero, ma fu l'ultima volta che vide Freddie. Il fratello non rimase nemmeno per il funerale del padre, partì quel giorno stesso per arruolarsi nell'esercito. Così almeno sostenevano tutti. Lydia sapeva soltanto che suo fratello era stato bandito dall'Inghilterra: era quello il castigo che il conte aveva decretato per lui e per il figlio, colpevoli di avere causato la morte di un uomo innocente.
Tuttavia, per quanto la madre e le sorelle cercassero di convincere Lydia che il padre era morto per un deprecabile incidente e che lord Ralph Latimer non era responsabile di quanto accaduto, lei non dimenticò mai le parole che suo fratello Freddie aveva pronunciato: Ralph ha sparato a papà.
Per lei quelle parole avevano un solo significato, che lord Ralph Latimer era colpevole dell'assassinio di suo padre. E giurò a se stessa che non l'avrebbe perdonato. Mai, mai, mai. Per il resto della sua vita!
1
Marzo 1763
Il Ballo della Vittoria, per celebrare la fine della guerra che per sette anni aveva insanguinato mezza Europa, sarebbe stato un evento mondano memorabile per tutta la contea di Blackwater.
Anne Fostyn decise di parteciparvi con le figlie Lydia e Annabelle, anche se molti sostenevano che quella non era stata una vittoria, ma un vergognoso compromesso che non meritava di essere festeggiato in alcun modo. L'unico problema sarebbe stato quello dei vestiti per il ballo, ma da un vecchio baule in soffitta saltarono fuori alcuni abiti che la vedova Fostyn aveva indossato ai tempi in cui era ancora vivo il marito e la loro famiglia poteva permettersi di spendere denaro in simili frivolezze. Li portò in salotto, perché le figlie li vedessero.
«Guardate questo! Che bel rosa! Naturalmente il modello è un po' fuori moda, ma potremmo modificarlo per Annabelle. E questo giallo? Ti starà benissimo, Lydia, perché i tuoi capelli hanno caldi riflessi color mogano. Piaceva tanto a tuo padre, questo vestito» aggiunse Anne con una nota di rammarico nella voce.
Non c'era tempo da perdere in rimpianti! Dieci anni di vedovanza erano stati lunghi, ora però aveva altro a cui pensare. Aveva due figlie di diciotto e di quindici anni che dovevano trovare marito.
«E tu, mamma, quale vestito indosserai?» chiese Lydia.
«Il mio vestito grigio con le strisce viola andrà benissimo. Vengo al ballo soltanto per accompagnarvi e non c'è alcuna ragione perché mi metta in mostra, come un pavone. Nessuno baderà molto a una signora della mia età.»
Sua madre si comportava come se fosse già anziana, ma agli occhi di Lydia era ancora giovane e bellissima. In quegli anni molti le avevano consigliato di risposarsi, però lei era stata irremovibile. Sto bene così era sempre stata la sua risposta.
Mentre la madre sfogliava il Ladies' Magazine e altre riviste alla ricerca di qualche modello facile da copiare, Lydia e Annabelle cominciarono a scucire i vestiti da modificare.
Annabelle era particolarmente eccitata all'idea del ballo, il primo della sua vita. «Non sarebbe meraviglioso» chiese alla sorella, «se già quella sera riuscissimo a trovare marito?»
Lydia obiettò che la sorellina era troppo giovane per pensare al matrimonio.
«Troppo giovane? E perché? Ho quindici anni, ben presto ne compirò sedici. Molte ragazze della mia età sono già fidanzate.»
Visto che la guerra era finita ci sarebbero stati di nuovo balli e ricevimenti, i begli ufficiali sarebbero tornati per fare sognare le ragazze in età da marito, come Lydia e Annabelle.
Tuttavia Lydia non era molto propensa a sognare. Sapeva benissimo, infatti, che per le scarse possibilità finanziarie della sua famiglia non avrebbe mai potuto aspirare a un marito altolocato. Delle quattro sorelle Fostyn, era stata Susan la più fortunata, poiché ai tempi della morte del padre era già fidanzata con il figlio di sir Godfrey Mallard, la cui famiglia