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Una congiura per due
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E-book233 pagine6 ore

Una congiura per due

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Info su questo ebook

Londra, 1813.
Il giovane e brillante avvocato Bart Dyer è anche una spia del Governo Britannico impegnata nella missione più importante della sua vita. Venuto a conoscenza dell'esistenza di un'associazione segreta, il Rouge Noir, composta da nobili francesi per destabilizzare la monarchia inglese, Bart è deciso a indagare.
Ma non può farcela da solo, ha bisogno di qualcuno che si sappia muovere nell'ambiente dell'aristocrazia inglese senza destare sospetti. E chi meglio di Lady Moira Fallworth può aiutarlo in questo compito?
C'è un unico problema: lui e Moira non sono proprio in buoni rapporti da quando, cinque anni prima, lei lo ha lasciato per sposare un uomo molto più vecchio e ricco di lui. Ma quando lei accetta, Bart decide che il loro destino è ancora tutto da scrivere.
LinguaItaliano
Data di uscita21 mag 2018
ISBN9788858982815
Una congiura per due

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    Anteprima del libro

    Una congiura per due - Georgie Lee

    successivo.

    1

    Londra, 1813

    «Dovete farlo.» Bartholomew Dyer sbatté contro il muro Frederick Chambers, Quinto Conte di Fallworth, nella speranza di strappargli una reazione. «Abbiamo bisogno di voi.»

    «Non capite? Non posso!» ruggì Freddy affondando le dita nelle braccia di Bart. «Ho già dato a sufficienza. Non intendo fare altro.»

    «Lasciatelo andare.» La donna alle sue spalle sottolineò quell'ordine perentorio caricando il cane di una pistola.

    Dannazione! Bart trattenne il fiato. Un gesto maldestro, e il proiettile avrebbe trapassato lui e il conte. Tolse le mani dal petto di Lord Fallworth e arretrò di un passo.

    «Non è come pensi, Moira» sibilò Lord Fallworth con voce strozzata, allontanandosi dal muro mentre tentava di scacciare la sorella.

    Bart strinse i denti. Gli bastava sentire il nome di Lady Rexford per avvertire un'insolita tensione nel collo e nelle regioni più basse del suo corpo. Sarebbe stato molto meglio se a interromperli fosse stata una domestica, oppure una vecchia zia. Chiunque, purché non la sorella di Lord Fallworth, nonché sua vecchia fidanzata. La giovane Contessa Vedova di Rexford era ancora stupenda. E rappresentava una complicazione di cui Bart non aveva bisogno.

    «Allora com'è?» obiettò lei continuando a puntare la pistola contro il petto di Bart, i grandi occhi verdi fissi su di lui.

    Era cambiata, in quei cinque anni. Bart l'aveva conosciuta che era ancora una giovane aristocratica e lui un ex soldato pronto a iniziare una carriera da avvocato. Adesso lei non aveva più quell'inclinazione innocente del capo, e l'incertezza di un tempo era stata sostituita da una sicurezza probabilmente conquistata con la vedovanza, dopo la dipartita del padre e della cognata. Quella sicurezza conferiva maggior fascino agli zigomi alti del suo ovale perfetto, reso ancor più seducente dai morbidi boccoli biondi che lo incorniciavano. Bart, però, sapeva bene di dover resistere a quella tentazione. Non aveva alcuna voglia di lasciarsi sedurre di nuovo dalla sua bellezza soltanto per poi farsi offendere dalla sua famiglia.

    Si inchinò. «Buonasera, Lady Rexford. Che piacere rivedervi.»

    «Non posso dire altrettanto, Mr. Dyer. Se non foste uno dei più celebri avvocati d'Inghilterra, osannato dal pubblico e dai magistrati, sarei lieta di infilarvi una pallottola nel petto e di porre fine al flagello che arrecate a questa casa.»

    Lui spalancò le braccia per ampliare le dimensioni del bersaglio. «Perché non lo fate, dunque?»

    Un cipiglio di disapprovazione le increspò la fronte. «Non intendo finire sul patibolo a causa vostra» dichiarò, «pertanto vi intimo di andarvene all'istante e di non fare mai più ritorno.»

    In un altro momento Bart avrebbe obbedito volentieri a quell'ingiunzione, invece quel giorno non fece altro che irritarlo. «Anche vostra zia mi chiedeva sempre la stessa cosa, ma non ha mai funzionato.»

    «A me piace pensare di essere dotata di maggiori capacità persuasive» ribatté lei agitando la pistola.

    Bart ammirava il suo desiderio di proteggere il fratello, per quanto malriposto, e tuttavia il motivo che lo aveva condotto là quel giorno era ben più importante delle sue minacce.

    «È tutto a posto, Moira. Lasciaci soli. Dobbiamo discutere di certi affari.» Lord Fallworth riempì un bicchiere di brandy e lo vuotò in un sorso.

    «Che genere di affari? Qual è la bisca clandestina che avete scelto, stavolta?» lo sfidò lei. «Non credere che zia Agatha non mi abbia messa a parte dei tuoi traffici con Mr. Dyer, due anni fa, quando eri a Londra. Non ti permetterò di rovinarti di nuovo soltanto una settimana dopo essere tornato in città.»

    Bart tenne a bada l'irritazione. Se Lady Rexford avesse conosciuto i veri motivi di quelle notti brave, avrebbe deposto le armi, gli avrebbe gettato le braccia al collo e lo avrebbe ringraziato per i servigi resi al paese.

    «Non intendo abbandonarti alla mercé di quest'uomo, Freddy» riprese lei. «Soprattutto non in un momento del genere. Sei ancora vulnerabile, da quando Helena...»

    «Non dirlo.» Lord Fallworth afferrò il decanter per colmare di nuovo il bicchiere.

    Bart fu sul punto di invitarla a non immischiarsi in faccende che non era in grado di comprendere, tuttavia tacque. Se Freddy insisteva nel fare del proprio meglio per ubriacarsi, le sue possibilità di riuscire in quella nuova missione si riducevano allo zero.

    Lady Rexford continuava a tenerlo sotto tiro, gli occhi implacabili dardeggianti sopra un paio di invitanti labbra carnose. Il suo fascino la rendeva ben più degna di attenzione della pistola che brandiva tra le mani. Nessuno avrebbe mai sospettato di una donna. «Siete amica di Lady Camberline?» si informò quindi.

    Una ruga confusa le corrugò la fronte. «Conoscente, più che amica. Siamo entrambe patronesse del Lady's Lying-In Hospital

    «E tuttavia la conoscete abbastanza bene da farle visita e ricevere i suoi inviti?»

    «No, Bart, non fatelo» intervenne Lord Fallworth.

    Lady Rexford continuò a fissarlo confusa. «Sì, è così.»

    «Parteciperete al ballo che ha organizzato stasera?»

    «Sì, anche se non capisco cosa questo abbia a che fare con voi e mio fratello.»

    «Vi ho detto di non farlo.» Lord Fallworth sbatté il bicchiere sul tavolo, ma Bart lo ignorò.

    «Mi serve il vostro aiuto per...»

    «No! Non lei.» Freddy lo afferrò per la collottola, scuotendolo. «Ho perduto mia moglie, a causa di quei dannati complotti. Non intendo perdere anche mia sorella, adesso.»

    Se fosse stato un altro, Bart lo avrebbe liquidato con uno spintone, ma due anni prima Freddy aveva compiuto un grande sacrificio per aiutarlo. Fino a quel momento, Bart non si era reso conto di quanto quell'esperienza avesse cambiato l'amico.

    «Di cosa parli, Freddy?» gli domandò Lady Rexford con voce tremante. «Quali complotti?»

    Bart scambiò un'occhiata di intesa con Lord Fallworth. In pochi conoscevano le vere circostanze della morte di Lady Fallworth, e sua sorella non era tra loro. Non era certo quello il momento di illuminarla al riguardo.

    «Niente.» La risposta di Fallworth non convinse nessuno.

    Dal canto suo, Bart avrebbe lasciato perdere volentieri, pur di non causare ulteriori dolori all'amico, ma la posta in gioco era troppo alta per rinunciare. «Se non riesco a scoprire in fretta i loro piani, potrebbe cadere il governo, e Napoleone farebbe deporre il re per salire sul trono al suo posto.»

    «Si può sapere di cosa parlate, voi due?» strillò Lady Rexford.

    Bart si rivolse a Freddy. «Permettetemi di dirglielo» lo pregò, «e lasciate che sia lei a decidere.»

    Per tutta risposta, l'altro vuotò di nuovo il bicchiere e crollò sulla poltrona. «Fate pure, dunque. Ditele tutto.»

    «Dirmi cosa?» Lady Rexford abbassò la pistola con sorprendente abilità. Un altro punto a suo favore.

    Bart trasse un profondo respiro. Ciò che si accingeva a riferirle avrebbe potuto mettere a rischio l'intera missione, se lei lo avesse lasciato trapelare, ma con Freddy fuori gioco, Lady Rexford rappresentava la sua unica speranza.

    Le si avvicinò con la stessa deferenza con cui si sarebbe rivolto a un giudice in tribunale. «Non sono soltanto un avvocato, Lady Rexford. Sono un magistrato stipendiato dell'Ufficio Stranieri, incaricato di smascherare i traditori che lavorano contro il paese. Ho molti uomini alle mie dipendenze. Un tempo tra loro c'era anche vostro fratello. Le notti in cui passavo a prenderlo, due anni fa, le notti di cui vi ha parlato vostra zia, non erano dedicate al tavolo da gioco, bensì al tentativo di sventare un complotto ordito da Lord McCreery e dalla Scottish Corresponding Society per assassinare il primo ministro. Trascorrevamo intere nottate giocando a carte e bevendo insieme a molti membri di quella organizzazione radicale, al fine di scoprire i particolari del complotto. L'alcol è in grado di sciogliere parecchie lingue, sapete.»

    Quelle labbra seducenti che aveva assaporato cinque anni prima si ridussero in una linea sottile al suo accenno al passato. Di sicuro pensava ai momenti che avevano trascorso l'uno tra le braccia dell'altra sulla terrazza di Lady Greenwood.

    Bart ignorò il lieve rossore che le imporporò le guance e proseguì. «Con l'aiuto di vostro fratello, riuscii a sventare il complotto, ma adesso ne stanno tramando un altro. Un gruppo chiamato Rouge Noir, composto perlopiù da émigrés e da aristocratici londinesi legati a Napoleone, cerca di distruggere la Corona e di mettere l'imperatore sul trono britannico.»

    «E vi aspettate che vi creda?» reagì lei. «Com'è possibile che dei nobili britannici cospirino contro il loro stesso governo?»

    Bart sapeva che non sarebbe stato facile persuaderla. Lui stesso aveva avuto difficoltà a crederci, quando era stato avvicinato la prima volta da Charles Flint, un emissario di William Wickham – capo dei servizi segreti durante la guerra contro Napoleone – e del Ministero degli Esteri. C'era da aspettarsi che il suo racconto sembrasse assurdo a una gentildonna che aveva trascorso gli ultimi anni in una tenuta in campagna.

    «So bene quanto sia profondo il vostro disprezzo verso la classe nobiliare, ma non immaginavo che sareste sceso tanto in basso da accusare dei membri dell'aristocrazia di tradimento.»

    Per Bart fu difficile mantenere il controllo. «È vero, sono molti i nobili che non mi piacciono, e tuttavia ho giurato di proteggerli. Farò tutto quanto è in mio potere per impedire che i miei connazionali, poveri o ricchi che siano, vengano calpestati da Napoleone.»

    «È tutto vero, Moira» confermò Freddy a bassa voce.

    Lei lo guardò incredula. «Non può essere.»

    «È così, purtroppo» insistette Bart. «Il governo vacilla, il primo ministro è un debole, il re un folle, e il suo erede un insignificante damerino. Se il Rouge Noir riuscirà a spazzarli via dalla scena, il paese finirà in ginocchio e Napoleone riporterà l'ordine con la tirannia. Grazie ai miei informatori, tempo fa ho identificato molti dei pesci piccoli di Rouge Noir. Pensavamo che l'organizzazione fosse stata fermata, invece la settimana scorsa a Dover abbiamo catturato un corriere che recava un dispaccio a Napoleone, per informarlo di prepararsi all'arrivo del Rouge Noir. Sono certo che stia per accadere qualcosa, ma non so dove, né quando, e devo scoprirlo. Sospetto il coinvolgimento di alcuni amici del circolo di Lady Camberline, ma non ho modo di avvicinarmi a loro senza suscitare sospetti.»

    «Se fate affidamento sull'aiuto di Freddy, vi sbagliate di grosso» dichiarò lei frapponendosi tra lui e Lord Fallworth, quasi a proteggere il fratello. «Non è ancora nelle condizioni per partecipare ai vostri piani.»

    «Non è a lui che sto chiedendo di aiutarmi» obiettò Bart. «Lo sto chiedendo a voi.»

    Moira lasciò ricadere le mani lungo i fianchi. No, doveva aver capito male. Non poteva essere vero. Eppure il lampo deciso negli occhi di Mr. Dyer le diceva che era proprio vero. «A me?»

    «Ho bisogno di voi, Lady Rexford. Anzi, l'Inghilterra ha bisogno di voi.»

    Era la prima volta che si rivedevano da quel giorno di cinque anni prima, quando lei aveva rotto il fidanzamento, giustificandosi con la necessità di sostenere la reputazione dei Fallworth. Bart non l'aveva presa bene, l'aveva accusata di essere incapace di lottare per ciò che voleva. Moira aveva tentato di fargli comprendere la preoccupazione che il padre nutriva per lei e per il suo futuro, ma lui non le aveva dato ascolto. Si erano lasciati carichi di amarezza, e quando zia Agatha aveva incominciato a scrivere le sue lettere deliranti sul conto di Freddy, Moira si era convinta di aver evitato un colossale errore. E invece, in tutti quegli anni Bart aveva combattuto per qualcosa di ben più nobile e valoroso.

    «Voi avete la possibilità di avvicinare Lady Camberline e tutti i suoi amici, soprattutto quelli di cui sospetto» rincarò lui.

    «Siete il quinto figlio del Barone Denning. Perché non adoperate le vostre conoscenze?» protestò lei, non sapendo come altro obiettare.

    «La disapprovazione di mio padre nei confronti della mia professione di avvocato ha suscitato i pregiudizi di molti. Senza contare che il titolo di barone non è sufficiente per suscitare l'attenzione di una marchesa vedova e di suo figlio. Voi, invece, potreste sfruttare la familiarità con i Camberline per raccogliere informazioni preziose sui sospetti.»

    «Sospetti che non esiterebbero a uccidermi, se scoprissero ciò che faccio.»

    «Se doveste decidere di aiutarmi, vi do la mia parola che farò il possibile per proteggervi, anche se non sono in grado di fornirvi garanzie.»

    Un'occhiata in direzione di Freddy fece aleggiare tra loro gli spettri che avevano adombrato gli ultimi due anni.

    Moira avrebbe tanto voluto abbracciare il fratello e confortarlo, proprio come aveva fatto quando, pur avendo appena perso il marito, si era trasferita a Fallworth Manor per aiutare Freddy e Nicholas, il nipotino, ad affrontare uno dei periodi peggiori della loro esistenza, dopo la morte di Helena. E adesso Mr. Dyer le chiedeva di correre in prima persona lo stesso rischio, sottraendo al fratello e al nipote la guida ferma e il sostegno che aveva garantito loro negli ultimi anni. «Non posso aiutarvi» rifiutò.

    «Ma non capite? Tutti quanti noi verremmo sacrificati, inclusi vostro fratello e vostro nipote, se i cospiratori del Rouge Noir riuscissero nel loro intento. Con il vostro aiuto, invece, avremmo qualche speranza in più di fermarli.»

    «Comprendo perfettamente, Mr. Dyer, ma nel momento stesso in cui mi chiedete di rischiare la vita per il re e per il paese, c'è un bambino che dorme da solo senza la mamma.» Nel dire ciò, Moira gettò la pistola sul tavolo. «Non posso abbandonarlo, proprio come voi non potete abbandonare la lotta contro questo Rouge Noir. Forse le mie ragioni non sono nobili quanto le vostre, ma a me va bene così.»

    Lui si raddrizzò impercettibilmente, un'espressione imperscrutabile sul viso. Con l'altezza fuori del comune e i penetranti occhi scuri, era un uomo imponente, avvezzo a fare le cose a modo suo. Moira si preparò a ulteriori discussioni, invece, con sua immensa sorpresa, lui rimase in silenzio per qualche istante.

    «Vi sbagliate, Lady Rexford» replicò poi. «Comprendo bene l'importanza che rivestite per la famiglia e trovo ammirevole il modo in cui vi siete prodigata per Lord Fallworth» aggiunse con quella voce profonda che una volta le era capitato di sognare, prima che fosse sovrastata dallo scampanio festoso delle campane della chiesa. «Avete ragione. Il vostro posto è qui, accanto ai vostri cari. Vi prego di accettare le mie scuse. Datemi la vostra parola che non farete cenno con nessuno della nostra conversazione, e non vi disturberò più.»

    Quel riconoscimento la fece rilassare. Non si era comportato con la stessa tranquillità, cinque anni prima, ma del resto a quell'epoca né lei né zia Agatha avevano semplificato le cose. Non poteva certo biasimarlo per il modo in cui si era comportato allora. Era un autentico gentiluomo, assolutamente meritevole del suo rispetto. «Avete la mia parola d'onore» lo rassicurò.

    «Vi ringrazio.» Bart si inchinò, quindi lasciò la stanza senza aggiungere altro.

    Moira avrebbe dovuto gioire della sua partenza, ma non fu così. Nei suoi occhi aveva visto balenare il ricordo di quella notte al ballo di Lady Greenwood quando, per la prima volta dopo la morte della madre, che l'aveva lasciata appena quattordicenne, Moira si era comportata in maniera avventata e priva di remore. Quanto le sarebbe piaciuto tornare a essere la giovinetta che era sbocciata sotto lo sguardo ammirato di Bart! Purtroppo il matrimonio con Lord Rexford glielo aveva impedito.

    Lasciarlo è stata la scelta migliore, si ripeté ancora, così come aveva fatto infinite volte in passato. Il padre le aveva garantito che sposando Lord Rexford si sarebbe assicurata un futuro, una volta rimasta orfana, e lei si era comportata da figlia devota per lasciarlo spirare in pace. Anziché un giovane aitante, aveva sposato un vecchio incapace di darle un figlio, e proprio per quello, alla morte di Rexford, buona parte dei suoi beni erano andati all'unico nipote maschio che aveva. Le cose non erano andate certo come avevano immaginato Moira e il vecchio Lord Fallworth.

    Con un sospiro penoso, Freddy si alzò dalla poltrona.

    «Dovresti salire a riposare» gli consigliò Moira, preoccupata dalla sua aria stanca.

    «No. Devo prima parlare con Miss Kent dei vestiti di Nicholas e del ricevimento dei Falkirk.»

    «Posso parlarle io, se desideri. Le ricorderò di essere parsimoniosa.»

    Freddy le prese le mani e le strinse forte. «Te ne sono grato, Moira, ma è arrivato il momento che mi assuma le mie responsabilità di padre.»

    «Come desideri» acconsentì lei, rincuorata da quella dimostrazione di buona volontà.

    In quel momento la risata di Nicholas, seguita dalla voce della governante, echeggiò per tutta la casa. Il suono parve rinfrancare Freddy, che lasciò andare le mani della sorella.

    «Le parlerò subito.»

    Moira seguì il fratello verso l'ingresso, lieta di vederlo camminare a testa alta, ansioso di salutare il figlio anziché trattarlo con il distacco che dimostrava nei confronti di tutto e tutti, dopo la morte di Helena. Anche prima della dipartita del padre, una serie di cattivi raccolti aveva lasciato Fallworth Manor in stato di abbandono, e l'apatia di Freddy aveva contribuito a peggiorare la situazione. Nel corso degli ultimi due anni, Moira aveva dovuto fare sforzi immensi per ricavare dei profitti dalla tenuta, ma c'era ancora molta strada da fare prima che tornasse a garantire a tutti loro un tenore di vita accettabile.

    Nell'ingresso, un bimbetto dai capelli scurissimi si precipitò correndo verso di loro.

    «Ecco il mio angioletto!» esclamò Moira inginocchiandosi e tendendo le braccia verso il piccolo.

    «Zia Moira!» Nicholas le gettò le braccia al collo.

    «Come sta oggi il mio adorato?» indagò lei alzandosi e tenendo tra le braccia il piccolo di tre anni, che odorava di latte e di terra bagnata.

    «Ho visto un uccellino.»

    «Siamo appena ritornati dal parco» spiegò Miss Kent, la giovane governante, figlia diciottenne di un baronetto loro vicino nel Surrey. «Abbiamo portato del pane stantio per le papere.»

    Freddy prese in braccio Nicholas e se lo strinse al petto. «Possiamo chiedere alla cuoca di dartene dell'altro, così potrai dar da mangiare agli uccellini in giardino.» Mentre il bambino batteva le mani eccitato e la bambinaia arrossiva, lui continuò a parlare. «Seguitemi nella nursery, Miss Kent. Dobbiamo parlare dei

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