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Il regalo perfetto: Harmony Collezione
Il regalo perfetto: Harmony Collezione
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E-book170 pagine2 ore

Il regalo perfetto: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

2 ROMANZI IN 1 - MISTERIOSO SAN VALENTINO di C. Mortimer.

Anastasia non riesce ancora a credere di avere un ammiratore segreto. Perché mai uno sconosciuto deve inviarle fiori e cioccolatini proprio nel giorno di San Valentino? C'è solo un uomo da cui lei vorrebbe ricevere regali e parole d'amore: il suo capo, l'affascinante e irraggiungibile Ross Valentine...

CENERENTOLA A MANHATTAN di J. Leigh.

L'aspirante giornalista Trish Avalon ha appena vinto la possibilità di celebrare il proprio matrimonio a New York. Purtroppo, visto che lei non è neppure fidanzata, non le resta che trovare un marito per finta. Il suo amico d'infanzia Mark Reynolds è la persona adatta allo scopo. Di certo Trish non immaginava che uno smoking potesse trasformarlo in un fusto mozzafiato...

LinguaItaliano
Data di uscita9 ago 2013
ISBN9788858913642
Il regalo perfetto: Harmony Collezione
Autore

Carole Mortimer

Carole Mortimer was born in England, the youngest of three children. She began writing in 1978, and has now written over one hundred and seventy books for Harlequin Mills and Boon®. Carole has six sons, Matthew, Joshua, Timothy, Michael, David and Peter. She says, ‘I’m happily married to Peter senior; we’re best friends as well as lovers, which is probably the best recipe for a successful relationship. We live in a lovely part of England.’

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    Anteprima del libro

    Il regalo perfetto - Carole Mortimer

    Titoli originali delle edizioni in lingua inglese:

    His Darling Valentine

    Biting the Apple

    Mills & Boon Short Stories

    Harlequin Books

    © 2005 Carole Mortimer

    © 2008 Jolie Kramer

    Traduzioni di Silvana Mancuso

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-364-2

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Misterioso San Valentino

    1

    Ma che caspita...!

    Tazzy si bloccò e spalancò gli occhi. Sulla soglia della porta di casa c’era un gattino, dentro un cesto.

    Da dove saltava fuori? E soprattutto, cosa ci faceva lì?

    Be’, una cosa era certa, non era arrivato da solo: un gatto randagio non se andava in giro corredato di cesto, ciotola, e pacchetti di cibo. Né tantomeno con un bel nastro rosso legato intorno al collo!

    Tazzy si chinò per guardare quella palla di pelo grigia. Non appena la bestiolina si accorse della sua presenza, la fissò con un paio di occhi azzurri spaventati.

    «Ehi, tranquillo, va tutto bene» disse cercando di calmarlo, e tese la mano affinché gliela leccasse o graffiasse, a seconda che la considerasse un’amica o una nemica.

    Mentre il gatto decideva, Tazzy ne approfittò per guardare la strada da un capo all’altro. Come previsto, alle sette e trenta del mattino, la via era deserta. C’erano luci accese in diverse case, ma le macchine erano ancora tutte nei vialetti. A quanto pareva, solo Tazzy, in virtù del suo innato senso di responsabilità, usciva da casa alle sette e trenta in modo da essere in ufficio per le otto e un quarto. Non si vedeva anima viva, nessuno che avesse potuto lasciare un gattino.

    Tazzy sobbalzò, sentendosi leccare il dorso della mano da una lingua minuscola, e anche il gattino si ritrasse per quel repentino movimento.

    «Possiamo andare avanti così tutta la mattina.» Rise e lo prese in braccio, subito incantata dal modo in cui la piccola palla di pelo si adattava perfettamente al palmo della mano.

    Ma mentre ne prendeva atto, Tazzy notò un piccolo biglietto legato al nastro rosso. Ad Anastasia. Con amore.

    Davvero strano. Nessuno la chiamava usando il suo nome per esteso; in realtà molte persone non sapevano neppure che si chiamasse così. E perché mai qualcuno avrebbe dovuto regalarle un gatto, con o senza amore? Natale era passato da un pezzo, e il suo compleanno era ad agosto.

    Purtroppo, lei non poteva tenerlo. Era l’assistente personale di Ross Valentine, un tecnico dalle impareggiabili capacità che riparava guasti nei software. L’attività lo portava spesso in giro per il mondo, e Tazzy di solito lo accompagnava, cosa che non le consentiva di avere legami di alcun genere.

    E a proposito, cosa ne avrebbe fatto del gatto mentre era al lavoro?

    Gli occhi verde chiaro si accigliarono ancora di più. Non poteva tenerlo, certo, ma neppure lasciarlo lì al freddo: se si fosse messo a vagare rischiava di perdersi, o peggio, di finire investito. Portarselo in ufficio era fuori discussione: immaginava già lo sguardo sorpreso di Ross se fosse arrivata a casa sua, che era anche il loro luogo di lavoro, con il gatto al seguito!

    Non aveva scelta: doveva trovargli una sistemazione confortevole in cucina fino a quando non fosse tornata dal lavoro, e avrebbe dovuto farsi venire in mente qualche posto, o qualcuno, cui poterlo affidare.

    «Mi spiace, ma è così» disse riluttante al gatto che continuava a guardarla con gli occhi azzurri fiduciosi.

    In pochi minuti gli tolse il nastro, rese la cucina sicura e tirò fuori il cibo per la bestiolina, e quando terminò tutta l’operazione si rese conto, molto agitata, che quel mattino sarebbe arrivata tardi al lavoro.

    Il traffico, solitamente scarso se usciva presto, cominciava già a ingrossarsi quando infine Tazzy si mise sulla strada, e con il traffico aumentò anche la sua tensione.

    Di conseguenza, quando finalmente entrò in ufficio alle otto e trenta, non era la solita persona calma e controllata. E si agitò ancora di più trovando Ross Valentine accanto alla sua scrivania che teneva in mano una pila di cartelle ordinate da Tazzy con molta cura e che adesso, lei lo sapeva per esperienza, non lo sarebbero più state. La giusta punizione per il ritardo, considerò mesta.

    Da esperto informatico, Ross l’aveva canzonata perché lei, oltre a salvare ogni documento su disco, ne conservava anche una copia cartacea, ma poiché in diverse occasioni questo sistema gli aveva risparmiato del lavoro quando il computer si era impallato, lui aveva smesso di dire quanto fosse antiquato quel metodo.

    Ross inarcò le sopracciglia scure sugli occhi del colore dell’ambra. «Posso dire che stamattina non sembra la solita persona controllata, signorina Darling?» la prese in giro, e le sopracciglia descrissero un arco ancora più accentuato non appena Tazzy, le guance infuocate, gli rivolse un occhiata torva. «Probabilmente no» borbottò lui tra i denti.

    In silenzio, Tazzy sistemò con molta cura il soprabito su una gruccia appesa a un gancio dietro la porta dell’ufficio. Con le mani si sistemò i capelli color rame annodati in uno chignon, prima di andare ad accendere la macchinetta del caffè sistemata su uno degli armadietti, compiendo i normali gesti della routine mattutina per cercare di riacquistare la calma, totalmente sconcertata dal fatto che Ross fosse comparso nel suo ufficio prima di lei.

    La giornata non era iniziata bene, con l’arrivo misterioso di quel gatto sulla soglia di casa, e fare tardi al lavoro di certo non migliorava le cose.

    Ross la guardò mentre lei si muoveva con efficienza, preparando un vassoio per lui e una tazza di caffè anche per sé. «Mi dica, signorina Darling, da quanto tempo lavora per me?» le chiese, le braccia incrociate sul petto muscoloso.

    Tazzy si voltò, lanciandogli un’occhiata perplessa. «Non capisco...»

    «Risponda solo alla domanda» la incoraggiò soave.

    «Credo siano diciotto mesi, signor Valentine.»

    Diciotto mesi, una settimana e trenta minuti, per la precisione. E fin dal primo giorno lei si era perdutamente innamorata di quell’uomo.

    Amava il modo in cui i capelli scuri tendevano ad arricciarsi se lui dimenticava di tagliarli, cosa che avveniva spesso. Amava il castano ambrato degli occhi, che diventavano incredibilmente caldi quando sorrideva. Gli zigomi alti gli conferivano un aspetto da straniero, il naso era lungo e aristocratico, e la bocca ampia e sensuale era incorniciata da una mascella squadrata. Il corpo era snello e atletico, e quanto alle mani...

    Più di una volta Tazzy aveva fantasticato su come sarebbe stato sentirsi accarezzare da quelle mani lunghe e affusolate...

    Amava anche il suo senso dell’umorismo, il rapporto affettuoso che aveva mantenuto con i genitori, nonostante da dieci anni vivesse lì da solo, se si escludeva la presenza della domestica. Sylvia e Nigel Valentine, i genitori di Ross, venivano frequentemente a trovarlo nella casa in cui lui viveva, anche da quando aveva convertito le due stanze che si affacciavano sul giardino sul retro in uffici.

    Rimasta orfana all’età di cinque anni, era stata cresciuta da un’anziana prozia nubile. Purtroppo anche quest’ultima se n’era andata, diversi anni prima, e Tazzy invidiava a Ross l’affettuosa vita di famiglia.

    Ma adesso, l’espressione sul suo volto mentre continuava a guardarlo perplessa non tradiva alcuno di quei pensieri, né l’amore che lei provava per quell’uomo.

    Ross annuì. «E in tutto questo tempo quante volte non è stata alla sua scrivania per le otto e quindici?»

    Tazzy lo guardò cauta. «Solo stamattina» rispose infine, non sapendo ancora cosa cercasse di comunicarle: se stava per licenziarla a causa del ritardo, o congratularsi con lei per non esserlo mai stata prima.

    «Esattamente» riconobbe secco. «Allora perché continua a muoversi furtivamente come se si aspettasse che la licenzi da un momento all’altro?»

    Perché arrivando per le otto e quindici lei aveva il tempo di darsi una sistemata, controllare le e-mail, e indossare la maschera della persona normale ed efficiente per le otto e quarantacinque, ossia quando solitamente Ross entrava nel suo ufficio. L’arrivo del gatto non solo aveva totalmente mandato all’aria la sua normale routine, ma anche lei! Semplicemente, quella mattina non era la solita assistente personale calma e controllata, cosa che la faceva sentire leggermente sulla difensiva.

    «Io... stamattina è successo qualcosa che mi ha fatta arrivare in ritardo. Qualcuno mi ha lasciato... un regalo davanti alla porta di casa» spiegò.

    «È il giorno giusto, no?» Ross scrollò le spalle.

    Tazzy aggrottò la fronte. «Giorno giusto...? Ah.» S’interruppe, ricordando all’istante di che giorno si trattasse.

    Il quattordici febbraio. San Valentino. Il gatto aveva un nastro rosso intorno al collo, e il biglietto di auguri che lo accompagnava non era firmato...

    Ross annuì. «Allora, cos’ha ricevuto?» la incitò interessato, appoggiandosi al bordo della scrivania. «Rose rosse? Un tenero orsetto di peluche? Una scatola di cioccolatini? O forse della biancheria intima sexy...»

    «Un gatto» lo interruppe brusca, le guance in fiamme per l’imbarazzo causato dall’ultimo suggerimento.

    L’unico modo che aveva trovato per non lasciare trasparire i propri sentimenti, era stato mantenere una certa formalità nel loro rapporto, insistendo per riferirsi a lui come signor Valentine e facendosi chiamare signorina Darling. Sentirlo parlare di biancheria intima non rientrava di certo nella formalità!

    «Un gatto?» ripeté lui, incredulo. «Non avevo idea che le piacessero i gatti.»

    «Non sono sicura che mi piacciano» rispose lentamente, consapevole al tempo stesso che l’indifesa palla di pelo lasciata davanti alla porta le aveva già rubato il cuore. «Glielo ho detto, era un regalo» aggiunse.

    Un regalo di San Valentino.

    Ma da parte di chi? Oh, era uscita spesso con qualcuno prima di lavorare per Ross, e ogni tanto accettava ancora qualche invito, se non altro per mettere fine alle chiacchiere che circolavano su di lei e sul suo status di single, quando il suo datore di lavoro era uno scapolo estremamente desiderabile di trentasette anni. Ma il fatto che raramente uscisse due volte con la stessa persona, significava non avere idea di chi avesse potuto piazzare il gatto davanti alla sua porta.

    «Che cosa ne farà?» Ross pareva molto divertito.

    Bella domanda. La verità era che non aveva ancora trovato una risposta, sapendo benissimo che il suo lavoro di assistente personale non le concedeva neppure il lusso di avere un pesce rosso.

    Ma al tempo stesso

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