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La scelta del milionario: Harmony Collezione
La scelta del milionario: Harmony Collezione
La scelta del milionario: Harmony Collezione
E-book155 pagine5 ore

La scelta del milionario: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Dalla Grecia agli Stati Uniti, dall'Italia all'Inghilterra, innamorarsi di un milionario non è poi così difficile. Ma riuscire a rapirne il cuore non è un'impresa da tutti. La giovane e bella Amy sa di incarnare ciò che la maggioranza delle donne non si azzarda nemmeno a sognare. Lei, però, vorrebbe essere qualcosa di più dell'amante di turno di un ricco playboy. Così, combattuta fra il cuore e la ragione, decide di non cedere più alle lusinghe dell'affascinante Rafael Vives. Sarà lui, quindi, a dover decidere se continuare a passare da una donna all'altra, oppure concedere il proprio cuore alla donna giusta.

LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2016
ISBN9788858945827
La scelta del milionario: Harmony Collezione
Autore

Cathy Williams

Autrice originaria di Trinidad, ha poi studiato in Inghilterra, dove ha conosciuto il marito.

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    Anteprima del libro

    La scelta del milionario - Cathy Williams

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Kept By the Spanish Billionaire

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2007 Cathy Williams

    Traduzione di Carla Ferrario

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-582-7

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Rafael Vives non sapeva se sentirsi divertito, irritato, annoiato o infuriato per essere finito in quella situazione. Per un uomo la cui ragione di vita era il lavoro, restare intrappolato a fare da babysitter per dieci giorni costituiva un motivo sufficiente per digrignare i denti. Persino il suo insostituibile accessorio tuttofare, un computer portatile senza il quale si sentiva perso, non bastava a fargli dimenticare che era venuto nella casa della madre, negli Hamptons, non proprio per sua scelta.

    In quel periodo lavorava a New York, ma, nonostante la vicinanza dell’ufficio alla villa negli Hamptons, sua madre aveva chiesto, o meglio preteso, che non perdesse letteralmente di vista suo fratello. Lei conosceva Rafael abbastanza da sapere che, se avesse messo piede in ufficio, avrebbe tralasciato la missione di tenere d’occhio James.

    Il piano originale di sua madre prevedeva che lui trascorresse insieme a suo fratello una vacanza negli Hamptons, in compagnia di alcuni dipendenti della sede londinese della società. Una sorta di riposo premio per celebrare un anno davvero molto proficuo per gli affari.

    Rafael non avrebbe saputo dire chi dei due fosse più contrario all’idea.

    Dal punto di vista di James, l’eventualità di trovare Rafael appostato in un angolo, fronte aggrottata e sguardo torvo, era assolutamente agghiacciante.

    E dal punto di vista di Rafael, la prospettiva di mischiarsi con degli sconosciuti ventiquattro ore su ventiquattro era del tutto inconcepibile. Nella conduzione della società, James, capelli biondi e occhi azzurri, era l’immagine della compagnia e il responsabile delle pubbliche relazioni, Rafael il cervello e il motore di tutto il lavoro.

    Quella combinazione funzionava da sempre ed Eva, la madre, era stata costretta ad accettare le loro condizioni. James avrebbe agito da padrone di casa nel palazzo costruito sulla spiaggia, adagiato su più di un ettaro di terreno con vista sulla spettacolare spiaggia degli Hamptons. Dal canto suo, Rafael avrebbe sorvegliato l’andamento della situazione immerso nella pace di un cottage poco distante ma isolato, controllando che la musica, il divertimento e gli scherzi non prendessero troppo la mano al fratello.

    L’ultima volta che James aveva portato degli ospiti alla villa, i vicini si erano lamentati del frastuono. E non era una cosa da poco, considerata la distanza che separava la proprietà dall’abitazione più vicina.

    Nel tentativo di convincere la madre a desistere da quel progetto, Rafael le aveva fatto notare che erano trascorsi due anni da quello spiacevole episodio e che in quel caso gli ospiti erano amici di James, tutti poco più che ventenni. Ma era stato assolutamente inutile. Eva Lee rabbrividiva ancora al ricordo del successivo inevitabile giro di scuse che le era toccato fare dai vicini.

    Dunque Rafael si trovava al cottage, pronto ad affrontare la sua prima giornata nel ruolo di Grande Fratello, ma già impaziente di immergersi di nuovo nel lavoro.

    Il panorama è fantastico, cercò di consolarsi. Per un attimo si rammaricò di non trascorrere più tempo in quella che era la casa di famiglia. I lunghi, incantevoli giorni delle vacanze scolastiche si erano ridotti a qualche visita sporadica al tempo dell’università, lasciando il posto ai viaggi all’estero. Poi aveva cominciato a lavorare, prima come collaboratore esterno in una delle maggiori società finanziarie del mondo e poi, in seguito alla morte improvvisa del patrigno, padre di James, a capo dell’azienda di famiglia.

    Da allora gli anni erano volati via. Solo in quel momento di contemplazione della bellezza mozzafiato del tramonto, Rafael si soffermò a riflettere sul rischio di risvegliarsi un giorno, superata la mezza età, sposato esclusivamente al suo lavoro.

    Si rabbuiò, continuando a sorseggiare il whisky e soda che si era appena preparato. L’introspezione non era mai stata il suo forte: sempre teso al risultato, raramente si era interrogato sul futuro. E non aveva intenzione di cominciare proprio in quel preciso momento.

    In lontananza, portate dalla brezza, udiva le voci di una quarantina di persone impegnate a gozzovigliare e divertirsi.

    Facile immaginare la scena: come sempre, James sarebbe stato il cuore della compagnia. Era il momento degli aperitivi e, naturalmente, considerato l’esercito di persone altamente qualificate in servizio, il vino migliore si sarebbe abbinato al cibo migliore.

    Tra gli ospiti sarebbero certamente trapelate allegre indiscrezioni, soprattutto tenendo conto del fatto che i dipendenti provenienti da sponde opposte dell’Atlantico si incontravano per la prima volta e senza la presenza di mariti e mogli. Tralasciando la preoccupazione del probabile mal di testa del giorno seguente, senza dubbio avrebbero bevuto tutti allegramente. E al diavolo il jet lag!

    Rafael vuotò il bicchiere con un sospiro di sollievo. Grazie al cielo, era riuscito a evitare quella serata!

    Non conosceva nessuno degli invitati. James sosteneva che quei dipendenti, sempre nell’ombra quando si trattava di raccogliere gli applausi per i profitti della compagnia, meritavano un premio non solo in denaro, così aveva deciso di far godere alla legione dimenticata l’esperienza unica dell’East End di Long Island, a New York. La definizione di legione dimenticata aveva sorpreso Rafael, costringendolo ad ammettere che James aveva il cuore al posto giusto. Le ricompense non dovevano essere limitate ai livelli più alti, ma estendersi anche a coloro che lavoravano nell’ombra.

    In piedi sul tavolato del portico di legno, gli occhi fissi sull’oceano, Rafael meditava su quanto era diverso dal fratellastro. Potevano sembrare due estranei, tanto grande era il divario tra i loro gusti in fatto di amici, donne e stile di vita.

    Stava riflettendo proprio su come due persone che hanno in comune parte dello stesso DNA possono essere diverse, quando con la coda dell’occhio scorse qualcosa o qualcuno muoversi. Un leggero fruscio nella vegetazione tradì una presenza umana, che poteva significare una cosa sola: uno degli invitati di James, nell’entusiasmo del momento e scaldato dal vino, non si era accorto di avere sconfinato.

    Rafael posò con cautela il bicchiere, voltandosi in direzione dello scalpiccio. La luce andava scemando, ma lui possedeva un’ottima vista e la ragazza che cercava di allontanarsi in punta di piedi dalla scena del crimine doveva avere il cervello in avaria per illudersi di passare inosservata. Capelli biondi, naturalmente. Jeans aderenti, sbiaditi e strappati al ginocchio, un top che lasciava scoperto l’ombelico... Proprio il genere di donna che Rafael non trovava per niente attraente.

    «Ehi, tu!»

    La sua voce roboante strappò ad Amy un grido impaurito, facendola fuggire a gambe levate. Una sola occhiata a quell’uomo le era bastata per intuire che, chiunque fosse, non avrebbe trovato divertente un’invasione di proprietà.

    Anche se è difficile distinguere dove comincia e dove finisce la proprietà di James Lee... È enorme! La villa sembra un albergo e il parco una riserva naturale!, pensò Amy. Anche se il corpo le aveva mandato evidenti segnali che era ora di coricarsi, quei prati verdissimi e curati alla perfezione l’avevano spinta a esplorare la zona circostante.

    E come conseguenza di quella curiosità, si trovava ad affrontare un gigante, che sembrava guadagnare terreno da un momento all’altro.

    Sperava ancora di riuscire a sfuggirgli, quando una mano si chiuse sulla sua spalla, obbligandola a una fermata brusca e dolorosa. Fu costretta a girare su se stessa e a guardare in alto... sempre più in alto... fino a fissare il volto più ostile che avesse mai visto. Un paio di occhi neri la scrutava con severità al di sopra di labbra sottili, strette in una smorfia di collera repressa. Senza riuscire a staccare gli occhi da quella vista, Amy trattenne il respiro, esaminando mentalmente i possibili pericoli di quella situazione.

    Per sua fortuna, non era tipo da lasciar sopraffare la propria natura esuberante da minacciosi sconosciuti.

    «Chi accidenti sei?»

    «Che cosa diavolo credi di fare qui?»

    Inveirono con ferocia uno contro l’altro nello stesso istante, soppesandosi con lo sguardo, fino a quando lei strappò bruscamente la sua mano dalla spalla.

    «Ho parlato io per prima!» esclamò, fulminandolo con un’occhiataccia, convinta che la miglior difesa fosse l’attacco perché, contrariamente al solito, la sua parlantina sembrava averla abbandonata proprio nel momento del bisogno. Si massaggiò la spalla con ostentazione, sprigionando collera da ogni centimetro del suo metro e sessanta di altezza.

    Rafael tirò un respiro profondo, riprendendo l’autocontrollo che lo rendeva un concorrente temuto nel mondo dell’alta finanza. Pur desiderando prolungare quel confronto per avere l’opportunità di rimetterla al proprio posto, voltò le spalle alla biondina e si allontanò diretto al cottage, lasciandola a cuocere nello stupore e nell’imbarazzo.

    «Ehi, dove diavolo credi di andare, mio caro signore?»

    Rafael si voltò a studiare quella donna minuscola, che non si era spostata di un passo da dove l’aveva lasciata, tenendo le mani sui fianchi con aria bellicosa. La brezza giocava con i suoi capelli ondulati, facendoli fluttuare in tutte le direzioni. Il top era risalito di un paio di centimetri, scoprendole una striscia di pancia più ampia.

    Quella donna incarnava esattamente l’idea della perfezione femminile secondo il fratello, con l’unica variante di non possedere un seno prorompente.

    «Non ho capito. Che cosa vuoi?» domandò Rafael con gelido formalismo, incredulo di fronte a tanta sfacciataggine.

    «Mi hai sentito!» sbottò Amy, avvicinandosi di qualche passo. «Chi diavolo sei e che cosa fai sulla proprietà di James Lee?»

    «Accidenti, una pazza. Immagino tu faccia parte del gruppo di invitati alla villa.» Controllò l’orologio. «Hai fatto in fretta ad andar su di giri, considerato che non siete arrivati da molto.» Si lasciò sfuggire una breve risata sarcastica che mandò Amy su tutte le furie.

    «Come osi?»

    Si era avvicinata ancora di più. Illuminata dalla luce del portico mostrava a Rafael, oltre al corpo sinuoso, un viso che si sarebbe potuto definire carino, se non fosse stato per l’espressione estremamente vivace. Dava l’impressione di essere una donna che non si tira indietro quando è il momento di esprimersi. Una donna dalla bocca larga, pensò lui, disgustato.

    Come per confermare

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