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La più bella del reame: Harmony Jolly
La più bella del reame: Harmony Jolly
La più bella del reame: Harmony Jolly
E-book179 pagine2 ore

La più bella del reame: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Amore da fiaba 2/2

C'era una volta un regno in cui vivevano una matrigna cattiva e una splendida fanciulla con la pelle candida come la neve e le labbra rosse come il sangue... Oggi a Los Angeles vive una giovane donna determinata e di successo, mentre nella Grande Mela abita la matrigna che l'ha privata del regno lasciatole dal padre. Sage White ha ricominciato da zero e ha faticato per raggiungere la posizione che ricopre. I sentimenti verso il suo affascinate assistente Trey la rendono vulnerabile, mettendola in allarme. Lavorare fianco a fianco li avvicina sempre di più, fin quando Sage scopre che l'uomo di cui è innamorata in realtà è Quentin Rousseau, settimo erede dell'impero editoriale in cui lavora e suo capo. La strada verso il lieto fine di questa Biancaneve e del suo principe, però, è ancora molto lunga...
LinguaItaliano
Data di uscita19 apr 2019
ISBN9788858996577
La più bella del reame: Harmony Jolly

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    Anteprima del libro

    La più bella del reame - Jennifer Faye

    successivo.

    Prologo

    Elsa White era in piedi davanti alla finestra del suo elegante ufficio di Manhattan, arredato con mobili neri e rifiniture dorate. Non era un ufficio qualsiasi... era in un grattacielo di proprietà della White Publishing. E l'ufficio di Elsa era all'ultimo piano. Le piaceva guardare dall'alto il resto del mondo.

    Dalla finestra, le persone sotto sembravano tanti piccoli nanetti irrilevanti. Sorrise, sapendo di essere meglio di loro. Aveva soldi – molti soldi – e potere. Per accrescere il peso della propria presenza nel mondo dell'editoria, cercava continuamente nuovi modi... legali o illegali. Per lei non faceva differenza.

    Elsa si spostò di fronte a un enorme specchio dorato, appeso alla parete accanto alla scrivania, e si ammirò. La perfezione. Un'unghia accuratamente laccata di rosso accarezzò la pelle color avorio della guancia: nemmeno una ruga, sulla carnagione impeccabile. Era il minimo, con la somma spropositata che aveva versato al chirurgo plastico.

    Sistemò dietro l'orecchio una ciocca di capelli biondo platino, lasciando libera un'altra ciocca. Perfetto.

    Toc. Toc.

    «Avanti.» Aveva ordinato alla segretaria di far passare il signor Hunter, il detective privato, non appena fosse arrivato.

    Elsa continuò ad ammirarsi allo specchio. Non si annoiava mai del proprio riflesso. Come ci si poteva stancare di una simile bellezza? Decise di rinfrescare il rossetto Rosso Stregato e afferrò il tubetto dal tavolino di vetro sotto lo specchio.

    Mentre toglieva il cappuccio, con lo sguardo cercò il riflesso dell'uomo nello specchio. «Be', non stare lì impalato. Dimmi cos'hai scoperto sulla mia figliastra.»

    L'uomo alto, con i capelli corti e scuri, rimase impassibile, apparentemente non turbato da quella freddezza. «Sta lavorando a Los Angeles.»

    «Quindi vive ancora dall'altra parte del Paese. Bene. Molto bene.» Più Sage White rimaneva lontano dal suo impero, meglio era.

    «Lavora per la rivista QTR...»

    «Che cosa?» Elsa si volse di scatto e fissò l'uomo, preoccupata. «Pensavo di averla esclusa da tutte le case editrici.»

    «È così, ma QTR è stata coinvolta in una sorta di querela ed è in questo modo che Sage è potuta entrare. Da quello che sono riuscito a scoprire, il vecchio Rousseau è stato costretto a dimettersi dalla società in fallimento. Prima di farlo, le ha fatto firmare un contratto di ferro. E la signorina White sta apportando un costante miglioramento nella redditività della compagnia.»

    Elsa posò il rossetto sul tavolo. «Perché è la prima volta che ne sento parlare? Ti pago una bella cifra per tenerla d'occhio.»

    L'espressione dell'uomo si indurì. «L'accordo con QTR è appena stato concluso. Hanno tenuto tutto a tacere fino a quando il contratto è stato firmato. Persino il consiglio di amministrazione è rimasto all'oscuro fino a quando non è stato troppo tardi per intervenire.»

    Elsa incrociò le braccia sul petto, riflettendo su quel nuovo sviluppo. Non poteva permettere che Sage avesse successo. Se avesse avuto abbastanza fondi, la ragazza avrebbe potuto scavare nel passato e, se avesse scoperto la verità, avrebbe potuto mandare in rovina l'impero che lei aveva costruito con l'inganno. Non poteva permettere che accadesse.

    Aveva superato in astuzia quella ragazza dal giorno in cui suo padre era morto, e avrebbe continuato a farlo. La compagnia le offriva lo stile di vita che meritava e le permetteva di mantenere la sua bellezza.

    Elsa puntò lo sguardo su Hunter. Aveva un piano per lui. «Dimmi di più su QTR

    «Sembra abbiano imboccato una spirale discendente. Le vendite sono in calo e anche la presenza on-line si sta riducendo.»

    «Oh, bene. Molto bene.» La preoccupazione diminuì, ma sapeva di non poter sottovalutare Sage. Assomigliava molto a suo padre. «Continua a tenere d'occhio la mia figliastra. Non può avere successo a QTR, la fermerò a tutti i costi. Adesso vai.»

    L'uomo esitò, come se non gli piacesse ricevere ordini. Elsa non era abituata a persone che non le obbedivano. Adorava essere in grado di piegare chi le stava di fronte. Non era mai riuscita a farlo con Sage ed era per questo che la ragazza se n'era andata.

    Quando l'uomo si voltò verso la porta, Elsa lo osservò. Bel fisico. Forse, lo aveva mandato via troppo presto. Ma, a quel punto, la porta si chiuse con un colpo secco. Avrebbe dovuto soddisfare i suoi pruriti un'altra volta.

    Elsa tornò al proprio riflesso. Nessuno poteva spodestarla dalla posizione di regina di quell'impero editoriale. Di certo, non una ragazza insipida e spensierata. Un fallimento degno di nota avrebbe rovinato il futuro di Sage nell'editoria in modo definitivo.

    Elsa rise. Tutto avrebbe funzionato alla perfezione.

    1

    Cinque mesi dopo...

    Le restava ancora un mese.

    Un mese per dimostrare che il suo piano avrebbe funzionato... Un mese per mantenere il lavoro.

    Sage White si morse il labbro. Anche se aveva fermato l'emorragia di fondi della rivista QTR, che grazie a lei adesso poteva contare su un leggero profitto, aveva ancora molta strada da fare per placare il consiglio. Doveva comprovare che il suo progetto avrebbe funzionato non solo ora, ma anche a lungo termine.

    La rivista era sull'orlo del fallimento, quando Quentin Rousseau II l'aveva convocata. Dire che la sua chiamata l'avesse sorpresa sarebbe stato un eufemismo. Era stata sua assistente al college e lo aveva trovato un uomo maliziosamente intelligente ed esperto. Le era piaciuto. Per due estati, aveva assorbito da lui ogni minimo insegnamento che era stato disposto a impartirle. In quei giorni, la rivista aveva ancora una certa integrità. Era stato negli anni successivi che i titoli sensazionalistici avevano preso il sopravvento su ricerche accurate per appurare la verità.

    Quentin Rousseau II era stato buono, con lei... Aveva perfino ignorato le menzogne che Elsa aveva diffuso sul suo conto. Questo non era piaciuto alla matrigna, che aveva giurato vendetta.

    Le minacce della donna non avevano però turbato il vecchio Rousseau e, per questo, Sage si sentiva in debito con lui.

    Eppure, aveva esitato ad accettare quel lavoro. Chi avrebbe assunto la direzione di una rivista che stava affondando? Ma il vecchio Rousseau le aveva fornito un incentivo – un grande incentivo economico – per convincerla. Il tutto aveva una scadenza: sei mesi per mostrare dei miglioramenti e preparare un piano solido per il futuro.

    Adesso, seduta alla scrivania del caporedattore, si chiedeva se avesse commesso un errore. Negli ultimi cinque mesi, aveva passato ogni momento di veglia cercando di assicurare un futuro alla rivista. Con poco più della pura determinazione e uno staff ridotto all'osso, aveva fatto l'impossibile, trasformando i contenuti della pubblicazione da titoli sensazionalistici a interviste significative su argomenti importanti. Il cambiamento era stato tale da colpire anche il consiglio di amministrazione, che aveva approvato un modesto incremento dei finanziamenti. Ciò avrebbe consentito a Sage di assumere finalmente un aiutante, di cui aveva disperatamente bisogno.

    Fissò il curriculum sulla scrivania. Aveva cercato di rimandare quell'assunzione il più possibile, non volendo sottrarre fondi ad altre aree, ma con il lavoro che si accumulava velocemente non era più in grado di cavarsela da sola. Era ora di assumere un assistente multitasking molto capace.

    Il nome su quel curriculum piuttosto lungo era Trey Renault. Sarebbe stato il settimo uomo di fila che avrebbe intervistato quel giorno. Sage sorrise, scuotendo la testa. Non era di sicuro un caso.

    Quando si era lasciata sfuggire che il suo trentesimo compleanno sarebbe stato tra poche settimane, Louise – la responsabile delle Risorse Umane – aveva dichiarato che avrebbe dovuto trovare un bravo ragazzo con cui sistemarsi. Sage aveva educatamente cercato di spiegare che sistemarsi non era nei suoi programmi e che era concentrata su altre cose, ma Louise aveva ovviamente idee diverse.

    Scrutò ogni riga del curriculum di Trey Renault. L'educazione e le referenze erano impeccabili. Sulla carta, quell'uomo era notevole, ma non aveva esperienza nel mondo dell'editoria. Sarebbe stato veloce ad apprendere?

    Il telefono suonò. Sage rispose e seppe che l'uomo in questione era arrivato. Osservò l'orologio e notò che era in anticipo di ben dieci minuti. Indiscutibilmente un aspetto positivo. Chiese alla receptionist di farlo passare.

    Toc. Toc.

    Sage si alzò e lisciò la gonna blu scuro, poi si passò una mano tra i capelli per assicurarsi che le lunghe ciocche scure non fossero fuori posto. Non seppe spiegarsi il motivo di quei gesti... dopo tutto, non era lei che stava per sostenere un colloquio.

    Si avvicinò alla porta e la aprì. Dovette piegare indietro la testa per sorridere all'uomo. Da dietro un paio di occhiali con la montatura scura, il suo sguardo incontrò quello di lei, ma la ragazza non fu in grado di leggere nulla nei suoi occhi. Un uomo misterioso. Era incuriosita.

    «Salve» lo accolse allungando la mano. «Mi chiamo Sage White.»

    La grande mano dell'uomo avvolse la sua, ma la stretta non fu eccessiva. «Buongiorno. Sono Trey... uhm, Renault.»

    Un francese. Doveva ammettere di ritenere sexy quel-l'accento. Anche lui non era male, a suo modo. I capelli scuri erano tagliati molto corti sui lati e lasciati un po' più lunghi in alto, leggermente ondulati. Il volto era piuttosto attraente, anche se parzialmente oscurato da barba e baffi. Sage non poté fare a meno di chiedersi che aspetto avrebbe avuto, rasato.

    «Benvenuto, Trey.» Indietreggiò per lasciarlo entrare. «Prego, si accomodi.»

    Il volto dell'uomo non tradì alcuna emozione. Sage chiuse la porta e si volse verso di lui, che la incuriosiva più degli altri sei aspiranti al posto messi insieme. Trey si guardò intorno rapidamente, come a voler osservare ciò che lo circondava. La ragazza avrebbe voluto chiedergli cosa pensasse del modo in cui aveva sistemato lo spazio, ma si trattenne. Avevano questioni più urgenti da discutere.

    Una volta attraversata la stanza, lui sedette su una delle due poltrone davanti alla scrivania e Sage si accomodò sulla sua sedia. Non sapeva che cosa l'affascinasse tanto in quello sconosciuto. In lui vi era qualcosa di diverso, a parte l'accento, e – nello stesso tempo – le sembrava familiare.

    Sage soffocò un sospiro. Stava permettendo alla sua immaginazione di avere la meglio. Trey Renault era un candidato come gli altri sei scapoli sfilati quel pomeriggio nel suo ufficio.

    Il primo uomo che aveva sostenuto il colloquio le aveva stretto la mano con riluttanza. Non aveva fatto altro che parlare di tutti i germi del mondo. Con quella conoscenza delle malattie, lei aveva iniziato a chiedersi se non avrebbe dovuto frequentare la facoltà di Medicina e diventare dottore.

    Il secondo uomo aveva sbadigliato per tutto il tempo. Sage non era riuscita a capire se fosse lei ad annoiarlo tanto o se non avesse dormito la notte precedente.

    Il terzo uomo si era sicuramente alzato dal letto col piede sbagliato. Il suo cipiglio sembrava permanente e si era lamentato di tutto, compresi i precedenti datori di lavoro.

    Il quarto uomo non era riuscito a smettere di starnutire, tanto che Sage si era chiesta se fosse allergico a lei.

    Lo scapolo numero cinque era stato un piacevole cambiamento, con un bel sorriso e un atteggiamento positivo. Ma, proseguendo con il colloquio, la ragazza aveva scoperto che avrebbe sorriso e sarebbe stato d'accordo su qualunque cosa lei avesse detto.

    Il numero sei era davvero un gran bell'uomo, ma sembrava avere la testa completamente vuota.

    Con il prestigioso Festival del Cinema di Cannes all'orizzonte, fondamentale per il futuro della rivista, non aveva più tempo per intervistare altri candidati. Doveva scegliere il migliore tra quelli che aveva già conosciuto.

    Al momento, il numero sette sembrava destinato a diventare il primo classificato. Lo sguardo della ragazza scivolò sulla mano sinistra dell'uomo. Un altro scapolo. Louise aveva senza dubbio fatto i compiti a casa.

    Sage spostò lo sguardo sul suo volto. La mascella era volitiva e il naso diritto. Ma erano i suoi occhi a ipnotizzarla, trascinandola nelle loro profondità oscure. Sarebbe stato facile perdervisi, proprio come stava facendo adesso.

    Riportò l'attenzione al suo curriculum e fissò, senza vederli, i fogli che aveva davanti. Con il suo aspetto, avrebbe certamente reso più piacevole recarsi in ufficio il lunedì mattina.

    Rimettendo in carreggiata i pensieri, Sage iniziò il colloquio, esponendo i punti salienti della rivista e facendo una panoramica dei requisiti necessari per quella posizione. Non poteva essere influenzata dal bell'aspetto di quell'uomo. Alla fine del mese era in programma un'assemblea con

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