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Il capo francese: Harmony Jolly
Il capo francese: Harmony Jolly
Il capo francese: Harmony Jolly
E-book165 pagine2 ore

Il capo francese: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Fuga in Provenza 1/2
Un vigneto a conduzione famigliare nell'assolata Provenza. Due donne a caccia di risposte. Due milionari alla ricerca del vero amore.

Prima di avviare le pratiche per adottare il suo nipotino, Nathalie Fournier decide di provare a rintracciare il padre. Le ricerche la portano in un piccolo paesino della Provenza, più precisamente in un'azienda vinicola dove lei trova temporaneamente lavoro.

In questo luogo, dove aveva sperato di trovare delle risposte, Nathalie si trova invece a dover fronteggiare l'irresistibile attrazione che prova per il suo capo, il milionario Dominic Fontesquieu. Dominic è in tutto e per tutto l'uomo dei suoi sogni. Ma il passato che forse lo lega alla sua nuova famiglia potrebbe ostacolare il loro futuro...
LinguaItaliano
Data di uscita21 set 2020
ISBN9788830519213
Il capo francese: Harmony Jolly
Autore

Rebecca Winters

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Il capo francese - Rebecca Winters

    successivo.

    Prologo

    31 luglio

    «Claire? Sono Nathalie Fournier.»

    «Nathalie! Sono così felice che tu abbia chiamato! Sono passati secoli.»

    «Già, troppo tempo. Sono felice che tu abbia risposto. Hai un minuto?»

    Claire era la migliore amica di Antoinette, la sorella di Nathalie, che era morta per una grave infezione in seguito al parto, due anni e mezzo prima. L'amicizia fra le tre ragazze risaliva ai tempi dell'infanzia.

    «Sì. Robert è di sopra a giocare con il bambino mentre finisco di lavare i piatti. Dimmi.»

    Nathalie inspirò a fondo. «So che Antoinette si confidava con te, prima di rimanere incinta. C'è qualcosa che puoi dirmi sul padre del bambino, che è scomparso senza spiegazioni? La nostra famiglia non sapeva nemmeno che frequentasse qualcuno, fino a quando il dottore non disse che aspettava un figlio.»

    «La tua sorellastra era molto riservata.»

    «Così riservata che non ci ha nemmeno mai detto il nome di quell'uomo.» Nathalie sospirò. «Ora il piccolo Alain ha quindici mesi e ho intenzione di iniziare le procedure per adottarlo legalmente. Prima di farlo, però, devo cercare di trovare suo padre.»

    «Stai scherzando? Come pensi di trovarlo?»

    «Speravo che tu potessi darmi qualche informazione. Sei la persona che le era più vicina, Claire. Se ha detto qualcosa a qualcuno, quella sei tu. Qualsiasi indizio che potresti darmi sarebbe di aiuto. Ti ha detto dove o come l'ha conosciuto?»

    «Mi disse che lavorava al vigneto Fontesquieu

    Il cuore di Nathalie accelerò. «Ne sei certa?»

    I vigneti Fontesquieu, vicino a Vence, erano tra i più grandi e prestigiosi di tutta la Francia, e producevano i leggendari vini rosati della Provenza. La vigna più ambita di tutta la regione era adesso gestita da un nobile miliardario. Nathalie aveva sentito storie su quella vigna per tutta la vita.

    «Sì. A quanto pare si erano incontrati in un bistrot a Vence, dove gran parte del personale della tenuta si ritrova durante la vendemmia.»

    «Ti ricordi il nome?» domandò Nathalie, incoraggiata da ciò che aveva appena saputo.

    «Era strano, qualcosa tipo "Guingot", ma immagino che quell'uomo non sia più al vigneto, dopo tutto questo tempo. Vorrei poterti dare qualche informazione un po' più concreta, mi dispiace.»

    «Non essere dispiaciuta, Claire! Il vigneto è il luogo in cui inizierò a cercare. Un'altra cosa. Ha detto che aspetto aveva?»

    «Sfortunatamente no. Solo che era un provenzale e che era l'unico uomo che avrebbe mai amato.»

    Questo significava che, essendo del posto, probabilmente aveva capelli e occhi scuri.

    «Mi hai dato molte più informazioni di quelle che speravo di ottenere. Grazie di tutto cuore.»

    «In bocca al lupo. Fammi sapere se scopri qualcosa.»

    «Certo. Sei una buona amica, grazie per essere stata così sincera con me. So che Antoinette ti aveva sicuramente chiesto di mantenere il segreto.»

    «Sì, ma è passato molto tempo da allora. E l'ho fatto per il bene di Alain; sarebbe meraviglioso se tu riuscissi ad adottarlo.»

    «Lo penso anch'io. Ci sentiamo presto.»

    Nathalie riappese, pensierosa.

    All'inizio dell'estate, aveva rotto con l'uomo che aveva pensato di sposare, Guy. Lui non riusciva ad accettare che lei volesse che Alain facesse parte della loro famiglia, perché voleva un figlio suo. Era stato allora che gli aveva confessato che, probabilmente, lei non avrebbe potuto avere figli per colpa di un'insufficienza ovarica primaria e Guy non era stato in grado di gestire quella notizia. Aveva detto di volerla sposare ma si era rifiutato di prendere in considerazione l'adozione di Alain.

    Dato che lei amava suo nipote più di ogni altra cosa, era stato chiaro che il matrimonio con Guy era fuori discussione.

    Alain significava tutto per lei.

    1

    31 agosto

    L'adrenalina cominciò a scorrere in Nathalie mentre attraversava i vigneti Fontesquieu di Vence, regina delle città della Costa Azzurra. Terrazzamenti perfettamente curati si estendevano affacciati sull'azzurro del Mediterraneo, punteggiando le verdi colline ondulate. Mentre si avvicinava alla tenuta Fontesquieu, ammirò l'enorme castello del diciassettesimo secolo, che si diceva contenesse ventidue camere da letto. Le tornò alla mente il libro Il castello di mia madre, reso famoso dall'autore e regista francese Marcel Pagnol. Era nato anche lui in Provenza e aveva scritto alcuni dei suoi libri preferiti.

    Ma la pittoresca piccola casa di vacanza della famiglia Pagnol in Provenza non poteva essere paragonata alla costruzione che stava ammirando dal finestrino della sua fidata vecchia Peugeot. Il magnifico castello era sempre stato chiuso al pubblico, ma la tenuta attirava artisti e turisti da tutto il mondo.

    Nathalie non riusciva a immaginare la ricchezza di una famiglia come quella dei Fontesquieu. Era nata in Provenza ed era passata molte volte dalla vigna, ma non aveva mai apprezzato il suo scenario come quel pomeriggio.

    Con il cuore che le batteva, seguì le indicazioni per trovare la tenda allestita per accogliere le persone in cerca di un lavoro temporaneo per il periodo della vendemmia. Dopo averlo pianificato da quando aveva parlato con Claire un mese prima, era arrivato per lei il momento di trovare un lavoro che sarebbe durato solo le tre settimane della raccolta dell'uva. In quel lasso di tempo, sperava di trovare il padre di suo nipote Alain, se fosse stato ancora lì. Ma, come aveva sottointeso Claire, ci sarebbe voluto un miracolo.

    Quando raggiunse il vicino campo di casette prefabbricate che aveva visitato all'inizio della settimana, parcheggiò e si incamminò verso una fila di persone in lontananza che aspettavano fuori dalla tenda.

    Davanti all'ingresso, un ragazzo – probabilmente poco più che ventenne – stava consegnando a tutti una domanda da compilare e un foglio con l'elenco di ciò di cui avrebbero avuto bisogno se fossero stati assunti. Nathalie infilò l'elenco nella borsa e sedette a un tavolino per compilare il modulo prima di mettersi in fila. Il ragazzo la guardò con evidente interesse, prima che toccasse a lei entrare nella tenda.

    La fila si mosse lentamente fino a quando non rimase che una sola persona davanti a lei. Fu allora che Nathalie vide l'uomo che stava sottoponendo tutti i presenti a un colloquio e soffocò un sussulto. Avrebbe voluto avere una descrizione migliore del padre di Alain. L'uomo seduto lì certamente rispettava l'idea del tipo provenzale che lei aveva in mente, ma poteva essere una coincidenza. Possibile che lo avesse già trovato?

    Quell'uomo mozzafiato, sui trent'anni circa, sarebbe potuto facilmente essere il rubacuori di cui Antoinette si era innamorata! Il suo adorato nipotino aveva lo stesso mento squadrato, gli stessi capelli neri e lo stesso tipo di corporatura di quell'uomo.

    Migliaia di francesi possedevano quelle caratteristiche, ma i penetranti occhi neri di quel tizio avevano uno sguardo particolare che le ricordava molto Alain. Forse, il padre del bambino era seduto a non più di un metro e mezzo di distanza da lei e stava selezionando gli aspiranti vendemmiatori. Candidandosi per quel lavoro, avrebbe potuto avere la conferma di averlo trovato!

    «Prochain?» disse l'uomo, con una voce così profonda che riverberò dentro di lei.

    Il battito del cuore di Nathalie accelerò, quando si rese conto di essere la prossima e si spostò in avanti per sedersi di fronte a lui.

    Sebbene fosse seduto, si poteva intuire che fosse un uomo alto, oltre che innegabilmente mascolino e affascinante. Indossava una camicia bianca con le maniche arrotolate fino ai gomiti e, mentre le prendeva la domanda dalle mani, la ragazza notò una piccola voglia sotto il suo gomito. Dovette soffocare un altro sussulto, perché sulla parte posteriore del polpaccio destro di Alain vi era la stessa identica voglia.

    Forse si trattava di una coincidenza. Milioni di persone avevano delle voglie, ma quella era un'altra prova che potesse essere il padre di Alain.

    Nathalie notò che indossava un orologio e nessuna fede, ma ciò non significava che non fosse sposato. Quando alzò lo sguardo, i loro occhi si incontrarono e il respiro della ragazza si bloccò.

    Arrossì, mentre si perdeva nel suo sguardo intenso. Si stavano studiando, mentre Nathalie aspettava che lui dicesse qualcosa. Non poteva averla riconosciuta come sorellastra di Antoinette. Lei era bionda, sua sorella bruna, e avevano cognomi diversi.

    La bellezza virile di quell'uomo la sbalordì. La sua sorellastra, più anziana di lei di due anni, avrebbe potuto innamorarsi di lui a prima vista. Anche Nathalie comprese in quel momento come fosse possibile provare un'attrazione istantanea. Non riusciva a distogliere lo sguardo.

    «Mademoiselle Fournier? Vedo però che lei non ha nessuna esperienza come vendemmiatrice.»

    «È vero. Non sapevo fosse un requisito.»

    «Non lo è, ma si tratta di un lavoro duro, stagionale, e la paga non è eccezionale. Perché una farmacista di La Gaude farebbe domanda per svolgere un lavoro di basso livello come questo?» La Gaude era una città a quindici minuti di auto da Vence, in Costa Azzurra, il parco giochi dei ricchi e famosi.

    Nathalie sentì su di sé gli occhi neri di quell'uomo e, avvertendo un tremito, abbassò lo sguardo. Era così affascinante che stava correndo il rischio di dimenticare il motivo per cui era venuta.

    «Vivo in Provenza da sempre e ho pensato che, per una volta, avrei potuto utilizzare i miei giorni di ferie per scoprire com'è lavorare in un vigneto come questo, famoso in tutto il mondo.»

    Lui la osservò attentamente. «Si rende conto che non abbiamo la possibilità di fornirle un alloggio?»

    La ragazza sollevò di nuovo gli occhi su di lui. Aveva la sensazione che non avesse creduto alle sue motivazioni per volere quell'impiego temporaneo.

    Sebbene fosse compito di quell'uomo controllare gli aspiranti lavoratori, sentì che aveva delle riserve su di lei. Ovviamente il Nessun lavoro precedente nei vigneti scritto sul modulo lo infastidiva.

    «Lo so. Ecco perché ho affittato una casetta prefabbricata al parco in fondo alla strada.» In realtà era arrivata un paio di giorni prima per riservare un alloggio, in attesa di confermarlo nel momento in cui avesse ottenuto il lavoro.

    Lui continuò a fissarla. «Tenga presente che avrà un'ora a pranzo e che il lavoro terminerà alle quattro e mezzo del pomeriggio. Se sarà ancora interessata a lavorare qui, lunedì mattina si presenti alla tenda alle sei e il vicedirettore della vigna le farà sapere se è stata assunta.»

    Adesso era tutto nelle mani di quell'uomo. Sarebbe stato lui a decidere e aveva un intero fine settimana per controllare le sue referenze. Lui aveva parlato con autorità e vi era in lui una raffinatezza che lasciava intendere che avesse una posizione di rilievo, a Fontesquieu. Probabilmente, lavorava lì da un tempo sufficiente per aver conosciuto Antoinette al bistrot.

    «Merci, monsieur.» Nathalie si alzò, consapevole di lui che la guardava mentre oltrepassava le persone in fila e lasciava la tenda. Il ragazzo all'esterno che le aveva consegnato la domanda le sorrise, ma lei distolse lo sguardo e si diresse verso la macchina, non volendo incoraggiarlo.

    Quando si mise al volante, si sentiva ancora tremare per tutte le sensazioni che la bombardavano. Magari non era così, ma ora che sospettava di aver incontrato l'uomo che poteva essere il padre di Alain, avrebbe fatto tutto il possibile per conoscerlo. Al momento giusto, gli avrebbe mostrato le foto di Antoinette e Alain, compresa la voglia che il piccolo aveva sulla gamba. Se fosse stato il padre, non poteva immaginare che non volesse vedere suo figlio.

    Naturalmente, se non fosse stata assunta, aveva bisogno di trovare un altro modo per avvicinarsi a lui, a cominciare da quella sera. Aveva in programma di cenare al bistrot di cui le

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