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Questioni d'amore: Harmony Destiny
Questioni d'amore: Harmony Destiny
Questioni d'amore: Harmony Destiny
E-book153 pagine2 ore

Questioni d'amore: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

La saga dei Colton: intrigo e passione. Dopo l'ultima missione pericolosa come Seal Drake Colton torna a casa per compiere il proprio dovere: sposare Maya Ramirez. La ragazza, infatti, è incinta, e Drake è convinto di essere il padre, anche se Maya non lo vuole ammettere. Lei non obbligherà mai Drake a buttare all'aria tutti i suoi sogni per una stupida questione d'onore. Anche una ragazza ha il suo orgoglio! A cui non può rinunciare solo per more.
LinguaItaliano
Data di uscita11 lug 2016
ISBN9788858951835
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    Anteprima del libro

    Questioni d'amore - Laurie Paige

    successivo.

    1

    Era una giumenta mansueta, dal lucente manto fulvo, e si chiamava Penny. Assestandosi sulla sella, Maya le batté dolcemente sul collo e si drizzò ad ammirare il panorama.

    Era una di quelle mattine di febbraio in cui il cielo, di un azzurro intenso, era limpidissimo lungo la costa settentrionale della California; dopo una settimana di pioggia battente, la temperatura si era addolcita e le nuvole si erano spostate verso l'interno.

    L'aria fresca e sottile era piacevolissima.

    «Un falco!» esclamò Joe Jr., indicando un punto verso le colline che correvano parallele all'oceano, lungo il confine occidentale del ranch.

    «Dove?» domandò Teddy, suo fratello.

    «Lì, stupido... Ehm, proprio lì» si corresse Joe, scoccando una rapida occhiata a Maya.

    Questa fece un cenno con il capo, e gli sorrise. Non approvava gli insulti, e i bambini lo sapevano. Sebbene lavorasse da poco a tempo pieno con loro, li conosceva da sempre; aveva appena sedici anni quando Meredith Colton le chiese di accompagnarla in palestra e di badare a Joe Jr., che all'epoca era ancora in fasce.

    Erano passati dieci anni, da allora. Dio, come vola il tempo!

    Due anni più tardi, era nato Teddy, e anche allora Maya aveva dato una mano alla signora Colton. Dopo il diploma, si era iscritta all'università e aveva seguito i corsi on line, per restare al ranch e lavorare affiancando sua madre Inez, che era la governante dei Colton.

    Il mese prima, le avevano proposto un incarico a tempo pieno come babysitter dei due piccoli Colton, chiedendole di trasferirsi al ranch. E lei aveva accettato subito. Quel posto rappresentava un'entrata sicura, di cui Maya aveva un bisogno disperato.

    Scacciò un'ape, ma ce n'erano altre, che gironzolavano intorno al muso di Penny. Quella imprevista impennata della temperatura doveva aver risvegliato un intero sciame.

    «Facciamo una gara?» propose Teddy.

    «Sì, meglio allontanarci. Giriamoci e torniamo al ranch» decise Maya. «Dev'esserci un alveare, da queste parti. Attenti a non spaventare le api; se le lasciate tranquille, non si avvicineranno.»

    I ragazzi si guardarono intorno preoccupati, ma fecero come era stato detto loro. Quando ebbero lanciato i cavalli al trotto, e poi al galoppo, Maya incitò Penny che partì titubante, scuotendo il muso infastidita.

    Cercò di calmarla. «Buona, Penny. Tranquilla. Che ti prende? Non ci sono più insetti in giro...»

    Non ebbe il tempo di terminare la frase, perché la cavalla nitrì, s'impennò e, una volta ricaduta pesantemente sulle zampe anteriori, si lanciò in una corsa folle. Maya si afferrò al pomolo della sella tenendo ben strette le redini, pregando di riuscire a reggersi senza cadere. Più volte tirò le redini; ma Penny proseguì come una furia, ignorando l'ordine di arrestarsi.

    Davanti a lei, ormai giunti alla stalla, Tom e Joe Jr. smontarono da cavallo e si girarono a guardarla, confusi e spaventati. Maya non poteva vederli distintamente, tuttavia le parve di scorgere un uomo che balzava sul baio lasciato da Joe Jr. e le correva incontro.

    Subito dopo, vide il recinto di filo spinato verso il quale Penny procedeva a rotta di collo, senza alcuna intenzione di fermarsi. Non ce l'avrebbe fatta a saltarlo. Non con lei in groppa. «Whoa!» esclamò, e strattonò le redini sperando almeno di farle cambiare direzione. Inutilmente.

    Udì uno scalpiccio di zoccoli, e si guardò alle spalle. L'uomo a cavallo annullò rapidamente il vantaggio che aveva su di lui e la affiancò. «Sganciati da quella bestia e vieni qui!» le urlò.

    Maya eseguì senza stare troppo a pensarci. Sfilò i piedi dalle staffe, mollò le redini e si lanciò tra le braccia di lui, che furono pronte ad afferrarla. L'uomo fece svoltare il suo cavallo, che proseguì parallelamente al recinto; poi rallentò l'andatura, fino a fermarsi del tutto.

    Improvvisamente non vi fu più alcun suono intorno, se non il respiro ansimante dei due esseri umani, e della bestia sfiancata dalla corsa.

    «Ti è dato di volta il cervello? Come ti è saltato in mente di salire su quel cavallo, nelle tue condizioni?» esordì Drake Colton, gli occhi ambrati che sprizzavano scintille. Era furibondo.

    Maya non si era ancora ripresa del tutto dallo spavento. «Penny... deve esserle entrata un'ape in un orecchio» biascicò, lottando contro il ridicolo impulso di scoppiare a piangere, ora che il peggio era passato.

    Era ancora tra le sue braccia, schiacciata contro quel petto saldo; il cuore di Drake batteva furiosamente. Se ne distaccò appena, scacciando il ricordo del tocco di quelle mani sul suo corpo, della lunga notte che aveva trascorso nel tepore di quelle stesse braccia, tempo prima. Chiuse gli occhi un istante, desiderando cose che non si sarebbero mai avverate.

    Solo quando furono alla stalla, Drake la lasciò scivolare per terra, e scese di sella con un salto. «Ragazzi, pensate voi al cavallo?»

    Entrambi accorsero a prendergli le redini; invece di muoversi, restarono a fissare a occhi sgranati il loro fratello maggiore che sembrava voler mangiarsi in un sol boccone la loro tata.

    «Non le faccio niente» li tranquillizzò Drake. E nelle orecchie di Maya, aggiunse: «Per ora».

    «Dite a River di controllare l'orecchio sinistro di Penny. Credo sia stata punta da un'ape» li avvisò Maya, ignorando l'aperta minaccia contenuta nelle parole del giovane.

    Aveva temuto che prima o poi sarebbe arrivato quel momento. Ma non così presto: non si sentiva pronta.

    Appena i bambini si furono allontanati, Drake si girò ad affrontare Maya; le accarezzò con lo sguardo i lucenti capelli corvini, lunghi fino alla vita. La fissò nelle pozze scure dei suoi occhi. Infine si soffermò sul pancione.

    «A che mese sei?» le domandò, a bruciapelo.

    «Che te ne importa?» fu la brusca risposta di Maya, che si girò sui tacchi e lo piantò dov'era.

    Udì il colpetto alla porta nell'istante in cui uscì dal bagno, dopo aver fatto la doccia. E un panico improvviso tornò ad assalirla.

    «Un momento!» esclamò, seccata.

    Perché Drake era tornato al ranch? Perché proprio adesso?

    Negli ultimi mesi, a mano a mano che il suo corpo si trasformava per accogliere la creatura che le cresceva in grembo, Maya aveva sperimentato sulla sua pelle un'altalena di emozioni, spesso sconvolgenti e contrastanti. Come quel pomeriggio, all'arrivo di Drake. Che cosa aveva provato? Desiderio, gioia, ma anche una grande sofferenza interiore. Tutto questo nell'arco dei pochi minuti in cui lui l'aveva tenuta stretta, su quella sella.

    Come l'estate precedente.

    Ma giugno ormai era lontano: era passata quell'estate, e poi l'autunno, senza che lui si facesse vivo. E Maya aveva deciso di andare via prima che Drake tornasse a far visita ai suoi.

    Nella mia vita non c'è posto per una moglie, e per una famiglia. Questo le aveva scritto nel messaggio che le aveva lasciato accanto al letto. Nient'altro. Lo stesso dolore straziante che aveva provato quella mattina, al suo risveglio, tornò a trapassarle il cuore. Ora, però, non aveva il tempo di crogiolarsi nell'autocommiserazione.

    Si avvolse un asciugamano sui capelli bagnati e annodò l'accappatoio.

    «Maya?»

    Provò un gran sollievo, riconoscendo la voce di sua madre. Inez Ramirez lavorava alla Hacien da del Alegria come cuoca e governante da prima che Maya nascesse, assieme al marito Marco, che faceva il giardiniere.

    «Entra. È aperto» la invitò.

    Sua madre si affacciò, preoccupata. «Teddy dice che hai avuto un piccolo incidente...»

    «Penny si è imbizzarrita. È stata punta da un'ape e si è messa a correre come una furia. Ma sto bene: Drake ha visto tutto ed è corso a soccorrermi.»

    «Sì, i ragazzi mi hanno detto anche questo.» Chiusa la porta alle sue spalle, Inez si avvicinò alla figlia. «Qualche giramento di testa? Un dolore alla schiena...?»

    «Niente. È tutto a posto.»

    «Meglio non correre rischi. Ti porto in città, dal medico.»

    «Non è il caso, davvero. Non voglio disturbarlo, di domenica. Anche perché ho già un appuntamento dopodomani, per la visita di controllo.»

    Inez si arrese. «Però, se hai qualche dolore, avvisami. Potrebbero rompersi le acque.»

    «Va bene, mamma.»

    Con un sorriso rassicurante, Maya riaccompagnò alla porta sua madre che aveva fretta di correre in cucina per cominciare a preparare la cena per i Colton.

    I suoi genitori erano stati meravigliosi con lei, quando aveva annunciato di essere incinta. Superato lo shock iniziale, avevano dato per scontato che lei e Andy Martin, un professore di matematica del liceo di Prosperino, si sarebbero sposati al più presto. Erano rimasti ancora più sorpresi quando Maya aveva detto loro che Andy non era il padre di suo figlio. Era un suo carissimo amico, e si erano frequentati per un po', ma non ci era mai andata a letto.

    Si posò una mano sul pancione, e pregò che Drake non venisse mai a scoprire la verità.

    Ripensò all'estate precedente, alle notti magiche e stellate in cui si erano abbandonati alla passione più sfrenata. Avevano fatto l'amore nel letto di lei, in quello di lui, e persino sulle balle di fieno fresco nella stalla.

    Dopo aver ballato alla festa di compleanno di suo padre, Drake aveva fatto un salto in paese a comprare una scatola di profilattici da un distributore automatico. Però, quella notte, non avevano fatto l'amore. Durante il brindisi alla salute di Joe, qualcuno aveva sparato al patriarca dei Colton, e si era scatenato il finimondo. Era arrivata la polizia, avevano interrogato tutti; nessuno era andato a dormire prima dell'alba.

    Ma c'erano state altre notti, dopo. «Non preoccuparti di niente» le sussurrava ogni volta Drake. «Penserò a tutto io. Mi prenderò cura di te.»

    Maya, ingenuamente, gli aveva creduto.

    Ora avrebbe riso della propria stupidità, se non si fosse sentita così affranta e vulnerabile. Aveva una gran voglia di piangere. Tuttavia, presentandosi a tavola con gli occhi lucidi, avrebbe fatto preoccupare ulteriormente i suoi genitori.

    Perciò tenne duro. Andò a vestirsi, sapendo che, come ogni giorno, era attesa dagli altri membri del personale. Pranzavano e cenavano tutti insieme, al grande tavolo della cucina.

    I Colton e i loro ospiti, invece, mangiavano nella sala da pranzo, o nel solarium che separava il soggiorno dal patio. Drake si sarebbe seduto a tavola con loro, quindi, per sua fortuna, non lo avrebbe rivisto.

    Appena si fu vestita, andò a controllare che i due bambini fossero pronti a scendere con lei. Ultimamente anche Ted e Joe Jr. erano stati relegati in cucina a mangiare, tranne che nelle occasioni speciali in cui la madre voleva farne sfoggio con i suoi ospiti.

    Maya represse un sorriso cinico, pensando alla signora Colton. Oltre a versarle un regolare stipendio, i Colton le pagavano le tasse dell'università. Ancora un semestre, e si sarebbe laureata in Scienze dell'Educazione. A quel punto sarebbe andata via

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