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Ci Vorrebbe un Conte: Sposare una Canaglia, #1
Ci Vorrebbe un Conte: Sposare una Canaglia, #1
Ci Vorrebbe un Conte: Sposare una Canaglia, #1
E-book305 pagine5 ore

Ci Vorrebbe un Conte: Sposare una Canaglia, #1

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Info su questo ebook

La regina della società londinese, Lady Elizabeth Worthingham, ha idee ben precise sul suo futuro. Sposare un buon partito e senza provare amore. Una promessa facile da mantenere, una promessa che deve alla sua famiglia dopo che il suo rovinoso errore ne ha minacciato la reputazione. E quella dissoluta canaglia di Henry Andrews, Conte di Muir, pagherà per la sua incapacità di comportarsi da gentiluomo quando Elizabeth ne aveva più bisogno.

Tornando in Inghilterra dopo tre anni all’estero, Henry è determinato a sposare l’unica donna che gli abbia mai rapito il cuore. Ma il gelido benvenuto che riceve da Elizabeth è più freddo della sua casa nelle Highlands scozzesi. Quando i dolori del passato riemergono e gli inganni vengono a galla, così riaffiora anche l’amore che supererà ogni ostacolo, a meno che un nemico senza nome, sicuro di vincere, non metta loro i bastoni tra le ruote e il loro amore non veda mai la luce del giorno…

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita9 set 2020
ISBN9781071565384
Ci Vorrebbe un Conte: Sposare una Canaglia, #1

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    Anteprima del libro

    Ci Vorrebbe un Conte - Tamara Gill

    Ci Vorrebbe un Conte

    Ci Vorrebbe un Conte

    Sposare una Canaglia, Libro 1

    Tamara Gill

    Traduzione di

    Nicole Grassi

    Babelcube

    Indice

    Prologo

    Capitolo Uno

    Capitolo Due

    Capitolo Tre

    Capitolo Quattro

    Capitolo Cinque

    Capitolo Sei

    Capitolo Sette

    Capitolo Otto

    Capitolo Nove

    Capitolo Dieci

    Capitolo Undici

    Capitolo Dodici

    Capitolo Tredici

    Capitolo Quattordici

    Capitolo Quindici

    Capitolo Sedici

    Capitolo Diciassette

    Capitolo Diciotto

    Capitolo Diciannove

    Capitolo Venti

    Epilogo

    Anche di Tamara Gill

    Circa l’autore

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    Copyright

    Ci Vorrebbe un Conte

    Sposare una Canaglia, Libro 1

    Autore Tamara Gill

    Copyright © 2020 Tamara Gill

    Tutti i diritti riservati

    Distribuito da Babelcube, Inc.

    www.babelcube.com

    Traduzione di Nicole Grassi

    Progetto di copertina © 2020 Wicked Smart Designs

    Babelcube Books e Babelcube sono marchi registrati Babelcube Inc.

    Sinossi

    La regina della società londinese, Lady Elizabeth Worthingham, ha idee ben precise sul suo futuro. Sposare un buon partito e senza provare amore. Una promessa facile da mantenere, una promessa che deve alla sua famiglia dopo che il suo rovinoso errore ne ha minacciato la reputazione. E quella dissoluta canaglia di Henry Andrews, Conte di Muir, pagherà per la sua incapacità di comportarsi da gentiluomo quando Elizabeth ne aveva più bisogno.


    Tornando in Inghilterra dopo tre anni all’estero, Henry è determinato a sposare l’unica donna che gli abbia mai rapito il cuore. Ma il gelido benvenuto che riceve da Elizabeth è più freddo della sua casa nelle Highlands scozzesi. Quando i dolori del passato riemergono e gli inganni vengono a galla, così riaffiora anche l’amore che supererà ogni ostacolo, a meno che un nemico senza nome, sicuro di vincere, non metta loro i bastoni tra le ruote e il loro amore non veda mai la luce del giorno…

    Prologo

    Inghilterra, 1805 – Surrey

    S ei rovinata.

    Elizabeth era immobile mentre sua madre, la Duchessa di Penworth, camminava avanti e indietro di fronte al caminetto acceso, l'abito di seta dorato che si muoveva ai suoi piedi e la fronte aggrottata a minacciare chiunque di non seguirla. No. Riformulo. La famiglia è rovinata. Tutte le mie figlie, il loro futuro, è stato gettato sul bordo della strada come fosse nulla.

    Elizabeth, la più grande tra le figlie, si asciugò una lacrima solitaria sulla guancia e cercò di mantenere la calma. Ma sicuramente Henry ha scritto quando tornerà. Si rivolse a suo padre. Papà, che cosa diceva la sua lettera? Le linee severe sul volto del padre erano profonde come mai aveva visto prima d'ora ed Elizabeth sentii l'orrore nella bocca dello stomaco. Che cosa aveva fatto? Che cosa aveva detto Henry?

    Non ti leggerò il contenuto di quella lettera, Elizabeth, poiché temo che possa sconvolgerti ancora di più e, data la tua condizione fragile, dobbiamo fare in modo che tu stia bene. Ma non permetterò mai più al Conte di Muir di mettere piede in casa mia. E pensare, disse suo padre, tirando un calcio a un ceppo accanto al fuoco, che ho supportato la ricerca di suo zio in America. Mi vergogno di me stesso.

    No, disse Elizabeth, cercando di guardare suo padre negli occhi. Non hai nulla di cui vergognarti. Sono io a doverlo fare. Sono io ad essere andata a letto con un uomo che non è mio marito. Sono io che dovrò portare in grembo questo bambino. Le lacrime che aveva cercato di trattenere erano ormai sgorgate. Io ed Henry siamo amici, beh, pensavo fossimo amici. Ho pensato che avrebbe fatto la cosa giusta per la nostra famiglia, per me. Perché non tornerà?

    Sua marita, che fissava in silenzio fuori dalla finestra, si voltò quando sentì quella domanda. Perché suo zio ha detto che suo nipote non sposerà mai una sciacquetta che ha dato via il premio prima di firmare il contratto, ed Henry, a quanto sembra, è d’accordo con questa affermazione.

    Suo padre sospirò. C’è una vecchia rivalità tra me e lo zio di Henry. Non siamo mai stati amici, sebbene io abbia sempre rispettato molto il padre di Henry, che per me era come un fratello. Eppure, suo fratello è sempre stato impulsivo e geloso.

    Perché non eri amico dello zio di Henry, papà? Suo padre non rispose. Ti prego, dimmelo. Merito di saperlo.

    Perché desiderava sposare tua madre ma lei si è innamorata di me. Era cieco di rabbia e sembra che anche dopo vent’anni desideri vendetta rovinando te.

    Elizabeth si lasciò cadere su un divanetto, sconvolta da una simile notizia. Henry sapeva di te e suo zio? Gliel’hai mai detto?

    No. Pensavo che ormai fosse acqua passata.

    Elizabeth deglutì e la stanza iniziò a vorticare. Quindi, Henry è entrato in contatto con il suo benestante zio ed è stato avvelenato dalle sue bugie. Quell’uomo mi ha fatto sembrare una poco di buono di facili costumi. Poi fece un respiro profondo per calmarsi. Ditemi, la lettera dichiarava apertamente che questa fosse anche l’opinione di Henry? Il duca si sedette accanto a lei. Si tratta dell’opinione di entrambi, sì. Le prese la mano e la strinse. Devi sposarti, Elizabeth, e in fretta. Non abbiamo altra scelta. Elizabeth si alzò, allontanandosi dal padre disgustata per quell’idea. Sposare un estraneo era peggio che non sposarsi e cadere in disgrazia. Non posso. Non ho nemmeno debuttato. Non conosco nessuno.

    Un mio buon amico, il Visconte Newland, è recentemente morto. Suo figlio, Marcus, un po’ sempliciotto dopo essere caduto da piccolo da cavallo, ha bisogno di una moglie. Ma a causa del suo problema nessuno lo vuole sposare. Vogliono disperatamente tenere la tenuta all’interno della famiglia e stanno cercando di farlo sposare. Sarebbe un buon partito per entrambi. So che non è quello che desideravi, ma salverà te e le tue sorelle dalla rovina.

    Elizabeth si alzò e guardò il padre, la bocca spalancata. Vuoi che io sposi un sempliciotto?

    Ha soltanto un ritardo a livello verbale, ma è un uomo giovane e gentile. Non è bello come Henry, ma… beh, dobbiamo fare del nostro meglio in situazioni simili.

    Sua madre sospirò. Lord Riddledale ha chiesto nuovamente la tua mano. Potresti sempre accettare.

    Ti prego, mi taglierei una mano piuttosto che sposare sua signoria. Il solo pensiero le faceva accapponare la pelle.

    Beh, allora sposerai Lord Newland. Mi dispiace, ma è qualcosa che deve essere fatto, disse sua madre in un tono che non ammetteva repliche.

    Elizabeth si diresse verso la finestra che dava sul lago dove si era concessa ad Henry. Le vennero in mente le sue dolci parole d’amore sussurrate, di aspettarlo, che non appena si sarebbe procurato i fondi per supportare la sua tenuta in Scozia si sarebbero sposati. Che bugiardo. Tutto ciò che aveva voluto era la sua innocenza.

    Provò una forte rabbia e serrò i denti. Come si era permesso Henry di ingannarla in quel modo? Facendola innamorare di lui, promettendole di esserle fedele e di sposarla una volta tornato. Non aveva mai desiderato sposarla. Se lui l’avesse desiderato in quel momento sarebbe stato sulla strada di ritorno in Inghilterra.

    Elizabeth si voltò, fissando i suoi genitori con uno sguardo di rassegnazione su un destino che nessuno di loro aveva ritenuto possibile e mai desiderato. Sposerò il Visconte Newland. Scrivetegli e organizziamo il matrimonio tra un mese o anche prima se possibile. Il bambino che porto in grembo ha bisogno di un padre e il visconte ha bisogno di una moglie.

    Allora è fatta. Suo padre si alzò, dirigendosi verso di lei e prendendole la mano. Henry ti ha promesso qualcosa, Elizabeth? La lettera è molto diversa da lui e mi chiedo se quanto ci sia scritto non sia l’opinione di entrambi ma soltanto di suo zio.

    Voleva che lo aspettassi, che gli dessi tempo per risparmiare per la tenuta di famiglia. Non desiderava sposarsi per denaro ma guadagnarsi da solo i propri soldi, credo.

    Bugie, Elizabeth. Tutte bugie, disse sua madre in tono freddo. Henry ti ha usata, temo, e dubito fortemente che tornerà in Inghilterra o persino in Scozia.

    Elizabeth deglutì il nodo che aveva in gola, non volendo credere che l’uomo al quale aveva donato il proprio cuore potesse trattarla in quel modo. Aveva pensato che Henry fosse diverso, che fosse un gentiluomo che l’amava. Vedendo lo sguardo di pietà del padre, mise da parte quel pensiero e si diresse correndo verso la propria stanza.

    Aveva bisogno di aria, fresca aria calmante. Aprendo la porta d’ingresso, il vento gelido le colpì il viso e la assalì la chiarezza. Sarebbe andata a cavallo. Argo, il suo cavallo, la faceva sempre sentire meglio.

    Lo stalliere impiegò soltanto un minuto per prepararle la sella e presto trottò lontano da casa sua sentendo soltanto il suono della neve sotto agli zoccoli. L’aria gelida le pizzicava la pelle sotto l’abito e si pentì di non essersi cambiata in maniera adeguata, ma cavalcare con qualunque abito era un’abitudine per i figli del Duca di Penworth. Aveva sempre avuto troppa libertà e il permesso di fare quello che volevano, e ora quella libertà le aveva causato dei guai.

    Incitò il cavallo a un galoppo più lento, la sua mente un caleidoscopio di pensieri. Henry, che un tempo era stato il protetto di suo padre, era una persona che aveva pensato di poter definire amico, ma che l’aveva tradita nel peggiore dei modi. Elizabeth fu sopraffatta dalla colpa e dalla vergogna mentre la neve cominciava a cadere, coprendo tutto di una tinta cristallina.

    Non avrebbe mai perdonato Henry per questo. Sì, avevano commesso un errore, una terribile mancanza di decoro da parte sua che non aveva nemmeno avuto il tempo di pensare. Ma se il peggio fosse successo, rimanere incinta, si consolava pensando che Henry si sarebbe comportato bene con lei, che sarebbe tornato a casa e che l’avrebbe sposata.

    Come aveva potuto sbagliarsi tanto?

    Si afferrò il ventre, ancora senza segni che una vita stesse crescendo al suo interno e, per quanto fosse ormai caduta in rovina, per quanto avrebbe potuto far cadere in rovina anche la sua famiglia, non si pentiva della sua condizione e non avrebbe dato alla luce un figlio fuori dal vincolo matrimoniale. Lord Newland l’avrebbe sposata dal momento che la sua situazione non era vista in maniera favorevole dall’alta società: era un’unione che beneficiava entrambi.

    Provò un forte senso di colpa al pensiero che avrebbe fatto passare il figlio di Henry per quello di Lord Newman, ma che scelte aveva? Henry non l’avrebbe mai sposata, non avrebbe mai dichiarato la paternità di quel bambino. Elizabeth non aveva scelta. C’era poco che potesse fare.

    Un cervo balzò fuori dalla foresta e Argo si imbizzarrì, saltando lateralmente. Elizabeth urlò quando la sella si spostò. Quel movimento la disarcionò ed Elizabeth cadde sul terreno.

    Fortunatamente, la neve morbida attutì la sua caduta e, rimettendosi in piedi, si sentì come si era sentita un attimo prima a cavallo. Si accarezzò la pancia con le lacrime agli occhi pensando che, se fosse caduta senza neve, tutti i suoi problemi sarebbero finiti. Che persona terribile per pensare cose del genere, e ora odiava Henry e il fatto che il suo rifiutarla le avesse fatto pensare cose simili.

    Argo le mise il muso sul fianco quando Elizabeth si rialzò, issandosi nuovamente sul cavallo. Asciugandosi le lacrime dagli occhi, Elizabeth promise a se stesse che non avrebbe mai più pianto per un ragazzo, perché era quello che Henry era ancora: un giovane immaturo che non pensava agli altri.

    Avrebbe sposato il Visconte Newland, cercato di essere felice il più possibile visto che due estranei si sarebbero sposati, e al diavolo chiunque avrebbe fatto il nome di Henry Andrews, Lord Muir.

    America, 1805 – Porto di New York

    Henry alzò il viso al vento e alla pioggia mentre la nave salpava sul fiume Hudson. L’aria uggiosa dell’inverno era simile al freddo che provava dentro, un dolore sordo che non l’aveva abbandonato da quando aveva salutato le coste dell’Inghilterra. E ora era lì. America. La città fumosa che si svegliava all’alba di un nuovo giorno sembrava tanto vicina da poterla toccare, eppure, il suo unico vero amore, Elizabeth, era più lontana di quanto fosse mai stata.

    Si sfregò il petto e si strinse nel cappotto. Le cinque settimane passate in mare si erano trascinate in giornate infinite, e la sua mente era stata occupata soltanto da un pensiero: la sua Elizabeth.

    Chiuse gli occhi, richiamandola alla mente, il suo sguardo onesto e ridente, il suo sorriso bellissimo che riusciva sempre a farlo rimanere senza fiato. Aggrottò la fronte. Le mancava tanto quanto al cielo notturno delle Highlands sarebbero mancate le stelle.

    Allora, Henry, ragazzo, quali sono i tuoi piani in questa grande terra? Henry osservò il capitano della British Government: i suoi baffi grigi e la pelle secca raccontavano di un uomo che aveva vissuto in mare tutta la sua vita e che si era goduto ogni istante di essa. Sorrise. Fare una fortuna. Ricucire i rapporti di famiglia, se possibile.

    Il capito si accese un sigaro e sbuffò una nuvola di fumo che si persa nell’aria nebbiosa. Ah, grandi piani dunque. Hai idea di come farai fortuna? Potrei aver bisogno di qualche consiglio.

    Mio zio vive qui. Possiede una compagnia di spedizioni, a quanto pare, sebbene io debba ancora incontrarlo e vedere con i miei occhi. Spero che sia tutto vero così da potermi indirizzare lungo la strada per guadagnarmi la mia fortuna.

    Il capitano annuì, fissando a prua. Sembra che tu abbia in mente un bel piano.

    Henry sussultò quando il capitano urlò degli ordini all’addetto alla bandiera a mezz’asta. Sperava che il vecchio avesse ragione. Meno tempo avrebbe passato in America, meglio sarebbe stato. Mise da parte il pensiero che Elizabeth avrebbe debuttato nei mesi a venire, messa in mostra come un pezzo di deliziosa carne. Sarebbe stata al centro dell’attenzione, il frutto delizioso di un duca. Serrò la mascella.

    Ti auguro buona fortuna, Henry.

    Grazie. Il capitano si allontanò e tornò a osservare la città così diversa da Londra o dalla sua casa nelle Highlands. Così strana e diversa sotto molteplici aspetti. Le acque fangose erano l’unica somiglianza con Londra e sorrise a quel pensiero.

    Henry si diresse a prua, appoggiandosi alla ringhiera di legno e cercando di togliersi di dosso quell’umore nero che peggiorava mano a mano che si avvicinava all’America. Ciò che avrebbe fatto lì gli rendeva onore, una cosa che se non avesse fatto, gli avrebbe fatto perdere per sempre Elizabeth.

    Non avrebbe potuto odiare maggiormente suo nonno per aver perso la loro fortunata giocando a carte tanti anni prima. Era un miracolo che suo padre fosse riuscito a tenere Avonmore lontano dalle grinfie dei debitori.

    Sentì attorno a lui le urla della ciurma che si preparava ad attraccare ed Henry si diresse verso la piccola stanza che gli era stata concessa per il viaggio. Era meglio di nulla: sebbene non riuscisse a rimanere del tutto in piedi, era isolata e comoda.

    Determinato ad avere successo, ad assicurarsi che il futuro di Elizabeth fosse al sicuro, di ritornare a casa il prima possibile, furono tutti pensieri che gli vennero in mente. Non avrebbe fallito: per una volta, il Conte di Muir non avrebbe svenduto il futuro della sua tenuta al gioco d’azzardo ma avrebbe combattuto per la sua sopravvivenza, guadagnandosi il rispetto proprio come avevano fatto i suoi antenati.

    E poi sarebbe tornato a casa, avrebbe sposato la sua ragazza inglese e l’avrebbe viziata per il resto dei loro giorni. In Scozia.

    Capitolo Uno

    Due anni dopo – Londra

    Tra le braccia di Lord Dean, il Conte di Thetford, Elizabeth danzava un minuetto, godendosi lo stile semplice e la sua abilità. Alzò lo sguardo sui suoi affascinanti occhi grigi, il naso dritto e la mascella forte. Un gentiluomo affascinante come la musica che stavano ascoltando. Il suo nuovo abito verde smeraldo di seta le scivolava in maniera sensuale lungo il corpo mentre volteggiavano nella sala tra le altre coppie.

    L’aria profumava dei petali che erano stati raccolti dalla serra e di un allarmante diversità di profumi. Elizabeth ridacchiò quando il conte le iniziò a sussurrare parole dolci all’orecchio che la facevano divertire. Era disposta a lasciarlo fare per un po’. Era un uomo dolce.

    Innamorato di lei.

    La stagione è ormai a metà, Lady Newland. Tornerete a Dunsleigh o a casa vostra nel Wiltshire?

    Elizabeth abbassò lo sguardo. Penso a Dunsleigh. È dove la mia famiglia desidera che ritorni. È passato molto tempo da quando ho fatto loro visita. Distolse lo sguardo dal suo viso deluso e osservò le altre coppie che ballavano. Dunsleigh era dove il suo cuore apparteneva, non la casa in cui si era sposata e certamente non Londra. Per quanto riguardava l’uomo tra le sue braccia, era abbastanza carino, ma né lui né chiunque altro si considerasse innamorato di lei avrebbe potuto persuaderla a stare con lui o a sposarsi di nuovo.

    Ah, che peccato. Forse, se vi va, potrei farvi visita la prossima volta che verrò nel Surrey.

    Elizabeth sorrise. Ma certamente, siete sempre il benvenuto, mio signore. Sono sicura che a mio fratello farebbe piacere. Come ben sapete, si trova a Dunsleigh da un po’ di tempo per imparare tutto quello che serve sulla tenuta.

    Come sta vostro padre? È un po’ che ve lo volevo chiedere.

    Il duca sta bene. Disse lei sorridendo. Molto bene, grazie. Il dottore ha detto che deve rallentare, tutto qui. Josh prenderà il suo posto, proprio come dovrebbe essere. Anche a papà piacerebbe molto vedervi.

    Volevo giusto chiedergli…

    Elizabeth alzò lo sguardo su di lui alle ultime battute della musica e sperò che quell’ultima frase non significasse quello che pensava significasse. Odiava rifiutare le offerte di matrimonio, ma l’avrebbe fatto qualora gliel’avesse chiesto, proprio come rifiutava le altre.

    Il conte lasciò Elizabeth con la sua sorella più piccola, Victoria, e si diresse verso la sala da gioco. Victoria alzò un sopracciglio e sorrise alla sorella quando lei si voltò a guardarla. Un altro che cade ai tuoi piedi, vedo.

    Elizabeth giocherellò con i suoi capelli. Crede di essere quello giusto. Ha anche accennato di parlare con papà per la mia mano. Non mi sposerò di nuovo. Lord Newland è stato sufficiente.

    Victoria aggrottò la fronte. Sono certa che Lord Newland non era così male. Sembrava essere pazzo di te.

    Elizabeth annuì, sapendo che nelle circostanze in cui si era sposata, Lord Newland era stata una benedizione per lei. L’ho usato, e so che anche lui ha usato me, ma non rende comunque giusto un matrimonio simile. Ha cresciuto un figlio che non era il suo, l’ha addirittura amato. Non posso perdonarmi per una cosa simile.

    Victoria le prese la mano, la compassione nel suo sguardo. Compassione che non si meritava. So che deve essere dura, ma se sapessimo chi siano i veri padri della metà dei figli dell’alta società sarebbe un’esperienza illuminante. Lord Newland è stato un uomo felice. Sei stata tu a renderlo tale, nessun altro. Non torturarti così. Non te lo meriti. Sua sorella indicò la stanza ed Elizabeth desiderò scomparire vedendo chi aveva indicato. Quindi non sposerai Lord Riddledale? Sua signoria non si rialzerà mai dopo un tale colpo.

    Elizabeth rabbrividì di disgusto vedendo Lord Riddledale, il quale si trovava in piedi con il suo fare pomposo di sempre e la sempiterna espressione arcigna sul volto. Non c’era da meravigliarsi se il fatto che lei avesse ballato con un altro gentiluomo a parte lui l’avesse reso così acido. Si rivolse di nuovo alla sorella. Non riesco a provare rimorso per aver infastidito Riddledale. Per quanto riguarda Lord Dean, mi dispiacerebbe ferirlo, ma no, non lo sposerò, non importa quanto la mia decisione gli spezzi il cuore.

    Pensi che i tuoi sentimenti possano cambiare col tempo? le chiese Victoria.

    No.

    No?

    Elizabeth scosse la testa. No.

    Perché?

    Elizabeth deglutì il nodo alla gola che le si formava sempre ogni volta che pensava a lui, all’uomo che rifiutava di chiamare per nome, persino nei suoi pensieri. Non sono una persona che crede nell’amore. Penso che non sia sano fare affidamento su qualcosa di così astratto e instabile come i sentimenti e le emozioni quando si parla di matrimonio. Gli uomini e il loro bisogno di essere adorati, guardati con meraviglia, possono andare a quel paese. Ora il nome di Lord Newland mi protegge. Non ho bisogno di sposarmi di nuovo.

    Victoria le rivolse uno sguardo dubbioso. Credo che non ci sia nulla di più puro e buono dell’amore, specialmente se si è abbastanza fortunati da avere un matrimonio basato su di esso. Sua sorella sospirò di tristezza. Hai promesso a papà che avresti provato.

    Sono ben consapevole di quanto ho promesso a papà, ma non ha parlato di matrimonio. Sono amichevole e affabile. È abbastanza. Elizabeth strinse i denti. Parlare ancora di matrimonio non l’avrebbe aiutata, non importava quanto si infuriasse pensando a quel farabutto di uno scozzese che l’aveva fatta cadere in rovina lasciandola affrontare una cosa del genere da sola.

    Dov’era stato Henry quando era giunto il suo momento di farsi avanti e di assumersi la responsabilità delle sue azioni? A New York, ecco dove, a migliaia di miglia di distanza senza preoccuparsi di averla lasciata incinta mentre lei aveva dovuto affrontare la disgrazia, il dolore e un futuro cambiato per sempre a causa di un gesto fatto senza pensare.

    Le lacrime le punsero gli occhi al pensiero di come avrebbe potuto vivere la sua vita, non quella che stava sopportando. Suo marito era stato buono e gentile, ma non l’aveva amata come un marito dovrebbe amare una moglie.

    Elizabeth? disse Vcitoria con una leggera spinta. A cosa stai pensando? Ti sto parlando senza una tua minima reazione.

    Elizabeth si scosse da quei pensieri deprimenti e osservò gli ospiti, alcuni dei quali stavano venendo accolti da chi ospitava la serata. Nulla di importante. Stavi dicendo?

    Soltanto che il nostro ospite, Lord McCalter, sembra molto compiaciuto dagli ospiti che stanno arrivando. Devo dire che quei gentiluomini sembrano davvero belli.

    Elizabeth guardò in fondo verso le porte della sala da ballo e aggrottò la fronte. Tenne gli occhi fissi su quel gruppo, ma i gentiluomini si girarono mettendo la schiena contro alla parete e nascondendole la visuale.

    Deve essere perché sua signoria è scozzese, disse

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