Una sposa da conquistare: Harmony Jolly
Di Donna Alward
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Info su questo ebook
È arrivato il momento, per gli eredi Pemberton, di rivendicare il proprio ruolo all'interno dell'impero di famiglia e nei cuori delle donne di cui sono innamorati.
Il piano di Will Pemberton era semplice: trovare Gabi, la sposa in fuga del fratello, e proteggere la sua famosa famiglia dall'attenzione morbosa della stampa. Ma quando si trovano uno di fronte all'altra, la pericolosa attrazione che divampa tra loro rischia di dare origine a uno scandalo molto più grande! Se il matrimonio di Gabi con suo fratello era solo di convenienza, i sentimenti che Will prova per lei sono invece pericolosamente reali. Innamorarsi di Gabi mette a repentaglio la sua famiglia e la vita per cui ha lavorato duramente, ma è un rischio che è disposto a correre.
Donna Alward
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Anteprima del libro
Una sposa da conquistare - Donna Alward
successivo.
1
Surrey, metà luglio
Mentre teneva in mano il foglio di carta color crema, piegato a metà, William Pemberton strinse i denti.
Al di là di quella stanza, nella cappella di Chatsworth, suo fratello maggiore, Stephen Pemberton conte di Chatsworth, stava aspettando di sposarsi.
Gli invitati avevano preso posto, così come le damigelle, mentre l'organista continuava a suonare una melodia in sottofondo che, data la lunga attesa, era diventata decisamente ripetitiva.
Insomma, c'erano tutti, tranne la sposa.
In maniera molto discreta, William era stato mandato a cercarla, ma invece di trovare lei, aveva trovato un biglietto con su scritto:
Mi dispiace. Perdonami, ti prego.
William si sentì assalire dalla rabbia. Suo fratello era un brav'uomo e non meritava di essere trattato così. Soprattutto considerando come era finito il suo precedente fidanzamento.
Nessuno in realtà sapeva che cosa fosse successo con Bridget. Solo William aveva scoperto la verità perché, una sera, suo fratello gliel'aveva raccontata dopo avere bevuto qualche gin di troppo.
E adesso anche questa! Nonostante William avesse pensato sin dall'inizio che sposare Gabriella sarebbe stato un errore, non riusciva a capacitarsi del fatto che lei fosse sparita all'improvviso. Insomma, aveva avuto tutto il tempo per cambiare idea. Perché aspettare l'ultimo momento, umiliando pubblicamente Stephen, e l'intera famiglia?
William sentì ribollire il sangue nelle vene. Non solo questo avrebbe ferito Stephen, ma avrebbe anche creato un grave danno all'immagine dell'Aurora Inc.
Respirò a fondo. D'accordo. Ora bisognava limitare i danni. Non ci sarebbe stato nessun matrimonio e lui doveva inventarsi qualcosa per evitare che la famiglia venisse trascinata in uno scandalo. Suo padre era da poco scomparso e la compagnia era troppo vulnerabile per poter superare un simile contraccolpo.
Piegò il foglio e lo infilò in tasca, quindi raddrizzò le spalle e si preparò ad affrontare suo fratello. Appena entrò nella cappella dalla porta posteriore, infatti, Stephen gli rivolse uno sguardo interrogativo mentre gli andava incontro.
«Cosa succede?» gli domandò, quando lo raggiunse dietro un'enorme composizione di rose e gigli che li riparava dagli occhi dei curiosi. «Dal tuo sguardo, sembra che tu voglia uccidere qualcuno.»
«In effetti non ci sei andato lontano» gli mormorò William. «Senti, Gabi non verrà. Ma ho un piano, quindi, prima di perdere la pazienza, ascoltami.»
Stephen impallidì. «Santo cielo, cosa significa che non verrà?»
«Ha lasciato un biglietto dicendo che le dispiace e chiedendoti di perdonarla.»
«Fammi vedere.»
William gli passò il pezzo di carta, stando attento a non farsi vedere dagli ospiti, e Stephen imprecò.
«Ho avuto la tua stessa reazione» affermò William. «Ora però ascoltami. Dovrai recitare la tua parte alla perfezione altrimenti saranno guai. Salirai all'altare con espressione afflitta e spiegherai agli ospiti che la tua futura moglie ha avuto un malore. Ti scuserai e aggiungerai che devi correre da lei. Quando poi l'avremo trovata, escogiteremo qualcosa. La notizia comincerà subito a girare sui social media, quindi dovremo stare attenti a non commettere passi falsi.»
«La troverai?»
«Oh, ci puoi scommettere» gli promise William. «Daremo la colpa a un avvelenamento o a una forte influenza. In un caso o nell'altro, giustificheremo la sua assenza. Poi, quando la situazione si sarà acquietata, sarai tu a decidere se portare avanti questa farsa.»
«William...»
«Lo so, mi dispiace, ne riparliamo più tardi. Ora cerca di dare il meglio di te, e poi torna subito a casa, io mi occuperò degli ospiti e di Gabi.»
Stephen annuì con espressione seria. Si vedeva che era fuori di sé, ma almeno non era un uomo disperato perché era stato lasciato a un passo dall'altare dalla donna che amava. Non era mai stato innamorato di Gabi. Per William non era un segreto.
Con passo deciso, Stephen andò all'altare e si schiarì la voce. «Signore e signori, mi rammarica dovervi informare che purtroppo oggi il matrimonio non avrà luogo, poiché Gabi sta molto male. Vi ringrazio per essere venuti e sono certo che fisseremo al più presto una nuova data, appena lei sarà guarita. Ora devo andare dalla mia... da Gabriella.» E uscì di scena con la tipica espressione sconfortata di un uomo che era in pensiero per la propria amata.
Ben fatto. Era stato davvero convincente. Anche William ci sarebbe cascato se non avesse saputo che si trattava di una messinscena. La parte meno difficile era fatta, ora bisognava pensare a tutto il resto.
Un attimo dopo la loro madre, Aurora Germain Pemberton, lo raggiunse, tutta preoccupata. «William, che cosa sta succedendo?»
Lui la guardò e rispose con un filo di voce. «Gabi è scappata. Stephen è tornato a casa fingendo di andare da lei. Io devo trovarla e poi risolverò questo guaio, in un modo o nell'altro. Tu puoi occuparti degli ospiti? Per favore, racconta il meno possibile.»
«Certamente» reagì la signora con decisione. «Vorrei dire che sono dispiaciuta» aggiunse guardando William, «ma non è così. Non era la donna giusta per Stephen. Non si amavano. Ma, santo cielo, avrebbe potuto mandare all'aria il matrimonio in un altro modo. È davvero un pasticcio.»
«È vero, mamma. Ma sai, lui voleva regalarti un po' di gioia. Desiderava darti una ragione per concentrarti sul futuro, invece di continuare a piangere papà.»
Aurora gli rivolse uno sguardo pieno di tristezza. «Non si può scegliere quando smettere di soffrire, figlio mio. Continuerò per sempre a sentire la mancanza di tuo padre e non sarà di certo un matrimonio a farmelo dimenticare.»
«Sono davvero dispiaciuto.»
«No, non esserlo. Questa è la vita» gli rispose dandogli un dolce bacio sulla guancia. «Ora vai, mi occuperò di tutto io qui.» E si allontanò, camminando a testa alta, con il portamento fiero e sicuro di una regina.
Sua madre era fatta così. Era la donna più forte che lui avesse mai conosciuto.
Una volta rimasto solo, William notò che una delle damigelle si era avvicinata e si stava mordicchiando le labbra con fare nervoso. Doveva essere la sorella minore di Gabi, che era venuta dall'Italia per assistere al matrimonio. «Giulia, giusto?» le chiese.
Lei annuì, evidentemente a disagio. «Mia sorella sta bene?» domandò, mentre un ragazzo la raggiungeva. Il suo ragazzo, evidentemente.
«L'hai sentita questa mattina?» le domandò William.
«Sì, certamente, era un po' nervosa, ma chi non lo è il giorno del proprio matrimonio?»
William la studiò attentamente per capire se lei stesse mentendo, ma gli parve sincera. «Vieni con me» le disse, appoggiandole una mano sul braccio, «così potremo parlare in privato.»
Il suo ragazzo fece per intervenire ma lei lo bloccò, e poi seguì William nella stanza adiacente alla cappella, dove lui aveva trovato il messaggio di Gabi.
«Tua sorella è scappata» le spiegò William, dopo avere chiuso la porta. «Ha lasciato un biglietto ed è sparita.»
«Oddio!»
«Già, è stata la nostra stessa reazione» ribatté lui.
«Sai dove è?» domandò Giulia, sconvolta. «Devo andare da lei...»
«In realtà speravo che fossi tu a dirmelo. È un disastro, e non possiamo permettere che la notizia arrivi alla stampa. Per caso hai un'idea di dove possa essere?»
«Non capisco» rispose la ragazza singhiozzando.
William prese allora un fazzolettino dalla scrivania del vicario e glielo passò. «Giulia, tua sorella e mio fratello non erano innamorati. Entrambi lo sappiamo. Il loro matrimonio doveva servire per garantire una certa stabilità economica alla vostra compagnia, e chiaramente ora l'accordo è saltato.»
Quando lei sgranò gli occhi, William si sentì un verme per essere stato così cinico e diretto. D'altro canto questa era la realtà e non avrebbe avuto senso negarla.
«Ma... mia madre e mio padre... non è colpa loro.»
«No, ovviamente no» concordò lui, ora con un tono più gentile. «Finché non avrò trovato Gabi e non avremo risolto la situazione, però...» e le lasciò intendere il resto della frase.
«William» disse lei esitante, «per favore, io... io voglio rendermi utile. Lei è mia sorella.»
«Puoi farlo in due modi. Il primo è non dicendo nulla di tutto questo a nessuno. Se verrà fuori che Gabi ha lasciato Stephen all'altare, giuro che per la vostra azienda sarà la fine. Intesi?»
Lei annuì.
«Il secondo è aiutandomi a trovarla. Dove potrebbe essere andata? C'è una persona, o un luogo che ti viene in mente?»
Lei scosse la testa, ma poi si bloccò. «Londra. Potrebbe essersi nascosta a Londra. Ha sempre adorato quella città. Sai, noi siamo cresciute in un paesino minuscolo.»
«Sì, ma è come cercare un ago in un pagliaio.»
Giulia lo guardò negli occhi. «Non saprei. Lei scherzava spesso sul fatto di alloggiare al Ritz, come Julia Roberts in quel film. Quello in cui usava il nome di qualche cartone animato per non farsi riconoscere, ricordi?»
Ovvio. Notting Hill. Sua sorella Arabella lo aveva guardato un milione di volte.
D'accordo. Il Ritz. Era un punto di partenza, no? William staccò un angolo del foglio su cui Gabi aveva scritto il suo messaggio, e prese una penna dalla scrivania del vicario. «Se ti viene in mente qualcosa, chiamami» e le scrisse il proprio numero di telefono. «Non posso aiutarla se non la trovo.»
Voleva davvero aiutarla. Perché questo era l'unico modo per aiutare i Pemberton.
E lui sarebbe stato disposto a tutto per la propria famiglia.
Gabriella si portò la tazzina alla bocca con mani tremanti. Doveva elaborare un piano. E lo doveva fare subito.
Aveva lasciato Stephen il giorno del loro matrimonio, ed era scappata dal Surrey, vestita da sposa, sull'auto dell'uomo che avrebbe dovuto diventare suo marito. Aveva parcheggiato fuori dalla stazione, si era cambiata e aveva preso un treno diretto a Londra. Non aveva mai fatto nulla di così impulsivo, nemmeno quando aveva accettato di sposare Stephen!
Ora il suo bell'abito da sposa era appeso nell'armadio, e la sola cosa che lei riusciva a fare mentre era in quella camera d'albergo era ordinare caffè.
Che cosa diavolo aveva fatto? Che ne sarebbe stato ora della Baresi Textiles? E dei suoi genitori? E di Giulia?
Appoggiò la tazzina sul tavolino e si prese la testa tra le mani. Aveva rovinato tutto. D'altro canto, come avrebbe potuto andare fino in fondo? Avrebbe dovuto sposare un uomo che non amava... avere un figlio... affrontare un divorzio... e tutto solo per una questione economica?
Avrebbe dovuto dire di no sin dall'inizio, solo che era stata così preoccupata per suo padre che non aveva avuto il coraggio di farlo.
Questo comunque non giustificava il fatto che fosse fuggita all'improvviso.
Era stata ingiusta con Stephen. Lui era un brav'uomo. Era dolce, attraente, e l'aveva sempre trattata con rispetto. Era stato facile andare d'accordo con lui. Il problema era che non si era innamorata di lui. Non era scattata la scintilla. E quando Stephen le aveva spiegato che voleva avere dei figli che potessero ereditare il suo titolo, come lui lo aveva ereditato l'anno prima da suo padre, lei si era sentita sopraffare dal panico. Insomma, non poteva andare a letto con un uomo che non desiderava, no?
Era stata egoista? Forse. Ormai però non aveva più importanza. Quel che era fatto, era fatto. Aveva mandato in fumo il matrimonio e i piani di Stephen, e ovviamente anche l'accordo che avrebbe messo al sicuro l'attività della sua famiglia.
Stava per prendere di nuovo la tazzina, quando sentì qualcuno bussare alla porta. Chi poteva essere? Non aveva ordinato nulla al servizio in camera e di certo