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Una scomoda verità: Harmony Collezione
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E-book161 pagine3 ore

Una scomoda verità: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Un anello nel destino 2/3

La dottoressa Ellie Dixon ha già respinto una volta le avance appassionate del potente Rio Benedetti, e lui non ha certo dimenticato quel lontano affronto. Così, quando durante una visita in Italia Ellie sostiene di essere la figlia del suo padrino, portando come prova un antico anello di smeraldo, Rio decide che è arrivato il momento di pareggiare i conti.

Con una lenta e spietata seduzione, Rio ottiene ciò che vuole, e cioè spogliare la sensuale Ellie di ogni indumento e di tutte le sue certezze. Non aveva calcolato, però, che il prezzo da pagare per quella dolcissima rivincita sarebbe stato molto, molto alto.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2019
ISBN9788858995051
Una scomoda verità: Harmony Collezione
Autore

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Anteprima del libro

    Una scomoda verità - Lynne Graham

    successivo.

    1

    Rio Benedetti strinse i denti, bianchissimi e perfetti, quindi ascoltò gli allegri progetti del padrino soffocando un'imprecazione. Progetti che riguardavano un'ospite, certamente inattesa. Beppe Sorrentino era un uomo generoso, un ottimista a oltranza, che talvolta poteva peccare d'ingenuità. Mai sarebbe arrivato a sospettare che quella signorina che si era autoinvitata a casa sua potesse avere un secondo fine. Fortunatamente per lui, aveva un figlioccio come Rio, deciso a difenderlo da chiunque si mettesse in testa di approfittare della sua buonafede.

    Rio, il plurimilionario reduce da svariati trionfi nel campo degli affari, era abbastanza cinico da non farsi impressionare dalle donne, e sapeva come procedere con discrezione, qualità molto utile dato che Ellie Dixon vantava amicizie potenti e soprattutto era la sorella di Polly, attuale regina di Dharia, un paese arabo che fondava le proprie ricchezze sul petrolio. E cosa anche peggiore, almeno sulla carta, Ellie era pure una bellezza. Nessuno lo sapeva meglio di Rio, che l'aveva conosciuta appunto al matrimonio di Polly con il suo grande amico Rashad. Ellie era bella, intelligente e per di più medico, ma l'apparente integrità risultava fasulla non appena si indagava sulla sua storia recente. Così lui la conosceva per quella che era: un'avventuriera senza scrupoli, capace di usare la propria influenza di medico per ingraziarsi un'anziana paziente e farle cambiare il testamento a proprio favore.

    C'era stata un'azione disciplinare nei suoi confronti, sul lavoro, per quella storia. Com'era naturale, il nipote della signora aveva impugnato il testamento. E comunque, si disse Rio, c'erano stati segnali di avidità anche prima di allora. Ripensò a quella parte del resoconto investigativo che riguardava una certa spilla di diamanti... Il gioiello, sicuramente di valore, sarebbe dovuto andare in eredità allo zio di Ellie, ma invece se n'era impossessata lei, causando grande amarezza in famiglia.

    No, non c'era proprio niente di cristallino nel comportamento di Ellie Dixon, meno che mai in quell'approccio al padrino, con una lettera in cui chiedeva di potergli fare visita solo perché lui, a quanto sembrava, un tempo conosceva sua madre.

    Naturalmente era possibile che il vero obiettivo di Ellie fosse proprio lui, Rio, cosa che gli procurava una certa soddisfazione maligna. Forse, al matrimonio, lei non si era ancora resa conto di quanto fosse ricco e ora, saputo dove abitava, cercava di avvicinarlo di nuovo con la scusa di andare a far visita al suo padrino Beppe. Le donne, del resto, avevano fatto anche di peggio nel tentativo di accalappiarlo, e lui era diventato abilissimo a sgusciare via come un'anguilla quando si profilava all'orizzonte un impegno serio.

    Si rifiutava di pensare a quello che era successo con Ellie al matrimonio di Rashad, perché riteneva inutile ricostruire gli episodi sgradevoli. Con le donne era più il tipo da mordi e fuggi. Non faceva sul serio, e mai per tempi lunghi. Perché avrebbe dovuto? Aveva trent'anni, era ricco e bello. Se solo lo avesse voluto, avrebbe potuto dormire ogni notte con una donna diversa. Quindi, se la dottoressa Ellie aveva delle mire su di lui, ben presto si sarebbe dovuta ricredere... Specialmente se aveva mantenuto quella certa vena di aggressività che lui ricordava.

    «Sei molto silenzioso, Rio...» osservò Beppe. «Non gradisci la visita della figlia di Annabel, è così?»

    «Che cosa te lo fa credere?» temporeggiò lui. Incredibile come il padrino riuscisse sempre a leggergli nella mente.

    Beppe sorrise. Era un uomo rotondo e non tanto alto, con i capelli ormai grigi. Seduto sulla sua poltrona preferita sembrava uno gnomo benevolo. Rio lo guardò con affetto, perché Beppe era stato come un padre per lui, e nessuno gli era più caro.

    «Ti ho visto trasalire quando ho detto che mi dispiaceva che Ellie non si fermasse a dormire qui da me. È una giovane donna molto diretta. Ha detto che non si sarebbe sentita a suo agio perché non mi conosce, e che preferiva una camera in albergo.»

    «Neanche tu ti sentiresti a tuo agio» osservò Rio. «Non sei abituato ad avere ospiti.» Beppe non aveva figli ed era vedovo ormai da vent'anni, viveva una vita molto riservata e tranquilla nel palazzo di famiglia a pochi chilometri da Firenze.

    «Lo so, ma a volte mi annoio» ammise Beppe a sorpresa. «E mi sento solo. Non guardarmi così, Rio. Lo so che tu mi fai visita spesso. Ma l'arrivo di Ellie sarà stimolante... un volto nuovo, una compagnia diversa.»

    «Santo cielo...» brontolò Rio. «Perché sei così restio a parlarmi di sua madre? E perché ti emoziona tanto che lei venga qui?»

    Il viso di Beppe sembrò chiudersi all'improvviso.

    «Preferisco non parlarne, Rio» rispose, distogliendo lo sguardo. «Per favore, non avertene a male.»

    Lui strinse di nuovo i denti. Aveva persino preso in considerazione l'idea che Ellie potesse cercare di ricattare Beppe per chissà quale oscuro segreto, ma allora non si capiva perché lui sembrasse così felice della visita... E poi, Rio faticava anche solo a immaginare che una persona aperta e trasparente come il padrino nascondesse chissà quali segreti inconfessabili. Nella sua vita, Beppe aveva conosciuto grandi felicità e perdite strazianti. La sua deliziosa moglie, Amalia, aveva dato alla luce un bimbo morto, e poco dopo era stata colpita da paresi. Da quel momento in poi aveva vissuto sulla sedia a rotelle e Beppe le era stato sempre accanto. Anche ora, passati i sessanta, non aveva mai dimostrato il minimo interesse per altre donne.

    A differenza sua, Rio non si fidava affatto del genere umano. Era un uomo diffidente e complicato. Lo avevano abbandonato alla nascita in un cassonetto, figlio di una madre tossicodipendente e di un padre sconosciuto, ed era cresciuto in orfanotrofio finché Amalia Sorrentino non si era interessata a lui. Tramite Amalia aveva conosciuto il suo benefattore, Beppe. Sapeva di dovergli tutto. Se nella vita era diventato quello che era, il merito andava a quell'uomo seduto accanto al camino. Beppe era stato il primo a dargli fiducia e lui era pronto a fare di tutto per proteggerlo da qualsiasi minaccia. Ellie Dixon compresa.

    Una tentatrice? Un'arpia a caccia di soldi? Una femminista arrabbiata? Una ladra? Una truffatrice di anziani? Al matrimonio di Rashad lui aveva conosciuto una Ellie spiritosa e divertente, poi furiosa. Lo ricordava ancora, e non l'aveva perdonata. Gli insulti avevano un peso, per lui. Per troppi anni era stato un figlio di nessuno, minacciato da bulli e gente senza scrupoli, o ignorato, nel migliore dei casi. Ellie Dixon era riuscita a farlo sentire una nullità proprio come ai tempi dell'orfanotrofio con la terribile Madre Teresa, la suora che aveva tentato di domare il temperamento rancoroso e impulsivo del bambino che era stato.

    No, Rio non era tipo da perdonare e dimenticare. Qualche volta gli capitava ancora di sognare Ellie che piroettava sulla pista da ballo, il viso animato e la cascata di capelli rossi che le ricadeva sulle spalle. Ricordava come si era sentito lui, ed era come sale su una ferita aperta. Quella notte gli era sembrato di essere pronto a morire, per averla. Una follia, ingigantita dal vino e dall'euforia per il matrimonio. Ora non doveva fare altro che sedersi e aspettare che le molte sfaccettature della personalità di Ellie assumessero i colori reali, alla luce impietosa del sole...

    Si sarebbe presentata in veste di tentatrice, di medico rigoroso, di ricercatrice accademica o di amica e turista occasionale? E quanto tempo sarebbe stato necessario perché lui scoprisse il suo gioco?

    In ogni caso, la partita era appena iniziata...

    Ellie guardò con infinito stupore il baule di vestiti appena arrivato.

    «Sì, ho ricevuto il tuo regalo» confermò, al telefono con sua sorella Polly. «Sei impazzita, per caso?»

    «So perfettamente che detesti andare per negozi, così ti ho anticipata» rispose Polly ridendo. «Avevi bisogno di un guardaroba adatto per il viaggio in Italia, e sono sicura che non hai avuto neanche il tempo di pensarci... Dico bene?»

    Diceva benissimo, pensò Ellie sollevando con due dita un abitino bianco griffato, ma la generosità di sua sorella la lasciava senza parole. Era addirittura imbarazzante. «Per la verità, sono un tipo da jeans e via» ricordò a Polly. «L'ultima volta che ho indossato un abito da cocktail è stato da te a Dharia. Lo sai che ti sono molto grata, ma vorrei che non spendessi così tanti soldi per me. Sono un medico, non vivo a pane e acqua...»

    «Come sorella maggiore mi piace farti dei regali, tutto qui» ribatté Polly. «Per favore, Ellie, non essere così rigida! Non ci siamo potute togliere molte soddisfazioni, da ragazzine, e adesso voglio condividere la mia fortuna con te. Non vorrei mai che per colpa dei soldi le cose cambiassero, tra noi due...»

    Erano già cambiate, pensò Ellie con un sospiro. D'accordo, lei aveva un paio di anni in meno, ma tra le due sorelle era sempre stata la più forte. E non poteva fare a meno di rimpiangere la familiarità del suo legame con Polly, che adesso viveva a Dharia, a mezzo mondo di distanza. Ormai, sua sorella non la chiamava più per chiedere consigli. Adesso aveva Rashad, un figlio bellissimo e se Ellie aveva visto giusto, presto ce ne sarebbe stato anche un altro all'orizzonte. E sempre a Dharia, Polly aveva trovato due nonni che l'adoravano e che l'avevano introdotta con entusiasmo nella famiglia che era stata di suo padre.

    Ed ecco appunto perché lei si trovava lì in Italia, con l'anello con lo smeraldo, ultimo lascito di Annabel, la madre che non aveva mai conosciuto. Annabel era morta in una casa di cura dopo lunga malattia, lontana dalle figlie che aveva lasciato ancora piccolissime a sua madre, ma si era preoccupata di far consegnare loro tre anelli, uno per ciascuna, in tre buste separate.

    Che di buste ce ne fossero tre era stata la prima delle sorprese, perché fino a quel momento Ellie e Polly non avevano saputo nulla di una terza sorella più giovane, che non era cresciuta con loro ma era stata affidata a un orfanotrofio. In ogni caso, in ciascuna lettera Annabel aveva scritto il nome del loro padre.

    Polly era partita per Dharia proprio per cercarlo. Purtroppo aveva scoperto che suo padre era morto ancor prima di vederla nascere, ma in compenso aveva incontrato i nonni. E poi, oltre alla riunione familiare aveva conosciuto e sposato Rashad, il re di Dharia, che aveva fatto di lei la sua regina. Subito dopo il matrimonio, Polly e Rashad avevano ingaggiato un investigatore privato per cercare di ritrovare la terza sorella, ma le ricerche si erano subito arenate di fronte alle rigide norme sulla riservatezza personale.

    Quanto a Ellie, aveva ricevuto un bellissimo anello con smeraldo, ma accompagnato da due nomi scritti a mano su un foglietto... Beppe e Vincenzo Sorrentino. Doveva presupporre che uno dei due fosse suo padre, e aveva già scoperto che il più giovane dei due era morto. Non sapeva altro, e non era neppure tanto sicura di voler sapere che tipo di relazione sua madre avesse stabilito con i due, che erano fratelli.

    E non voleva nemmeno farsi troppe illusioni su ciò che avrebbe potuto scoprire in Italia, a proposito di chi l'aveva generata. Magari, nessuno dei due uomini citati era suo padre, e lei avrebbe continuato a vivere ignorando le proprie origini. Però, rifletté tra sé, la scoperta di una parentela qualunque sarebbe stata in ogni caso benvenuta. Da quando Polly si era sposata, la mancanza di una famiglia propria cui fare riferimento era diventata per Ellie sempre più acuta.

    Al tempo stesso, rimproverava a se stessa di essersi costruita un'immagine del tutto idealizzata della famiglia che sognava. Di certo, la nonna che le aveva cresciute non rispecchiava in nessun modo l'ideale e suo figlio, lo zio Jim, si era comportato in maniera inqualificabile con loro fin da quando erano bambine. Quel che lui aveva fatto dopo la morte della nonna, e che lei non aveva raccontato neppure a Polly, la riempiva ancora d'indignazione. No, non ne avrebbe parlato con sua sorella, perché Polly tendeva sempre a cercare di scusare le persone.

    Allo stesso modo, Polly aveva dichiarato che il matrimonio non avrebbe cambiato niente tra loro due... e invece era cambiato tutto. Ellie non osava neppure telefonare troppo spesso a sua sorella per paura di disturbarla mentre era impegnata a fare la moglie, la madre o la regina. Naturalmente le piaceva andare in visita a Dharia, ma il volo aereo

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