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Fuga sull'isola: Harmony Collezione
Fuga sull'isola: Harmony Collezione
Fuga sull'isola: Harmony Collezione
E-book135 pagine2 ore

Fuga sull'isola: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Morgan Grady, affascinante uomo d'affari è stato nominato scapolo dell'Anno. Ora, il suo più grande desiderio è quello di sottrarsi ai riflettori della popolarità e decide quindi di trovarsi una moglie. E chi meglio della sua fedele segretaria può ricoprire quel ruolo? Certo, recentemente Winnie Graham ha cominciato a esibire strani comportamenti nei confronti del suo capo ma da soli, su un'isola privata, tutto può accadere!

LinguaItaliano
Data di uscita10 dic 2015
ISBN9788858941881
Fuga sull'isola: Harmony Collezione
Autore

Jane Porter

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Fuga sull'isola - Jane Porter

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Secretary’s Seduction

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2002 Jane Porter

    Traduzione di Francesca n Scibé

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2003 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-188-1

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Il caldo era opprimente. Nessuno, proprio nessuno, si sarebbe sposato a Manhattan alla metà di luglio. Nessuno tranne Winnie Graham.

    L’organista fece una pausa e gli invitati che si erano assiepati nella Cattedrale di St. Paul si alzarono tutti in piedi. E tutte le quattrocentocinquanta teste si voltarono di colpo a guardare Winnie, ferma sulla soglia, nel suo abito da sposa di seta da ventimila dollari.

    Un vestito di seta bianco, il colore della sua giarrettiera, delle calze, dei fiori e del tappeto. Tutto bianco come si addiceva a una sposa ancora vergine, a una sposa di venticinque anni, che conosceva così poco la vita e gli uomini, e che stava per avvicinarsi all’altare senza essere mai stata baciata. E ora stava per sposare l’amore della sua vita, ben sapendo che lui non l’amava e che non l’avrebbe mai amata. Ma lei aveva firmato un contratto con il quale accettava quell’orribile matrimonio pubblico che per lui non aveva alcun valore.

    Ma a che cosa stava pensando, per l’amor di Dio? Che cosa stava facendo, per l’amor del cielo? Come poteva sposare un uomo con il quale non aveva mai avuto un appuntamento?

    Winnie chiuse gli occhi, respirò a fondo e cercò di calmarsi. Tremava con tanta forza che non riusciva a trattenersi dal battere i denti. Era un controsenso, con quel caldo! Era tutta sudata e le batteva forte il cuore. Le mancava il respiro.

    Che sciocca era stata! Una perfetta idiota.

    Sì, amava Morgan Grady. Si era follemente innamorata di lui, ma perché doveva vendersi in quel modo? Come poteva rovinarsi la vita per colpa di una firma?

    Un contratto. Aveva firmato un contratto per diventare sua moglie. Come poteva amare così poco se stessa e così tanto lui?

    L’organista si affrettò a intonare una musica che inondò la cattedrale mentre le quattrocentocinquanta persone presenti attendevano che lei muovesse il primo passo. Morgan attendeva che lei muovesse il primo passo. Le girava la testa. Faceva molto caldo, c’erano troppe persone lì dentro e troppa poca aria. Le sembrava di soffocare, non riusciva a respirare e neppure a pensare. Spostò un piede, poi si guardò attorno, si voltò e fuggì.

    Lasciò cadere il bouquet di gigli, rose e orchidee nell’atrio della cattedrale, infilò le massicce porte di legno, scese di corsa i gradini di marmo bianco e saltò su un taxi che passava di lì per caso.

    «Dove andiamo?» chiese il tassista, voltandosi e rivolgendole un’occhiata stupita, vedendola abbigliata per un matrimonio.

    «Dove vuole» rispose lei. All’interno del taxi aleggiava un odore di sudore e Winnie, sul punto di dare di stomaco, si affrettò ad abbassare il vetro di uno dei finestrini.

    Il conducente le rivolse un’altra occhiata. «Devo pur portarla da qualche parte, signora.»

    Dove poteva andare dopo aver abbandonato la sua famiglia, Morgan e le quattrocentocinquanta persone che affollavano la chiesa?

    Doveva andare dove nessuno avrebbe potuto trovarla, dove non ci fosse nessuno. «Alla Torre, in Wall Street» rispose, abbandonandosi sull’appiccicoso sedile del taxi. Era la sede del suo ufficio. Era sabato, sarebbe stato deserto e neppure a Morgan sarebbe venuto in mente di cercarla proprio lì.

    Chiuse gli occhi e cercò di dimenticare che era appena fuggita dal suo matrimonio e che lei, Winnie Graham, aveva abbandonato Morgan Grady, lo scapolo più sexy di New York, che l’aspettava all’altare.

    Tuttavia, a occhi chiusi, rivide tutto quello che era accaduto. Ricordava benissimo il giorno, l’ora, il momento in cui la sua vita era completamente cambiata. Il sedici di giugno, nell’ufficio di Morgan Grady.

    «Willa, devi farmi immediatamente queste copie» disse Morgan Grady, senza alzare gli occhi, spingendo verso di lei, sulla scrivania, un fascio di carte. «Le prime due vanno spedite al cliente citato sulla copertina.»

    Winnie ubbidì a malincuore. Da cinque mesi e mezzo lavorava per Morgan, ma lui non sapeva ancora il suo nome.

    «Il mio nome è Winnie» lo corresse lei, arrossendo.

    «Che c’è?»

    Winnie strinse una mano a pugno. Non le piaceva il suo nome, non aveva mai capito perché i suoi genitori, dopo averla guardata in volto, appena nata, avessero pensato di chiamarla così. Sì, Winnie, con quegli occhietti gonfi e quella bocca piccina, sarai la nostra Winnie. Ma se Winnie non le piaceva, Willa era ancora più brutto.

    Aveva cercato di correggerlo parecchie volte, ma Grady stava sempre entrando o uscendo dall’ufficio, oppure era nel bel mezzo di una discussione importante e gli perdonava l’errore. Però, dopo cinque mesi e mezzo, aveva perso la pazienza. Non poteva più sopportarlo, non poteva più sentirsi invisibile. Era venuta l’ora di cambiare aria.

    «Mi ha chiamata Willa.»

    Morgan continuò a ignorarla. La sua attenzione era tutta concentrata sul computer palmare mentre inseriva alcuni dati. «Sì» rispose, senza nemmeno ascoltarla.

    I collant le stavano stretti. Era leggermente ingrassata durante l’inverno e adesso faceva fatica a perdere parte del suo peso. Non si era mai sentita così sciatta e noiosa e, quel che era peggio, il signor Grady ignorava letteralmente la sua esistenza, mentre lei sapeva - e doveva sapere - tutto di lui.

    Morgan Louis Grady, nato il primo di agosto a Boston, nel Massachusetts.

    Era un Leone e comperava quattro quotidiani al giorno, ma non incominciava mai a leggerli prima di aver organizzato il suo lavoro per la mattinata.

    Leggeva tutte le pagine commerciali importanti tra le sei e le sette, bevendo due tazze e mezza di caffè molto nero e molto forte. Non prendeva nient’altro prima del pranzo - insalata e pollo che gli venivano recapitati quotidianamente da un ristoratore - lavorava senza interruzioni fino alle tre e a quell’ora lei gli portava un espresso dal bar situato sotto l’ufficio.

    I suoi abiti erano impeccabili. I suoi capelli, invece, erano intrattabili. Erano folti, lucidi e di un bel colore castano.

    Sapeva tutto di lui, e lui non sapeva neppure il suo nome. Respirò a fondo e reagì. «Signor Grady, il mio nome è Winnie, non Willa, e lavoro qui dal due di gennaio.»

    Lui alzò la testa. «Oh.»

    Winnie si drizzò in tutta la sua altezza, cercando di dimostrare che era più alta, molto più alta del suo metro e cinquantacinque. «Ho sostituito la signorina Dirkle, che aveva sostituito la signorina Hunt, che, a sua volta, aveva sostituito la signora Amadio.»

    «Già, mi ricordo...la signorina Dirkle... Hunt...»

    Bene, avevano già fatto progressi, si erano guardati e Morgan aveva riconosciuto qualche nome. A quanto sembrava, la stava ascoltando.

    Era giunto il momento di parlargli di venerdì.

    Venerdì, quattro giorni dopo, doveva recarsi a un colloquio definitivo presso una ditta di Charleston per un impiego molto simile a quello che aveva adesso: segretaria del dirigente di un’azienda importante. Le responsabilità e lo stipendio erano uguali a quelli attuali, con la differenza che vivere a Charleston sarebbe stato molto meno costoso che a Manhattan, e avrebbe lavorato per un gentile signore di una certa età invece che per Morgan Grady, lo Scapolo dell’Anno di Wall Street. «A proposito di venerdì, signor Grady...»

    «Che cosa c’è venerdì?»

    «Le ho mandato un promemoria.»

    «Non mi ricordo.»

    Arrossendo, Winnie si strinse al petto un fascio di carte. «Le ho lasciato un appunto due settimane fa, per avvertirla che avevo bisogno di essere libera venerdì, e le ho inviato anche un’e-mail la settimana scorsa...»

    «Mi dispiace» disse lui, scuotendo la testa e allungando la mano verso il telefono. «Comunque, venerdì non va bene. Aspetta un po’ più in là, in estate. Va bene?»

    Male, male, malissimo. Non solo aveva ottenuto una risposta negativa, ma aveva anche perso la sua attenzione. Venti secondi di telefonata e avrebbe dimenticato tutto.

    Lo guardò accigliata, cercando di trattenere

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