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Peccato originale
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E-book162 pagine2 ore

Peccato originale

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Info su questo ebook

Milionari senza scrupoli 3/3
I soldi non sempre fanno la felicità. Ma di sicuro incutono timore e rispetto.
Il milionario Gray Lockwood è stato imprigionato per un crimine che non ha commesso. Ora ha bisogno di Blakely Whittaker, la splendida e rigorosa contabile la cui testimonianza lo ha mandato in prigione, per riabilitare il proprio nome. Il confine tra essere nemici giurati e amanti appassionati è pericolosamente sottile... E forse attraversarlo costerà a Gray la giustizia che cerca.

LinguaItaliano
Data di uscita14 gen 2022
ISBN9788830538122
Peccato originale

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    Anteprima del libro

    Peccato originale - Kira Sinclair

    1

    Le ultime due settimane erano state surreali, culminate in quel momento. Blakely Whittaker si trovava alla sua nuova scrivania, a fissare lo schermo che aspettava che lei scrivesse qualcosa.

    Non aveva idea di cosa fare.

    Una scatola con i suoi effetti personali l'attendeva in macchina, parcheggiata al piano interrato. C'era un raccoglitore di documenti delle risorse umane che Becky le aveva dato dopo un veloce giro dell'edificio. Probabilmente Blakely avrebbe dovuto leggerli tutti.

    Eppure il suo corpo non si muoveva. Continuava a girare la testa tra la porta chiusa del suo ufficio e le enormi finestre alle spalle con vista sulla città.

    Molto diverso dal misero ufficetto che aveva chiamato casa negli ultimi anni.

    Anche le persone lì erano diverse. Tutti quelli che aveva incontrato, da Finn De Luca – l'uomo carismatico che le aveva offerto il lavoro – alla receptionist e ai colleghi delle risorse umane erano allegri. Un bel cambiamento rispetto alla gente triste e oppressa con cui aveva lavorato.

    Certo, era un bel passo in avanti. Ne aveva avuto disperatamente bisogno, oltre all'aumento che aveva ricevuto con quella nuova posizione come capo contabile per la Stone Surveillance.

    Ma qualcosa in tutto questo le sembrava strano.

    Ed era per questo che se ne stava ancora in piedi senza volersi sedere sulla poltrona molto costosa e senza dubbio altrettanto confortevole che la attendeva.

    Blakely sentiva nella testa le voci dei genitori che facevano a pugni tra loro. Sua madre era diffidente, pratica, cinica, la metteva in guardia sul fatto che se qualcosa sembrava troppo bello per essere vero allora molto probabilmente era così. Invece il padre, l'eterno ottimista, opportunista e propenso al crimine, le diceva che se qualcuno voleva darle il mondo era suo dovere prenderlo e scappare prima che si rendessero conto dello sbaglio commesso.

    Il che la lasciava sospesa a metà. Era il prodotto di entrambi e spesso paralizzata dall'indecisione.

    No, non era vero. La decisione era già stata presa. Era lì, nel suo nuovo ufficio, il che significava che poteva solo andare avanti. Si lasciò cadere sulla poltrona ed espirò.

    Era in vera pelle. Cavolo, l'ultima sedia che aveva avuto cigolava ogni volta che si alzava e la parte inferiore del cuscino era rattoppata con del nastro adesivo.

    Aprì il faldone e cominciò a leggere le informazioni sulla politica aziendale, i fondi pensionistici e i piani assicurativi. Era a metà quando si aprì la porta dell'ufficio.

    Si aspettava di vedere Becky che tornava per fornirle altre informazioni, o magari il collega del reparto informatico che le comunicava la password per accedere al computer.

    Invece non si trattava di loro.

    Sentì le farfalle allo stomaco e arrossì appena vide l'uomo sulla soglia, più imponente di un dio greco. Purtroppo, al di là di quello che pensava personalmente di lui, la sua reazione fisica nei confronti di Gray Lockwood era sempre stata la stessa. Una consapevolezza subitanea, sconvolgente, profonda.

    Quel giorno la risposta familiare e altrettanto indesiderata si mescolò a una bella dose di cosa cavolo?

    Perché l'ultima persona che si aspettava di vedere nel suo nuovo ufficio era l'uomo che aveva spedito in prigione otto anni prima.

    «Bastardo.»

    Gray Lockwood aveva ricevuto epiteti molto peggiori in vita sua, e probabilmente se lo meritava.

    Accidenti, se lo meritava oggi, anche se non per il motivo a cui pensava Blakely Whittaker. Di sicuro lei era convinta che fosse un bastardo per il passato, il che non era vero. Tuttavia era un bastardo per averla messa all'angolo oggi. Purtroppo per lei non si era resa conto di quanto fosse alle strette.

    Be', lo avrebbe capito a breve.

    «È così che si saluta il nuovo capo?»

    Incredulità, rabbia, risentimento e infine comprensione si fecero strada sul volto di Blakely.

    Gray voleva godere per ciò che le aveva appena sbattuto in faccia. Blakely era stata una parte integrante della rovina che gli era piovuta addosso.

    Però non avvertì alcuna soddisfazione.

    Maledizione.

    Era del tutto sbagliato. Soprattutto visto che non era ancora certo che Blakely avesse avuto una parte inconsapevole nell'inganno che l'aveva fatto finire in galera, o se fosse stata una complice consenziente nella frode.

    Otto anni prima Blakely lavorava alla Lockwood Industries. L'aveva vista un paio di volte nei corridoi. Alle riunioni. Era stato attratto da lei nello stesso modo distratto in cui allora aveva considerato le cose belle della sua vita.

    Era cambiato tutto il giorno in cui si era seduto di fronte a lei in un'aula di tribunale e l'aveva ascoltata deporre contro di lui. Aveva fornito all'accusa una prova schiacciante.

    E lui non era riuscito a dimostrare il contrario.

    All'epoca.

    Non poteva ancora dimostrarlo, tuttavia era determinato a trovare un modo per scagionarsi. Non importava che avesse già pagato per un crimine che non aveva mai commesso. Voleva riavere il suo buon nome e la vita che aveva un tempo.

    E Blakely l'avrebbe aiutato, anche se non sapeva che era per questo che era stata assunta da Anderson Stone come nuova impiegata della Stone Surveillance.

    Stone e Finn avevano chiesto a Gray perché stesse continuando con le indagini.

    Aveva scontato la pena per truffa ed era libero di vivere la sua vita. Aveva abbastanza soldi per fare tutto quello che voleva, o anche niente.

    Prima di essere condannato non gli era importato nulla dell'azienda di famiglia. Però gli faceva male da morire che i suoi lo avessero ripudiato. Il padre si rifiutava di parlargli. La madre fingeva di non aver mai avuto un figlio. Lui aveva imparato a conviverci, tuttavia...

    Allora non gli importava molto quello che la gente pensava di lui. Era indolente, indifferente, viziato, insomma un privilegiato. La prigione lo aveva cambiato. L'amicizia con Stone e Finn lo aveva cambiato. Adesso gli dava fastidio che la gente mormorasse alle sue spalle.

    Soprattutto perché non aveva fatto niente di male. Forse era stato un bastardo ma un bastardo che rispettava la legge.

    Blakely balzò in piedi da dietro la scrivania. «Io lavoro per Anderson Stone e Finn DeLuca.»

    «No, lavori per la Stone Surveillance. Stone e Finn sono due dei titolari. Fatalità vuole che io sia il terzo.»

    «Non me l'avevano detto.»

    «Perché gli ho detto io di non dirtelo.»

    Lei serrò le labbra in quel modo cocciuto che le aveva visto molte volte. Era minuta, bellissima e bionda, ma diventava una iena se lo voleva. Aveva visto di persona la sua determinazione. E non solo in tribunale quando lo aveva affondato.

    L'aveva vista durante le riunioni, entusiasta per le cose che riteneva importanti. Il modo in cui arrossiva e le brillavano gli occhi... Stupenda, attraente, interessante.

    D'altra parte era anche il tipo di donna che metteva quella stessa passione in tutto. E all'epoca Gray era troppo pigro per farsi coinvolgere.

    Tuttavia l'aveva apprezzata da lontano.

    Blakely prese la borsa e se la mise in spalla. «Perché mi avresti assunta? Mi odi.»

    Gray scosse la testa con un mezzo sorriso. «Odiare è una parola forte.»

    «Ti ho mandato in prigione. Odiare forse è la parola corretta.»

    «Non ci giurerei.» Perché per quanto volesse odiare la donna che gli stava di fronte non sembrava riuscirci.

    Oh, certo, Blakely era un bersaglio facile. Ed era ancora possibile – no, probabile – che fosse dentro fino al collo nel casino che lo aveva incastrato. Tuttavia senza di lei non avrebbe scoperto la verità. E non l'avrebbe aiutato se avesse pensato che la biasimava.

    «No? Che parola useresti allora?»

    Gray inclinò la testa e la osservò a lungo.

    «Lo ammetto, non sei la mia persona preferita. Ma non sono sicuro che ti meriti il mio odio più di quanto io meritassi di andare in prigione.»

    Blakely rise. Quel suono lo colpì, eppure quella reazione non era inaspettata.

    Lei si avviò verso la porta. Gray si spostò, impedendoglielo.

    Blakely si fermò di colpo, cercando di evitare di toccarlo. Gray si accorse di come sussultò. E di come strinse di più la borsa a sé.

    Donna intelligente.

    Gray aveva trascorso gli ultimi anni aspettando il suo momento. Per non parlare di quando si picchiava con gli altri detenuti in un ring nel seminterrato costruito da Stone e Finn. Gli serviva uno sfogo fisico.

    Quegli scontri gli avevano insegnato a misurare e osservare gli avversari. A cogliere i piccoli segnali che indicavano un pensiero prima che si tramutasse in azione.

    Anche se le intenzioni di Blakely erano molto chiare. Voleva uscire di lì e allontanarsi da lui.

    Peccato per lei.

    Avrebbero passato un sacco di tempo insieme nelle settimane successive.

    «Togliti di mezzo.»

    Lo sguardo di fuoco che gli rivolse lo eccitò. C'era qualcosa di intrigante in quella dimostrazione di spavalderia. Anche se non voleva affatto rimanerne impressionato.

    Gray le rivolse un sorriso beffardo. Le guardò il corpo. Era difficilissimo non notare quelle curve tentatrici. Il modo in cui la gonna si adattava alle natiche sode e la giacca le sottolineava la vita sottile.

    Una parte di lui voleva rifiutarsi di vedere cos'avrebbe fatto lei se l'avesse provocata. Gli avrebbe messo le mani addosso? Lui avrebbe provato emozione al contatto?

    Tuttavia non era intelligente giocare a quel gioco.

    Anziché insistere Gray si fece da parte.

    «Puoi andartene quando vuoi, Blakely.»

    Lo guardò in cagnesco.

    «Grazie...» mormorò, quasi stesse percependo un pericolo, però non fosse in grado di identificarlo con certezza.

    Le lasciò fare un passo prima di sganciare la bomba.

    «Anche se non hai un posto dove andare. Mi sono preso la libertà di informare i tuoi ex datori di lavoro di alcune dubbie attività che ho scoperto di recente.»

    «Quali attività dubbie? Non ho fatto niente del genere.»

    «Certo che no, però i fatti suggeriscono altro.»

    Blakely sussurrò: «Bastardo».

    «L'hai già detto. Non ci si sente molto bene quando qualcuno mente sul tuo conto, vero? Comunque non hai un altro lavoro. E sappiamo entrambi quanto è stato difficile trovarlo dopo essere stata licenziata dalla Lockwood

    Lei arrossì e gli occhi azzurri si infiammarono per la rabbia. Era bellissima quando andava su tutte le furie.

    «Cosa vuoi?» ringhiò. «È una vendetta?»

    Nel tentativo di non commettere qualcosa di stupido Gray incrociò le braccia. «No. Voglio che mi aiuti a provare la mia innocenza.»

    «Non posso.»

    «Perché non vuoi?»

    Blakely aveva un tono frustrato. «No. Perché non sei innocente.»

    «Forse ti sbagli, Blakely. Ci hai mai pensato?»

    «Certo» gridò, indignata. «Sai quante notti sono rimasta sveglia a chiedermelo? Però non mi sbaglio. I numeri e le prove non mentono. Ho visto con i miei occhi, hai sottratto milioni di dollari dai conti della Lockwood

    «Hai visto quello che qualcuno voleva farti vedere.» O quello che

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