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Faking it: Edizione italiana
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E-book217 pagine3 ore

Faking it: Edizione italiana

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Info su questo ebook

Lo scapolo incallito, Max Sterling, non ama salvare le damigelle in pericolo, ma quando l’attraente Hailey Ellison ha bisogno del suo aiuto, c’è solo una cosa che può fare. Buttarsi e fingere di essere il suo amorevole fidanzato. Se non fosse che non c’è nulla di falso nell’attrazione che prova per lei, o di quanto la desideri sotto di lui nel suo letto, mentre geme il suo nome. Ma quella che inizia come un fidanzamento divertente, civettuolo e temporaneo diventa con rapidità qualcosa di più serio che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato.
LinguaItaliano
Data di uscita4 ago 2023
ISBN9791220706445
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    Anteprima del libro

    Faking it - Erika Wilde

    1

    Quando Hailey Ellison attraversò la strada per raggiungere l’appuntamento delle undici e mezzo, stabilì che, essere belli in modo devastante come lo era Max Sterling, avrebbe dovuto essere contro ogni regola dell’universo. Il motivo? Perché non era giusto aspettarsi che una donna dovesse comportarsi in modo professionale in sua presenza quando tutto ciò che desiderava davvero era andare in estasi per la sua pura e semplice mascolinità.

    Si avvicinò all’uomo in questione, la cui attenzione era riservata al cellulare intento a digitare una e-mail o un messaggio, con un’espressione preoccupata a corrucciargli la fronte. Ma anche un cipiglio su quel bel viso non poteva sminuire la sensazione di farfalle che all’improvviso le presero il volo nello stomaco. E per fortuna… il fatto che in quel momento fosse distratto da altro, le diede l’opportunità di ammirarlo per qualche secondo in più.

    Non è un gran sacrificio, pensò con un sospiro sognante.

    Come broker di immobili di lusso di altissimo livello a Chicago, e suo agente da tre mesi, Max aveva sempre fatto la sua bella figura, vestendosi per stupire: abiti su misura, scarpe firmate e cravatte di seta. Non l’aveva mai visto in qualcosa di diverso dagli abiti formali, ma nonostante fosse impeccabile e sempre ben curato, i suoi capelli castano scuro erano perennemente in disordine, il che non faceva altro che aumentarne il fascino, insieme a quell’accenno di charme da ragazzaccio che trasudava. Le labbra erano carnose, sensuali e pronte a sorridere – a differenza di quel momento – e gli ipnotici occhi nocciola non smettevano mai di farla sciogliere e renderla impacciata.

    Per una donna comune e dall’aspetto ordinario come lei, il sexy e sofisticato Max Sterling era decisamente fuori portata e nient’altro che una piacevole fantasia a cui si abbandonava fin troppo spesso. Non le aveva mai fatto intendere di essere interessato a lei se non come cliente, non aveva mai flirtato apertamente e, ogni volta che erano insieme, era sempre la quintessenza del perfetto gentiluomo. Negli ultimi tre mesi, avevano stabilito un rapporto d’affari rilassato e piacevole, e non avevano mai oltrepassato linee inopportune, né a livello fisico né a quello verbale.

    D’altro canto, non c’era motivo per lui di comportarsi in modo diverso nei suoi riguardi, in special modo quando credeva che fosse fidanzata con qualcun altro, un’invenzione che perpetuava sia per motivi di lavoro che personali. Il giorno in cui si erano incontrati la prima volta nel suo ufficio alla Premier Realty, lui aveva notato il solitario di diamanti che portava all’anulare della mano sinistra. Si era affrettato a congratularsi con lei per le nozze imminenti e da allora l’aveva trattata sempre con rispetto.

    Era stata relegata nella friendzone, ed era un vero schifo perché Max Sterling era il primo uomo, dopo molto tempo, a farle rimpiangere d’indossare un anello al dito e le ragioni per cui lo portava. Ogni volta che si trovavano insieme, le faceva desiderare di essere più sicura di sé e di sentirsi meno inadeguata quando si trattava del suo corpo. Sotto i vestiti taglia quarantasei che indossava, c’era ancora quella ragazza grassoccia e insicura che era stata ridicolizzata per il suo peso per la maggior parte della vita. L’adolescente paffuta a cui era stato detto più volte di quante ne potesse contare che aveva un viso molto carino e capelli meravigliosi, ed era un vero peccato che fosse così grossa. Quella stessa ragazza che aveva donato la verginità al primo ragazzo con cui era uscita al college dopo aver perso più di trenta chili, solo per lasciargli porre fine alla loro breve relazione il giorno seguente, con un unico devastante messaggio: mi dispiace, ma non mi piacciono le ragazze grasse.

    Quell’episodio aveva messo a dura prova la sua sicurezza e, anche in quel momento, all’età di ventisei anni, quelle parole crudeli la perseguitavano ancora. Certo, da allora era uscita con altri uomini, ma quella paura e quella sfiducia le erano sempre rimaste addosso, costringendola a rivivere quell’umiliante episodio e a ricordare quanto fosse davvero imperfetta.

    Non fu necessario pagare un terapista per riuscire a capire che quei dubbi così radicati in profondità erano l’impulso che le aveva fatto sabotare ogni relazione, avuta fin dai tempi del college, prima che si evolvesse in qualcosa di più intimo. Era un puro meccanismo di autodifesa per proteggere il suo cuore e le sue emozioni, e sei mesi prima, dopo aver rotto con l’uomo con cui usciva perché voleva qualcosa di più dal punto di vista sessuale, aveva deciso che, per il momento, era meglio se manteneva l’attenzione sul portare la sua attività a un livello successivo, perché gli uomini e le sue insicurezze rendevano solo il tutto ancora più complicato.

    Non si era mai innamorata e, sì, era dolorosamente consapevole di quale contraddizione fosse, considerando che si guadagnava da vivere come organizzatrice professionista di incontri. La sua agenzia matrimoniale per persone ricche e benestanti era una delle migliori di Chicago e aveva una reputazione stellare. Poteva non aver trovato l’amore per se stessa, ma era dannatamente brava ad abbinare gli altri. Il suo tasso di successo era quasi del novanta per cento, e quella credibilità insieme al passaparola, avevano fatto esplodere la sua attività, l’Agenzia Ellison.

    Ecco perché era alla ricerca dell’immobile giusto da acquistare in modo da potersi espandere oltre l’angusto spazio che aveva utilizzato negli ultimi quattro anni come ufficio. Max le aveva mostrato almeno una dozzina di posti nei precedenti tre mesi, ma fino a quel momento non aveva ancora trovato quello giusto, e si rifiutava di accontentarsi di qualcosa di meno dell’immobile da sogno che aveva immaginato.

    Sì, era incredibilmente specifica e particolare, e dopo gli edifici che Max le aveva proposto e lei aveva rifiutato, continuava ad aspettarsi che lui si arrendesse per pura frustrazione. Che la liquidasse come difficile ed esigente, e decidesse di liberarsi di lei come cliente prima che gli facesse perdere altro tempo. Era una trama familiare quando si trattava di uomini in generale, e quella parte cauta della sua psiche immaginava che quella situazione con Max non sarebbe stata molto diversa, era solo questione di tempo prima che lui si arrendesse.

    Eppure… era paziente e tenace nella ricerca di quel fantomatico pezzo di proprietà che lei gli aveva descritto. Nonostante gli innumerevoli posti che le aveva mostrato, non si era mai sentita sotto pressione per l’acquisto, tantomeno l’aveva fatta sentire come una rompipalle. Sembrava importargli davvero ciò che desiderava e di cui aveva bisogno, e si domandò se fosse altrettanto indulgente e determinato in camera da letto quando si trattava del piacere di una donna…

    Proprio mentre quel pensiero sconcio le attraversava la mente un minuscolo e inaspettato gemito di desiderio le solleticò il fondo della gola, un suono che, ovviamente, avvertì Max del fatto che non fosse più solo, facendogli distogliere l’attenzione dal telefono e alzare lo sguardo. Lei si trovava più o meno a dieci passi di distanza, e non appena lui la vide, quel cipiglio irritato che gli aveva aggrottato le sopracciglia fino a pochi istanti prima si attenuò, e uno di quei sorrisi sexy, che fanno stringere le cosce a una donna, gli incurvò le labbra.

    Come previsto, la frequenza cardiaca aumentò e le gambe si trasformarono in gelatina.

    Lo sguardo esplicito di Max incontrò il suo, i caldi occhi nocciola erano più verdi che castani quel giorno. Ma a prescindere dal colore, quando erano puntati in modo tanto intenso su di lei, così caldi e affascinanti, doveva ricordarsi di respirare.

    Inspirando profondamente, represse l’attrazione che provava nei suoi confronti per evitare di fare o dire qualcosa di stupido e, quando alla fine gli fu accanto, ricambiò il sorriso.

    «Ciao, Max.» Se non altro era riuscita a sembrare composta e professionale.

    Ora che erano più in confidenza, non si stringevano più la mano, cosa che segretamente le mancava. Era l’unica scusa valida che aveva avuto per toccarlo, per sentire quelle lunghe dita scivolarle lungo il palmo in modo sensuale prima di avvolgerle la mano nel calore della sua. Aveva delle belle mani, grandi e forti e… aveva davvero bisogno di tenere a bada i suoi pensieri dal comportamento inappropriato.

    «Ciao, Hailey. So che ti ho avvisata all’ultimo minuto, ma sono contento che tu ce l’abbia fatta a venire,» disse con voce dolce e seducente in modo naturale che le fece irrigidire e sfregare la punta dei seni contro la fodera di pizzo del reggiseno.

    Stupidi capezzoli traditori. Non le serviva abbassare lo sguardo per sapere che si stavano facendo notare contro la camicetta, come una coppia di sgualdrine che cerca di attirare l’attenzione di Max. Era grata che lui non fosse quel genere di ragazzo che avrebbe guardato di proposito e sorriso. No, il signor Sterling sfoggiava maniere impeccabili quando era con lei. Al diavolo, probabilmente non si era nemmeno accorto che aveva un seno, o più verosimile, semplicemente non gli importava perché non era il suo tipo. Meglio così dato che era fidanzata, ricordò a se stessa.

    «Sembravi entusiasta di questo immobile,» replicò, alzando lo sguardo verso la facciata dell’edificio dall’aspetto contemporaneo davanti al quale si trovavano: una struttura a tre piani in acciaio e vetro nell’elegante Logan Square. Si trovava a venti minuti di macchina dal centro di Chicago, che significava avere più possibilità di far crescere la sua attività al di fuori dei confini della città.

    «Un mio amico intende mettere in vendita questo edificio e ho pensato subito a te.» Gli occhi verde scuro brillavano di un entusiasmo contagioso. «In effetti, sono così dannatamente certo che si avvicinerà a spuntare ogni casella sulla tua lista dei desideri che non ho nemmeno pubblicato l’inserzione perché volevo assicurarmi che tu fossi la prima a darci un’occhiata.»

    Sì, avevo una lista dei desideri. Se sei intenzionata a spendere una cifra a sei zeri per la sede dei tuoi affari, allora deve soddisfare ogni tua singola esigenza e anche di più. «Non l’ha visto nessun altro?»

    Lui scosse la testa. «No. Fidati, Hailey, questa proprietà ha il tuo nome scritto dappertutto, e non avrei permesso a nessun altro di avvicinarsi all’edificio finché non l’avessi visto prima tu.»

    Rise, anche se apprezzava quanto fosse diligente nel trovarle un posto che soddisfacesse le sue aspettative. «Io credo che tu stia sperando che colga l’occasione al volo in modo da non dover avere a che fare con la cliente più esigente e rompiscatole di tutta Chicago per altri tre mesi.»

    «Neanche per sogno,» replicò, con una nota divertita a colorare il tono di voce sempre allegro. «Sei tutt’altro che difficile. Sai cosa vuoi, e si dà il caso che a me piacciano le donne decise. Si trattava solo di essere pazienti e di aspettare che arrivasse sul mercato l’immobile giusto. Ho la netta sensazione che oggi sia il tuo giorno fortunato.»

    Max era davvero sicuro di sé, e lei inclinò la testa di lato facendo ricadere i lunghi capelli biondi ondulati sulla spalla destra. «Lo pensi davvero, eh?»

    «Ne sono certo,» dichiarò, facendole l’occhiolino.

    Ok, non era stato un occhiolino allusivo, ma non impedì al suo cuore di perdere un battito e a quelle farfalle di vorticarle di nuovo nello stomaco.

    Il telefono di Max emise un segnale e lui guardò il display illuminato, ciò che vide gli fece riapparire quel cipiglio turbato.

    «Tutto bene?» gli domandò. «Non mi dispiace aspettare se hai qualcosa di cui devi occuparti.»

    Scosse la testa e la guardò con un sorriso che non cancellò del tutto il lieve solco tra le sopracciglia. «Scusa. Non è niente di importante. Andiamo dentro, così puoi dare un’occhiata al posto.»

    Max infilò il cellulare nel taschino interno della giacca, in modo da garantirle tutta la sua attenzione, e camminarono fianco a fianco fino alla porta a vetri che conduceva al piano terra dell’edificio. Fece scattare la serratura e tenne la porta aperta per lei, Hailey gli scivolò accanto, cogliendo la fragranza suadente della sua acqua di colonia che non mancava mai di risvegliarle tutti i sensi. Era calda e sensuale ma leggera, come seta nera avvolta in una seducente mascolinità. Il suo odore era come un’intensa folata di feromoni, e servì un notevole autocontrollo da parte sua per non strofinarsi contro di lui come una gattina che si rotola nell’erba gatta e seppellirgli il viso contro il collo per inalare profondamente quell’essenza maschile.

    La porta si chiuse alle loro spalle e Max premette un interruttore sulla parete vicina che accese le luci fissate alle travi d’acciaio sopra di loro. Si trovavano nell’atrio, che si apriva su una spaziosa reception che avrebbe potuto ospitare comodamente due divani, tavolini e qualche sedia. Le pareti erano di una tenue tonalità di grigio abbinate a un pavimento a listoni in ardesia che conferiva all’ambiente un’atmosfera moderna.

    A prima vista, le piaceva davvero ciò che vedeva, ma era consapevole che poteva cambiare idea man mano che il resto dell’edificio veniva svelato. Non sarebbe stata la prima volta che un immobile iniziava con una promessa e finiva per essere una delusione, perciò tenne per sé la sua prima impressione.

    «Allora, questo piano è praticamente allestito e pronto per l’uso commerciale,» la informò Max mentre le faceva strada lungo un ampio corridoio, attirando la sua attenzione con un gesto della mano su una delle porte aperte. «Ci sono tre stanze separate con postazioni di lavoro integrate e scaffalature, il che le rende perfette da adibire a singoli uffici, a sala riunioni o a qualsiasi altra cosa ti possa servire.»

    Sbirciò all’interno di una delle stanze, impressionata da quanto fossero grandi e apprezzando soprattutto la distesa di finestre lungo la parete laterale che permetteva alla luce naturale di filtrare all’interno dell’edificio. Aveva bisogno di due soli uffici. Uno per sé e uno per Brielle, la sua migliore amica nonché braccio destro dell’Agenzia Ellison, ma le piaceva l’idea di avere una stanza in più per gli incontri con i clienti.

    Raggiunsero la fine del corridoio e Max indicò qualcosa alla sua destra. «C’è un ascensore che arriva in tutti e tre i piani, ma hai bisogno di una chiave per arrivare al terzo piano, che è un appartamento con due camere da letto e due bagni.»

    Hailey si fermò all’improvviso accanto a lui e rimase senza fiato per lo shock. «Hai appena detto appartamento?» Una delle voci sulla sua lista dei desideri era che ci fosse una residenza annessa, cosa inesistente negli immobili visti fino a quel momento. In pratica, aveva perso la speranza di trovare un edificio con quella particolare caratteristica.

    Un sorrisetto sexy curvò le labbra di Max e gli brillarono gli occhi di piacevole diletto. «Ahhh, te ne sei accorta, vero?»

    Sembrava molto soddisfatto di sé, e lei era stordita dalla possibilità che quel posto potesse essere quello giusto, proprio come Max le aveva promesso.

    Lui inclinò la testa, quei meravigliosi lineamenti la folgorarono del tutto. «Andiamo. Non ho ancora finito di stupirti.»

    Invece di prendere l’ascensore, salirono le scale a vista fino a raggiungere il secondo piano, e Hailey trattenne il fiato mentre valutava l’open-space di fronte a lei, che era più che perfetto per i ricevimenti e le feste che organizzava per i suoi clienti. Gli ornamenti e gli infissi cromati contro le pareti grigie creavano un’atmosfera sofisticata ma elegante di cui s’innamorò all’istante.

    La zona soggiorno, con salotti e poltroncine, era enorme, con molto spazio per socializzare, nonché luoghi per conversazioni private tra coppie. Un bar ben fornito per servire cocktail occupava un’intera parete, e camminando verso il retro della stanza, Max le mostrò la piccola cucina per i catering che avrebbe ingaggiato.

    Senza parole e a bocca aperta, lasciò che le facesse strada verso l’ascensore e, una volta entrati, inserì la chiave in modo che potessero salire al terzo piano. Le porte si aprirono direttamente all’interno di un appartamento più grande e lussuoso di quello in cui viveva attualmente, e quando Max ebbe finito di mostrarle l’intero piano, era su di giri e sprizzava gioia da tutti i pori.

    C’era soltanto una cosa che le impediva di esprimere la sua euforia e gridare "Lo prendo!", ed era il prezzo. Un posto pronto per il trasloco come quello non poteva essere economico, ma era esattamente ciò di cui aveva bisogno per portare l’Agenzia Ellison al livello successivo.

    Una volta tornati nel soggiorno dell’appartamento, si girò per affrontare Max, che la osservava con impazienza, chiaramente in attesa della sua reazione e, com’era ovvio, si aspettava una reazione esuberante. Concentrarsi a fissarlo era tutto ciò che poteva fare per evitare di mettersi a saltellare sulle punte dei piedi. Non avrebbe mai ceduto all’eccitazione prematura fino a quando non avesse ricevuto tutti i dettagli e potuto prendere una decisione in modo consapevole.

    Si mosse ansiosa sui piedi.

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