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Strategie d'amore (eLit): eLit
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E-book149 pagine2 ore

Strategie d'amore (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Fortune's Children: The Brides 6
Chloe Fortune ha appena iniziato a lavorare nell'ufficio marketing dell'azienda di famiglia, la Fortune Cosmetics, e ha bisogno di un partner. Infatti, il padre vuole vederla sistemata al più presto. Quale miglior candidato del bellissimo Mase?
Mase Chandler è un tipo da cui una donna dovrebbe stare alla larga! Non solo ha un fascino irresistibile, ma ha anche una doppia vita: proprietario di un'azienda e agente segreto in incognito. E ora che si è innamorato di Chloe si trova in seri guai!
LinguaItaliano
Data di uscita2 mar 2020
ISBN9788830511033
Strategie d'amore (eLit): eLit
Autore

Merline Lovelace

Ex ufficiale dell'aeronautica militare statunitense, ha scritto più di sessanta romanzi di generi diversi, tutti molto apprezzati sia dal-le lettrici sia dalla critica.

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    Anteprima del libro

    Strategie d'amore (eLit) - Merline Lovelace

    successivo.

    1

    «Attenda, signorina Fortune. Avviso subito il signor Chandler.»

    «Non occorre, Amy.» Chloe lanciò un sorriso alla segretaria che usciva in quel momento dalla copisteria con una pila di fotocopie. «L'ho chiamato prima, per dirgli che passavo.»

    «Ma ora è impegnato...»

    Senza lasciarla finire, Chloe fece un cenno noncurante con una mano e attraversò spedita la saletta elegantemente arredata, sapendo di poter entrare nell'ufficio del suo fidanzato senza farsi annunciare.

    Una vista spettacolare del profilo di Minneapolis, inondata dal sole di quella giornata di fine settembre, riempiva l'ampia parete a vetri alla sua destra; tuttavia Chloe non si lasciò distrarre: ci aveva impiegato tutta la mattina a trovare il coraggio di recarsi lì. Doveva farlo subito.

    E niente ripensamenti. Stavolta non si sarebbe tirata indietro.

    Avrebbe aspettato che Mason liquidasse il suo visitatore, dopodiché avrebbe sgombrato la scrivania e avrebbe fatto l'amore con lui sull'ampia superficie di mogano. O gli avrebbe restituito il brillante di quattro carati che Mason le aveva infilato all'anulare sinistro il gennaio precedente.

    Con la mano stretta intorno alla maniglia della porta, si arrestò un istante a ripensare a quel fidanzamento. Da non credere: erano insieme da quasi nove mesi, e in tutto quel tempo si erano scambiati solo qualche casto bacio.

    D'accordo, anche questo faceva parte dei patti quando si era fatta avanti con Mase; l'idea di quel fidanzamento fasullo era stata sua. All'epoca le era sembrata la soluzione migliore al suo dilemma.

    Era appena rientrata a Minneapolis dopo aver trascorso due anni a Parigi, portandosi a casa una laurea in Storia dell'Arte, un cuore ammaccato e un orgoglio profondamente ferito. Tutta opera di André Couvier, astro nascente del tennis internazionale che, come Chloe aveva scoperto in seguito, le aveva fatto una corte serratissima soprattutto perché lo allettava la prospettiva di allungare le mani sui milioni di suo padre. Perciò al suo ritorno a casa Chloe non aveva avuto nessunissima fretta di cercarsi un altro accompagnatore.

    Il problema era stato convincere suo padre che non le interessava far vita di società; le sarebbe piaciuto, piuttosto, mettere a frutto la laurea cercandosi un impiego. Emmet Fortune invece le aveva fatto mille pressioni, esortandola a ridurre gli orari massacranti cui si sottoponeva alla Fortune, a uscire di più con gli amici, a godersi la vita come tutti i giovani della sua età.

    Non potendone più, Chloe aveva chiesto aiuto a Mase.

    Gli aveva proposto uno scambio di favori. Avrebbero finto di essere fidanzati, in modo che Emmet si mettesse l'animo in pace; in cambio lei avrebbe seguito la campagna pubblicitaria dell'ultimo prototipo di motore per jet progettato dalla Chandler Industries. Una proposta che capitava a fagiolo per Mase, che aveva dovuto licenziare il suo direttore commerciale dopo aver scoperto che sottraeva fondi alla società: superata la sorpresa iniziale di fronte a quella proposta così insolita, aveva accettato di buon grado.

    Chloe era sicura che la cosa sarebbe risultata vantaggiosa per entrambi. Era una vita che conosceva Mase; era da sempre amico di suo fratello Mac, e le aveva fatto da scorta a qualche festa. Ma a differenza di suo padre e di suo fratello maggiore, Mase non sottovalutava le sue ambizioni. E non la trattava con condiscendenza. Comprendeva il suo bisogno di dimostrare di valere qualcosa e di essere in grado di sobbarcarsi anche grosse responsabilità. Infatti Chloe aveva gestito egregiamente la campagna pubblicitaria di Mase, portandola a buon fine. E lui continuava a fingere di essere il suo fidanzato.

    La messinscena aveva funzionato a meraviglia all'inizio. Suo padre era stato contentissimo di saperla fidanzata con un uomo che ammirava e rispettava; non avrebbe potuto desiderare un genero migliore. Anche come fidanzato, Chloe lo riteneva perfetto: accomodante, tranquillo, senza pretese. Di buona compagnia. Quando non era fuori, per uno dei numerosi viaggi di affari che lo costringevano ad allontanarsi da Minneapolis anche per lunghi periodi, andavano insieme a cena, al cinema o a teatro.

    Chloe non avrebbe saputo dire quando, o perché, le cose erano cambiate. Certo non si era aspettata che Mase le donasse quel prezioso anello la sera in cui l'aveva presentata come la sua fidanzata ai genitori. Né aveva pensato di cedere alle insistenze di suo padre, che voleva a tutti costi farle fissare una data per il matrimonio.

    Era successo e basta.

    E, da un giorno all'altro, Chloe si era ritrovata a parlare di abiti bianchi, di menu e di addobbi floreali con Mollie Shaw McGuire, la giovane consulente esperta nell'organizzazione di matrimoni entrata di recente nelle grazie dei Fortune.

    Ma la cosa più imprevedibile era che la finta sposa si fosse perdutamente innamorata del finto sposo.

    Era una cosa che ancora non si spiegava, ma un bel giorno Chloe si era svegliata e si era resa conto di non voler più fingere: di voler davvero sposare il suo fidanzato. Mase le mancava da morire quando non c'era. Si era accorta che la mano con cui lui le sfiorava la schiena, quando la invitava ad accomodarsi a tavola, le bruciava la pelle anche attraverso i vestiti. Che moriva dalla voglia di sfilargli quella severa giacca scura, di allentargli la cravatta e di sbottonargli la camicia per tempestargli il torace nudo di baci infuocati.

    Ebbene lo avrebbe fatto. Quel giorno. Subito.

    Era il momento di agire.

    Tra l'altro, non potevano continuare a fingere all'infinito. Mollie aveva già approntato il modello degli inviti da inviare in tipografia; suo padre diceva di voler contattare l'università che aveva frequentato da giovane, per iscriverci i nipotini. A quel punto, c'era poco da fare: o rompevano il fidanzamento o convinceva Mase a recitare la parte fino in fondo, e a fare l'amore con lei.

    Non doveva nemmeno recitare, tutto sommato. Mase s'imponeva un ferreo autocontrollo, ma Chloe avvertiva in lui un desiderio a stento tenuto a freno. Più volte aveva provato a stuzzicarlo, per fargli capire che ci sarebbe stata E lui niente. Perciò niente più allusioni, sarebbe passata direttamente all'azione. Mase non avrebbe potuto fingere di non capire.

    Trasse un lungo respiro e girò la maniglia. La porta si aprì senza fare il minimo rumore. Chloe aveva fatto un solo passo quando si bloccò nell'udire una voce femminile.

    «E via, Mase, non fare così. Sono anni che stiamo insieme, e finora ti è sempre piaciuto. Non vorrai mollare tutto solo perché ora sei fidanzato.»

    L'intonazione intima di quella voce la paralizzò. Quella e la vista di una avvenente bruna, che se ne stava placidamente appollaiata tra le gambe del suo fidanzato.

    Mase era appoggiato sul bordo della scrivania. Sotto i folti capelli neri pettinati all'indietro, il viso sfoggiava un sorriso che le trafisse il cuore. Teneva le mani allacciate intorno alla vita della ragazza, che stava giocherellando con la sua cravatta. La stessa cravatta che lei aveva pensato di allentargli solo qualche secondo prima!

    Serrò i pugni sentendosi trapassare da una fitta cocente mentre Mase rispondeva: «No, non è perché sono fidanzato. Ti ho già spiegato le mie ragioni».

    «Ragioni che non reggeranno per molto, a confronto con quello che posso darti io» continuò la ragazza, come facendo le fusa. «Non possiamo più farne a meno, Mase. È più forte di me e di te. Certe cose ti entrano nel sangue. Insieme poi formiamo una coppia imbattibile.»

    Il sorriso di lui si tramutò in una smorfia amara. «Ne parli come se fosse un gioco; ma non è così, Pam. Abbiamo rischiato grosso in più di una occasione.»

    «Ma questo rende tutto più eccitante, ammettilo. E tu non vuoi davvero mollare, Mase. Inoltre, non voglio rinunciare a te. Sei l'unico che, come me, non si tira indietro davanti a niente, ed è pronto a spingersi oltre ogni limite.»

    Chloe rischiò di strozzarsi con la sua saliva. Ecco perché Mase non l'aveva mai presa sul serio quando aveva tentato di farsi avanti. Solo un idiota avrebbe desiderato legarsi a una sprovveduta ingenuotta come Chloe Fortune, che era volata fino a Parigi per perdere la verginità alla veneranda età di ventiquattro anni, quando poteva spingersi oltre ogni limite con quella ragazza priva d'inibizioni.

    Un senso di avvilimento, ma anche una collera che non aveva il diritto di provare, l'assalirono. Dovette fare qualche movimento, perché l'altra ragazza guardò verso di lei, al di là delle spalle di Mason. I suoi occhi scuri la fissarono e si riempirono di una espressione divertita, ma anche di trionfo, nel riconoscerla. Il messaggio che le comunicarono fu chiarissimo, inequivocabile.

    Ti avrà anche infilato un anello al dito, cocca, ma Mason è mio. Ora lo sai.

    Chloe si affondò le unghie nei palmi delle mani e alzò il viso, fiera, nell'attimo stesso in cui Mason si girò e la vide.

    Qualsiasi altro uomo al suo posto avrebbe balbettato qualcosa in preda all'imbarazzo, vedendosi scoperto in una situazione così compromettente. Non Mase. Era sempre controllatissimo lui. Sempre padrone di se stesso. «Chloe, non sapevo che fossi qui.»

    «Mi sembra evidente.»

    Lui scostò su un lato la ragazza e si raddrizzò. «Prego, accomodati.» Si vide costretto a presentare le due donne. «Questa è Pam Hawkins, una mia socia in affari.» Non accennò ad arrossire. Non batté ciglio.

    Chloe non poté non ammirare l'aplomb con cui stava affrontando la situazione; dal canto suo però si sentì pervadere da una collera incandescente. Si ricordò che non aveva il diritto di essere gelosa: Mase non era tenuto a esserle fedele. Aveva accettato di fingere di essere il suo fidanzato, ma in realtà era solo un amico.

    Questa constatazione la avvilì ulteriormente. «Scusate il disturbo.»

    «Nessun disturbo.» Lui la raggiunse e la invitò ad avanzare nell'ufficio. «Avevamo finito.» Le posò una mano sulla schiena con un gesto che ormai eseguiva con naturalezza; ma stavolta Chloe si staccò, brusca.

    «Strano, da quanto ho sentito, mi era sembrato di capire che aveste appena cominciato.» Le diede una certa soddisfazione vederlo arrossire dal colletto in su. «Ci sentiamo più tardi, allora. Visto che hai tanto da fare.» Rivolse un breve cenno di saluto alla ragazza e si girò sui tacchi, uscendo con passo regale dall'ufficio.

    Mase la raggiunse all'ascensore e dovette accorgersi che aveva gli occhi lucidi. «Mi spiace per poco fa, ma non è come sembra.»

    Chloe fu sul punto di dirgli che qualsiasi uomo scoperto a tradire la moglie, o la fidanzata, avrebbe usato la stessa frase trita e ritrita, ma si frenò appena in tempo. Lei non era la sua fidanzata. «Non devi spiegarmi niente, Mase. Non più. Non hai mai dovuto rendermi conto di quello che fai.» Pigiò il pulsante con insistenza. Perché quel dannato ascensore ci metteva tanto? «Be', se proprio vuoi saperlo, ero venuta a dirti che puoi considerarti un uomo libero.»

    «Che cosa?»

    Si girò

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