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Un'imbarazzante scoperta: Harmony Collezione
Un'imbarazzante scoperta: Harmony Collezione
Un'imbarazzante scoperta: Harmony Collezione
E-book150 pagine2 ore

Un'imbarazzante scoperta: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Il ricco e affascinante Philip Caprice non può più negare l'attrazione che prova nei confronti della dolce Lisi, giovane segretaria di un'agenzia immobiliare. Dopo un'unica e indimenticabile notte di passione Philip, oppresso dai sensi di colpa, le rivela di essere sposato e decide di lasciare la città. Trascorsi quattro anni Lisi è costretta ad affrontare l'uomo che ha stravolto la sua vita, consapevole che il desiderio che provano l'uno per l'altra non si è mai spento, ma a Lisi non basterà un bacio per dimenticare il passato.

LinguaItaliano
Data di uscita9 mag 2014
ISBN9788858922132
Un'imbarazzante scoperta: Harmony Collezione
Autore

Sharon Kendrick

Autrice inglese, ama le giornate simili ai romanzi che scrive, cioè ricche di colpi di scena.

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    Anteprima del libro

    Un'imbarazzante scoperta - Sharon Kendrick

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Mistress’s Child

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2001 Sharon Kendrick

    Traduzione di Alessandra Gucciardo

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2002 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5892-213-2

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Lui entrò nell’ufficio, e tutti i sogni e gli incubi di Lisi all’improvviso si fecero realtà.

    Sentì una vertigine violenta. Ma forse era causata solo dal batticuore per la presenza di quell’uomo.

    Fino a quel momento, era stata una giornata assolutamente perfetta: l’ultimo pomeriggio di lavoro prima delle vacanze di Natale.

    Lisi non aveva fatto altro che pensare ai preparativi per la festa per il compleanno di Tim, il giorno seguente. Come tutti, si era chiesta ripetutamente se il giorno di Natale avrebbe nevicato.

    Fissò i lineamenti freddi e autoritari di lui, e le sue dita, che fino a poco prima avevano volato sulla tastiera, si bloccarono di colpo. Più o meno, lo stesso accadde a ogni altra parte del suo corpo. Si guardarono per un lungo istante, mentre lei si chiedeva che cosa avrebbe potuto dirgli. Visto soprattutto che non riusciva ad articolare alcun suono.

    Lui era bellissimo come sempre, ma ora sembrava più forte e più scattante, e la sua muscolatura pareva risaltare anche a dispetto del pesante cappotto.

    Se avesse agito d’impulso, sarebbe scattata in piedi e gli avrebbe chiesto che diavolo ci facesse, lì.

    Ci voleva una gran faccia di bronzo a farsi vedere ancora in giro!

    Ma aveva troppo da perdere affrontandolo a quel modo, quindi decise che non poteva permettersi di seguire il proprio istinto.

    «Ciao, Philip» disse infine, meravigliandosi del tono fermo della sua stessa voce.

    Lui... Lui avrebbe dovuto aspettarselo. Tuttavia, non credeva che Lisi gli avrebbe ancora fatto un simile effetto, dopo tanto tempo. Il suono di quella voce bassa e calda annullò tutte le sue difese. E il ricordo del loro unico incontro si fece vivo all’improvviso.

    Si sentì rinascere in un istante. Mesi, che si erano trascinati fino a divenire anni, vissuti in un deserto di emozioni e di sentimenti, svanirono al suono della voce di lei, che pronunciava il suo nome. La bocca di lui, dalle labbra carnose, spesso increspate da un sorriso, era ridotta a una linea sottile.

    «Per un momento ho pensato che tu non ti ricordassi di me, Lisi» la canzonò a bassa voce.

    Lei si chiese come avrebbe potuto dimenticarlo, quando aveva ogni giorno davanti agli occhi il ricordo vivente del loro incontro.

    Mantenne uno sguardo impassibile, ma tentava avidamente di cogliere tutti i particolari del viso di lui, bello e arrogante. Cercò di scovare una somiglianza tra quei lineamenti e il faccino paffuto di suo figlio e, con sollievo, si accorse che nulla li accomunava. Il colorito di Philip era assai diverso dall’estremo pallore della carnagione di Tim, e gli occhi verdi dell’uomo non somigliavano affatto a quelli del bambino, di un azzurro ceruleo.

    Superato il primo momento di sconcerto, Lisi cominciò a chiedersi la ragione di quella visita inaspettata. Forse lui aveva scoperto il suo segreto. Sarebbe stata una minaccia intollerabile per la sua serenità, tuttavia lei si sforzò di mantenere la calma. Non era assolutamente possibile che Philip fosse a conoscenza del suo segreto, perché lei non si era confidata con nessuno al mondo.

    «Certo che mi ricordo di te! Non dimentico mai...»

    «Gli uomini con cui sei stata a letto?» concluse lui, con deliberata crudeltà.

    Lisi arrossì, ma non diede altri segni di disagio. Non era certo lei che doveva sentirsi in colpa.

    Si trattenne dal rammentargli che c’erano rimasti pochissimo, a letto, quell’unica volta. Lui non aveva voluto, e di certo aveva avuto le sue buone ragioni. Lei sussultò al ricordo della propria ingenuità.

    «Intendevo che non dimentico mai un cliente...» precisò, ma si pentì subito delle proprie parole, che suonavano ancora più ambigue. Tuttavia, continuò imperterrita. «Almeno... i clienti che hanno concluso con la nostra agenzia tanti buoni affari quanti ne ha conclusi lei, signor Caprice. Abbiamo venduto molte case, grazie alla sua intermediazione.»

    Lisi ricordava anche il cognome, dunque. Philip non sapeva se esserne lusingato, sicuramente ne fu sorpreso.

    Aveva sempre creduto di essere semplicemente l’ultimo arrivato di una lunga fila di uomini che lei era riuscita a portarsi a letto. Una donna con un aspetto come il suo non avrebbe dovuto avere alcuna difficoltà, in quel senso. Chissà se si ricordava i nomi di tutti.

    Lui la osservò a lungo, quasi con insolenza, come se volesse farle pagare quel ricordo inopportuno che gli causava ancora sensi di colpa, dopo quasi quattro anni.

    Aveva fatto di tutto per dimenticarla, però non c’era mai riuscito.

    Ormai Lisi Vaughan gli era entrata nel sangue, da troppo tempo la sua immagine lo perseguitava.

    Il tempo non l’aveva cambiata, o, almeno, non aveva cambiato il viso, forse uno dei più belli che lui avesse mai visto. Lisi non si truccava, e aveva un aspetto semplice che contraddiceva la profonda sensualità che emanava da ogni suo gesto.

    Gli occhi, soprattutto, erano indimenticabili. Erano di un azzurro chiarissimo, freddo, incorniciati da ciglia lunghe e scure. I capelli erano castani, e contrastavano con la carnagione diafana. Sembrava una splendida strega.

    Philip corrugò impercettibilmente la fronte. Lisi mosse lievemente la testa all’indietro, come per sottrarsi al suo sguardo, e quel movimento mise in risalto per un attimo il colmo del seno. La vita era sottile come lui la ricordava, ma il petto gli sembrò più florido.

    Lisi sentì il cuore battere più forte e più irregolarmente. Avrebbe voluto che Philip non la guardasse tanto intensamente, risvegliando ricordi che avrebbe preferito invece dimenticare.

    Represse l’impulso di cacciarlo via e gli rispose con cortese buonumore. Sapeva, d’altronde, che sarebbe stato perfettamente inutile. Avrebbe deciso lui se e quando andarsene.

    «In che cosa posso esserle utile?» gli domandò, con tono professionale.

    Philip sorrise, non fidandosi della propria voce. Poi, dopo aver ripreso fiato, rispose: «Che domanda accuratamente formulata!».

    «Be’... grazie.»

    «Lo dici a tutti gli uomini?»

    «Per la maggior parte, sono abbastanza maturi da non vederci alcun doppio senso. Veniamo al dunque. Le interessa qualche proprietà immobiliare nella zona, signor Caprice?»

    L’atteggiamento freddo di Lisi ebbe su di lui un effetto completamente imprevisto. «Oh, smettiamola con questa storia del signor Caprice. Avanti, Lisi! Credo che possiamo fare a meno di queste formalità, non ti pare? Siamo abbastanza intimi da poter darci del tu.»

    «Eravamo intimi» lo corresse lei. «È passato molto tempo, ricordi?»

    Come avrebbe potuto dimenticare? Forse per questo era tornato, per riportare in vita quel passato lontano, per liberarsi una volta per tutte da quel ricordo. Era bastata una sola notte fra le sue braccia per creare un’ossessione.

    Si guardò intorno. Le decorazioni natalizie luccicavano nell’ufficio. In un angolo, c’era l’albero di Natale, ornato con palline rosse e minuscole lampadine bianche.

    Natale era quasi intollerabile, per lui. Era la prima volta che se ne rendeva conto, da quando era tornato dal Maraban. Laggiù non si festeggiava il Natale.

    Si rendeva conto solo adesso che il fatto di vivere per qualche tempo in Medio Oriente lo aveva in qualche modo protetto dai ricordi dolorosi. Il Natale, ora, riportava a galla tutto: i sensi di colpa, i rimorsi, i lutti. Per troppo tempo aveva vissuto come rinchiuso in un blocco di ghiaccio, e adesso, all’improvviso, quel ghiaccio si era sciolto, e le sensazioni cominciavano a fluire di nuovo dentro di lui. Lisi lo aveva di nuovo irretito nel suo incantesimo.

    Vide che lei non portava anelli, né il suo anulare sinistro recava il segno di una fede nuziale. Questo non significava necessariamente che non avesse un uomo. Philip avrebbe dovuto scoprirlo. Ma, si disse, se anche avesse avuto una relazione, lui non si sarebbe arreso.

    Sedette di fronte a Lisi, dall’altra parte della scrivania, e non gli sfuggì lo sguardo affascinato di lei. Era certo che lo desiderasse ancora.

    «Ammetto che sono sorpreso di trovarti qui» dichiarò.

    «Sai com’è, mi piace vendere case.»

    «Credo di sì.»

    Aveva sempre ammirato quel suo sesto senso, quell’intuito che le faceva proporre la casa giusta al cliente giusto. Per questo aveva intrattenuto rapporti di affari con quella piccola agenzia immobiliare, che gli aveva procurato abitazioni di lusso per un numero ristretto di clienti facoltosi. All’inizio, aveva sempre trattato con Jonathon, il proprietario, ma, dopo poco, Lisi aveva cominciato a sostituirlo. La bella Lisi, con il suo sorriso aperto e il suo atteggiamento cordiale!

    Una parte di lui aveva sperato di non trovarla. Aveva immaginato che lei ormai si fosse messa in proprio. Per questo era sorpreso di vederla nello stesso ufficio, seduta alla stessa scrivania. Sembrava quasi che il tempo si

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