Rettangoli

Di Edelweiss Ripoli

Anche Mauro c’era stato. Era stato l’ultimo.
E rimaneva il silenzio, del quale non poteva parlare. E neppure dell’unico piatto in tavola. Pacchetti di sigarette testimoni, rettangoli su rettangoli che scandivano la vita e l’insofferenza. Orgasmi artificiosi e domande insidiose. Sulla famiglia e gli uomini, la coppia, il matrimonio. Domande senza risposte. Risposte che avrebbero aiutato a costruire o almeno a capire.
L’incontro con Alice risulterà fondamentale, come un faro che illumina il buio e riporta alla vita.
Poi Giulia. E tutte le risposte. E allora la luce, il sole, l’azzurro. Il rettangolo del tavolo che alla fine accoglie e avvolge, nelle prime conversazioni.
Ecco. Avrebbe lasciato, Vania, la possibilità a Giulia di esserci, da un certo punto in poi? E lei, quanto avrebbe dovuto aspettarla?
Edelweiss Ripoli ripercorre in questo suo primo romanzo breve le tappe di molte per comprendere la propria profondità. La curiosità di Vania è un atteggiamento per niente straordinario e lei è determinata ad avere risposte a tutte le sue domande.

• Lingua: Italiano
• Editore: Officine Editoriali
• Data di uscita: 19 dic 2013
• ISBN: 9788898041268

Anteprima del libro

RETTANGOLI

Edelweiss Ripoli

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ISBN 978-88-98041-26-8

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Elaborazione foto di copertina: Dario Di Bartolo

Elaborazione grafica copertina: Officine Editoriali

Non troverai mai la verità

se non sei disposto ad accettare

 anche ciò che non ti aspetti.

Eraclito

Ad un coriandolo

Sommario

Lo spazio è poco ed in viaggio si va leggeri

Nessuna emozione è quella definitiva

Io sono le mie scelte

Attraversami il cuore

Ringraziamenti

Lo spazio è poco ed in viaggio si va leggeri

L’avrebbe fatto con la pubblicità successiva

Quando iniziò, spalancò gli occhi e gli si alzò dal fianco.

A passo svelto, aggiustandosi gli occhiali sul naso, si diresse in quel rettangolo di casa che aveva riservato alle sue sigarette.

Mauro era rimasto davanti alla tv, con un piede che fuoriusciva dal plaid.

La sigaretta si fumò da sola. L’aveva accesa per scaricare la tensione che invece si riversò sulle pellicine delle dita. Erano piene di sangue.

Di nuovo.

Vania era alla sua terza convivenza da quando era andata a vivere per fatti suoi. E aveva sempre avuto la convinzione che quando lo avesse fatto per davvero, qualcosa di importante le sarebbe successo.

Andò in bagno, lucidò i denti e, dopo poco, lui la raggiunse a letto.

Anche quella notte non ebbero alcun contatto.

Avrebbe voluto che il suo uomo la toccasse; avrebbe voluto conoscerlo di meno perché le tornasse la voglia di sfiorarlo.

Avrebbe voluto che quella notte lui avesse solo un corpo su cui muoversi.

Andare in analisi era la sua palestra. Più aumentava il valore dei pesi sul bilanciere, più Vania si sentiva salva da quello che era stata fino a prima che iniziasse. Dall’inadeguatezza che provava in ogni circostanza. Dai perbenismi. Salva dalle colpe. Libera dalle mancanze.

Il sovrappeso della morale che ad ogni allenamento stava perdendo, lo integrava con l’abbondanza della consapevolezza.

Nuovi stati d’animo come potenti integratori.

La sua realtà era la cosa che più la divertiva.

In casa gli eventi si ripetevano: ogni volta lo conosceva, cedeva e poi lo confinava al di là.

Se fosse stato uno sconosciuto si sarebbe fatta scopare tutta la notte.

Ma lì, accanto a lei, c’era solo Mauro.

Prima si chiamava Luca, e prima ancora Antonio.

Gente perbene, a detta di tutti. E con ognuno aveva provato a costruire. Come se fosse necessario piegare anche le mutande di lui per sentirsi completi.

Vania completa lo era, ma nell’intervallo tra un uomo e l’altro.

Luca non si accorgeva neppure che a volte lei rimaneva chiusa in bagno