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Il Napoli dalla A alla Z
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E-book433 pagine7 ore

Il Napoli dalla A alla Z

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Tutto quello che devi sapere sul mito azzurro

Il dizionario della passione: tutti i calciatori, gli allenatori, i dirigenti, i protagonisti e le comparse del mito azzurro

Raccontare il Napoli significa ripercorrere 90 anni di storia della città partenopea. Un’enciclopedia di un amore folle, quello per l’azzurro: il drappo indosso ai giocatori o il vessillo di presidenti e allenatori che hanno fatto epoca. In questo volume ci sono tutti i calciatori che hanno indossato almeno una volta la maglia del Napoli in partite ufficiali: numeri importanti, presenze, gol, eventuali trofei vinti; tutto quello che bisogna sapere di ogni singola “tessera” di un mosaico più grande. E in più fanno capolino anche i principali dirigenti e i tecnici che hanno lasciato un segno nella storia del Napoli. Accanto ad Ascarelli, Ferlaino, Lauro, De Laurentis, vi sono le bandiere storiche del club: Bruscolotti, Juliano, Hamsik e Maradona. Un almanacco da custodire gelosamente per chi vuole soddisfare ogni curiosità sulla propria squadra del cuore.
Giampaolo Materazzo
è nato a Napoli nel 1972. Vive e lavora nei Campi Flegrei, in una terra antica. Ha scritto per la Newton Compton 101 gol che hanno fatto grande il Napoli e, con Dario Sarnataro, 1001 storie e curiosità sul grande Napoli che dovresti conoscere, Il romanzo del grande Napoli, I campioni che hanno fatto grande il Napoli e Il Napoli dalla A alla Z. 
Dario Sarnataro
è nato a Napoli nel 1975. Voce dei programmi sportivi di Radio Marte, collabora con «Il Mattino» e segue professionalmente le vicende del Napoli calcio dal 1996.
LinguaItaliano
Data di uscita24 ott 2016
ISBN9788822701893
Il Napoli dalla A alla Z

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    Anteprima del libro

    Il Napoli dalla A alla Z - Giampaolo Materazzo

    461

    Prima edizione ebook: novembre 2016 © 2016 Newton Compton editori s.r.l. Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-227-0189-3

    www.newtoncompton.com

    Edizione elettronica realizzata da Pachi Guarini per Studio Ti s.r.l., Roma

    Dario Sarnataro Giampaolo Materazzo

    Il Napoli dalla A alla Z

    Tutto quello che devi sapere sul mito azzurro

    Newton Compton editori

    Introduzione

    Il Napoli dalla A alla Z, per noi che lo abbiamo scritto, è il dizionario della passione. L’enciclopedia di un amore folle, quello per l’azzurro: che sia stato il drappo indosso ai giocatori o che sia stato il vessillo di presidenti e allenatori che hanno fatto epoca. In questo volume ci sono tutti i calciatori che hanno indossato almeno una volta la maglia del Napoli in partite ufficiali. E in più fanno capolino anche i principali dirigenti e i tecnici che hanno lasciato un segno nella storia novantennale del Napoli. In ordine alfabetico, il libro descrive chi è entrato in campo anche per pochi secondi, in campionato o in una coppa, fino ad arrivare alle bandiere storiche del club, tra i quali vi sono Bruscolotti, Juliano, Hamšík e ovviamente Maradona. È un almanacco da custodire gelosamente per chi vuole soddisfare ogni curiosità sulla propria squadra del cuore.

    I numeri importanti, le presenze, i gol, gli eventuali trofei vinti; tutto quello che bisogna sapere di ogni singola tessera di un mosaico più grande. Da Abate a Zurlini, o se preferite, da Alemão a Zola. Dai calciatori che magari sono stati dimenticati, fino alle stelle di prima grandezza. Naturalmente, oltre ai numeri, ci sarà sempre qualche spunto narrativo, qualche chicca da dover raccontare, qualche giocata da voler ricordare. Il motivo dell’acquisto, le caratteristiche tecniche, le cifre e le gesta più importanti. Abbiamo voluto, tuttavia, caratterizzare queste schede – di prezioso valore statistico di per sé – anche con aneddoti sconosciuti e con il contesto nel quale i calciatori hanno giocato o sono stati acquistati dal Napoli. Le ragioni di un’esperienza troppo breve o troppo lunga con i partenopei, i motivi di certe scelte tecniche o di alcune cessioni, con l’imponderabile che ha talvolta deciso un destino e che spesso determina la bellezza del calcio. Con al centro, come è giusto che sia, la passione azzurra, il sentimento del tifo e quello che i protagonisti di questo libro hanno fatto e rappresentato per la città.

    Abbiamo derogato alla regola dell’essere scesi in campo almeno una volta in una partita ufficiale solo per i calciatori che compongono la rosa attuale del Napoli. Qualcuno, quando il libro è stato dato alle stampe, ancora non ha esordito in azzurro; ma come sa chi racconta gli eventi: è più facile dipingere una realtà cristallizzata nel passato, che provare a descrivere una storia mentre accade. Così, anche i gol e le presenze degli attuali giocatori a disposizione di Sarri vanno, di volta in volta, aggiornati. Ma stavolta tocca a te, lettore, rinnovare le cifre. Noi speriamo siano sempre grandi numeri che ci facciano gioire!

    A

    abate ignazio Figlio d’arte. Il papà Beniamino ha giocato negli anni Ottanta e Novanta nel ruolo di portiere (Udinese e Inter le compagini più prestigiose in cui ha militato). Nella stagione 1982-83 ha anche fatto parte della rosa del Napoli, senza però avere mai esordito in azzurro in alcuna gara ufficiale. Ignazio invece è il più giovane tra i calciatori al comando prima di Ventura e poi di Reja nell’ormai storica stagione 2004-05, quella della rinascita del Napoli di De Laurentiis dalle ceneri della serie c. Nato il 12 novembre 1986 a Sant’Agata de’ Goti, in provincia di Benevento, debutta quindi in azzurro a poco meno di diciotto anni contro il Cittadella il 26 settembre 2004. Destro naturale, dotato di ottima corsa e formidabile progressione, si distingue sulla sua fascia di competenza, sia come terzino che come ala. Al termine del campionato, dopo avere collezionato 33 presenze e messo a segno anche 2 gol, conclude la sua esperienza a Napoli.

    abbondanza sandro Durante la sua prima partita in azzurro, le fascette dei calzettoni si slegano e lui gioca con il look alla Sívori. Il fisico esile e la tecnica sopraffina fanno il resto: Abbondanza viene presto chiamato Sívorino dai suoi ammiratori e tifosi. Nato l’8 gennaio 1949 a Napoli, esordisce in prima squadra nella stagione 1968-69, esattamente il 9 marzo 1969, contro il Bologna. Nell’arco di sei stagioni colleziona 46 presenze e 3 reti in azzurro, dopodiché gioca nel Brindisi, nel Sorrento, con la Salernitana, nel Crotone, nella Paganese e infine fa una breve esperienza nei Toronto Blizzard, nella Soccer League Nord-Americana. Elegantissimo in campo e dotato di limpida classe, Abbondanza ha lasciato ricordi bellissimi tra gli appassionati del Napoli. Sempre legato al mondo del calcio, tuttora è responsabile tecnico delle giovanili del progetto Europa Cesa.

    accursi salvatore Soltanto 12 presenze nella stagione 2004-05. Difensore centrale dal fisico slanciato è un buon colpitore di testa. Nasce il 3 febbraio 1978 a Locri, in Calabria. Il suo esordio con la maglia del Napoli coincide con l’atteso derby contro l’Avellino, il 17 ottobre 2004. Dopo l’esperienza in azzurro, gioca con il Perugia, la Salernitana e conclude la sua carriera con il Catanzaro.

    adorni pietro Terzino destro arcigno e difficilmente superabile. Contribuisce alla promozione in serie a nella stagione 1964-65 dimostrandosi un elemento affidabilissimo soprattutto per la serie cadetta. Nasce il 27 giugno 1938 a Fidenza, in provincia di Parma. La prima volta che indossa la maglia azzurra è il 6 settembre 1964 contro il Messina. Una volta che il Napoli viene promosso in serie a, comincia a giocare molto di meno e viene ceduto alla Lazio, non prima però di essere uno dei protagonisti della vittoria nella Coppa delle Alpi del 1966. Nei due anni all’ombra del Vesuvio conta 49 presenze e 2 reti con la maglia azzurra.

    aglietti alfredo Tra le più grandi soddisfazioni della sua carriera occorre ricordare sicuramente il mese di novembre del 1996, quando l’attaccante toscano, nel giro di due settimane, realizza il gol del pareggio contro la Juventus a Torino, rispondendo a un certo Zidane, e poi nel turno successivo di campionato, contro il Perugia al san Paolo, mette a segno la sua unica doppietta colorata di azzurro per il 4-2 finale a favore del Napoli. Nato a San Giovanni Valdarno il 16 settembre 1970, con il Napoli gioca soltanto nella stagione 1996-97. Esordisce il 28 agosto contro il Monza e nonostante non sia il titolare fisso dell’attacco, a fine stagione Alfredo è il miglior marcatore azzurro con 8 reti in campionato, più una in Coppa Italia (34 le presenze complessive). Centravanti d’area, molto alto (190 cm) e potente, predilige il tiro di destro, ma non disdegna di concludere a rete con il sinistro. Del Napoli guidato da Gigi Simoni che durante la prima parte di campionato colleziona straordinari exploit, per poi ammainare le vele in un deprimente finale di stagione (sconfitta in finale di Coppa Italia contro il Vicenza, dopo l’esonero del tecnico) Aglietti rimane senza dubbio tra i ricordi migliori.

    agostinelli andrea Centrocampista di manovra, abile a far ripartire rapidamente le azioni, Agostinelli è nato ad Ancona il 20 aprile 1957 ed esordisce in serie a con la maglia della Lazio, a diciotto anni, nel campionato 1975-76. Sulla sponda biancoceleste del Tevere, viene ribattezzato il piccolo Re Cecconi vista la sua somiglianza con il biondo campione morto tragicamente una sera del gennaio 1977, ucciso da un colpo di pistola da un gioielliere che lo aveva scambiato per un rapinatore. È Luis Vinício, a suo tempo allenatore della Lazio, che lo impiega con continuità dalla stagione 1977-78 ed è lo stesso Vinício che lo vuole anche a Napoli per il campionato 1979-80. In azzurro colleziona 19 presenze in tutto tra campionato, Coppa Italia e Coppa uefa per poi essere ceduto a fine anno. Tuttora fa l’allenatore e nella stagione 2003-04 gli viene anche affidata la panchina del Napoli, ma senza grande fortuna: viene esonerato dopo sole tredici giornate di campionato.

    agostini massimo Forte attaccante dal buon fiuto del gol. Rapace d’area di rigore, è per tutti il Condor. Agostini nasce a Rimini il 20 gennaio 1964 e arriva in azzurro nel 1994 a trent’anni suonati, per diventare nelle due sole stagioni giocate a Napoli un valido punto di riferimento per la manovra offensiva della squadra. Con i suoi 13 gol, tra campionato e coppe, è il miglior marcatore azzurro per la stagione 1994-95. Realizza una strepitosa doppietta in Coppa uefa, contro il Boavista, nei sedicesimi di finale della competizione europea. È l’ultima doppietta del secolo per un calciatore del Napoli in Europa! (Dovranno trascorrere quattordici anni per rivedere di nuovo il Napoli impegnato nelle competizioni internazionali). Nel campionato successivo il Condor non si ripete e si perde nell’anonimato di un’annata che è il preludio alla decadenza azzurra. Pochissime le reti fatte dagli azzurri (28, di cui 4 messe a segno da Agostini) che lasciano il Napoli in una malinconica dodicesima posizione in classifica. A fine anno il Condor saluta Napoli e torna al Cesena, nella sua Romagna.

    albano antonio Esordisce in serie a nel Napoli il 18 novembre 1973 nella partita in trasferta contro la Fiorentina, finita 1-1. Nato a Napoli il 15 gennaio 1952, Albano gioca tre anni con la maglia della sua città, diventando una preziosa riserva di centrocampo della fortissima squadra allenata da Vinício. In tutto colleziona 21 presenze, comprese quelle in Coppa Italia, competizione nella quale segna la sua unica rete in carriera.

    albano salvatore Nato il 6 luglio 1950 e cresciuto nelle giovanili del Napoli, registra le sue 2 presenze in azzurro nella stagione 1969-70. Difensore, il suo esordio è datato 12 novembre 1969 nella partita contro lo Stoccarda, finita a reti bianche, valida per la Coppa delle Fiere di quell’anno.

    albiol raúl Testa alta ed eleganza nell’anticipo. Difensore centrale, forte nel gioco aereo, che nel Napoli di Sarri, in fase di possesso, gioca a metà campo e distribuisce sapienti palloni ai compagni. Ha un naturale carisma che probabilmente è figlio dell’esperienza accumulata in terra iberica: 298 presenze tra Valencia e Real Madrid, dove vince due Coppe di Spagna, due volte la Liga, una Supercoppa Spagnola, una Coppa uefa, la Supercoppa Europea e in più ha giocato 51 volte con la maglia della Nazionale spagnola con cui ha vinto il campionato del Mondo nel 2010, e due volte l’Europeo nel 2008 e nel 2012. Nato il 4 settembre 1985 a Vilamarxant, nella comunità autonoma Valenciana, Albiol arriva a Napoli nel luglio 2013 durante l’estate più spagnola della storia del club azzurro: oltre a lui infatti, sono arrivati il tecnico Benítez, Reina, e i suoi compagni al Real, Callejón e Higuaín. Al 2 ottobre 2016, con la maglia del Napoli, Albiol è sceso in campo 144 volte, ha segnato 2 gol e ha vinto la Coppa Italia del 2014 e la Supercoppa Italiana, sempre nello stesso anno.

    alemão ricardo rogério de brito Campione di livello assoluto, è uno dei più importanti colpi di mercato messi a segno dal Napoli e giunge in azzurro nell’estate del 1988. È Luciano Moggi, allora direttore generale azzurro, ad acquistarlo dall’Atlético Madrid con un blitz notturno in Spagna, per 3,5 miliardi di lire. La scintilla con il tifo azzurro scocca l’11 luglio, quando, insieme a Crippa, viene presentato nella sede di piazza dei Martiri: la folla e l’abbraccio per i due neoacquisti fa dimenticare anche le cessioni eccellenti di Garella, Bagni, Giordano e Ferrario. Nato a Lavras (città tra i monti del Minas Gerais), in Brasile, il 22 novembre 1961, Ricardo viene presto nominato Alemão (che in portoghese significa il tedesco) per via della capigliatura bionda e per la carnagione chiara. Centrocampista difensivo di fama mondiale (gioca anche con la prestigiosissima maglia verdeoro della Nazionale brasiliana) Alemão, per quattro stagioni, diventa il motore del gioco del Napoli: piedi fenomenali, lunga falcata, agili scatti e progressione inarrestabile ne fanno un modello eccezionale di calciatore. Maradona quando lo vide sui campi di allenamento nel ritiro di Lodrone disse: «Correrà per tutti, è fortissimo!». E veramente correva Alemão. Generosissimo, non si perdeva in inutili preziosismi, ma con tocchi rapidi dialogava in modo concreto con i compagni, diventando presto un punto di riferimento in mezzo al campo. Del resto lui, figlio di ferrovieri, aveva iniziato a giocare a calcio a quindici anni perché sapeva correre: ala destra, poi regista davanti alla difesa, nel Mondiale 1986 mezz’ala, incursore e mediano nel Napoli di Maradona. E proprio la celebre foto con Diego e con il connazionale Careca è una delle immagini simbolo del Napoli dell’epoca. Atleta di Cristo, ovvero evangelico dopo che a sedici anni guarisce da una malattia proprio per questa nuova devozione religiosa. A Napoli aiuta molti disagiati, soprattutto della comunità di tossicodipendenti. Il debutto in azzurro alla prima giornata contro l’Atalanta, il primo dei tre gol stagionali il 23 ottobre 1988 nell’8-2 al Pescara. Pochi giorni dopo quella partita pirotecnica, Alemão si fermò per una forma aggressiva di un’infezione virale che lo tenne lontano dai campi per alcuni mesi. Rientra quattro mesi dopo, in Napoli-Lecce del 26 febbraio 1989 e dopo venti minuti dal suo ingresso, al 66, segna anche il gol del 4-0. Decisiva la sua rete nella vittoria interna sul Verona, sempre in quella stagione. Nella successiva è uno degli eroi della vittoria della Coppa uefa 1988-89 e in finale contro lo Stoccarda segna il gol che rompe gli equilibri della partita, indirizzandola verso il trionfo europeo. In azzurro vince il secondo scudetto del 1990 e solleva al cielo anche la Supercoppa Italiana nello storico 5-1 ai danni della Juventus. In quella stagione segna 4 gol in 35 presenze, due dei quali in campionato, nel 3-0 alla Cremonese e soprattutto nella fantastica cavalcata di Bologna, nel match decisivo per lo scudetto: è l’85 e i ventimila accorsi al Dall’Ara spingono Alemão verso il gol del 4-1 di quel fantastico 22 aprile 1990 (la gara finirà 4-2). È dunque tra i protagonisti del secondo scudetto e non certo per la celebre monetina, visto che il Napoli avrebbe vinto lo stesso il titolo senza quel punto in più conquistato a tavolino sul Pisa (e in ogni caso il regolamento prevedeva la sconfitta a tavolino in quei casi). Dopo lo scudetto gli viene rinnovato il contratto (con ingaggio aumentato a novecento milioni) e resta ancora due anni in azzurro, diventando uno dei riferimenti nel dopo-Maradona: brasiliano atipico perché più muscolare che tecnico, dimostra un cuore immenso in ogni gara e ancora oggi è molto amato dai tifosi azzurri per il rendimento, per la correttezza e per la generosità dimostrata in campo e fuori. Altri cinque sigilli in azzurro, tra cui quello decisivo nel 4-3 finale col Genoa nel 1991-92. Dal 1988 al 1992 conta 133 presenze e 14 reti con la maglia del Napoli. Ceduto all’Atalanta, gioca in Italia ancora per due stagioni per poi tornare in Brasile dove terminerà la sua gloriosa carriera.

    alessi giuseppe Esordisce in maglia azzurra il 18 agosto 1999 nella gara di Coppa Italia contro il Como, finita 1-1. In campionato invece fatica a trovare posto nella squadra costruita da mister Novellino per il ritorno in serie a. Alessi, infatti, nella sua prima stagione a Napoli, conta soltanto 3 presenze. Nato a Torino il 15 aprile 1977, impiegato principalmente sulla linea mediana, viene ceduto al Livorno durante la sessione estiva di mercato, per poi essere riacquistato per la stagione 2001-02, nella quale il Napoli è nuovamente retrocesso nella serie cadetta. Alessi, nell’arco del campionato, colleziona soltanto 9 presenze e nessuna rete. Dopo avere disputato due partite di Coppa Italia nell’agosto 2002, viene ceduto definitivamente allo Spezia. In tutto, nei suoi due anni di azzurro, il centrocampista veste la maglia del Napoli in 20 occasioni tra campionato e Coppa Italia.

    alfieri vittorio Non è il poeta tragico del Settecento, ma il secondo portiere del Napoli nella stagione 1933-34. Nato a Cava de’ Tirreni il 17 gennaio 1911, difende i pali della porta azzurra, per la prima volta, il 24 settembre 1933. In quell’occasione si arrende a due prodezze di Giuseppe Meazza, fuoriclasse dell’Ambrosiana Inter. Chiuso dall’imprescindibile titolare Giuseppe Cavanna, Alfieri registra soltanto 4 presenze in azzurro (6 le reti subite).

    allan marques loureiro Centrocampista o mezz’ala dell’attuale Napoli di Sarri. Corre per tre, pressa, vince i contrasti, ruba il pallone agli avversari, ridistribuisce il gioco, fa ripartire l’azione e a volte, se proprio necessario, grazie all’innata capacità di inserimento, sa tirare anche in porta! Quando è al massimo della forma, è un’autentica forza della natura. Nato a Rio de Janeiro l’8 gennaio 1991, Allan è stato acquistato dal Napoli nel luglio 2015 in una articolata operazione di mercato con l’Udinese: 12 milioni di euro alla società friulana, il prestito di Zapata e in più il cartellino di Britos. In poco più di un anno in azzurro (le statistiche sono aggiornate al 20 settembre 2016) la forte mezz’ala brasiliana ha giocato 47 gare e ha segnato 3 reti.

    allegri massimiliano In un’intervista rilasciata a Dario CrestoDina di «Repubblica» di se stesso ha detto: «Sono stato un giocatore mediocre, ma senza rimpianti». Max Allegri, nato a Livorno l’11 agosto 1967, soprannominato Acciuga per via del suo fisico esile, è stato un centrocampista avanzato dalla buona visione di gioco. Con il Napoli disputa un solo campionato: quello del 1997-98 conclusosi con la rovinosa retrocessione in serie b. Esordisce in SampdoriaNapoli 6-3 e a fine anno colleziona soltanto 7 presenze. Alla non brillantissima carriera di calciatore corrisponde un luminoso cammino da allenatore: Cagliari, Milan, Juventus le sue ultime panchine.

    allodi italo Un vaticinio lo legò al Napoli. «Se mi cedi Zoff un giorno verrò a Napoli per vincere lo scudetto». Era l’estate del 1972 e il direttore generale della Juventus, Italo Allodi, strappò all’Inter il grande portiere, convincendo il presidente del Napoli Corrado Ferlaino a preferire il bianconero al nerazzurro. «Poi vengo a Napoli e vinciamo insieme lo scudetto», ribadì. Detto, fatto. E Italo Allodi, già definito Richelieu del calcio italiano – sicuramente il padre dei general manager italiani per competenza, astuzia e capacità – nel 1985 ha costruito le fondamenta del primo storico scudetto azzurro. Il dirigente gentiluomo, il fuoriclasse dei direttori (5 scudetti, 2 Coppe Intercontinentali, 2 Coppe dei Campioni, 1 Campionato d’Europa nel 1968 quando era dirigente del settore tecnico dell’Italia) aveva già costruito la straordinaria Inter di Moratti degli anni Sessanta e la grande Juve degli anni Settanta, oltre ad aver trasformato il centro di Coverciano – di cui fu direttore – nell’Università del Calcio, ideando il corso di allenatori. A cinquantasette anni decise di vincere l’ultima scommessa, uno scudetto al Sud, al Napoli: del resto aveva conosciuto la passione del Meridione giocando da giovane nel Gladiator di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Ferlaino lo ingaggiò, dopo anni di infruttuosi corteggiamenti, come consulente e le prime due mosse di Allodi si rivelarono subito vincenti: Ottavio Bianchi come allenatore e Pierpaolo Marino come dirigente. Poi acquistò in serie Pecci, Giordano e Buriani, strappò alla concorrenza Renica e Garella, confermò Bertoni. Esaltò gli acquisti, a ragione, di Giordano e Renica, rinfrancò Garella accusato di avere uno stile anomalo, dicendogli: «L’importante è parare, non come». Infine, nell’estate del 1986, completò l’opera, acquistando De Napoli, Carnevale e, avallando il colpo di Marino, Romano. Elegante e irresistibile, carismatico e geniale, protagonista del calcio italiano, si confermò re Mida anche a Napoli, vincendo uno scudetto e una Coppa Italia. Purtroppo non partecipò alla festa perché fu colpito da ictus il 12 gennaio 1987 all’albergo Royal, proprio poche ore dopo la vittoria del virtuale titolo d’inverno da parte del Napoli. Rimase paralizzato per metà, andò a trovare gli azzurri in ritiro a Pescia (prima della gara con l’Empoli) il 3 aprile successivo, ricevendo l’abbraccio affettuoso di Maradona. L’anno prima era stato coinvolto nell’inchiesta giudiziaria del Totonero, con l’accusa di aver aggiustato il pareggio del Napoli con l’Udinese (1-1): si era dimesso dal suo incarico, tornando in sella solo dopo che fu scagionato. Dopo la malattia, tuttavia, non lavorò più come dirigente, lasciando il Napoli nelle mani di Marino, che considerava un figlioccio più che il suo erede o il suo allievo. Continuò a fare l’opinionista per la radio, dopo l’esperienza alla Domenica Sportiva nei primi anni Ottanta. Uno dei più grandi (se non il più grande) manager di sempre del calcio italiano si spense nel 1999 nella sua casa immersa nel verde delle colline toscane, intristito dal non essere ancora in pista nel mondo del calcio, il grande amore della sua vita.

    altafini josé joão Chiamarlo ancora a distanza di quarant’anni Core ’ngrato è fare un torto alla storia: perché se è vero che Altafini spegne definitivamente il sogno scudetto del Napoli nella stagione 1974-75, segnando il gol-vittoria per la Juventus a pochi istanti dalla fine, è anche vero che l’attaccante brasiliano è senza dubbio uno dei migliori calciatori che hanno indossato l’azzurro. Attaccante completo, fortissimo con entrambi i piedi e anche di testa, segna gol meravigliosi che sono un compendio di tecnica, agilità, potenza e stupore. José è nato a Piracicaba, Brasile, il 24 luglio 1938 e giunge in Italia nel 1958, comprato dal Milan per 135 milioni di lire. Dopo sette stagioni in rossonero, durante le quali ha messo a segno la mostruosa cifra di 161 gol in 245 partite, arriva al Napoli nell’estate del 1965, fortemente voluto dal presidente Fiore che lo acquista per 280 milioni. In azzurro arriva ventisettenne e regala quindi alla platea del San Paolo altri sette anni di calcio spumeggiante che si traducono in 97 reti in 234 gare e che rappresentano uno dei periodi migliori della storia del Napoli: un secondo posto nel 1968, il terzo nel 1971 e la vittoria della Coppa delle Alpi nel 1966. Con Sívori, Altafini forma un tandem da sogno, ma che diverte e fa sognare il popolo azzurro soltanto per due anni, visto l’appannamento del fuoriclasse argentino. Ceduto nell’estate del 1972 alla Juventus, anche con i bianconeri, nonostante l’età avanzi, continua a fare quello che sa: divertire e segnare tanti gol. Dopo il ritiro dal calcio giocato, José trasforma la sua conoscenza del gioco del calcio in una nuova professione: quella del commentatore tecnico delle telecronache sportive, inventando anche diversi tormentoni, tra i quali: «Incredibile amici!».

    altomare luca Centrocampista elegante e dagli ottimi piedi. La prima apparizione in azzurro risale al 21 novembre 1990 in Fiorentina-Napoli 0-0, anche se è dalla stagione 1992-93 che comincia a giocare con maggiore continuità. Il suo primo gol in serie a è un capolavoro balistico che illumina il San Paolo il 26 settembre 1993: a Fuorigrotta c’è l’Udinese e Luca sblocca il risultato con una conclusione di destro da trenta metri che esplode esattamente all’incrocio dei pali alla destra del portiere. Le sue nove stagioni con il Napoli gli permettono di collezionare 116 presenze e 4 gol. Nato a Cosenza il 14 gennaio 1972, Altomare offre il suo contributo, pur non giocando da titolare, alla giovane squadra messa su da Marcello Lippi che si qualifica per la Coppa uefa nel Campionato 1993-94. Crescendo arretra la sua posizione in campo e spesso è impiegato da difensore. Conta anche 4 presenze nella Nazionale italiana Under 21. Viene ceduto nel 1999 al Cosenza, la squadra della sua città.

    amadei amedeo Nato il 26 luglio 1921 a Frascati, in provincia di Roma, da bambino aiuta il padre panettiere nella sua bottega e così per tutta la carriera verrà chiamato il Fornaretto. Con la squadra capitolina gioca per dodici anni e vince lo storico scudetto del 1942 diventando per i suoi tifosi anche l’Ottavo Re di Roma. Dopo una parentesi di due anni all’Inter, Amadei arriva a Napoli nell’estate del 1950. Ha già ventinove anni, ma nella squadra appena promossa in serie a allenata da mister Monzeglio, la sua classe fa ancora la differenza. Impiegato per i primi due anni in azzurro come punta, il Fornaretto segna 23 gol dimostrando un’invidiabile vena realizzativa. Tecnico, tatticamente sagace e dotato di un tiro potentissimo: si raccontava che le sue conclusioni raggiungessero i 200 km/h (ovviamente le attuali tecnologie tenderebbero a ridimensionare tale incredibile velocità). Con l’arrivo di Jeppson nel 1952, Amadei cambia la sua posizione in campo, giocando da interno di attacco, quasi inventando il ruolo di trequartista. Gioca fino al 1956, totalizzando in azzurro 171 presenze e 47 reti. Diventa allenatore nello stesso anno e guida la squadra, con alterne fortune, fino al 1961 aggiungendo alla sua storia azzurra anche 178 panchine tra campionato e Coppe.

    amauri carvalho de oliveira Fisico potente, grande colpitore di testa e buon attaccante di movimento. Purtroppo il brasiliano, nato a Carapicuíba, il 3 giugno 1980, non ha troppe occasioni per dimostrare il suo effettivo valore nel triste campionato 2000-01 che vede il Napoli retrocedere in serie b. Solo 6 presenze e un gol all’attivo in una delle poche gioie della stagione, la vittoria per 2-0 contro il Verona. Le sue migliori annate in Italia Amauri le gioca con la maglia del Palermo tra il 2006 e il 2008.

    ametrano raffaele Cresce nelle giovanili del Napoli e fa parte della rosa della compagine azzurra nel campionato 1991-92, senza però mai apparire sul terreno di gioco. Il suo esordio con la maglia della sua squadra del cuore è rimandato di dieci anni, quando Ametrano, dopo aver vagabondato tra Ischia, Udine, Torino (alla Juventus), Verona, Empoli, Genova (al Genoa), Salerno, Cagliari e Crotone, indossa finalmente l’azzurro nel campionato di serie b 2001-02. È uno dei centrocampisti di personalità cui l’allenatore De Canio si affida per cercare di centrare la promozione, senza però riuscirci, arrivando soltanto al quinto posto in classifica. Raffaele è nato a Castellammare di Stabia il 15 febbraio 1973 e gioca anche con la Nazionale italiana Under 21 allenata da Cesare Maldini nel biennio 1994-96, collezionando 13 presenze e 2 gol. Con il Napoli invece Ametrano disputa una sola stagione arrivando a contare 23 presenze e nessuna rete.

    amicarelli luigi Interno di centrocampo in forza alla squadra azzurra nelle stagioni 1952-53 e 1956-57 nelle quali colleziona in tutto 19 partite. Nato a Napoli nel 1929, il suo esordio assoluto con la maglia della sua città risale al 19 ottobre 1952, in un Napoli-Pro Patria 1-0. Ottimo tocco di palla, ma modeste ambizioni che ne fanno un buon giocatore per le categorie inferiori: conclude infatti la sua carriera nella Turris, la squadra di Torre del Greco, in quarta serie.

    ammendola massimiliano Entra al posto di Hamšík al 91 di un Napoli-Novara 2-0 del 21 aprile 2012. Calpesta il terreno di gioco del San Paolo solo per pochissimi istanti, sufficienti però a immortalarlo tra quelli che almeno una volta, in una gara ufficiale, hanno indossato l’azzurro. Nato il 15 maggio del 1990 a Massa di Somma, oggi è un centrocampista in forza alla squadra dell’Isola di Procida.

    amodio nicolás Uruguaiano classe 1983, viene comprato dal Napoli nell’estate del 2005 per rinforzare la mediana della squadra che sarà impegnata nella sua seconda e ultima stagione in serie c1. Esordisce in azzurro il 7 agosto in Coppa Italia, nella gara a eliminazione diretta contro il Pescara vinta dal Napoli per 2-0. Amodio è un affidabile centrocampista di contenimento che gioca un calcio semplice ed efficace. Titolare in serie c1 e nel campionato di serie b, colleziona 64 presenze e una rete prima di essere mandato in prestito al Treviso e poi al Mantova. Torna in azzurro nell’estate del 2008 e rimane ancora due anni. Il Napoli ora è in serie a e Amodio gioca ancora soltanto quattro scampoli di partita. Ceduto ancora in prestito al Piacenza e al Portogruaro, rescinde il contratto con la società partenopea nel 2011.

    amodio roberto Dopo aver fatto la trafila delle giovanili del Napoli nella seconda metà degli anni Settanta e dopo aver fatto un’esperienza a Messina, nel campionato di serie c2, Amodio esordisce in azzurro nel campionato 1981-82 agli ordini di mister Marchesi. Colleziona 7 presenze alla sua prima stagione con il Napoli, mentre nella seconda viene impiegato con maggiore continuità, riuscendo a totalizzare altre 22 presenze tra campionato, Coppa Italia e Coppa uefa. Nato nel 1961 a Castellammare di Stabia, Amodio è un solido difensore centrale che diventerà, una volta ceduto dal Napoli, una colonna inamovibile del reparto arretrato dell’Avellino dal 1984 al 1990.

    amoruso nicola Una sola stagione per Nick Piede Caldo in azzurro: quella sfortunata del 2000-01 conclusasi con la retrocessione in serie b. Di quel campionato però, sicuramente Amoruso va ricordato tra le cose migliori che produce il Napoli, non solo per i 10 gol, ma anche per la dedizione alla maglia e al buon gioco che il calciatore classe 1974 offre alla platea del San Paolo. Attaccante moderno, abile con entrambi i piedi, tecnico e abbastanza rapido sotto porta, Nick offre sempre prestazioni sopra la sufficienza. La sua prima rete in azzurro è messa a segno nella trasferta di Perugia del 12 novembre 2000. Nativo di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, Amoruso detiene il record di squadre con cui ha militato in serie a: ben 13. Quattro anni prima di approdare a Napoli, con la maglia della Nazionale italiana, vince gli Europei Under 21 di calcio.

    andreolo michele Più che un calciatore, un mito. Nasce in Uruguay nel 1912 e si trasferisce a Bologna nel 1935. Con la squadra rossoblù vince quattro scudetti, affermandosi come uno dei centromediani più forti di tutti i tempi. Naturalizzato italiano, diventa campione del mondo con la Nazionale azzurra nel 1938. Immediatamente dopo la fine della seconda guerra mondiale, arriva a Napoli nell’estate del 1945 mettendo a disposizione della squadra il suo infinito bagaglio di esperienza e classe. Grande equilibratore del gioco, tutti i palloni transitavano tra i suoi piedi, capace di lanci perfetti e dotato di uno straordinario senso della geometria. Il tiro di Andreolo era di una potenza devastante: spesso i portieri non riuscivano a opporsi alle autentiche cannonate che sparava anche da distanza siderale. In tre anni con la maglia del Napoli, il grande centrocampista ha totalizzato 93 presenze e 11 reti, sufficienti a restare per sempre nella memoria dei tifosi azzurri dell’epoca.

    andronico domenico Centrocampista, nato a Messina il 3 gennaio 1932. Fino all’anno precedente Andronico ha giocato in promozione con il Milazzo, ma Amadei ha fiducia nel giovane siciliano e lo fa esordire lo stesso in serie a, al posto dell’acciaccato Franchini. Una sola presenza in maglia azzurra in Napoli-Bologna 0-0 del 14 ottobre 1956.

    andújar mariano gonzalo Da riserva di Rafael per buona parte della stagione 2014-15, fino a diventare il titolare tra i pali della squadra allenata da Benítez. Nonostante Andújar (nato a Buenos Aires nel 1983) faccia parte del giro della Nazionale argentina, non garantisce troppa sicurezza al reparto difensivo del Napoli che continua a subire molti gol: 24 in 15 partite in serie a. Nel suo anno in azzurro conta in tutto 27 presenze. A settembre 2015 viene girato in prestito all’Estudiantes, la squadra argentina in cui ha già militato qualche anno prima.

    antoniazzi sergio Indossa solo una volta la maglia del Napoli nella stagione 1978-79. Interno di centrocampo, fisico da corazziere (185 cm) nato l’8 novembre 1959 a Sesto al Reghena, in provincia di Pordenone.

    arcari pietro Convocato da Vittorio Pozzo ai Mondiali vinti dall’Italia nel 1934, Arcari nasce a Casalpusterlengo nel 1909. Attaccante soprannominato il Lupo per la sua agilità e rapidità sotto porta, gioca nel Napoli solo 6 partite nel campionato di serie b 1942-43.

    arce dionisio Nato in Paraguay a San Juan Bautista de las Misiones, nel 1927, Arce arriva in Italia nel 1949, in forza alla Lazio. Ceduto al Napoli nel 1951, gioca solo un campionato nel quale colleziona

    11 presenze e mette a segno anche 2 gol. Attaccante brevilineo e veloce, la sua prima rete in azzurro è del 28 ottobre 1951 contro la Pro Patria: una saetta su punizione assolutamente imparabile. Anche la sua seconda e ultima rete con il Napoli merita di essere ricordata: un tiro micidiale da oltre venti metri che fu accolto con un boato di meraviglia dallo stadio del Vomero. Talento discontinuo, ha dato il meglio di sé in Piemonte, prima con il Novara e poi con il Torino.

    arini mariano Reja lo fa esordire appena diciottenne nella partita di Coppa Italia di serie c, il 16 novembre 2005. Arini subentra a Pià negli ultimi 20 di gara contro il Foggia. La partita è vinta dal Napoli per 2-0. Tre le presenze nella tutt’altro che prestigiosa competizione del centrocampista nato a Napoli nel 1987. Attualmente è un giocatore dell’Avellino.

    armero pablo Freccia nera sulla corsia sinistra dell’ultimo Napoli di Mazzarri e del primo Napoli di Benítez. Nato a San Andrés de Tumaco, in Colombia nel 1986, Armero arriva in Italia all’Udinese, nel 2010. In azzurro approda invece nella sessione di mercato invernale, nel campionato 2012-13 ed esordisce il 27 gennaio 2013 in Parma-Napoli 1-2. Rapido ed esplosivo, ma non sempre preciso nel cross, l’esterno colombiano viene ceduto in prestito al West Ham esattamente un anno dopo il suo arrivo a Napoli. Nell’arco di un anno, a cavallo di due stagioni, Armero conta 29 presenze in serie a e 4 in Champions League, con la maglia azzurra. È titolare inamovibile dal 2008 della Nazionale colombiana.

    armidoro salvatore Ischitano di Forio, dove è nato il 27 ottobre

    1955, cresce nelle giovanili del Napoli con le quali vince il Torneo di Viareggio nel 1975. Solo 9 le sue presenze nel Napoli di Pesaola impegnato durante la stagione 1976-77 in campionato, Coppa Italia e Coppa delle Coppe. Armidoro veste per la prima volta la maglia azzurra il 21 febbraio 1977 nella trasferta di Verona (Verona-Napoli 1-0). Impiegato come centrocampista, realizza anche il gol della vittoria nella partita di Coppa Italia del 15 giugno 1977, Spal-Napoli 0-1.

    aronica salvatore Ultimo colpo del mercato estivo del 2008, Totò esordisce in azzurro il 14 settembre nella vittoria per 2-1 contro la Fiorentina. Difensore centrale mancino, è un perfetto interprete della difesa a tre. Grande senso della posizione e dell’anticipo, Aronica nei suoi cinque anni in azzurro offre un’incredibile continuità di prestazioni, trovandosi perfettamente a proprio agio anche nella competizione internazionale più prestigiosa: la Champions League. Nato a Palermo il 20 gennaio 1978, in azzurro colleziona

    141 presenze distribuite tra campionato e coppe. Il 20 maggio 2012 solleva il primo trofeo dell’era De Laurentiis: la Coppa Italia vinta in finale contro la Juventus. Aronica torna nella sua Palermo nel gennaio 2013, ceduto a titolo definitivo ai rosanero.

    artistico eduardo Attaccante di peso prelevato dal Crotone nella sessione invernale di mercato della stagione 2001-02. Nato a Roma il 16 giugno del 1969, Artistico è impiegato poco dall’allenatore De Canio nel campionato di serie b che il Napoli sta affrontando con alterne fortune. Nelle sue 4 presenze, segna anche un gol su rigore contro la Ternana al San Paolo nella partita finita 1-1. A fine anno torna a Crotone.

    asanović aljoša Prestigioso acquisto dell’estate del 1997, il centrocampista titolare della Nazionale croata non mantiene le promesse e affonda insieme alla squadra nella più avvilente stagione azzurra di sempre: 14 punti fatti e retrocessione in b. Nato a Spalato, il 14 dicembre 1965, Asanović conta 15 presenze e nessuna rete in azzurro. A fine anno è ceduto alla squadra greca del Panathīnaïkos.

    assardo salvatore Una sola presenza in azzurro risalente all’estate del 1958. Agli ordini di Amadei, Assardo, nato a Napoli il 12 ottobre

    1936, è impiegato come difensore nella sconfitta contro la Lazio nell’incontro valido per la Coppa Italia del 6 luglio 1958. Lo 0-4 finale patito dal Napoli certifica una partita da dimenticare.

    asta antonino Una parentesi azzurra dal gennaio al giugno 2000, sufficiente

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