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Compagni di letto
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E-book104 pagine1 ora

Compagni di letto

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Info su questo ebook

Roommates Series 3.5Ultimamente le mie relazioni sentimentali hanno una data di scadenza simile ai latticini che conservo in frigo. Non ho ancora trovato la ragazza giusta. L'unica donna che è sempre stata presente nella mia vita è Maggie, la mia migliore amica. Dopo averla vista affranta per la rottura con quell'idiota del suo ex, ho deciso di invitarla con me e i miei amici a trascorrere un weekend in montagna. Ma non avevo idea di quello che sarebbe successo. Non appena siamo arrivati ho cominciato a notare cose di Maggie di cui non mi ero mai accorto prima. Non sa di essere molto bella, ad esempio. E non si sforza di sembrare divertente, nonostante sia la persona più brillante che io conosca. Ma soprattutto ho realizzato che non l'avevo mai frequentata senza che uscisse con qualcuno. Dividere una stanza d'albergo facendo finta di niente potrebbe diventare la cosa più difficile che abbia mai fatto.

Kendall Ryan
è autrice di romanzi bestseller. I suoi libri hanno dominato le classifiche di «New York Times», «usa Today» e «Wall Street Journal» e hanno venduto più di due milioni di copie in tutto il mondo. Dopo il grande successo della serie Filthy Beautiful Lies (Maledette bellissime bugie, Maledetto bellissimo amore, Maledetta bellissima passione, Maledetto bellissimo bastardo), torna a pubblicare con la serie Roommates, di cui fanno parte Il fratello della mia migliore amica, L'amico di mio fratello e Amore sotto lo stesso tetto.
LinguaItaliano
Data di uscita6 set 2019
ISBN9788822737403
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    Anteprima del libro

    Compagni di letto - Kendall Ryan

    Capitolo uno

    Maggie

    «Quinto bar della serata!». Jeremy biascicava ma aveva gli occhi colmi di un’allegria sfrenata.

    «Record personale», sghignazzò Peter sollevando una mano per battere il cinque a Jeremy, cosa che Jeremy cercò di fare fallendo miseramente; oscillò sulla sedia rischiando di cadere.

    Fantastico.

    Alzai gli occhi al cielo e presi un sorso della mia vodka e soda, cercando di cogliere l’espressione di Sam con la coda dell’occhio. Sam non era ubriaco quanto i suoi due amici, era un tipo troppo responsabile per sbronzarsi in pubblico. In ogni caso, sapevo che almeno due di loro erano giusto a un paio di sorsi dal dirmi quanto la nostra amicizia significasse per loro, e io non avevo alcuna voglia di trovarmi lì quando ciò fosse accaduto.

    «Forse dovremmo avviarci», mormorai a Sam, agitando il pollice sopra la mia spalla in direzione dei nostri compagni ubriachi. «Questi due possono trovare un passaggio, giusto?»

    «Aspetta un momento». Jeremy sollevò una mano e si schiaffeggiò la pancia. «Manca ancora l’evento più importante».

    «Già», assentì Peter, facendo tintinnare il suo bicchiere di birra contro quello di Jeremy.

    «Magari ne riparliamo un’altra sera», disse Sam con un sorriso paziente.

    Scossi la testa e sospirai. Sarebbe meglio. «E quale sarebbe l’evento più importante?».

    Sam alzò gli occhi al cielo. «Quello che i miei geniali amici hanno iniziato a chiamare la nostra mitica vacanza in snowboard».

    «Non esattamente». Jeremy lanciò un’occhiata a Sam, poi guardò me. «L’evento più importante, stasera, è convincerti a venire. Io e Peter abbiamo pensato che, se ti avessimo fatta bere abbastanza, ti saresti ricreduta».

    Mescolai un po’ il mio drink con la cannuccia rossa e aggrottai la fronte. «E come vi sembra stia procedendo il vostro piano, finora?»

    «Dimmelo tu». Jeremy fece su e giù con le sopracciglia in modo comico. «Non vuoi trascorrere più tempo con noi fra le montagne innevate del Colorado?»

    «Da come la metti, no», replicai con un ghigno.

    «Dai. Non hai idea della sensazione che si prova a scivolare con lo snowboard sulla neve fresca», protestò Peter. «Sembra il paradiso in Terra».

    «Non ho idea nemmeno della sensazione che si prova a rompersi una gamba, e non voglio scoprirlo», controbattei semplicemente, prendendo un altro lungo sorso del mio drink. «Sapevate che solo l’anno scorso più di quaranta persone sono morte facendo snowboard? Uno snowboarder che va su una montagna venti volte in un anno rischia un infortunio una volta ogni sette anni. Non puoi discutere contro statistiche come queste».

    «Ma può essere divertente», si limitò a dire Sam con un’alzata di spalle.

    «Rompermi il femore dopo essermi scapicollata giù dalla montagna? Non penso».

    Sam mi fissò con intensità. «Non quella parte, fifona. Intendo dire il viaggio. Questi due non hanno quasi mai ragione su niente, ma dovresti venire. Sarà un Capodanno in grande stile. Sauna e punch caldi in una località invernale incantevole».

    «Non hai ricevuto le statistiche che ti ho inviato l’ultima volta che hai cercato di convincermi a fare snowboard?», chiesi.

    «Alcuni di noi non vivono tutta la vita attaccati ai numeri», disse Sam, mentre una luce di scherno gli accendeva gli occhi blu scuro.

    Smettila, idiota.

    I migliori amici non dovrebbero notare dettagli come questo. Era… strano.

    «Non capisco che cosa ci sia di male». Scrollai le spalle e fui attraversata da una sensazione di calore, nonostante la stanza fosse abbastanza fresca. Ingollai in fretta il resto del mio drink.

    «Dai, Mags. Corri il rischio». I suoi occhi cercarono i miei e, mio malgrado, iniziai a sentire che tutta la mia risolutezza si indeboliva. Odiavo dirgli di no, anche quando il suo stile di vita spericolato minacciava la mia fissazione per la sicurezza. Eravamo come il giorno e la notte, ma per qualche motivo eravamo in sintonia: con lui mi sentivo a mio agio più che con chiunque altro.

    Ebbi una fitta di senso di colpa e mi schiarii la gola.

    «Non posso, davvero. Probabilmente io e Trevor abbiamo dei progetti, solo che non mi ricordo quali sono». Tirai fuori quella solita fragile scusa e Sam lanciò un’occhiata agli altri prima di tornare a rivolgere l’attenzione su di me.

    «Giusto. Trevor. Ehi, vuoi un altro drink? O dell’acqua?». Indicò il mio bicchiere vuoto.

    «Nah», risposi. «Sono pronta ad andare a nanna se Cip e Ciop qui se la cavano anche senza che gli facciamo da babysitter». Feci un cenno verso Peter e Jeremy, e Sam rise.

    «Dai, ragazzi, andiamo. Vi do un passaggio». Afferrò il cappotto dallo schienale della sedia e me lo mise attorno alle spalle; poi richiamò a gesti i suoi amici affinché si unissero a noi mentre ci incamminavamo verso il bancone per pagare.

    «Pago il suo e il mio», disse Sam al barista dall’aria annoiata. Cercai di protestare con un gesto della mano, ma lui si allontanò prima che avessi modo di discutere.

    «Non c’è bisogno che tu lo faccia», dissi.

    «Penso di potermi permettere una vodka e soda». Le labbra di Sam si stirarono in quel suo sorrisetto sicuro di sé che aveva sempre fatto sciogliere le ragazze.

    Gli altri pagarono i loro drink e poi, insieme, ci dirigemmo verso l’enorme pick-up di Sam. Continuando a scambiarsi insulti, i due ragazzi saltarono sul cassone posteriore mentre io prendevo posto davanti e abbassavo il finestrino per sentire la frizzante aria invernale.

    «Sta per nevicare», dissi.

    «Lo spero. Se non porto al più presto i miei nipoti sullo slittino, mi uccideranno», mormorò Jeremy.

    Annuii. «Allora sei fortunato. Sento che la neve sta per arrivare».

    Feci un respiro profondo. Magari gli sport invernali non facevano per me, ma niente mi piaceva più dell’odore che si sentiva nell’aria quando stava per nevicare. Mi ricordava il Natale o una sera al calduccio davanti al fuoco scoppiettante di un caminetto con un libro in una mano e una tazza di cioccolata calda nell’altra. Tutte le cose che rendono l’inverno nella East Coast il periodo più bello dell’anno.

    «Rischi di congelarti a morte con il finestrino abbassato», mi avvertì Sam.

    «Ah! Guarda un po’ chi è quello prudente adesso!». Incrociai trionfante le braccia al petto. «Davvero, però, lo sai quanto adoro questo profumo. Lasciamelo tenere abbassato un altro minuto», lo implorai.

    Lui rise e annuì come sapevo avrebbe fatto.

    Prima ci avviammo verso l’appartamento di Jeremy e Peter e, dopo esserci assicurati che avessero preso i telefoni, i portafogli e le chiavi, li lasciammo scendere. In silenzio, li guardammo arrivare fino alla porta mentre i primi fiocchi di nevischio si scioglievano a terra. Dopo che i nostri amici furono spariti dietro le grandi porte di metallo del loro residence, mi voltai di nuovo verso Sam.

    «Mai più senza prima avvisarmi», dissi in tono piatto.

    «Con loro?». Ridacchiò. «Lo so. In realtà fino all’ultimo non ero sicuro che sarebbero venuti, altrimenti ti avrei avvisata. Erano in gran forma stasera».

    Risi. «Già, puoi anche metterla così! Non ho mai visto Jeremy dare il suo numero a così tante ragazze in una sola serata».

    «Non ho nemmeno mai visto le ragazze liberarsene tanto in fretta. Un mucchio alto

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