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Le scarpette di Cenerentola (eLit): eLit
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E-book86 pagine1 ora

Le scarpette di Cenerentola (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Il ballo delle debuttanti è l'evento che tiene con il fiato sospeso l'intera cittadina di Mission Creek e tutte le ragazze di buona famiglia, e non solo. Ma esistono sempre le eccezioni...

Mary sta spasimando in gran segreto per partecipare al ballo, cui non è invitata. Il suo compito si ferma all'aiutare le debuttanti a provare l'abito giusto per l'occasione. Basterebbe il lieve tocco di una bacchetta magica per far girare il mondo per il verso giusto...



Titoli legati

1)L'abito da sera - Il ballo delle debuttanti

2)Insolito invito - Il ballo delle debuttanti

3)Le scarpette di Cenerentola - Il ballo delle debuttanti
LinguaItaliano
Data di uscita30 set 2016
ISBN9788858959046
Le scarpette di Cenerentola (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Le scarpette di Cenerentola (eLit) - Christine Rimmer

    successivo.

    1

    «Mentre aspetta, desidera un bicchiere di tè freddo, signor Campbell?» domandò Margaret McKenzie.

    Mary Clark, nascosta dietro una rastrelliera di abiti in liquidazione alla Mission Creek Creations, si chinò ancora di più. No, no. Ti prego, di' di no.

    «Ottima idea» replicò James Campbell. «Grazie.»

    Mary si rannicchiò fino a toccare il pavimento. «Di' che lo vai a prendere da solo» mormorò, sperando che il bell'uomo seduto nella poltrona di broccato, ripetesse le sue parole.

    Ma l'oggetto della lunga e impossibile infatuazione di Mary non lo disse e Margaret, sua cara amica e datrice di lavoro, la chiamò.

    «Mary, ti dispiace portare... Mary?»

    Per Mary il silenzio che seguì fu oltremodo penoso.

    Questa volta non aveva vie di fuga.

    In gennaio, la prima volta che lui era entrato nel negozio, era stata svelta a rintanarsi nel laboratorio e a rimanerci finché era andato via. E per fortuna nessuno aveva notato la sua assenza.

    Ma quel giorno la fortuna l'aveva abbandonata.

    «Mary?» chiamò di nuovo Margaret con una nota di preoccupazione.

    Aggiustandosi gli occhiali sul naso e asciugandosi le mani sulla gonna grigia, Mary si raddrizzò. Come se lui facesse caso a me. Non sa nemmeno che esisto.

    Vedendola spuntare da dietro la rastrelliera, una cliente che osservava le scarpe esposte in una vetrina le lanciò uno sguardo perplesso. Mary le rivolse un sorrisetto e corse da Margaret.

    «Probabilmente è andata nel retrobottega» stava dicendo Margaret, più a se stessa che al cliente.

    «Uh, no. Sono qui.» La sua voce era malferma e troppo acuta, ma Mary si rallegrò di riuscire a parlare.

    «Ah.» Margaret sorrise con benevolenza. Pareva non si fosse accorta che la sua assistente era rimasta nascosta dietro le rimanenze della stagione, augurandosi contro ogni speranza di non dover affrontare l'uomo che da mesi turbava i suoi sogni. «Eccoti qui. Ti dispiace portare un bicchiere di tè freddo al signor Campbell?»

    «Oh, sì, certo. Subito.» Forse un po' affannata e precipitosa, ma non male, si disse Mary. Se non altro aveva pronunciato le parole con chiarezza, invece di balbettare.

    Forse lui non l'avrebbe giudicata una povera idiota.

    Del resto come avrebbe potuto? Non si era nemmeno accorto di lei. Stava rivolgendo quel suo sorriso meraviglioso a Margaret. Per lui Mary era invisibile. Un'inserviente che gli portava il tè.

    E questo in fondo era vero.

    «Zucchero?» offrì Margaret.

    «No, grazie» rispose lui con la sua bella voce profonda. «Va bene così.»

    In quel momento la porta di uno spogliatoio si aprì e Julie Campbell, sorella minore di James, fluttuò verso di loro avvolta in un abito bianco che sembrava una nuvola.

    Margaret sospirò. «Adorabile.»

    «Ti sta d'incanto, Julie» confermò James, soddisfatto.

    L'abito era stato confezionato per il ballo delle debuttanti che si teneva tutti gli anni a maggio, al Country Club.

    La graziosa diciottenne arrossì e ruotò su se stessa, facendo sollevare gli strati di organza come petali di un fiore investito dal vento. «Oh, signora McKenzie! È bellissimo. Mi piace!»

    Sebbene avesse solo tre anni più di lei, Mary si sentì vecchia. Una donnetta anziana troppo magra, troppo insipida, troppo anonima, una che non avrebbe mai danzato al ballo delle debuttanti.

    Margaret stava guardando i piedi di Julie. «Dove sono le sue scarpe, tesoro? Le ha portate?»

    Julie le aveva comperate la volta precedente, quando era andata a provare l'abito. Erano scarpette dalla linea esclusiva che si potevano trovare solo alla Mission Creek Creations.

    Julie ridacchiò. «Le ho lasciate nello spogliatoio. Mi sono tanto emozionata che mi sono precipitata fuori senza mettermele. Aspettate solo un secondo.» Corse via e tornò subito dopo. «Ecco fatto» mormorò, sollevando l'orlo della gonna e mostrando le scarpette di raso bianco. «Non sono splendide, James? Sono di Gabrielle Amalfi, sai.»

    «Splendide» convenne James in tono indulgente.

    «Adesso, per favore» intervenne Margaret, «salga su quella pedana, vorrei dare un'occhiata all'orlo.»

    Julie si affrettò a ubbidire e Mary si ricordò che doveva andare a prendere il tè.

    Si diresse correndo verso il tavolo dei rinfreschi, sistemato in un angolo del negozio, mise due cubetti di ghiaccio in un bicchiere e lo riempì di tè. A quel punto le sorse un dubbio. E il limone? Forse sì. Le fettine gialle erano così invitanti...

    Ma no. Lui aveva detto solo tè. Meglio limitarsi a dargli quello che aveva chiesto. Di certo non gli avrebbe domandato se gradiva una fettina di limone, correndo il rischio d'impappinarsi, o di restare senza parole.

    Fino a quel momento era andato tutto bene. Lui non si era nemmeno accorto della sua presenza. Non era quello che voleva?

    Mary afferrò saldamente il vassoio con una mano, con l'altra prese un tovagliolino e raddrizzando le spalle, puntò direttamente su James Campbell che era ancora seduto e osservava Margaret appuntare con degli spilli l'orlo dei vari strati di organza. Arrivata al suo fianco, tossì con discrezione.

    Lui le sorrise. «Magnifico» disse e allungò una mano dalle dita lunghe e affusolate.

    Mary deglutì e gli porse la bevanda e il tovagliolino.

    «Grazie» mormorò lui, prendendo il bicchiere.

    Le sue dita la sfiorarono e lei ebbe l'impressione che la pelle le bruciasse. Il cuore le si arrestò.

    E lui si era già voltato.

    Quella sera, dopo aver chiuso il negozio, Mary e Margaret andarono a casa insieme come facevano spesso, con il furgone di Margaret. Le loro due case di legno erano fianco a fianco in Rose Street, una strada alberata al centro

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