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Una notte con lo sceicco: Harmony Collezione
Una notte con lo sceicco: Harmony Collezione
Una notte con lo sceicco: Harmony Collezione
E-book152 pagine1 ora

Una notte con lo sceicco: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

L'impulsività del momento. Dev'essere stata quella l'unica ragione che ha spinto Maggie Lewis a passare la notte con lui. Khalid Bin Shareef, sceicco di Shajehar, ne è convinto, e il fatto di non trovarla più nel suo letto la mattina seguente glielo conferma. Ma Khalid non è il tipo da lasciare qualcosa in sospeso con una donna, così la fa cercare e portare nel suo regno...
LinguaItaliano
Data di uscita10 ago 2017
ISBN9788858970935
Una notte con lo sceicco: Harmony Collezione
Autore

Annie West

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Una notte con lo sceicco - Annie West

    1

    Maggie chinò la testa contro la pioggia gelida mentre avanzava faticosamente lungo la strada fangosa.

    I vestiti bagnati le si attaccavano alla pelle dove non era coperta dall’impermeabile, e rivoli d’acqua le scorrevano sulle gambe infilandosi negli stivali. Era vagamente consapevole del freddo. Dopo avere corso nell’oscurità, i suoi passi iniziarono a farsi incerti.

    Se solo si fosse soffermata a ragionare con più lucidità avrebbe preso la sua Jeep. Purtroppo non le era venuto in mente. Le era bastata un’occhiata attraverso la finestra del salotto di Marcus per farle smettere di pensare in modo coerente.

    Era rimasta paralizzata sul posto, incurante della pioggia, e quando il cervello aveva iniziato a focalizzarsi sull’accaduto si era messa semplicemente a correre.

    Doveva tornare a casa prima di essere sopraffatta dalle emozioni, pensò singhiozzando disperata.

    Tuttavia non sarebbe stato possibile allontanare il ricordo di quello che aveva visto: Marcus nudo tra le braccia della sua amante.

    Adesso capiva perché a volte le raccontava di essere troppo occupato per vederla, oppure perché aveva nei suoi confronti un atteggiamento distaccato. In realtà non le aveva mai voluto bene, e l’aveva usata per nascondere la sua relazione con la moglie di un geloso allevatore di cavalli.

    Maggie sentì lo stomaco contrarsi in una morsa. Com’era stata ingenua!

    Stupidamente gli aveva creduto quando lui le aveva raccontato di volerla rispettare, di non voler affrettare le cose vista anche la recente perdita di suo padre, e che doveva essere davvero sicura prima di spingersi più in là nel loro rapporto.

    Nella sua ingenuità lei si sentiva sicura tanto che aveva deciso di dimostrargli che era una donna desiderabile, matura e pronta per un rapporto più intimo. Aveva letto numerose riviste femminili per trasformarsi nella ragazza che voleva, superando i propri dubbi e le proprie paure. Era persino andata in città a comprarsi un vestito!

    La sua risata amara venne inghiottita dal vento.

    La realtà era che Marcus non l’aveva mai desiderata e lei era troppo inesperta e affamata di affetto per rendersi conto che lui la stava usando.

    Chinò la testa colta da un attacco di nausea e stranamente riuscì a vedere le sue gambe e gli stivali bagnati e coperti di fango sotto l’impermeabile. Cercò di concentrarsi sul presente e di allontanare le immagini dei due amanti abbracciati. Ma... da dove veniva quella luce?

    «Hai bisogno di aiuto?» le chiese una voce profonda.

    Maggie sollevò la testa e si trovò a fissare i fari di un potente fuoristrada. Un uomo era in piedi davanti alla macchina. Lo sconosciuto era alto e snello; le sue ampie spalle e i piedi ben piantati a terra lasciavano intendere che fosse una persona in grado di affrontare problemi di ogni tipo.

    In quel preciso istante avrebbe voluto stringersi a quel corpo forte e cadere nell’oblio.

    Per fortuna la ragione ebbe la meglio sull’istinto. Non aveva idea di chi fosse e poi aveva appena imparato che la sua capacità di giudizio non era affatto affidabile. Aveva creduto che Marcus rappresentasse tutto quello che cercava in un uomo: un amante, un compagno...

    Lo sconosciuto si avvicinò abbastanza perché Maggie si rendesse conto della sua superiorità sia in statura che in autorevolezza.

    «Non ti senti bene? Come posso aiutarti?»

    Questa volta lei percepì un accento straniero. «Chi sei?»

    «Sono un ospite delle scuderie Tallawanta e sono alloggiato alla casa padronale.»

    Maggie riconobbe il fuoristrada in dotazione agli ospiti della villa. Sapeva che quella settimana era prevista la presenza di una persona importante: lo sceicco di Shajehar, che possedeva quell’enorme allevamento di cavalli, aveva mandato il suo inviato a fare un giro di ispezione.

    Ecco spiegato quell’accento leggermente straniero.

    «Hai intenzione di tenere entrambi qua fuori sotto l’acqua finché non saremo bagnati fradici?»

    Maggie sobbalzò. Cosa c’era che non andava in lei? Non riusciva a concentrarsi e solo in quel momento si rese conto che lo sconosciuto non aveva addosso niente che lo riparasse dalla pioggia.

    «Mi spiace. Io non...»

    «Hai avuto un incidente?» le chiese lui con calma.

    «No, nessun incidente. Potresti darmi un passaggio, per favore?» Adesso che aveva saputo che si trattava del dignitario dello sceicco lei non ebbe timore a chiedergli di accompagnarla a casa. Erano all’interno di una proprietà privata e nessun estraneo si sarebbe spinto fin lì da fuori con quel tempo.

    «Naturalmente.» L’uomo chinò la testa e la precedette al fuoristrada aprendole la portiera dalla parte del passeggero.

    «Grazie» disse Maggie quando lui la prese per un gomito aiutandola a salire in auto. Poi sprofondò nel sedile e allentò la presa delle dita attorno al cinturino dei sandali dal tacco alto. Nell’altra mano stringeva la borsetta nuova. Lasciò cadere entrambe le cose per terra, come se non fosse più in grado di reggerle.

    La portiera si richiuse e lei assaporò il caldo confortevole all’interno dell’abitacolo dopo il vento e la pioggia incessante che ancora le ronzavano nelle orecchie.

    Quello era il paradiso.

    Maggie chiuse gli occhi lasciandosi avvolgere da quella pace.

    «Ecco, prendi questo.» Una voce profonda filtrò attraverso la sua semi incoscienza.

    Riluttante, lei aprì gli occhi e si voltò verso il posto del guidatore ritrovandosi a fissare gli occhi più neri che avesse mai visto. Sussultò alla vista del suo soccorritore illuminato dalla pallida luce dell’abitacolo.

    I capelli erano scuri come la notte e il volto abbronzato, quasi color del bronzo. Il naso aristocratico era leggermente aquilino, le labbra ben modellate e la mascella squadrata e decisa.

    Quella combinazione perfetta dei tratti somatici le tolse il respiro. Era come se qualcuno avesse aperto un vecchio libro facendo apparire un principe guerriero direttamente dalle Notti Arabe.

    Maggie non aveva mai immaginato che un uomo potesse essere così.

    «Tieni» le ripeté lui allungandole una coperta di lana e osservandola attentamente. «Sei sicura di non essere ferita?»

    Lei annuì, poi strinse la coperta con mani tremanti. Provava un forte imbarazzo e non sapeva se dipendeva dal fatto che lo sconosciuto la stesse fissando, oppure per la strana piega che stavano prendendo i suoi pensieri.

    Doveva essere lo shock a farle sembrare tutta quella situazione così irreale.

    Del resto, qualsiasi donna sarebbe rimasta scioccata se avesse scoperto quello che aveva appena scoperto lei.

    «Adesso basta.» Una forte mano le prese il mento obbligandola a voltarsi.

    Maggie sbatté gli occhi stupita di accorgersi che le si erano riempiti di lacrime. «Basta, cosa?» sussurrò.

    «Stai per avere una crisi isterica» le disse lui sollevandole il mento come se volesse guardarla meglio alla luce dell’abitacolo.

    «Mi... mi dispiace. Sono sotto shock.» Maggie aveva problemi a coordinare le labbra e la lingua. «Tra poco andrà... meglio.»

    «Sei stata fuori nella tempesta troppo a lungo.» Lo sconosciuto le tolse la coperta dalle mani e gliela avvolse attorno alle spalle. «Da dove vieni? Quanto sei stata sotto la pioggia?»

    Le labbra di lei si curvarono in un debole sorriso. Abbassò le palpebre e pensò che amava molto quell’accento. Trovava l’intonazione dell’uomo molto seducente. Immaginò come sarebbe stato bello addormentarsi al suono di quella voce.

    «Qualcuno ti ha fatto del male?» le domandò lui con una certa apprensione.

    «No! Sto bene.» Maggie si sentiva veramente confusa. «Ho bi... bisogno di tornare a casa. Per fa... favore.»

    L’uomo annuì e si chinò ad allacciarle la cintura di sicurezza. Il calore di quel corpo la scaldò più di qualsiasi coperta. «Dove?» le chiese raddrizzandosi e mettendo in moto il fuoristrada.

    L’abitacolo cadde nell’oscurità. Maggie studiò il suo profilo virile e aristocratico e l’istinto le disse che poteva fidarsi completamente di lui.

    «Se... sei chilometri più avanti e p... poi a destra. Da lì... ti in... indicherò io la strada.»

    Lo sconosciuto partì. Continuava a piovere e la strada era piena di fango.

    Maggie osservò il fuoristrada lussuoso e i suoi stivali. «Mi spiace, i miei stivali sono tutti sporchi» sussurrò.

    «Siamo su un fuoristrada per cui non dovrebbero esserci problemi per un po’ di fango.»

    «Chi sei?» gli chiese nuovamente lei.

    «Il mio nome è Khalid. E il tuo?»

    «Maggie» rispose lei avvolgendosi di più nella coperta. «Maggie Lewis.» Fortunatamente i suoi denti avevano smesso di sbattere.

    «Piacere di conoscerti, Maggie» le disse lui formale.

    Lei si chiese curiosa come trascorresse il suo tempo quell’uomo quando non doveva supervisionare scuderie australiane oppure soccorrere donne in difficoltà in mezzo a strade deserte.

    Khalid era concentrato sulla strada. Il tempo stava peggiorando ma la donna al suo fianco doveva asciugarsi e scaldarsi al più presto. Era in stato di shock e al limite di una ipotermia.

    Non poteva correre il rischio di impiegare troppo tempo per raggiungere casa sua. La soluzione migliore era portarla a Tallawanta finché non si fosse ripresa.

    Quella giovane era un mistero. Non c’era nessuna auto abbandonata sulla strada e non indossava abiti da lavoro. Le gambe lunghe e snelle, nascoste parzialmente sotto l’impermeabile, avevano subito attratto la sua attenzione. E i sandali con il tacco alto che le aveva visto in mano erano adatte per sedurre un uomo.

    Era quello che era successo? Era stata ferita da un uomo?

    Malgrado fosse alta abbastanza da arrivargli alle spalle, c’era una certa fragilità in quella ragazza. Gli occhi erano enormi in quel volto pallido; il collo era sottile e delicato.

    Se quella sera avesse partecipato alla cena di gala organizzata in onore dell’erede al trono di Shajehar lui l’avrebbe notata.

    Le lanciò un’occhiata; aveva un’aria debole e indifesa, eppure doveva possedere una forza notevole se era uscita a piedi in quelle condizioni meteorologiche.

    Maggie Lewis lo incuriosiva. Era da tanto tempo che una donna non suscitava in lui un simile interesse.

    Quella sera, una volta tanto, non era circondato dalle sue guardie del corpo o da ospiti ossequiosi. Il suo capo della sicurezza si era convinto che, all’interno dei confini della scuderia, non correva nessun rischio. Finalmente poteva seguire i suoi istinti.

    Per sei settimane Khalid aveva adempiuto ai doveri reali che spettavano al suo fratellastro in Europa, America e Australia, tuttavia non condivideva la stessa passione di Faruq per il lusso. In qualità di erede del fratellastro, ormai malato terminale, aveva dovuto presiedere a una serie interminabile di eventi mondani, cosa che lui detestava. In effetti avrebbe preferito di gran lunga passare il tempo a occuparsi dei suoi progetti di sviluppo, come quello della costruzione di un acquedotto a Shajehar. Almeno il popolo avrebbe avuto un beneficio tangibile.

    Raggiunta la casa padronale si fermò davanti alla ala privata a lui riservata. Una volta dentro avrebbe potuto controllare che la ragazza non avesse ferite e al limite chiamare un medico.

    «Eccoci arrivati» le disse scuotendola leggermente per svegliarla. Lei si mosse appena. Khalid aggrottò la fronte e le

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