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Incanto australiano: eLit
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E-book143 pagine1 ora

Incanto australiano: eLit

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Info su questo ebook

UNA VALIGIA PER... L'AUSTRALIA - Fra lei e sua sorella non c'era mai stato un feeling eccezionale, certo, ma la lettera che le aveva scritto prima di morire gridava davvero vendetta. Non potendo sopportare che le sue adorate nipotine subiscano le angherie di un uomo spietato e privo di sentimenti come suo cognato, Terise prende il primo aereo per Sydney, s'intrufola nel moderno palazzo di sua proprietà e inventa un motivo plausibile per ottenere un colloquio immediato con Ryan. Quando se lo trova davanti, però, succede che...

LinguaItaliano
Data di uscita29 feb 2016
ISBN9788858950166
Incanto australiano: eLit

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    Anteprima del libro

    Incanto australiano - Valerie Parv

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Sister of the Bride

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 1995 Valerie Parv

    Traduzione di Salvatore Sanna

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 1997 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5895-016-6

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Nell’immensa a Sala delle Conferenze delle Industrie Westmore regnava la confusione più assoluta. Con la stessa velocità con cui gli operai allineavano file di sedie, la folla prendeva posto, alla ricerca della sistemazione migliore per sé, per i microfoni o per le cineprese.

    La conferenza stampa stava per cominciare. Ryan Westmore non si vedeva ancora, ma l’atmosfera carica di tensione lasciava capire che presto avrebbe preso il suo posto sul podio.

    Mentre cercava posto in una delle ultime file, Terise O’Neill sobbalzò quando qualcuno le gettò tra le braccia un pacco di cartelline. «Oh, grazie al cielo è arrivata!»

    Terise si trovò di fronte una donna minuta, vestita con un tailleur di lino color crema. Era giovane e possedeva una massa di capelli rossi cortissimi. «Mi... mi dispiace, non...» balbettò Terise.

    La ragazza le strinse la mano in fretta. «Scusi se l’ho aggredita, signorina Ferris, ma in questo periodo sono oberata di lavoro. Sono Debbie, l’addetta alla reception. Sue non aveva intenzione di lasciarci in un simile caos, così come del resto non intendeva affrontare un travaglio troppo prematuro! Io sto facendo del mio meglio, ma non sono una segretaria di direzione.»

    Nemmeno io, pensò Terise. Debbie doveva averla scambiata per qualcun altro. Sempre reggendo i raccoglitori, esitò. Che fare? Chiarire a Debbie l’equivoco e correre il rischio di essere allontanata senza aver visto Ryan Westmore, oppure stare al gioco e soddisfare almeno la propria curiosità? Riuscire a incontrare quell’uomo era per lei della massima importanza.

    Alla fine vinse la curiosità. «Che cosa devo fare di queste cartelline?»

    Debbie si lasciò sfuggire un sospiro soddisfatto. «Distribuirle e rispondere alle eventuali domande fino all’arrivo del signor Westmore.» Controllò l’orologio. «Dovrebbe essere qui tra quattro minuti e mezzo precisi... lui è sempre puntuale.»

    Quella notizia confermava la convinzione di Terise che fosse un tiranno per cui contava solo il lavoro. L’equivoco sulla sua identità costituiva un vantaggio inaspettato, benché lei tremasse all’idea delle conseguenze dell’inevitabile scoperta della sua vera identità.

    Non sopportava le scenate per carattere, e chissà cosa sarebbe successo nel momento in cui Ryan Westmore avesse scoperto che la signorina Ferris era in realtà Terise O’Neill. Se non fosse stato per Clair...

    Soffriva ancora per la sua morte. Di due anni più giovane di lei, Clair era stata una donna bionda e vivace, che beveva la vita come una spugna assorbe l’acqua. L’esatto contrario della sobria e razionale Terise.

    Adesso che se n’era andata, Terise doveva capire perché, e l’unica persona in grado di risponderle era Ryan Westmore.

    Si sentì ribollire di collera, dimenticando persino il timore di far fallire la conferenza stampa. Era venuta per scoprire che mostro fosse quell’uomo, e il destino le aveva fornito l’occasione adatta. Qualunque cosa fosse successa dopo, ne sarebbe valsa la pena.

    «Quante possibilità esistono secondo il signor Westmore che Sydney ospiti la prossima Conferenza Internazionale del Commercio?» chiese uno dei giornalisti prendendo la cartelletta.

    Per fortuna ho letto i giornali di ieri sull’argomento, sospirò Terise, ricordando che, su sollecitazione del governo australiano, Ryan Westmore stava coordinando la candidatura di Sydney.

    «Le possibilità secondo lui sono molte, ma preferisce attenersi a un moderato ottimismo» citò a memoria, sperando di non aver ripetuto le parole scritte dallo stesso giornalista che la stava interrogando. «Tra poco comunque potrà ottenere una risposta a tutte le sue domande.»

    «Come va?» Debbie si materializzò accanto a lei proprio mentre consegnava l’ultima cartelletta.

    «Sopravvivo.» Sembrava più sicuro fornire una risposta generica. «Che cos’altro devo fare?» Speriamo di non dover lavorare su un computer o qualunque altra cosa per cui sia necessario fornire dei titoli, si augurò.

    «Controllare i microfoni. Di solito Sue lo fa prima che il signor Westmore cominci la conferenza.»

    Ringraziando la sua buona stella, Terise si diresse verso il podio. Come maestra elementare, possedeva una lunga pratica nell’utilizzo dei microfoni per le recite di Natale e gli incontri con i genitori.

    Purtroppo quella pratica non l’aveva mai guarita dal terrore di salire sul palco. Sentiva ancora lo stomaco contrarsi al pensiero di apparire in pubblico, ma aveva imparato a comportarsi come se fosse assolutamente sicura di sé.

    Come Debbie aveva anticipato, la sua comparsa sul palco attirò l’attenzione e riportò la platea al silenzio.

    Sussultò, riconoscendo alcuni giornalisti famosi, ma proseguì nel proprio compito, come fosse stata la vera signorina Ferris, esperta segretaria di direzione.

    All’improvviso la sua attenzione fu attirata da un uomo che aspettava impaziente sulla porta di fianco al podio.

    Ryan Westmore.

    Terise sospettava che, anche senza vederlo, ne avrebbe percepita la presenza. Quell’uomo portava in sé un’aura di potenza così come il sole emana calore.

    Le fotografie non gli rendevano giustizia. Mostravano solo un uomo dal fisico atletico, ma non rendevano la sensazione di pericolo che quel fisico suggeriva a chiunque lo incrociasse.

    Forse dipendeva dal modo in cui se ne stava a gambe leggermente divaricate, come un capitano sul ponte della propria nave. O dalla curva sensuale delle sue labbra che suggeriva un’immagine diversa da quella di un uomo dedito solo al lavoro.

    Il movimento ritmato con cui batteva i propri appunti contro la gamba muscolosa la riportò alla realtà. La parte di lei che si era immedesimata nella signorina Ferris si spinse in avanti verso i microfoni e annunciò: «Signore e signori, Ryan Westmore».

    Un leggero cenno di assenso accolse l’applauso che lo accompagnò mentre saliva sul palco. La sfiorò con lo sguardo mentre la oltrepassava e lei trattenne il respiro. Nei suoi occhi brillavano un’intelligenza e una decisione che la mise in soggezione. Quello era l’uomo che desiderava far soffrire, così come lui aveva fatto soffrire Clair? Sarebbe stato meno pericoloso dare la caccia a uno squalo bianco!

    Quasi percepisse il suo tumulto interiore, Ryan Westmore le rivolse una seconda e più attenta occhiata. Le parve di sentirlo chiedersi che cosa facesse lì, farsene una ragione e immediatamente allontanare quel pensiero, tutto nello spazio di pochi secondi.

    Essere liquidata bruscamente la irritò, ma riuscì a farle ritrovare lo scopo della propria missione. Neppure Ryan era invincibile e sarebbe stato facile scoprire uno scandalo legato al suo nome, facendo sfumare la sua possibilità di essere nominato cavaliere.

    Terise raggiunse una saletta laterale, ma sentiva le ginocchia deboli e sebbene deglutisse, continuava ad avere la gola secca. Lo avrebbe osservato, alla ricerca di una qualunque debolezza da usare contro di lui.

    Debolezza? Terise quasi scoppiò a ridere ripensando a quella parola durante lo svolgimento della conferenza. Ryan Westmore si comportava con i mass media raccolti come un direttore con la propria orchestra e la conferenza stampa finì per trasformarsi in un lungo spot pubblicitario in favore della Conferenza Internazionale del Commercio.

    Alle domande più difficili, Ryan rispose con astuzia consumata e con disarmante franchezza. Quando Terise si rese conto di pendere dalle sue labbra a ogni nuova frase, venne presa dalla collera contro se stessa. Il carisma di quell’uomo nascondeva un animo malvagio, possibile che nessuno se ne accorgesse?

    «È meraviglioso, non trova?» Con un sospiro ammirato, Debbie la raggiunse mandando in frantumi le sue speranze di poter scappare via senza farsi notare prima che la conferenza terminasse.

    «Molto incisivo.»

    Il tremito della sua voce le valse un sorriso di simpatia. «So che ha un aspetto intimidatorio, ma non deve preoccuparsi. Sue ha parlato molto bene di lei. Era sua intenzione introdurla personalmente al lavoro, ma...» controllò l’orologio e sorrise. «In questo momento dev’essere piuttosto occupata. Avrebbe dovuto credere al ginecologo, quando diceva che i primogeniti spesso nascono in anticipo.»

    Terise cominciava a capire. Sue doveva essere l’assistente personale di Ryan e la signorina Ferris avrebbe dovuto sostituirla durante l’assenza per maternità.

    Terise ebbe appena il tempo di ipotizzare con malizia quale potesse essere la relazione di Ryan con quel bambino, quando Debbie aggiunse: «Ho aggiunto il suo nome sul biglietto che accompagnava i fiori che ho mandato a Sue e a suo marito. Sapendo che lei è arrivata, sarà più tranquilla».

    Dunque sembra che il bambino non sia figlio di Ryan. Che peccato, sarebbe stato uno scandalo ideale! Clair mi aveva fatto supporre qualcosa del genere nella sua lettera, ma forse si trattava di una soluzione troppo ovvia.

    «Qui è tutto sotto controllo. Perché non ne approfittiamo per guardarci un po’ intorno?» propose Debbie allegra.

    Non le rimaneva che seguirla all’ascensore, che le portò al piano più alto, inferiore solo all’appartamento che costituiva la residenza di Ryan quando si trovava a Sydney.

    «Dove abita?»

    Debbie si strinse nelle spalle. «Possiede diverse case, ma forse Westmoreland è la sua preferita. È una proprietà a Bowral, tra le montagne della regione meridionale.»

    Quel commento risvegliò in Terise dei ricordi

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