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La rivincita del magnate: Harmony Destiny
La rivincita del magnate: Harmony Destiny
La rivincita del magnate: Harmony Destiny
E-book143 pagine1 ora

La rivincita del magnate: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Dopo sei anni, Damien Sauer è tornato a Minneapolis da uomo di successo. E per rendere il proprio trionfo completo, deve fare un'ultima cosa: vendicarsi di Tess York, la donna a cui aveva donato il suo cuore, che lei ha calpestato senza pietà. Quando scopre che Tess è socia della No Ring Required, per costringerla a passare del tempo con lui la assume come moglie in affitto e le ordina di restaurare un vecchio cottage, per loro denso di ricordi, per poi demolirlo davanti ai suoi occhi. Lei non può fare altro che accettare, ma se Damien crede che andrà di nuovo a letto con lui... ebbene, scoprirà che non è una donna disposta a farsi comprare da nessuno.
LinguaItaliano
Data di uscita12 set 2019
ISBN9788830504400
La rivincita del magnate: Harmony Destiny
Autore

Laura Wright

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    La rivincita del magnate - Laura Wright

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Rich Man’s Vengeful Seduction

    Silhouette Desire

    © 2007 Laura Wright

    Traduzione di Eleonora Motta

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-440-0

    1

    Non c’è nulla di più inquietante che vedere apparire il diavolo dentro una chiesa.

    Fasciata da un abito da cerimonia di chiffon nero, i capelli rosso fuoco raccolti con eleganza, Tess York fissava un uomo seduto nella quarta fila di panche.

    I palmi delle mani si facevano sempre più umidi di sudore attorno al bouquet di peonie scarlatte.

    Damien Sauer era alto, dall’aspetto truce e tenebroso, proprio come lo rammentava.

    Un tempo avevano fatto coppia, amanti e amici, finché non era arrivato un altro. Un uomo mite e timido che, allora, era sembrato la scelta giusta per la sua necessità di protezione e sicurezza. Conforti che il turbolento Damien non era in grado di offrirle.

    La pungente fragranza, emanata dalle ghirlande di pino che decoravano la chiesa, cessò di essere romantica e festosa. Le provocò, al contrario, una forte nausea.

    Cosa ci faceva lì? Era andato via da tanto tempo e, per quanto ne sapeva, si era trasferito in California, dove era diventato un abile agente immobiliare, con una media di vendite di due case al mese. Imprenditore inarrestabile e senza un briciolo di coscienza.

    Il suo successo non aveva sorpreso Tess. Sei anni prima copriva l’incarico di capo carpentiere in una compagnia di costruzioni della città. Le sue idee erano così ingegnose e innovative da essere ricercato da tutti gli appaltatori.

    Tess lo osservò, seduto immobile al suo posto, con il mento sollevato quasi in segno di sfida, mentre seguiva Mary ed Ethan che si scambiavano le promesse matrimoniali.

    Un lampo di tensione la sferzò, contraendole il collo e le spalle. Aveva fatto il possibile per seppellire il suo sciagurato passato, traboccante di errori, e per cancellare la sua inutile esperienza accanto a un marito smidollato e indegno.

    Insieme alle socie, Olivia Winston e Mary Kelley, aveva costituito una ditta che forniva una sorta di mogli in affitto per occuparsi di eventi per uomini non in grado di organizzarsi da soli. Il successo era stato subito strepitoso e le aveva portato una certa agiatezza.

    Tutto ciò che desiderava era continuare la sua vita presente, serena e felice, e mettere una pietra sopra a ciò che si era lasciata alle spalle.

    Purtroppo, però, il diavolo era piombato in quella chiesa.

    Dietro di lei, qualcuno iniziò a suonare il piano e tutti i presenti si voltarono e si misero a cantare un brano tratto da Il Fantasma dell’Opera.

    Tutti, tranne Tess.

    Non riusciva a staccare gli occhi da Damien.

    Per un breve istante, le attraversò la mente la sciocca idea che, se l’avesse fissato con insistenza, lui si sarebbe infastidito e se ne sarebbe andato. Ma certo una cosa del genere non avrebbe mai funzionato con un uomo dal carattere forte e indomito come il suo.

    Appariva smagrito, considerò fra sé, ma le spalle erano più ampie e robuste dall’ultima volta che lo aveva visto. Le sue labbra, tuttavia, ostentavano ancora quel ghigno duro, come se non conoscesse il significato di un sorriso.

    Per quale motivo si trovava lì? Conosceva Ethan, o – ancora peggio – Mary?

    Accanto lei, l’esperta di cucina della No Ring Required, Olivia Winston, si chinò.

    «Ehi, mi pare una grande rappresentazione, degna di Broadway, non trovi?»

    «Già... è vero» borbottò lei, distratta.

    L’attraente brunetta aggrottò la fronte. «C’è qualcosa che non va?»

    «Niente» si affrettò a replicare.

    «La tua espressione mi dice proprio il contrario.»

    Rifiutandosi di creare un caso proprio alle nozze della sua socia, Tess si costrinse a prestare attenzione ai cantanti.

    In fin dei conti, Damien poteva anche essere all’oscuro della sua presenza, meditò, per rincuorarsi. Anzi, magari l’aveva dimenticata e si era sposato, aveva messo al mondo due marmocchi e si era comprato un cane.

    Intanto che ascoltava la rappresentazione vocale, ebbe la strana e sgradevole percezione d’essere osservata e spiata.

    La medesima sensazione che provò il giorno che aveva voltato le spalle a Damien e se n’era andata.

    «Signore, desidera che la conduca a casa?»

    Mentre l’autista si destreggiava tra il traffico congestionato di Minneapolis, Damien era accomodato sul sedile posteriore della sua limousine, con il bavero del cappotto sollevato che strofinava contro la rigida linea della sua mascella.

    «No, portami al Georgian Hotel. Ho deciso di andare al ricevimento.»

    «Mi scusi, signore, ma è raro che lei presenzi...»

    «Qual è il problema, Robert?» Damien gli si rivolse spazientito, mentre l’imponente auto nera andava ricoprendosi di fiocchi di neve.

    «Se posso permettermi, signore...» Il ragazzo lo fissò attraverso lo specchietto retrovisore.

    «Avanti, parla. Ma, per favore, tieni gli occhi sulla strada. Non siamo nella calda e assolata Los Angeles, qui. L’asfalto, con la neve, diventa particolarmente sdrucciolevole.»

    «Certo, signore.»

    Damien sospirò. «Allora, cosa vuoi sapere?»

    «In questi quattro anni in cui ho lavorato per lei, questo è il primo ricevimento di nozze, benché di un socio d’affari, al quale la vedo partecipare.»

    «Davvero?»

    «Sì, signore. Si stratta di affari di estrema importanza, suppongo.»

    L’auto rallentò, svoltò e quindi si fermò.

    Damien lanciò un’occhiata fuori.

    «Siamo arrivati?»

    «Sì, signore, ma c’è una lunga fila in attesa.»

    Lui non era il tipo che amava aspettare. Si aggrappò alla maniglia e aprì lo sportello.

    «Scenderò qui, Robert. Non preoccuparti. Rimani in macchina.»

    «Come vuole.» Il ragazzo annuì.

    «E, Robert, per rispondere al tuo quesito, questa festa è molto più importante di qualunque altro affare» gli rivelò, scendendo. «Trovati davanti all’ingresso fra un’ora.»

    Il salone da ballo del Georgian Hotel era il luogo più spettacolare in cui organizzare un ricevimento di nozze. Soffitti dorati, lampadari a goccia di cristallo, pavimenti in marmo bianco e nero.

    Se costituiva una meraviglia in qualunque stagione, lo era maggiormente in quel periodo, con tutti gli addobbi natalizi. Le mille piccole luci intermittenti, gli abeti, il vischio, i deliziosi dolcetti di cioccolato e i canditi che riempivano mini calze coloratissime.

    Tess York era una ciocco-dipendente e si dovette trattenere per non terminare tutti i brownie che riempivano diversi vassoi.

    Se un bastoncino glassato era sopravvissuto al suo sterminio, era perché Tom Radley, il primo cliente della NRR, nonché amico di famiglia di Mary, l’aveva afferrata e costretta a seguirlo sulla pista da ballo.

    Su un palco rettangolare poco distante, una donna dalla straordinaria somiglianza con Natalie Cole intonava motivi natalizi.

    Accanto a lei, Olivia danzava stretta al suo fidanzato, Mac Valentine.

    Erano una coppia stupenda.

    Sembravano quasi due divi di Hollywood. Lei indossava un abito nero, simile al suo, e portava i luminosi capelli castani sciolti sulle spalle.

    Sorrise all’amica.

    «Sei una ballerina terribile, lo sai?» le disse Olivia.

    Tess chinò la testa. «Grazie, sei molto gentile.»

    «Non è vero. È aggraziata come un cigno e leggera come una piuma» obiettò Tom Radley, facendo piroettare la sua compagna.

    «Finché non ti pesterà i piedi» ribatté Olivia con una smorfia divertita.

    Tess agitò una mano, indispettita. «Spostati, Winston. Vai a distruggere l’autostima di qualcun altro.»

    Oliva rise. «Hai ragione, sebbene io dubiti che le mie parole possano avere qualche effetto su di te. Possiede più spavalderia il tuo dito mignolo di un grizzly all’ora di pranzo.»

    «Non sono certa che sia un complimento.»

    Mac, sempre gentiluomo, s’intromise: «Certo che lo è. Inoltre, concordo anch’io sul fatto che tu sia un’ottima ballerina».

    «Lusingarmi non ti porterà lontano con me, signor Valentine» rimbeccò Tess, volteggiando con agilità.

    Mac scrollò le spalle e si rivolse alla fidanzata, baciandola sul collo. «Con te, invece, funzionano le mie galanterie?»

    «Oh, sì» miagolò la ragazza, sciogliendosi tra le sue braccia.

    Tess roteò gli occhi.

    «Allontaniamoci dai piccioncini» suggerì a Tom, «prima che i cherubini che aleggiano sulle loro teste scaglino frecce contro di noi.»

    Ridendo entrambi, volteggiarono fino all’estremo opposto della pista, dove c’era un uomo ad attenderli.

    I suoi glaciali occhi azzurri li stavano studiando con interesse e ostilità.

    Alto e imponente, indossava un costoso smoking. Con i capelli corti, scuri come il cielo notturno, e la bocca atteggiata in un taglio duro e crudele, incuteva una certa soggezione.

    Il cuore di Tess si mise a correre all’impazzata, togliendole il fiato.

    Damien Sauer le tese una mano e lanciò un’occhiataccia a Tom.

    «Se non le dispiace...»

    «Certo che mi

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