Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Missione papà: Harmony Destiny
Missione papà: Harmony Destiny
Missione papà: Harmony Destiny
E-book145 pagine2 ore

Missione papà: Harmony Destiny

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

L'agente segreto Blake Hunt è appena tornato in Texas dopo una difficile missione in Europa. Con sé ha due piccoli gemelli, i principi Edward e Miranda, che erano tenuti in ostaggio da un losco individuo. L'ultimo compito dell'agente Hunt è quello di condurre i bambini in salvo tra le braccia della principessa Anna: sembra una passeggiata dopo gli eventi delle settimane precedenti, in realtà il pericolo è dietro l'angolo.

Per fortuna Josie Walters sta percorrendo la stessa strada e può aiutarlo quando...
LinguaItaliano
Data di uscita9 gen 2017
ISBN9788858959862
Missione papà: Harmony Destiny
Autore

Metsy Hingle

Inguaribile romantica, crede fortemente nel potere dell'amore... e scrive per dimostrarlo.

Leggi altro di Metsy Hingle

Autori correlati

Correlato a Missione papà

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Missione papà

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Missione papà - Metsy Hingle

    successivo.

    Prologo

    Il pianto di bambino che proveniva dal sedile posteriore dell'auto raggelò il sangue nelle vene di Blake Hunt. Una cosa aveva imparato, nelle ultime quarantotto ore. Scapoli e bebè non vanno assolutamente d'accordo. Se avesse potuto scegliere, avrebbe preferito un plotone di esecuzione, ai due gemelli di quattro mesi che si portava dietro da due giorni.

    «Perché non mi hanno affidato una missione più facile? Magari disarmare una banda di terroristi» borbottò tra sé mentre schiacciava con forza sull'acceleratore, spingendo l'auto a gran velocità attraverso la pioggia battente che imperversava da ore sul Texas.

    Era stanco morto. La missione che aveva compiuto per conto della Squadra Alpha e di suo fratello Greg lo aveva stremato. Senza contare che era un miracolo se era riuscito a scappare dal palazzo e a portare i due gemelli in salvo con sé, fuori dal piccolo regno di Asterland, dove erano tenuti in ostaggio. Doveva ringraziare la sua ottima preparazione fisica e tecnica, se aveva potuto dare scacco matto al principe Ivan, che aveva progettato di usare i due piccoli senza mamma per prendere il controllo del regno di Oberland.

    Ancora due ore, tempo permettendo, e quella missione pazzesca sarebbe finita. Avrebbe consegnato i bambini alla zia, e senza il minimo rimpianto.

    Un altro vagito eruppe all'interno dell'abitacolo e Blake imprecò sottovoce. Aveva tanto sperato che continuassero a dormire fino a che non fossero arrivati a Royal, dove li aspettava la principessa Anna.

    Con nervosismo afferrò un ciuccio dalla borsa sistemata sul sedile accanto al suo, slacciò la cintura di sicurezza e allungò un braccio all'indietro, nel tentativo di centrare la boccuccia arricciata del piccino in lacrime. Quale dei due fosse, non lo sapeva davvero.

    In quel momento, all'uscita dalla curva che aveva appena iniziato, una fortissima folata di vento so spinse l'auto verso la carreggiata opposta, e Blake dovette concentrarsi sulla guida. Come per miracolo, il piccolino scelse quell'istante per ricadere nel suo sonno fin troppo leggero.

    Sollevato, Blake concentrò di nuovo l'attenzione sulla strada. Non aveva mai visto un tempaccio simile. L'acqua cadeva dal cielo con violenza inaudita, sospinta in tutte le direzioni dalle raffiche di vento che assomigliavano sempre più a piccole trombe d'aria. I fossi, ai lati della strada, si riempivano d'acqua a gran velocità e, in molti casi, avevano già raggiunto un livello di guardia.

    Non era davvero il tempo ideale per guidare con due bambini tanto piccoli, eppure Blake sapeva di non potersi fermare. Doveva arrivare al più presto a casa, a Royal, dove lo aspettavano suo fratello Greg e la Squadra Alpha, tutti membri dell'esclusi vo Club degli Allevatori Texani, il Texas Cattleman's Club, verso i quali lui aveva un obbligo preciso. Quello di consegnare, sani e salvi, i due gemellini che erano seduti dietro di lui.

    Uno sguardo nello specchietto retrovisore lo rassicurò sul fatto che le due piccole pesti stavano dormendo di nuovo.

    Un'ondata di rabbia gli esplose in petto, al pensiero del principe Ivan e ai suoi propositi di usarli per scopi decisamente poco onorevoli. Da ciò che aveva scoperto dell'uomo, sapeva che non avrebbe accettato di buon grado la sconfitta. «Non preoccupatevi, voi due. Lo zio Blake non lascerà che vi si avvicini di nuovo. Lo prometto.»

    La pioggia colpiva il parabrezza dell'auto con violenza, rendendo difficile vedere la strada che si snodava davanti a lui. I tergicristalli lavoravano freneticamente, anche se con scarsi risultati. Con il pensiero ancora sul principe, Blake non notò il braccio del mulino a vento che giaceva a brandelli in mezzo alla strada, fino a quando non gli fu quasi addosso. Con un movimento violento delle braccia, sterzò il volante, poi posò il piede sul freno e lo schiacciò con tutto il peso del proprio corpo.

    L'auto iniziò a sbandare a destra e a sinistra, poi, spinta da una folata di vento ancora più violenta delle altre, girò su se stessa e urtò contro la balaustra di un ponte. Senza che Blake riuscisse a fare nulla per evitarlo, la grossa berlina infilò un fosso e si accasciò su di un lato con un rumore di metallo contorto.

    Un dolore lancinante strappò a Blake un gemito. Nell'urto aveva sbattuto la testa contro il volante, e ora un rigagnolo di sangue gli scorreva lungo una tempia.

    Dietro di lui, i gemellini avevano iniziato a piangere disperati e le loro grida penetrarono attraverso la nebbia che gli oscurava la mente.

    I bambini! Doveva prendere i bambini! Lottando contro il dolore e il desiderio di lasciarsi avvolgere dall'oscurità, si buttò a peso morto contro la portiera che cedette di colpo. Cadde in ginocchio in una pozza di fango e acqua e tentò di rialzarsi, ma il vento lo sbatté di nuovo contro l'auto, facendogli picchiare la testa contro lo sportello. Una miriade di luci gli esplosero nel cervello. La vista gli si appannò. Si afferrò il capo tra le mani e si lasciò cadere a terra, senza rendersi conto che il portafoglio gli era scivolato fuori dalle tasche e che iniziava a scorrere via, trascinato dall'acqua del fosso.

    Mentre la pioggia cadeva su di lui, Blake si abbandonò nel buio della notte.

    1

    Stupida. Stupida. Stupida.

    Josie Walters batté il pugno contro il volante della sua vecchia Explorer e lanciò un'occhiataccia ai tergicristalli che stavano perdendo la loro battaglia contro la pioggia battente. Portò la velocità dell'auto a passo d'uomo e inforcò la strada completamente deserta.

    Non avrei dovuto aspettare così tanto a lasciare Royal, borbottò tra sé.

    Se non fosse stata tanto sprovveduta, sarebbe già stata al sicuro da ore nella sua fattoria, invece di trovarsi in mezzo alla furia degli elementi.

    Tutta colpa di quell'inutile annuncio che aveva fatto pubblicare sul giornale locale. «Per quanto ancora m'illuderò che sarà possibile trovare qualcuno che mi aiuti alla fattoria?» Strinse le dita intorno al volante e scosse la testa.

    Sei una stupida, Josie Walters. Gli ultimi che avevano risposto a quell'annuncio si erano rivelati dei buoni a nulla, in cerca di un modo facile per guadagnare. A lei non servivano uomini così, né aveva soldi da buttare via. Tutt'altro. Senza contare che l'ultimo che si era presentato, un certo Pete Mitchell, oltre a essere caro come il fuoco, aveva pensato bene di aver libero accesso al suo letto.

    Quel maiale! Vedova affamata, mi ha chiamata! Al solo ricordo di quella frase, le fumavano ancora le narici. Per non parlare del fatto che lo aveva dichiarato in pubblico e che era certa che Forrest Cunningham, il ricco allevatore del Texas Cattleman's Club, lo avesse sentito. Chissà cosa avevano pensato gli esimi cittadini di Royal quando lei aveva rovesciato la tazza di caffè bollente sulla cerniera dei pantaloni di quell'essere indegno? Probabilmente l'unica cosa che avevano notato era che lei aveva aspettato a farlo solo dopo che Pete Mitchell le aveva palpato ben bene il sedere. Che orribile figura!

    Quando imparerai, Josie? Non sei Cenerentola. Niente affatto. Non ti sono serviti a nulla tutti quegli anni persi passando da una famiglia adottiva all'altra? Se anche ti fossero rimasti dei dubbi, com'è possibile che tu non abbia imparato niente da quel marito donnaiolo che se n'è andato con un'altra? Non sei mai stata all'altezza, e lo sai bene. Ammettilo, Josie, ragazza mia, i principi azzurri si trovano solo nei libri.

    Josie distolse la mente dai ricordi e si concentrò sulla strada. Non solo aveva speso un mucchio per quegli annunci, ma aveva anche perso un altro giorno di lavoro. Una giornata che non poteva permettersi, quando c'era così tanto da fare prima dell'ispezione della banca. Come poteva pensare di rimettere in sesto la fattoria, se non riusciva a trovare qualcuno che l'aiutasse, e che lei si potesse permettere? E cosa avrebbe fatto se la banca avesse rifiutato la sua richiesta di prestito e avesse così perso la proprietà?

    Il solo pensiero la riempì di panico. Non poteva perderla. Non poteva. Nonostante il suo matrimonio fosse stato un disastro, almeno Ben le aveva lasciato la fattoria. Certo, era in pessime condizioni, ma quella ora era la sua casa. L'unica che avesse mai avuto in tutti i ventinove anni della sua vita. E non aveva intenzione di rinunciarvi, per nulla al mondo. Avrebbe lottato anche con i denti, pur di continuare a mandarla avanti, con o senza il prestito.

    All'improvviso, un cartello stradale le volò proprio davanti, e lei sterzò per riuscire a evitarlo. Si spaventò talmente, che preferì fermarsi sul lato della carreggiata. Per la prima volta da quando aveva lasciato Royal, si rese conto che la situazione era davvero grave. Non aveva mai visto un tempo simile, specie in Texas, dove la pioggia era una rarità. Rabbrividì e si tirò su il colletto della giacca di jeans. Forse avrebbe fatto meglio a mettere da parte le preoccupazioni per la fattoria, e a concentrarsi per arrivare a casa tutta d'un pezzo.

    Ripartì, molto piano, china sul volante per vedere meglio davanti a sé. La visibilità era davvero scarsa e fu quasi un miracolo se individuò la pala del mulino che si trovava in mezzo alla strada. Il battito cardiaco accelerò ancora di più quando, poco dopo aver superato quell'assurdo ostacolo, con la coda dell'occhio vide luccicare qualcosa sul bordo di un fosso.

    Accidenti! Josie schiacciò il pedale del freno e fermò l'Explorer. Un'auto era rovesciata su di un fianco, con il muso affondato nell'acqua del fossato. Accasciato contro la portiera della macchina, c'era il corpo riverso di un uomo.

    Senza preoccuparsi di coprirsi o di prendere l'ombrello, Josie saltò giù dal camioncino e si precipitò verso quel corpo. In pochi secondi era bagnata fino alle ossa e tremava di freddo. Si scostò i capelli dal viso e si chinò accanto all'uomo. In preda a un terrore folle, posò due dita contro la gola di lui, cercandogli il battito del cuore.

    Batteva, forte e con regolarità. Con un sospiro di sollievo, Josie si appoggiò ai talloni.

    «Può sentirmi?» gridò, in modo da superare il frastuono della tempesta. Quando lui gemette, gli afferrò il viso e lo girò in direzione dei fari del suo camioncino, e rimase senza fiato. Però, che lineamenti! Sembrava il volto di un principe delle fiabe. Zigomi alti, mascella appuntita, bocca sensuale. Anche privo di conoscenza, e con un brutto taglio sulla fronte, avrebbe fatto venire l'acquolina a qualsiasi donna. Lui si mosse, gemette di nuovo, poi sollevò le ciglia. Aveva occhi marroni, con pagliuzze dorate. E la stava fissando.

    «Che è successo?» chiese con voce roca e fievole, appena udibile sopra al sibilo del vento.

    «Ha avuto un incidente. Deve aver sbattuto contro quella pala di mulino che c'è in mezzo alla strada. A giudicare dalla

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1