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Appuntamento a Natale (eLit): eLit
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E-book145 pagine2 ore

Appuntamento a Natale (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Per Matthew Blanchard, proprietario di un grande negozio di giocattoli, le cose non potrebbero andare peggio: la sua governante l'ha piantato in asso, l'uomo che avrebbe dovuto allietare i bambini impersonando Santa Claus è scomparso. E per finire Lucy, sua figlia, ha finalmente deciso che regalo vuole per Natale: una mamma! La vulcanica Sherrie viene in aiuto a Matthew fingendosi... la moglie di Babbo Natale. E visto che c'è, perché non dare anche una mano a Lucy con il suo desiderio?
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2016
ISBN9788858962206
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    Anteprima del libro

    Appuntamento a Natale (eLit) - Doreen Roberts

    successivo.

    1

    Matthew Blanchard ricordò a se stesso che il Natale era tradizionalmente un periodo allegro per tutti, tranne che per lui, soprattutto se impiegati incompetenti rovinavano ciò che aveva con cura organizzato.

    Ogni anno per Natale il quinto piano dei grandi magazzini Blanchard's si trasformava nel mondo dei sogni dei bambini. Veniva allestito uno stand bellissimo con uno spettacolare albero di Natale, decorazioni, luci scintillanti e pacchetti dai fiocchi colorati. Renne e folletti di cartone sbirciavano dalle finestre di una casetta di marzapane mentre un manichino con gli abiti della moglie di Babbo Natale sorrideva da dietro la porta tempestata di mentine. In mezzo a quello splendore c'era un grande scranno di velluto rosso ed era lì che Matt guardava incredulo, perché al posto della figura imponente e benevola di Babbo Natale sedeva una ridicola miniatura.

    Matt ebbe l'impressione che quella sedia inghiottisse la figura vestita di rosso. Il cappuccio di pelo le copriva quasi completamente le sopracciglia e, per completare l'opera, al posto degli stivali i piedi delicati sfoggiavano un paio di scarpe nere a tacco alto che non arrivavano nemmeno a toccare il pavimento.

    Matt aspettò con impazienza che un bambino scendesse dal grembo ridicolmente minuto di quel Babbo Natale e poi, con un profondo sospiro, si avvicinò allo stand. «Mi spiace, bambini» annunciò sforzandosi di sorridere, «ma credo che sia giunto il momento di un intervallo per Babbo Natale. Lui tornerà presto, ve lo prometto.»

    Nonostante le proteste dei bambini che erano in fila, Matt fece segno a quel ridicolo personaggio di seguirlo, si aprì un varco tra la folla e si diresse verso il proprio ufficio.

    Matthew era sempre molto esigente. In quel caso qualcuno aveva commesso un errore e avrebbe quindi pagato.

    In qualsiasi altro periodo dell'anno sarebbe stato più tollerante, ma a Natale era particolarmente nervoso e non poteva permettere che un Babbo Natale in miniatura e tacchi alti deludesse Lucy.

    Di solito non sentiva la responsabilità di essere un padre single e se la cavava benissimo con la figlia di cinque anni, ma non a Natale.

    Il Natale è la festa delle famiglie unite e i bambini desiderano la presenza di entrambi i genitori e, soprattutto, di una madre che prepari i dolcetti, incarti i regali, scriva i biglietti di auguri e li accompagni a fare spese.

    Sì, il Natale era decisamente un brutto periodo dell'anno per Matt, che provava una specie di inquietudine che cresceva a mano a mano che il giorno fatidico si avvicinava e perciò non era proprio dell'umore adatto per reagire con calma al disastro al quale aveva appena assistito.

    Entrò nel proprio ufficio sforzandosi di calmarsi e aspettò che lo raggiungesse quella specie di Babbo Natale, che rischiava di inciampare a ogni passo negli enormi pantaloni del costume rosso fiammante.

    Quando Babbo Natale arrivò di fronte alla scrivania, Matt lo guardò disgustato. Salì con lo sguardo minaccioso dal corpetto rosso e le maniche incredibilmente lunghe fino agli occhi verde mare che, guardinghi, spiccavano dalla nuvola di barba e di capelli di bambagia. Furioso, guardò ancora dall'alto in basso la figura minuta e malamente imbottita. «Mi sembra di ricordare che quando l'ho assunta era circa venti centimetri più alto, pesava molto di più e aveva una voce che assomigliava a quella di un sergente della marina.»

    La voce che rispose non aveva nulla a che vedere con quella di un sergente della marina e assomigliava più a quella di una sirena. «Quello era mio fratello, Tom Latimer, signor Blanchard. Io sono Sherrie Latimer.»

    «Ma davvero?» le disse con tono sarcastico. «Allora sarà così gentile da dirmi dov'è andato a finire suo fratello. Come giustifica questa ridicola messinscena?»

    «Ehm... Tom è in Messico, signor Blanchard.»

    «Messico» fece eco Matt a denti stretti. «È stata una mossa astuta non informarmi di questo cambiamento di programma perché, se mi avesse avvisato, l'avrei costretto a rispettare a ogni costo gli impegni presi.»

    «Mi spiace, signor Blanchard, ma...»

    «Le spiace? Le posso assicurare che dispiace più a me. Come di sicuro sa, sono il proprietario del più importante centro commerciale di Westmill e centinaia di bambini vengono qui ogni anno per incontrare Babbo Natale e per fare acquisti insieme ai genitori. Spendo una montagna di denaro per essere sicuro che non siano delusi.» Sapeva che stava alzando la voce, ma non riusciva a controllarsi. Prima che Babbo Natale potesse replicare, dichiarò con un ruggito: «Il mio stand di Natale diventa più ricco e più costoso ogni anno che passa e...». Fece una piccola pausa, ma prima che Sherrie riuscisse ad aprire bocca, continuò: «Ed è per questo che ho tutte le ragioni per sentirmi oltremodo indignato se il personaggio più importante di questo lussuosissimo stand si trasforma in una ridicola miniatura in tacchi alti!».

    «Posso parlare?» La voce della ridicola miniatura aveva acquistato considerevole forza.

    Matt osservò, affascinato nonostante tutto, come la piccola e delicata mano di Babbo Natale fosse uscita dalla manica per togliersi con un gesto deciso la parrucca bianca e la barba.

    «Signor Blanchard, lei non ha alcun diritto di rivolgersi a me con quell'ignobile tono di voce. Io non sono un bambino disubbidiente che può intimidire con i suoi rimproveri. Sono una donna adulta e, in quanto tale, esigo un certo rispetto.»

    Matt scrutò il volto leggermente arrossato incorniciato da una cascata di riccioli color ambra. Fiocchi di cotone bianco erano rimasti attaccati ai riccioli sulla fronte e intorno alle labbra rosse e carnose. Nonostante la rabbia, Matt sentì un'irresistibile voglia di sorridere, a cui si sarebbe abbandonato se non fosse rimasto sorpreso di non avere davanti a sé una ragazzina inesperta come aveva immaginato all'inizio. «Quanti anni ha?» le domandò senza riflettere.

    «Questa, signor Blanchard, è una domanda impertinente e assolutamente irrilevante. Le dovrà bastare sapere che sono abbastanza grande da essere trattata in maniera civile.»

    Pur convinto che lei avesse ragione, Matt ritornò al tono brusco di prima. «Le porgo le mie scuse, signorina Latimer, e, visto che come lei stessa dice è una persona adulta e responsabile, forse sarà così cortese da spiegarmi perché suo fratello se ne è andato in vacanza in Messico lasciando una... donna... a sostenere la parte di Babbo Natale.»

    Dietro i fiocchi di bambagia, lui vide le delicate sopracciglia aggrottarsi. «Lei ha qualcosa contro le donne, signor Blanchard? Credo che questa sia pura e semplice discriminazione.»

    Matt emise un profondo sospiro. «Oh, la prego, non ho assolutamente niente contro le donne. Ciò che non riesco in nessun modo ad accettare è un ridicolo Babbo Natale che...» S'interruppe cercando di trovare una maniera più gentile per dire quello che aveva sulla punta della lingua. «Signorina Latimer, le chiedo di rispondermi onestamente. In che modo immaginava Babbo Natale quando credeva ancora nella sua esistenza?»

    Sherrie rimase in silenzio a lungo e poi, in un tono meno belligerante, concesse: «Ammetto che non sono alta come molti Babbo Natale, ma dovrò rimanere seduta per quasi tutto il tempo e, con l'imbottitura e la barba, i bambini non noteranno la differenza».

    «Finché non dovrà parlare» aggiunse Matt tetro.

    «Camufferò la voce» rispose Sherrie con un tono che in nessun modo sarebbe stato scambiato per quello di un uomo.

    «Il punto è, signorina Latimer» continuò Matt sforzandosi ancora di rimanere calmo, «che io ho assunto suo fratello per questo lavoro dopo un'accurata selezione. Il Babbo Natale che è nel mio negozio non solo deve essere convincente come personaggio, ma deve anche saper recitare bene la parte. Se devo essere sincero, sembra una bambina lei stessa.»

    «Arrivo a un metro e settanta con i tacchi.»

    «Era proprio qui che intendevo arrivare. In tutta la mia vita, cioè in poco meno di quarant'anni, non ho mai, dico mai, visto un Babbo Natale con le scarpe a tacco alto.»

    «Ma mi fanno sembrare più slanciata.»

    «Però fanno anche sembrare Babbo Natale assolutamente ridicolo» replicò lui intuendo la rabbia della ragazza dallo sguardo infuocato che proveniva dai magnetici occhi verdi. «Lei non ha risposto alla mia domanda» le disse all'improvviso.

    «A quale domanda, signor Blanchard?»

    Quel continuo uso del cognome stava cominciando a innervosirlo, perché lo faceva sentire come se avesse un piede nella fossa. Lei non doveva essere poi tanto giovane, in fin dei conti. Si schiarì la voce. «M'interesserebbe sapere perché suo fratello non ha rispettato gli accordi presi e non mi ha avvertito in tempo, in modo che potessi assumere qualcun altro.»

    «Mio fratello» cominciò in tono gelido la signorina Latimer, «è partito per il Messico per portare aiuti ai bambini poveri e malnutriti che nemmeno sanno cosa sia il Natale. Loro non hanno mai posseduto giocattoli costosi né hanno mai visto consumistici stand in lussuosissimi negozi di giocattoli né hanno mai parlato con Babbo Natale, cosicché non saprebbero distinguerne uno realistico da uno che non lo è!»

    Preso alla sprovvista, Matt impiegò qualche secondo per raccogliere le idee. «La missione di suo fratello è senz'altro lodevole, ma di certo non lo giustifica per aver deliberatamente ignorato l'impegno preso con me né spiega perché lo abbia accettato se intendeva trascorrere il Natale in Messico.»

    «Non lo sapeva fino a ieri pomeriggio. Qualcuno ha dovuto rinunciare all'ultimo momento e l'organizzazione stava disperatamente cercando un sostituto. Se conoscesse mio fratello, signor Blanchard, capirebbe. Questo era un progetto che gli stava molto a cuore e non si sarebbe mai potuto tirare indietro.»

    «Ma poteva lasciare me in difficoltà, vero?» replicò Matt sforzandosi di dimostrarsi ancora risentito. C'era qualcosa in quella giovane donna che gli faceva dimenticare il motivo per cui era arrabbiato.

    «Ha cercato dappertutto un sostituto. È da anni che si veste da Babbo Natale in diversi negozi della città. Svolge un lavoro che gli lascia molto tempo libero d'inverno e adora stare con i bambini.»

    «Sì, me lo ha detto. È per questo che lo avevo assunto.» Si appoggiò allo schienale della poltrona e indugiò ancora una volta con lo sguardo sull'imbottitura del costume rosso. «E perché aveva i requisiti adatti.»

    «Mi spiace, signor Blanchard» si scusò Sherrie, dando però l'impressione di non essere dispiaciuta affatto, «ma io ero l'unica persona disponibile e perciò ho accettato di sostituirlo.»

    «Lei deve volere un gran bene a suo fratello.»

    «È così. Tom è tutta la mia famiglia.»

    Per un

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