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L uomo giusto: Harmony Destiny
L uomo giusto: Harmony Destiny
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E-book193 pagine2 ore

L uomo giusto: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

AL POSTO TUO 1/2
Quando due fratelli gemelli si scambiano le identità, come capire chi è chi?

Per entrare in possesso della sua parte di eredità, Valentino LeBlanc deve prendere per sei mesi il posto del fratello gemello e amministrare la società di famiglia, riuscendo ad aumentarne gli utili.
Sulla strada che dovrebbe condurlo alla ricchezza, Val incontra, però, Sabrina Corbin, ex del fratello e sua stretta e insostituibile collaboratrice. L'attrazione tra i due scoppia incontrollabile, almeno finché una serie di malintesi non li allontana. Val non può perdere di vista il proprio obiettivo, ma entrare in possesso dell'eredità senza Sabrina accanto non ha più senso per lui. Non gli resta quindi altro da fare che lanciarsi in un'impresa che si preannuncia ricca di desiderio e di sentimenti infuocati.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2019
ISBN9788858995150
L uomo giusto: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    L uomo giusto - Kat Cantrell

    successivo.

    1

    Senz'anima. L'ufficio del presidente della LeBlanc Jewelers nel Diamond District di Chicago non era cambiato dall'ultima volta che Val vi aveva messo piede. Nonostante condividesse il cognome con l'uomo seduto dietro la scrivania, quello era l'ultimo posto in cui desiderava trovarsi. Il che era un male, considerando che quello sarebbe stato il suo ufficio per i successivi sei mesi.

    Suo fratello Xavier si appoggiò allo schienale e lo squadrò. «Pronto a prendere il mio posto?»

    «Non per mia scelta.» Val si lasciò cadere su una delle sedie che circondavano la scrivania, lieto di lasciare a Xavier l'onore di occupare quella dall'altro lato. Perché quello era il posto del fratello. Non il suo. «Comunque... sì. Prima finirà quest'incubo, meglio sarà.»

    Erano poche le cose che detestava più della catena di gioiellerie che portava il suo nome. Il padre era una di quelle o almeno lo sarebbe stato se non fosse morto due mesi prima.

    Se esisteva una giustizia divina – un concetto in cui Val aveva perso fede, non appena aveva appreso i termini del testamento – il patriarca dei LeBlanc avrebbe dovuto bruciare all'inferno. E nemmeno questa punizione sarebbe stata sufficiente per averlo costretto a scambiarsi di posto con il gemello.

    La LeBlanc vendeva diamanti – i più inutili beni del mondo – costringendo gli uomini a spendere migliaia di dollari in pietre per le loro signore che, in realtà, non valevano che un quarto di quanto le avevano pagate.

    «L'incubo è tutto mio» lo corresse Xavier.

    «Per favore. A te è toccato il compito più facile.» Val si passò una mano tra i capelli piuttosto lunghi nel tentativo di allontanare la crescente emicrania. «Devo incrementare i profitti della compagnia in cui non ho quasi mai messo piede. Se superare un miliardo di entrate in un anno solare fosse stato semplice, lo avresti già fatto tu.»

    I lineamenti pressoché identici del fratello non rispecchiarono neppure un briciolo dell'indignazione che rodeva Val. Naturalmente no. Xavier non mostrava mai le proprie emozioni, ostentando sempre lo stesso atteggiamento arrogante e glaciale del loro padre. Non c'era da stupirsi se lui era stato il figlio prediletto.

    «Non è affatto semplice» riconobbe Xavier, intrecciando le dita con l'aria professionale che aveva appreso sin da ragazzo. «Ma fattibile, se tale chance fosse stata offerta a me. Invece, sono stato gettato nelle viscere della LBC

    La LBC era di proprietà di Val, il che le faceva assumere un'importanza minore agli occhi del fratello. La LeBlanc Charities aveva nobili scopi e Val vi aveva messo l'anima e il cuore sin da quando aveva avuto quattordici anni, seguendo i passi della madre nell'organizzazione no-profit da lei fondata.

    Val sbuffò e non si curò di celare il fastidio. «Ti comporti come se il tuo test fosse una punizione. La LBC è un luogo sorprendente, pieno di persone che s'impegnano, unite in una forte squadra, pronte a cambiare il mondo. Diverrai una persona migliore dopo la tua esperienza là.»

    Val, invece, era destinato a fallire miseramente.

    Il bruciante senso d'ingiustizia non si sarebbe attenuato. La morte era stata solo un'altra diabolica mossa di Edward LeBlanc per assicurarsi che Val comprendesse di non essere il figlio preferito. Se lui e Xavier non fossero stati gemelli, si sarebbe chiesto se nelle sue vene scorresse anche una sola goccia del sangue dei LeBlanc.

    Tuttavia, contava sull'eredità per sostenere le scarse donazioni alla LBC. I poveri morivano di fame nelle vie di Chicago e Val cercava di fare la propria parte per dare loro un po' di sostentamento. Soddisfare una necessità primaria faceva sì che quelle persone si sentissero più sicure riguardo al loro futuro e Val non le avrebbe abbandonate.

    Perciò, aveva bisogno di quel denaro. Ciò che avrebbe potuto realizzare con mezzo miliardo di dollari era sbalorditivo. Aveva già versato buona parte della propria fortuna nelle casse dell'organizzazione, ma la LBC era piuttosto vasta e comportava una vertiginosa quantità di spese generali. Più di quanto apparisse necessario la maggior parte delle volte, dato che sottraeva denaro destinato all'acquisto del cibo.

    E Xavier sarebbe stato un eroe mentre svolgeva il lavoro di Val.

    «Almeno tu hai la possibilità di superare la tua prova» affermò in tono di scherno Xavier. «Aumentare il fatturato della LeBlanc di oltre un miliardo nel giro di sei mesi era già nei miei piani. Ho sistemato tutti i tasselli del domino. Non ti resta che spingere il primo per provocare una reazione a catena. Io, invece devo raccogliere fondi.»

    Pronunciò l'ultima parola con disgusto. Probabilmente perché non aveva la benché minima idea di ciò che significasse essere disinteressati e dedicarsi alla ricerca di qualcosa di onorevole, sacrificando il proprio tempo, giorno dopo giorno, per migliorare la vita del prossimo.

    «Dovrebbe essere una passeggiata per una persona con i tuoi contatti.» Val fece schioccare le dita. «Dieci milioni in sei mesi sono essenziali. Non è uno scherzo. L'organizzazione collasserà se fallirai. Poco importa se io verso denaro nelle casse della LBC, le persone indigenti dipendono dalla sopravvivenza dell'organizzazione.»

    Val donava volentieri i propri soldi. La LBC non dipendeva da questo per rimanere a galla, tuttavia lui credeva nella causa e nel dare il buon esempio.

    Lanciando un'occhiata torva al fratello che aveva sottolineato quali sarebbero state le sue responsabilità, Xavier picchiettò una costosa penna sul laptop. «Se la LBC navigasse in cattive acque, papà mi avrebbe permesso di staccare un assegno. In realtà non è così. Nel testamento ha specificato che devo raccogliere denaro attraverso le donazioni come una sorta di esercizio per formare il carattere. È ridicolo.»

    Su questo erano d'accordo. Ma non su molto altro.

    Prima che Val replicasse alla considerazione del fratello sullo stato attuale della LBC – che non era tanto terribile – la signora Bryce fece capolino dalla porta, spostando lo sguardo da uno all'altro con aria accigliata. «Il suo appuntamento dell'una è arrivato, signor LeBlanc.»

    «Grazie» pronunciarono i fratelli contemporaneamente. Xavier fulminò Val mentre realizzava di aver ceduto all'altro il proprio ruolo di presidente.

    «Hai un appuntamento all'una?» chiese scuotendo la testa. «Vuoi anche indossare il mio abito?»

    Quella specie di camicia di forza? Nemmeno se glielo avesse ceduto insieme a una rossa super sexy.

    «Prenderò il tuo posto. Ho un colloquio di lavoro.» Non c'era momento migliore di quello per dare inizio a quel gioco perverso.

    Xavier si alzò con il volto verde dalla bile. Il che significava che Sabrina era entrata nella stanza. Eccellente. Peccato che Val avesse dimenticato i popcorn per assistere a quello spettacolo.

    Sabrina Corbin avanzò nell'ufficio del presidente come se fosse casa sua e il suo gelido sorriso rese l'atmosfera paragonabile a quella artica. Peccato. Errore tattico. Era più bella di quanto Val ricordasse e molto più algida. Era tempo che Xavier se ne andasse immediatamente.

    «Credo che voi due vi conosciate.» Val indicò l'ex di Xavier girando attorno alla scrivania per prendere possesso della sua nuova postazione. Incrociò lo sguardo con la donna che aveva incontrato soltanto una volta, ma di cui aveva disperatamente bisogno.

    Sabrina possedeva una profonda conoscenza della mente del presidente della LeBlanc. Chi meglio della consulente aziendale che un tempo era uscita con il fratello poteva assistere Val nel centrare l'obiettivo della sua prova?

    All'improvviso, fu curioso di sapere cos'era accaduto fra loro. E come poter essere migliore del fratello. Era una complicazione che non aveva considerato, ma ormai i giochi erano fatti. Desiderava che Sabrina lo preferisse a Xavier, soprattutto perché lui l'aveva già avuta prima.

    «Sabrina.» L'espressione di Xavier si rilassò e, come per magia, l'irritazione sul suo viso svanì. «Felice di vederti. Stavo per andarmene.»

    Con l'uscita di scena del fratello, tutta la tensione sarebbe dovuta svanire. Non fu così. La donna si volse verso Val e lui resistette alla tentazione di controllare se sotto la propria sedia non si fossero prodotti dei ghiaccioli.

    «Devo chiamarti Valentino o signor LeBlanc?» gli domandò mentre scivolava con grazia sulla sedia che Val aveva appena liberato, accavallando le gambe chilometriche sotto la gonna che la fasciava come una seconda pelle.

    Persino le scarpe con il tacco a spillo avevano l'aria di essere tenute nel frigorifero. Che cosa sarebbe servito per scaldarla? Il suo corpo entrò in azione all'istante, ogni terminazione nervosa protesa a cercare di svelare quel mistero.

    Le piaceva qualcosa di lento e romantico, o un assalto bollente? Magari entrambi gli approcci, se spalmati in un lungo weekend.

    «Dovresti chiamarmi Valentino, ma non in queste circostanze» chiarì con un pigro sorriso.

    Sabrina sollevò un sopracciglio. «Signor LeBlanc, allora.»

    Il sorriso di Val divenne più ampio e sembrò aver impresso su di sé la scritta intrigante sfida. Gli piaceva l'idea di battere il fratello, altrimenti non avrebbe contattato Sabrina. «Grazie per essere venuta con un così breve preavviso. Sei pronta per il lavoro?»

    «La mia ultima cliente ha raggiunto i suoi obiettivi tre mesi in anticipo rispetto al termine di scadenza. Se il tuo assegno è coperto, sono pronta a gettarmi in qualsiasi impresa tu voglia.»

    Molto bene. Quell'affermazione sollevò notevolmente l'umore di Val. «Come preannunciato nella mia mail, devo gestire quest'azienda per sei mesi. Non sono un manager, in primo luogo. Tuttavia i termini del testamento di mio padre pretendono che io muova l'ago degli utili da 921 milioni di dollari a un miliardo entro la fine del quarto trimestre. Ho bisogno che tu sia il mio asso nella manica.»

    Lei non batté ciglio nell'udire l'ordine delle cifre di cui si parlava. «Devi aumentare i profitti dell'otto per cento in sei mesi?»

    «Hai già fatto i conti nella tua testa?»

    Con la freddezza che la contraddistingueva, lo soppesò, chiaramente divertita. «Tutti sanno fare calcoli. È il problema matematico più facile del mondo.»

    Lui poteva fare ogni tipo di cosa con la mente, tuttavia la matematica non si combinava bene con i pensieri lussuriosi che la popolavano. Per esempio, poteva immaginare Sabrina distesa sulla scrivania, i capelli color cannella sparsi sulla superficie, mentre lui le dava piacere. E una volta che quell'idea gli era apparsa in testa, non c'era verso di tornare indietro.

    Sabrina doveva essere stupenda mentre raggiungeva l'orgasmo. Certo che sì. Xavier non avrebbe scelto niente di seconda classe.

    «Sei assunta» dichiarò.

    Era in gamba, oltre a essere sexy. Una combinazione esplosiva che avrebbe reso piuttosto ardua l'impresa di tenere le mani lontano da Sabrina Corbin nei successivi sei mesi. Anche se non esisteva nessuna regola che glielo vietasse.

    «Non abbiamo ancora discusso del contratto» precisò con un'espressione che pareva avvertirlo di non correre troppo e che lo irrigidì. «Dovresti sapere che non sono una persona facile con cui lavorare se non ti impegni seriamente. Pretendo che il mio cliente sia focalizzato sull'obiettivo al cento percento.»

    Il sottile suggerimento fu piuttosto chiaro. Gli stava consigliando di non flirtare con lei.

    «Ti posso garantire che sarò concentratissimo» le assicurò con un sorriso convinto. Non era una bugia. Era grandioso nel multitasking e, dato che avrebbe dovuto focalizzarsi su Sabrina, non ci sarebbe stato alcun problema. «Non posso fallire. E non fallirò.»

    Gli si chiuse la gola. Non gli piacque affatto l'ondata di vulnerabilità che lo travolse. Quello che gli stava capitando andava oltre ciò che si sarebbe atteso dalle ultime volontà del padre.

    Dimostra di possedere ciò che serve, Val. Sua madre glielo aveva ripetuto spesso quando lui le aveva inveito contro per aver accettato quella follia.

    Perché doveva dimostrare qualcosa? Val aveva sempre compiuto miracoli quando si era trattato di sfamare le persone bisognose. La politica aziendale lo annoiava a morte e Edward LeBlanc non aveva mai accettato che Val avesse preso dalla madre invece che da lui, il che rappresentava almeno la metà del problema.

    «Oh, non fallirai. Non sotto la mia guida» promise Sabrina mentre i suoi occhi nocciola scintillavano in maniera ipnotica. Un calore che Val non avrebbe mai associato a lei se non lo avesse visto personalmente. «Io mi accanisco laddove gli altri si arrendono. Potresti persino dire che la prendo sul piano personale.»

    Una stoccata a Xavier? Doveva saperlo. «Perché hai un conto in sospeso con mio fratello?»

    Non sbatté le palpebre, ma accavallò le gambe dall'altra parte. Un gesto eloquente. «Xavier è irrilevante in questa discussione. Io affronto il mio lavoro in maniera seria. Non ho nessun altro su cui contare e mi piace così. Rappresento tutto uno studio di consulenza in una persona sola.»

    Dunque, era una di quelle donne indipendenti che non avevano bisogno di un uomo. «Quindi, lo hai scaricato.»

    «Continuerai a leggere tra le righe quando parlo?»

    «Solo se mi costringerai a farlo.»

    Si fissarono per qualche istante prima che lei annuisse. «Apprezzo la necessità di chiarire le cose prima d'iniziare a collaborare. Per tua informazione, ho rotto con Xavier, se così si può dire. Non ci siamo frequentati a lungo e non è mai stata una storia seria.»

    Abbastanza a lungo perché Xavier gliela presentasse, però.

    A dire il vero, Val si era imbattuto nella coppia all'inizio dell'estate a Harlow House mentre lui era con una ragazza. Frequentava Miranda in quel periodo – ragazza esuberante, dalla fantasia sfrenata fra le lenzuola – perciò non rammentava le precise circostanze in cui aveva conosciuto Sabrina.

    «Allora, sei sul mercato per incontrare un vero uomo questa volta?» La sua uscita fu talmente infelice che avrebbe desiderato sprofondare.

    «Se stai flirtando con me, lascia perdere» lo avvertì lei. La temperatura nella stanza calò di qualche altro grado.

    Non era necessario che lo dichiarasse in maniera esplicita, la sua espressione era già piuttosto chiara. Ma non si guardava mai allo specchio la mattina? Era una donna bellissima, elegante. Val non poteva frenare il turbamento che

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