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Una wedding planner all'altare: Harmony Jolly
Una wedding planner all'altare: Harmony Jolly
Una wedding planner all'altare: Harmony Jolly
E-book151 pagine2 ore

Una wedding planner all'altare: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Abito bianco, musiche soavi di sottofondo, bouquet di fiori d'arancio... Signore e signori il matrimonio è servito!

Kate Parker, wedding planner di successo, a Dolphin Bay ha trovato tutto ciò che le mancava nella grande città: stabilità, sicurezza e amici sempre pronti a darle una mano in caso di necessità. Non le serve un uomo al suo fianco. Sarebbe solo fonte di distrazione. Almeno, questo era il suo pensiero prima di posare gli occhi su Sam Lancaster, imprenditore milionario che nella piccola cittadina ha in programma di costruire un nuovo resort di lusso. Come si fa a tenere a freno la mente? Kate proprio non ci riesce, ogni volta che il suo lavoro le dà un po' di tregua ecco che comincia a fantasticare a occhi aperti: lei sulla spiaggia con lui; lui che le cinge le spalle; lei che si stringe a lui; lui che la bacia e l'accarezza... Kate, fa già caldo, cerca di pensare ad altro.
LinguaItaliano
Data di uscita12 set 2019
ISBN9788830504431
Una wedding planner all'altare: Harmony Jolly

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    Anteprima del libro

    Una wedding planner all'altare - Kandy Shepherd

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Tycoon and the Wedding Planner

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 2014 Kandy Shepherd

    Traduzione di Raffaella Fontana

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-443-1

    1

    Indaffarata tra la cucina e la sala dell’hotel ristorante Harbourside, Kate Parker sentiva gli sguardi curiosi dei presenti incollati su di sé. Le sembrava di udire i mormorii e i toni sommessi.

    Povera Kate.

    Se avesse sentito quella frase ancora una volta si sarebbe messa a gridare.

    Accidenti a lei e alla sua lingua lunga.

    Cosa diavolo le era venuto in mente di andare a sbandierare ai quattro venti la sua cotta giovanile per Jesse Morgan? Avrebbe fatto meglio a non dirlo a nessuno, altro che andare a raccontare a tutti gli abitanti di Dolphin Bay che non appena Jesse fosse tornato a casa, gli avrebbe finalmente rivelato i sentimenti che provava per lui!

    In effetti, dopo il suo ritorno a casa, aveva cercato di dargli un bacio, il primo dopo quello che si erano scambiati quindici anni prima, quando erano solo due ragazzini, e la cosa si era rivelata un disastro. Non aveva provato niente. Assolutamente niente. Anziché eccitarla, il contatto con le sue labbra l’aveva disgustata, al punto che aveva avuto voglia di pulirsi la bocca col dorso della mano.

    E Jesse? Anche lui si era sentito terribilmente a disagio; si erano separati senza più guardarsi negli occhi.

    Pur a distanza di tre giorni quel ricordo la fece rabbrividire per l’ennesima volta.

    E adesso in paese tutti erano a conoscenza di quella figuraccia. Come aveva fatto a illudersi che tra lei e Jesse potesse esserci qualcosa di più dell’affetto di due amici che si conoscevano fin da quando erano ancora entrambi in fasce?

    Povera Kate.

    Tutti la compativano. Si guardò intorno: la maggior parte dei tavoli erano già occupati per il pranzo domenicale.

    Avrebbe voluto scappare via, scendere le scale che portavano alla spiaggia e andare a rintanarsi a casa sua, invece si fece forza e affrontò quei pettegolezzi col sorriso sulle labbra, prima di tutto perché sorridere con i clienti era fondamentale, e secondo perché non voleva dare a vedere a quella gente impicciona e curiosa quanto tutta quella storia la turbasse.

    Niente di grave, sapete. Era questo il messaggio che voleva comunicare. Quel bacio mi ha lasciato del tutto indifferente.

    Ma la cosa non era del tutto vera, quel bacio fallimentare aveva infatti incrinato tutte le sue certezze circa l’identità dell’uomo della sua vita. Aveva scoperto che il suo principe azzurro non era quello che pensava. E adesso cosa avrebbe fatto? Aveva perso completamente quel poco che restava della fiducia in se stessa e nella sua capacità di giudicare gli uomini.

    Sorridi. Sorridi. Sorridi.

    Il ristorante dell’hotel era molto rinomato e uno dei posti migliori dove mangiare a Dolphin Bay. Kate amava il suo lavoro e aspirava a diventare direttrice dell’hotel, obiettivo che non avrebbe mai raggiunto se avesse continuato a piangersi addosso.

    Fece un profondo respiro e si sforzò di sorridere al cliente che stava varcando la soglia della porta che dalla spiaggia portava al ristorante.

    Ci mancò poco che la bottiglia di vino che aveva in mano non le cadesse. L’uomo ricambiò il suo sorriso con un cenno del capo.

    E quello da dove salta fuori?

    Era la prima volta che si faceva vedere a Dolphin Bay, su questo non c’erano dubbi.

    Capelli scuri, alto e muscoloso, molto muscoloso. I pettorali e i muscoli delle cosce erano a stento contenuti dalla maglietta nera e dai jeans: indossava stivali neri non particolarmente adatti a una spiaggia, e che tuttavia gli stavano benissimo.

    Non c’era da stupirsi che le due giovani cameriere di turno stessero facendo a gara per avere l’onore di accompagnarlo al miglior tavolo della casa. Anche Kate era tentata di mettersi a sgomitare.

    Tutto nella sua postura esprimeva sicurezza e il cuore di Kate iniziò a battere all’impazzata. Quando era stata l’ultima volta che un uomo l’aveva fatta sentire così? Moriva dalla voglia di farsi notare, eppure, quando lui si voltava nella sua direzione, fingeva di leggere l’etichetta di una bottiglia di vino.

    Quando sollevò nuovamente la testa vide la cameriera che aveva vinto la gara ridere a un suo commento. Chissà se si era reso conto che la metà delle donne presenti nel ristorante si erano voltate a guardarlo quando aveva fatto il suo ingresso?

    In ogni caso non sembrava particolarmente interessato all’opinione degli altri. I suoi capelli scuri avevano bisogno di una spuntatina. Anche il pettine non sembrava essere il suo migliore amico, probabilmente si pettinava semplicemente passandosi le dita tra i capelli. Dovevano anche essere parecchi giorni che non si radeva.

    E tutto questo lo rendeva ancora più sexy e pericoloso.

    Fin troppo pericoloso.

    L’attrazione che provava per lui era violenta e viscerale, un’attrazione che lei, purtroppo, conosceva fin troppo bene. Tutt’altra cosa rispetto a quello che provava per Jesse, l’amico fedele e su cui poteva sempre contare. Non desiderava provare mai più un’attrazione così forte e incontrollabile per un uomo, le era già costata fin troppo.

    Si sentiva stranamente tesa e in ansia. Il suo sorriso sbiadì mentre guardava la cameriera che gli faceva strada al suo tavolo. Prima di andare ad accoglierlo avrebbe aspettato che i suoi nervi si calmassero. Dopotutto si trattava solo di un forestiero di passaggio in città. Stava ingigantendo una cosa da niente, quell’uomo era semplicemente un cliente che probabilmente non si sarebbe più fatto vedere. Non sembrava nemmeno il tipo da lasciare una mancia particolarmente generosa.

    Sam Lancaster sapeva che avrebbe dovuto ammirare la meravigliosa vista della baia di Dolphin Bay, con gli edifici storici, i pescherecci ormeggiati e le acque cristalline dell’Oceano Pacifico. Quella zona del Nuovo Galles del Sud era rinomata per i panorami mozzafiato, e invece non riusciva togliere lo sguardo dalla bellissima e in qualche modo insolente manager del ristorante e dalla sua capigliatura folta e rossa, che andava avanti indietro tra un tavolo e l’altro chiacchierando amabilmente mentre prendeva gli ordini dei clienti.

    Sam non era solito flirtare con le estranee. Non era il tipo di uomo sempre con la battuta giusta per la graziosa hostess, la barista sexy o la bella trainer in palestra, proprio per questo l’improvvisa attrazione nei confronti di quella donna lo metteva a disagio.

    Non era ancora andata al suo tavolo e Sam si trovò ad aspettare con impazienza quel momento, intanto cercava la battuta giusta con cui rompere il ghiaccio.

    Non si poteva dire che fosse bella come una star del cinema, ma aveva qualcosa di speciale, qualcosa che non gli permetteva di distogliere lo sguardo da lei: gli incredibili riflessi dei capelli, il sensuale movimento delle anche nella gonna castigata, il suono della sua risata mentre parlava con i clienti. Tutto in lei era attraente, e quando finalmente si decise a raggiungerlo, il calore del suo sorriso e la luce dei suoi occhi verdi gli fecero dimenticare tutte le battute che si era preparato.

    Il suo sorriso era lo stesso che aveva rivolto a tutti i clienti accolti prima di lui, Sam lo sapeva, eppure non poteva non trovarlo irresistibile. Lei si fermò davanti al suo tavolo e da quella distanza ravvicinata Sam riuscì a scorgere le lentiggini sul naso e le adorabili fossette sulle guance.

    Cosa ci fa una donna così affascinante in un buco come Dolphin Bay?

    La salutò educatamente, alzandosi dalla sedia moderna ed elegante, sebbene un po’ troppo piccola per un uomo della sua statura. Lei retrocesse, quasi spaventata, e questo gli fece realizzare che di solito un cliente se ne restava seduto. Digrignò i denti, proprio non ci sapeva fare, e dove erano finite tutte quelle battute brillanti che aveva memorizzato?

    Lei, tuttavia, si ricompose in fretta. «Buongiorno, mi chiamo Kate Parker, benvenuto all’Hotel Harbourside» gli disse con una voce calda e melodiosa che non si sarebbe mai stancato di riascoltare.

    Le porse la mano. «Sam Lancaster.»

    Lei apparve di nuovo spaventata, ma Sam era il primo a essere sorpreso: da quando in qua stringeva la mano a una cameriera? La donna, tuttavia, ricambiò la stretta con energia e Sam notò che non portava anelli.

    «Molto lieta» cinguettò con tono leggero e vellutato, «spero che il tavolo sia di suo gradimento.»

    Lui si schiarì la voce. «M... molto.»

    Non riuscì ad aggiungere altro.

    Dannazione.

    Era a capo di un’impresa importante e di successo, la compagnia femminile non gli era mai mancata, eppure, davanti a quella donna, sembrava incapace di formulare un pensiero di senso compiuto.

    Si accorse che stava ancora stringendo la sua mano fine e calda e si affrettò a mollare la presa.

    Lei diede un’occhiata al menu sul tavolo poi tornò a concentrarsi su di lui, la luce nel suo sguardo non era ancora svanita. Aveva capito. Non c’erano dubbi. Una donna come quella doveva essere abituata al proprio ascendente sui rappresentanti dell’altro sesso. «Ha già avuto modo di ordinare? Se mi permette vorrei consigliarle la grigliata di pesce. È stato pescato proprio stamattina.»

    «No, non ancora. Aspetto una persona.»

    «Oh!» fece lei, sollevando un sopracciglio. «Una signora?» Tutt’a un tratto divenne paonazza. «Mi scusi, non sono affari miei.»

    «Non c’è motivo di scusarsi» rispose, lusingato dal suo interesse. «Aspettando il mio amico mi godo la vista del porto» affermò. «È davvero incredibile.»

    Anche se lei lo era persino di più.

    «La vista è gratis» scherzo lei, «offre la casa» concluse con una risata calda e sensuale che gli ricordò la dolce brezza di un pomeriggio estivo.

    Sam preferì rimuovere lo sguardo nel timore che lei riuscisse a leggergli nel pensiero, così si mise a guardare fuori dalla finestra. «Deve essere uno dei porti più belli della costa meridionale.»

    «Solo della costa meridionale? Io direi uno dei più belli di tutta l’Australia» affermò ostentando indignazione.

    «D’accordo, diciamo il porto più bello di tutta l’Australia, se non di tutto il mondo.»

    «Molto meglio» concluse lei con un sorriso e tanto di fossette.

    «Adoro anche i delfini.»

    «Intende quelli veri o quelli rappresentati su

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