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Un uomo indomabile: Harmony Destiny
Un uomo indomabile: Harmony Destiny
Un uomo indomabile: Harmony Destiny
E-book156 pagine1 ora

Un uomo indomabile: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Quando, oltre agli affari, si mette in gioco il cuore.

Grant Wilcox sfrutta spesso e volentieri il suo successo e la sua ricchezza per ottenere ciò che vuole. E quello che desidera ora è Kelly Baker, la bella straniera di passaggio dalle sue parti. È solo grazie alla sua buona stella se la donna in questione è anche un avvocato pungente e acuto, unica via d’uscita per togliere un uomo d’affari in vista come lui da una situazione piuttosto difficile e complicata.

Presto, però, il loro rapporto d’affari si trasforma in una calda questione personale, lasciando Grant in dubbio. La comparsa dalla splendida Kelly nella sua vita è stato solamente un caso o c’è dell’altro che lui non sa?
LinguaItaliano
Data di uscita10 ago 2016
ISBN9788858952818
Un uomo indomabile: Harmony Destiny
Autore

Mary Lynn Baxter

Americana, non è solo un'eccellente scrittrice, ma anche una divoratrice di libri. Harlequin Mondadori ha pubblicato tra gli altri Un giorno d'aprile, Senso di colpa, Diamanti, Tra buio e luce, Passione assoluta, Sensi vietati.

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    Anteprima del libro

    Un uomo indomabile - Mary Lynn Baxter

    successivo.

    1

    Grant Wilcox era appena sceso dal pick-up quando Harvey Tipton, il direttore dell'ufficio postale, uscì dalla caffetteria Sip'n Snack.

    Harvey salutò Grant con un sorrisetto, seminascosto dalla barba e dai baffi incolti. «Vuoi dare un'occhiata anche tu, eh?»

    Grant lo fissò confuso. «Di che cosa stai parlando?»

    «Del nuovo acquisto.»

    L'altro aggrottò la fronte. «Immagino ti riferisca all'ultima arrivata in città, giusto?»

    «E a chi altri, se no?» replicò Harvey, la testa che dondolava su e giù, il sorrisetto ancora sulle labbra. Era chiaro che non riteneva i suoi modi scortesi. «Sostituisce Ruth nella gestione della caffetteria.»

    Tra tutti quelli che Grant avrebbe potuto incontrare, Harvey era decisamente il peggiore: pettegolo, ficcanaso e invadente.

    «Non sapevo niente» commentò Grant, stringendosi nelle spalle. «D'altra parte è un po' che non metto piede nel locale.»

    «Quando la vedrai, te ne pentirai.»

    «Ne dubito» ribatté Grant in tono seccato.

    «Non pensavo fossi già così moscio, Wilcox.»

    «Piantala, okay?» Grant era irritato e non si preoccupò di nasconderlo.

    «Be', è uno schianto» affermò Harvey. «Mai visto niente di simile da queste parti.»

    «E allora che cosa ci fai qui fuori?» domandò Grant con voce stizzita, sperando che l'altro lo lasciasse in pace.

    Harvey gli lanciò un'occhiata cospiratrice. «Pensavo che saresti stato interessato all'articolo, visto che sei l'unico, qui intorno, senza una moglie o una fidanzata.» E diede a Grant una gran pacca sulla spalla.

    Quest'ultimo venne colto dall'irrefrenabile desiderio di assestare al rompiscatole un bel pugno sul naso. Ma si trattenne. Dopotutto, Harvey non era l'unico che cercava di accasarlo.

    Certo, Grant non disdegnava una bella donna appassionata che gli scaldasse il letto di tanto in tanto, ma l'idea di un rapporto stabile gli faceva venire la pelle d'oca. Per la prima volta nella sua vita, tutto sembrava andare a gonfie vele. Nella cittadina di Lane aveva finalmente trovato ciò che cercava. Era un tagliaboschi, trascorreva le giornate nel verde a tagliare alberi che, alla fine, gli avrebbero permesso di guadagnare un bel mucchio di soldi.

    E poi non era ancora pronto per sistemarsi. Era un nomade e non poteva sapere quando il desiderio di cambiare sarebbe tornato ad assalirlo. Ma se ci fosse stata una donna, si sarebbe trovato intrappolato e, almeno per il momento, quello era un rischio che non intendeva correre.

    «Allora, vuoi che ti accompagni dentro e te la presenti?» domandò Harvey facendo seguire le parole da una risata soddisfatta.

    Grant ricambiò il sorriso e disse: «Grazie, Harvey, ma me la so cavare con le donne. Da solo». E indicò l'orologio. «Chissà quanti clienti ti stanno aspettando in posta.»

    L'altro trasalì. «Messaggio ricevuto.»

    Ma quando l'uomo si fu allontanato, Grant si scoprì a dirigersi a passo svelto verso il Sip'n Snack.

    Kelly Baker si sfregò energicamente le mani sotto il getto dell'acqua calda, mordicchiandosi il labbro inferiore. Aveva sistemato tutti i pasticcini e i cornetti caldi sul bancone ed era convinta di avere zucchero fino ai gomiti.

    Da tre settimane, da quando era arrivata nella piccola città di provincia, non faceva che domandarsi se fosse impazzita. Ma sapeva che la risposta era no. La cugina Ruth si era trovata nei guai e Kelly era corsa in suo aiuto, così come aveva fatto Ruth quando lei aveva avuto bisogno, in seguito ai tragici eventi che le avevano cambiato per sempre la vita.

    «Ahi!» esclamò Kelly, quando l'acqua divenne di colpo bollente. Ritrasse le mani, prese un asciugamano e si rattristò quando lo sguardo le cadde sulle dita. Non c'era più traccia delle lunghe unghie curate e della pelle vellutata di cui un tempo andava fiera. Le sue mani ora erano secche e arrossate, come se le tenesse immerse nell'acqua tutto il giorno. Cosa che effettivamente accadeva, nonostante avesse due aiutanti, Albert e Doris.

    Kelly non trattenne un altro sospiro quando lasciò vagare lo sguardo per il locale vuoto e immaginò come sarebbe stato da lì a breve tempo. Brulicante di clienti. Sorrise tra sé e sé alla parola brulicante. Quel termine per certi versi ricercato ben difficilmente avrebbe potuto riferirsi alla cittadina di Lane.

    Ma dopotutto, chi era lei per giudicare? Il nuovo locale di Ruth, aperto in quella piccola comunità di non più di duecento anime, era stato una grande idea. Con un investimento minimo, la cugina aveva trovato un piccolo filone d'oro vendendo caffè, torte dolci e salate, primi piatti e panini.

    Per la gente del posto, il Sip'n Snack era un evento, il locale dove non si poteva fare a meno di entrare. E tutto sommato, se doveva stare in quel buco di città, Kelly era contenta di trovarsi per tutto il giorno dove c'era un po' di movimento.

    Erano la sera e la notte a costituire un problema. Erano troppo lunghe e le lasciavano troppo tempo per pensare. Nonostante arrivasse nella deliziosa casetta di Ruth così esausta da riuscire a trovare a malapena la forza per immergersi nella vasca da bagno e poi infilarsi a letto, di notte non riusciva a dormire.

    Ma era così già prima di arrivare a Lane. E ora, nei pomeriggi vuoti, il passato aveva ampia opportunità di risollevare il capo e tornare a perseguitarla. Tuttavia, presto Ruth sarebbe tornata e lei sarebbe rientrata a Houston, la città a cui apparteneva.

    Houston. Ma come era la sua vita prima che corresse in aiuto di Ruth? Migliore di quella che conduceva in quella sperduta cittadina del Texas? Dentro di sé conosceva la risposta: ovunque fosse andata, il suo cuore sarebbe rimasto prigioniero sotto una colata di cemento.

    «Una telefonata per te, Kelly.»

    Quando prese la cornetta, la voce allegra di Ruth la salutò: «Ciao, tesoro. Come va?».

    «Me la cavo.»

    «Non voglio fare la ficcanaso, ma mi sono giunte strane voci...» mormorò a quel punto sua cugina.

    «Voci?»

    «Lo hai conosciuto?»

    Una smorfia alterò i tratti del viso di Kelly. «Conosciuto, chi?»

    Ruth ridacchiò. «Il super macho del paese, l'unico scapolo che valga la pena di guardare.»

    Kelly nascose la propria agitazione. «Se l'ho conosciuto, non me ne sono accorta.»

    «Oh, credimi, non sarebbe possibile.»

    «Ruth, è inutile che cerchi di accasarmi. Perdi solo tempo.»

    L'altra sospirò. «Sarebbe ora che ricominciassi a guardarti intorno.»

    «Chi ti dice che non lo faccia?»

    «Ma smettila. Ti conosco.»

    Kelly scoppiò a ridere. «Ehi, non preoccuparti per me. Se il destino vorrà che incontri un altro uomo, non mi opporrò.» Solo non in questa vita.

    «Come no.» Il tono di voce di Ruth lasciò trapelare un certo scetticismo. «Lo dici solo per farmi contenta...» borbottò subito dopo.

    Kelly tornò a ridere. «Devo andare. Sono appena entrati dei clienti.»

    Prima che Ruth potesse replicare, Kelly riattaccò. Un sorriso sulle labbra, lasciò il bancone solo per bloccarsi di colpo e spalancare gli occhi. Più tardi, si sarebbe chiesta perché si fosse comportata in quel modo. Forse perché lui era così alto e bello .

    O forse perché la stava squadrando.

    Era quello il figo di cui parlava Ruth?

    Con suo profondo disappunto, gli occhi azzurri dello sconosciuto iniziarono a scivolarle addosso, scrutandola dalla testa ai piedi senza perdere un solo centimetro del suo corpo. Lo sguardo si soffermò un attimo di più sul seno e sui capelli di Kelly, che senza capirne il motivo a un tratto fu contenta dei riflessi consigliati dal parrucchiere per la sua fulgida chioma.

    Quando quegli incredibili occhi color del mare tornarono a posarsi sul suo viso, l'aria era a un tratto elettrica. Attonita, Kelly si accorse di trattenere il fiato.

    «Le è piaciuto quello che ha visto?» si trovò a chiedere senza riflettere. Mio Dio, e da dove le era uscita quella battuta? Il suo vero lavoro. Essere sincera e diretta era ciò che faceva di lei una professionista di successo.

    Un lento sorriso, terribilmente sexy, illuminò il volto dello sconosciuto. «Per essere sincero, sì. Molto.»

    Per la prima volta in quattro anni, dopo la morte del marito, Kelly si scoprì innervosita dallo sguardo di un uomo. E dalla voce. Ma qualcosa le diceva che quello non era un uomo qualunque. C'era qualcosa di speciale in lui che reclamava attenzione.

    Kelly non era abituata a vedere uomini in jeans logori, lavati tante volte da avere perso il colore, camicia di flanella, stivali consunti e cappello a tesa larga in mano. Anche a Lane, tipi simili erano una rarità. Selvaggio era il termine giusto per descriverlo.

    Lui continuava a fissarla. Kelly spostò il peso da una gamba all'altra e cercò di distogliere lo sguardo, ma inutilmente. Quell'aspetto selvaggio sembrava andare mano nella mano con gli oltre centonovanta centimetri di altezza, il corpo tonico e muscoloso, i capelli castani con biondi riflessi naturali.

    Bello e pericoloso. Una combinazione che poteva essere letale.

    Ma che cosa stava pensando? Per quanto quel tipo potesse essere attraente o affascinante, a lei non interessava. Altrimenti avrebbe incoraggiato le attenzioni di altri uomini, ma a Houston. E comunque, quello doveva essere pieno di donne, persino a Lane.

    Nessuno avrebbe potuto reggere il confronto con Eddie, il suo defunto marito. E per quel motivo, Kelly si era concentrata sulla carriera, la sua unica ragione di vita.

    Spezzando il silenzio, in tono professionale chiese: «Che cosa posso servirle?».

    «Qual è la specialità del giorno?» domandò lui in tono brusco.

    Kelly si schiarì la gola. «È scritta sulla lavagna.»

    «Non oggi» replicò l'uomo, sedendosi a un tavolo. «A meno che non abbia perso un giorno. Oggi è mercoledì, non martedì. Giusto?»

    Sentendosi il viso dello stesso colore dei capelli, Kelly annuì. Non aveva cancellato la specialità del giorno precedente, cosa che in circostanze normali non avrebbe costituito alcun problema. Ma per qualche oscuro motivo, il commento di quell'uomo la fece sentire inadeguata, una sensazione che detestava.

    Stringendosi nelle spalle, gli rivolse un sorriso mieloso e disse: «Caffè con latte alla vaniglia è la bevanda del giorno».

    L'altro si sfregò il mento con la mano, aggrottò la fronte e chiese: «Un poveretto non può avere una tazza di banale caffè nero?».

    Kelly capì che lui la stava prendendo in giro e senza abbandonare

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