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L onore di un playboy: Harmony Collezione
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E-book160 pagine2 ore

L onore di un playboy: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

I famigerati Wolfe 2/8



Nessuno è in grado di negargli qualcosa. Le donne cadono letteralmente ai suoi piedi e la sua vita è spensierata, inquieta, affascinante. Sì, Lucas Wolfe è decisamente un cattivo ragazzo.

Grace Carter sa che l'indole di Lucas può rovinarle la carriera, soprattutto se dovesse cedere all'inesorabile attrazione che prova per lui. Ma lavorare al suo fianco è elettrizzante, e in poco tempo il muro eretto da Grace per difendersi dal mondo comincia a sgretolarsi.
LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2018
ISBN9788858980774
L onore di un playboy: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    L onore di un playboy - Caitlin Crews

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Shameless Playboy

    Mills & Boon Bad Blood

    © 2011 Harlequin Books S.A.

    Special thanks and acknowledgement are given to Caitlin Crews

    for her contribution to the Bad Blood series

    Traduzione di Velia De Magistris

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-077-4

    1

    Grace Carter sollevò lo sguardo dal monitor del computer per guardare l’uomo che era appena entrato nel suo ufficio all’ultimo piano di un edificio nel centro di Londra.

    E poi trattenne il fiato. Qualcosa di simile a una scossa elettrica le percorse il corpo. Indignazione probabilmente, si disse, dovuta alla maleducazione del tizio che non si era neanche preso il disturbo di bussare. Ma il motivo di tanta agitazione era un altro, fu costretta ad ammettere.

    Il motivo era proprio lui.

    «Buongiorno» esordì l’uomo con una voce bassa e lievemente divertita che le sembrò riecheggiare dentro di lei.

    Grace raddrizzò la schiena. «E comunque... entri pure» disse in tono ironico prima di lanciargli uno sguardo critico. Indossava una giacca di sartoria che faceva meraviglie sul suo fisico già perfetto, un indumento dal taglio troppo moderno per gli standard di Hartington’s, il più antico e lussuoso dei grandi magazzini inglesi, dove tradizione era la parola chiave. I capelli scuri erano arruffati – scelta deliberata, suppose Grace – e gli ricadevano sulla fronte quasi fino a nascondere gli splendidi occhi verdi, uno dei quali cerchiato da un’ecchimosi color melanzana. Il taglio sul labbro superiore non riusciva a sminuire la sensualità della sua bocca. Insomma, persino le escoriazioni enfatizzavano in qualche modo il suo fascino da canaglia.

    «Grazie» replicò lui, i famosi occhi verdi che scintillavano divertiti. «È un invito a entrare nel suo ufficio o, posso sperare, in un posto notevolmente più eccitante?»

    Grace avrebbe voluto non riconoscere il suo interlocutore, ma purtroppo non era la prima volta che lo vedeva di persona. E, anche in caso contrario, avrebbe capito subito chi era, poiché le sue foto apparivano almeno due volte alla settimana sulle riviste di tutto il mondo, sempre a causa del suo comportamento inopportuno.

    Non che lei ne fosse impressionata.

    «Lucas Wolfe» disse, la voce priva di qualsiasi intonazione.

    Ovvero il secondogenito dello scomparso William Wolfe, adorato dai paparazzi, famoso amante infedele di decine di donne ricche almeno quanto lui e straordinariamente belle. Grace non riusciva a immaginare nessun valido motivo per cui quell’eroe della cronaca rosa si trovasse nel suo ufficio un giovedì mattina qualsiasi, rivolgendole quelle che davvero le sembravano occhiate piene di aspettativa.

    «Proprio io, in tutto il mio metro e novanta» replicò lui. «Al suo servizio.»

    «Lei è Lucas Wolfe» ripeté Grace, ignorando le allusioni che il suo tono e l’espressione del suo viso comunicavano. «E io temo di essere molto impegnata. Forse posso consigliarle a chi altro rivolgersi?»

    «Troppo impegnata per il mio fascino e la mia bellezza?» domandò Lucas, il sorriso sulle labbra in qualche modo contagioso, tanto che Grace trovò difficile non sorridere a sua volta. «È impossibile. Prima che una cosa del genere accada, dovrà nevicare all’inferno.»

    Lei lo ignorò e si alzò per riprendere in mano la situazione. «La inviterei a mettersi a suo agio» affermò con tono forzatamente cortese, «ma lo ha già fatto da solo, giusto?» Il suo istinto le imponeva di dire chiaro e tondo a quel tizio cosa pensava degli uomini del suo stampo. Erano inutili maschilisti parassiti come lo erano stati tutti gli amanti di sua madre, come quel padre che lei non aveva mai conosciuto ma che, stando a quanto le avevano raccontato, doveva essere stato solo il più carino di una lunga serie di buoni a nulla. Esattamente come tutti gli idioti da cui era stata costretta a difendersi negli anni.

    Ma un componente della famiglia Wolfe era considerato alla stregua di un membro della famiglia reale da Hartington’s, poiché i Wolfe ne erano stati i fondatori. Il famoso grande magazzino non apparteneva più alla famiglia, ciononostante i dirigenti ritenevano opportuno continuare a sottolineare il legame che li aveva uniti e, in qualità di responsabile degli eventi cui erano stati affidati i festeggiamenti per il centenario di Hartington’s che si sarebbero tenuti nel giro di poche settimane, Grace doveva agire nell’interesse dell’azienda, non importava quanto le costasse.

    «Io sono sempre a mio agio» la rassicurò lui, sottolineando le sue parole con un’occhiata carica di sottintesi. «E questo, devo confessarlo, è praticamente il mio lavoro.»

    Lei invece aveva un importante e complesso progetto da gestire, il che significava che non aveva tempo da perdere con quell’inutile – per quanto bellissimo – playboy. E detestava sprecare tempo. Per quello era così in ansia, si disse. «Deve perdonarmi» riprese, un sorriso sulle labbra molto professionale, «ma temo di essere davvero occupata oggi. Dunque, cosa posso...?»

    «Perché mi sembra di conoscerla?» la interruppe Lucas, il quale, naturalmente, aveva a sua disposizione tutto il tempo del mondo.

    Atterrita, Grace si rese conto che la voce di quell’uomo sembrava accarezzarla, incendiandole la pelle. Eppure, lei che si pregiava di avere un assoluto controllo sulle proprie emozioni, avrebbe dovuto essere immune a quel fascino studiato a tavolino. «Non ne ho proprio idea» mentì. D’altra parte, era molto improbabile che lei e Lucas Wolfe si sarebbero incontrati di nuovo, giusto? Già non capiva perché si trovassero nello stesso posto in quel momento, e nemmeno perché quell’atteggiamento annoiato che aveva notato in lui la sera prima, nell’affollato bar di un albergo, adesso le sembrava diverso, quasi una minaccia alla sua pace interiore.

    Ma di sicuro si sbagliava.

    «Sono certo di averla già vista» continuò Lucas, gli occhi verdi socchiusi mentre la squadrava dalla testa ai piedi. «Ma dove?»

    Fiamme divamparono in lei, quasi l’avesse toccata, piuttosto che guardata. Grace si costrinse a ricordare che un uomo come Lucas Wolfe guardava ogni donna nello stesso modo. La promessa di sesso e avventura riflessa sul suo viso significavano per lui ciò che una stretta di mano significava per altri. Forse anche meno.

    Un campanello d’allarme le risuonò nella mente per rammentarle quanto fosse stata ingenua in passato e come si fosse ripromessa di non esserlo più. Men che meno con un uomo come quello che aveva davanti, che l’avrebbe trasformata in una donna delusa e ingannata come era successo a sua madre. Che non avrebbe esitato a distruggerle la vita, se lei glielo avesse permesso.

    Uomini dello stampo di Lucas Wolfe agivano così semplicemente perché avevano il potere di farlo. E questo lei lo sapeva meglio di chiunque altro.

    «È favoloso, non credi?» le aveva chiesto la sera prima Mona, la responsabile dell’ufficio acquisti, quando aveva visto Lucas – più ubriaco e più equivoco di quanto apparisse in quel momento – alla festa organizzata dopo la sfilata di Samantha Cartwright, una delle stiliste più all’avanguardia di Londra. Mona aveva sospirato osservando Lucas che, dall’altra parte del bar, flirtava sfacciatamente con Samantha, incurante degli sguardi fissi su di sé. «E noi dobbiamo trattarlo come un re nel caso decidesse di rivolgerci la sua attenzione. Ordini del capo.»

    Grace aveva annuito. Come se avesse avuto davvero la possibilità di interagire con il famoso playboy, conosciuto per il suo atteggiamento spavaldo e la lunga serie di donne belle e famose che si erano avvicendate al suo fianco! Quell’uomo, oltretutto, era noto per la sua allergia a qualsiasi cosa assomigliasse a un lavoro, in particolare per Hartington’s, i cui dirigenti lo avevano corteggiato senza successo per anni nella speranza di assegnargli la stessa posizione di spicco nell’azienda che un tempo aveva ricoperto suo padre.

    Osservandolo, aveva provato un misto di curiosità e disgusto. Com’era possibile che un uomo, che stava sfacciatamente flirtando con la non più giovanissima e molto sposata Samantha sotto lo sguardo delle persone più in vista della città, sembrasse così vivo, così vibrante, da oscurare ogni altro con l’energia che pareva emanare dal suo corpo?

    Tutta la sua sensualità e il suo fascino non avevano comunque impedito al marito di Samantha Cartwright di esprimere il proprio disappunto quando lo aveva trovato con la moglie in un salottino privato del locale. Un disappunto che aveva lasciato inconfondibili segni sul bel viso beffardo di Lucas.

    Il fatto che lei stessa avesse provato, per brevi, folli istanti, un’attrazione nei suoi confronti, non contava nulla, decise Grace. E se quella notte poi non era riuscita a chiudere occhio, la colpa era solo del caffè che aveva bevuto dopo cena.

    «Credo di averla vista alla sfilata di Samantha Cartwright» disse, un sorriso freddo sulle labbra che esprimeva tutto il suo disprezzo per lui e per uomini del suo stampo. «Anche se di certo lei non lo ricorderà.»

    «Ho un’eccellente memoria» replicò Lucas con voce suadente.

    Una voce che ebbe su di lei l’effetto di una carezza. Quell’uomo era dotato di un fascino letale ed era quindi meglio tenerlo alla larga. «Anch’io, signor Wolfe» ribadì Grace. «Ecco perché so che lei non ha appuntamento con me oggi. Forse posso indicarle qualcuno che...?» Lasciò la frase in sospeso e indicò la porta aperta e gli uffici lungo il corridoio.

    Lucas Wolfe non si mosse. Continuò a guardarla, le labbra atteggiate in un sorrisetto. «Ha capito chi sono non appena mi ha visto» affermò.

    «Immagino che tutti in Inghilterra sappiano chi è lei» sottolineò Grace, un sopracciglio inarcato. «E immagino anche che questo sia il suo scopo, poiché è stato protagonista di molti scandali, tutti doverosamente riportarti dalle riviste di cronaca rosa.»

    «Lei, però, non è inglese.»

    All’improvviso, Grace si rese conto di quanto fosse muscoloso e potente il suo corpo, quasi costretto in quell’abito dal taglio formale. Sotto un sorriso pigro e uno sguardo cinico emanava una forza che sembrava premere per venire in superficie. Come se il suo atteggiamento da playboy fosse solo una maschera... Il che era ridicolo, decise.

    Lucas chinò la testa da un lato. «Lei è americana, giusto?»

    «Non capisco come questo possa avere importanza, comunque sì, sono del Texas» replicò Grace bruscamente. Non parlava del suo passato. Non parlava della sua vita privata, mai sul posto di lavoro e sicuramente non con dei perfetti sconosciuti. L’origine del suo accento era tutto ciò di cui era disposta a discutere. «Ma se adesso vuole spiegarmi perché è qui, la indirizzerò a un ufficio più appropriato...»

    «Cosa mi ha visto fare di preciso ieri sera?» la interruppe di nuovo Lucas, lo sguardo divertito, il sorriso ben fermo sulle labbra. «Ci ho per caso provato con lei? O le sarebbe piaciuto che lo facessi?»

    «Dubito che ne avrebbe avuto il tempo» commentò Grace con una risatina nervosa. Un nervosismo che però represse all’istante. Non si era impegnata tanto nella vita per rovinare tutto a causa di una persona del genere, decise. In primo luogo, non capiva perché proprio Lucas Wolfe la affascinasse tanto. Aveva lavorato come organizzatrice di eventi sin dalla laurea, dunque aveva incontrato spesso gente ricca e celebrità, ma quello che aveva davanti era il primo uomo che minacciava il suo famoso autocontrollo.

    Lucas in quel momento si limitava a guardarla, ma lei non poté fare a meno di pensare che la sua fosse solo una maschera – la sconvolgente bellezza, il fascino della canaglia, la spavalderia del dongiovanni – atta a nascondere una natura molto più profonda e tormentata. Ma poiché quella congettura non aveva alcuna base concreta, l’accantonò, irritata con se stessa. «Se ora vuole scusarmi» disse, il tono calmo che non tradiva i suoi dubbi, «devo proprio tornare al mio lavoro.»

    «Ma è per questo che sono qui.» Un sorriso malizioso incurvò le labbra di Lucas, i suoi leggendari occhi si accesero di una luce divertita.

    Un brivido corse lungo la schiena di Grace. Sollevò una mano che tremava leggermente per controllare che nessuna ciocca di capelli biondi sfuggisse al severo chignon che le dava

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