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Invito a cena col playboy: Harmony Collezione
Invito a cena col playboy: Harmony Collezione
Invito a cena col playboy: Harmony Collezione
E-book150 pagine2 ore

Invito a cena col playboy: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Quando in un attimo il fascino di un uomo trasforma una donna in una regina. Dell'amore.



Quando Giancarlo Vellutini, noto e chiacchierato playboy internazionale, la invita fuori a cena, come può Cassie Summers anche solo pensare di rifiutare? A lei, una semplice commessa, di certo un'occasione del genere non capiterà mai più, così decide di gettare al vento ogni cautela e accetta l'inaspettato regalo di Natale, ritrovandosi senza nemmeno accorgersene in un mondo che aveva solo potuto sognare fino a quel momento, del tutto alla mercé di Giancarlo. L'intesa fra loro è perfetta, e il punto sembra essere diventato come fare per trasformare quell'avventura inattesa in qualcosa che duri tutta la vita.
LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2018
ISBN9788858980675
Invito a cena col playboy: Harmony Collezione
Autore

Sharon Kendrick

Autrice inglese, ama le giornate simili ai romanzi che scrive, cioè ricche di colpi di scena.

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    Anteprima del libro

    Invito a cena col playboy - Sharon Kendrick

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Shameful Secret, Shotgun Wedding

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2010 Sharon Kendrick

    Traduzione di Maria Paola Rauzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-067-5

    1

    C’era qualcosa in lui che faceva pensare al pericolo. Qualcosa di oscuro, che attirava il suo sguardo come un magnete. Cassie si sentì arrossire e il suo cuore prese a batterle forte mentre fissava lo sconosciuto tra la folla nel reparto del negozio.

    Era magnifico. Pure troppo per essere reale. Non che lei avesse molti termini di paragone a essere sinceri, perché quella era solo la seconda volta che lasciava la Cornovaglia, dove la maggior parte degli uomini usava dopobarba economici e ti calpestava i piedi durante i balli.

    Ecco perché accettare quel lavoro temporaneo per le festività natalizie in uno dei grandi magazzini più sfarzosi di Londra era stata l’occasione per allontanarsi dal prevedibile mondo in cui era cresciuta e vivere un sogno. E Londra, in quel periodo dell’anno, era davvero un incanto, con tutte quelle luci fiabesche, la neve finta e un’atmosfera di attesa.

    Lei amava il Natale.

    Persino lavorare nel reparto candele era un sogno, che nemmeno l’ipocrita Lindy del settore profumeria accanto al suo o le dieci ore in piedi riuscivano a rovinare.

    Ogni giorno aveva a che fare con matrone dell’alta società, studenti allegri e bambini eccitati per l’avvicinarsi del Natale. Quel pomeriggio, però, aveva di fronte a sé una persona decisamente diversa dalla sua solita clientela: un uomo alto, dalla pelle olivastra e i tratti del volto aristocratici. Le labbra sensuali, invece, contrastavano con la freddezza e la durezza degli occhi color ebano.

    Il cuore di Cassie batteva forte, così forte quasi da far male. Era sicura che lui non fosse interessato all’acquisto delle candele. Anzi, a essere sincera non le sembrava proprio il tipo da dedicare tempo allo shopping. Aveva tutto l’aspetto di un uomo con un sacco di sottoposti ai quali affidare le faccende più noiose come andare per negozi e che si radeva tutti i giorni. Ciononostante Cassie gli andò incontro con il più professionale dei sorrisi stampato in viso, consapevole di quanto la presenza di quel cliente colmasse tutto lo spazio circostante: la sua persona emanava un carisma che spingeva la gente a fermarsi a guardarlo.

    Chiedendosi cosa l’avesse spinta ad avvicinarsi, Cassie fece un profondo respiro e salutò cortese. «Buonasera, signore, è per caso interessato a qualcuna di queste belle candele?»

    Giancarlo aggrottò la fronte a quella banale domanda che aveva interrotto il corso dei suoi pensieri e si trovò a fissare un paio di occhi viola di straordinaria bellezza.

    Era abituato alla adulazione delle donne e le commesse non facevano eccezione. A ogni modo non era dell’umore adatto a farsi ammaliare, però doveva acquistare dei regali per il suo staff in ufficio e la ragazza che stava cercando di vendergli qualcosa era davvero graziosa. «Candele, dice?»

    Cassie annuì. L’accento italiano dell’uomo si adattava bene al suo aspetto mediterraneo e ne accresceva il fascino. Silenziosamente maledì la propria stupidità. Poteva anche non avere esperienza in fatto di uomini, ma era abbastanza intuitiva da comprendere quando uno era fuori dalla sua portata.

    E il cliente in questione lo era decisamente. Bastava guardare i suoi abiti di classe e il cappotto di cachemire, per non parlare del suo aplomb, molto più che impressionante. Incuteva proprio timore.

    Oh, andiamo, non stare lì come uno stoccafisso, di’ qualcosa, Cassie!

    «Esattamente, signore» disse alla fine, imponendosi di rispondere. «Ma non si tratta di candele qualsiasi. Qui può trovare la migliore scelta di tutta Londra» aggiunse, allargando il sorriso. «È Natale, non l’ha notato?»

    Giancarlo si strinse nelle spalle. Quello non era il periodo dell’anno che preferiva. La sua attenzione venne però catturata dalla bellezza della ragazza. La sua pelle sembrava morbida come il velluto e i capelli parevano seta. Per non parlare del corpo mozzafiato, malgrado la divisa che indossava.

    Tra la confusione causata dal jet lag e dalle faticose ore di lavoro percepì un risveglio dei sensi. «Natale?» mormorò. «Ha per caso a che fare con quel coro di angeli che sto sentendo? Oppure è l’effetto che hai su tutti i clienti?» Vedendola arrossire lui sorrise. «Perché non mi mostri cosa vendi, così vediamo se riesci a convincermi a comprare qualcosa?»

    Cassie annuì e, cercando di ignorare il battito impazzito del suo cuore, fece un cenno con la mano per indicare le candele esposte. «Sono tutte profumate. Quest’anno quella al cioccolato è stata la più apprezzata da parte del pubblico.»

    «Ed è anche la tua preferita?»

    «La mia...?»

    «Be’, di sicuro ne avrai una che preferisci, no?»

    Nessuno le aveva mai fatto una domanda simile prima. In quel momento Cassie si sentì speciale. Diversa. Lo fissò nei suoi occhi scuri e rispose il più onestamente possibile. «Personalmente preferisco di più questa. Sa di arancio e garofano. È una fragranza tradizionale... e nostalgica, che va bene per tutte le età. Ha un fascino universale, soprattutto in questo particolare periodo dell’anno.»

    Ci fu una pausa e Giancarlo sperimentò un altro attacco di desiderio nel percepire una sfumatura malinconica nella sua voce. «Affare fatto» le disse. «Ne prendo mezza dozzina.»

    Lei spalancò gli occhi. «Intende... sei?»

    «A meno che la definizione mezza dozzina non sia cambiata dall’ultima volta che l’ho sentita.»

    «N... no. Certamente, signore. Allora sei.»

    Mentre le impacchettava con le mani che le tremavano leggermente, Giancarlo le fece una serie di domande a cui lei si sentì in dovere di rispondere, considerata anche la provvigione che avrebbe ottenuto da quella vendita. No, non viveva a Londra. Era lì solo per il periodo natalizio. E no, non indossava lenti a contatto colorate, i suoi occhi erano proprio di quel colore.

    Lui la osservò annodare un nastrino colorato sulla confezione: era troppo bella con quei capelli biondi, gli occhi viola e quel corpo che sembrava una bottiglia di Verdicchio.

    Giancarlo aveva trascorso la maggior parte dell’ultimo mese a New York, lavorando duramente a un affare che era riuscito a concludere per il rotto della cuffia e lo aveva costretto a stare seduto alla scrivania spesso e volentieri fin oltre mezzanotte. Grazie a tutti quegli sforzi, però, il suo nome era apparso su tutti i giornali finanziari e il suo conto in banca era cresciuto di qualche milione di dollari. Insomma, quel viaggio era stato un successo, così come il precedente e quello prima ancora.

    Il successo, però, poteva anche prosciugare le energie e allontanare una persona dagli aspetti fondamentali della vita. E lui era stanco di quella maratona natalizia così consumistica e di tutte le sue celebrazioni. Ciò di cui aveva bisogno era un po’ di relax con una donna così. Non una di quelle in carriera che si pongono sullo stesso livello degli uomini e sono pronte a propinare prediche sulla parità dei sessi non appena si apre loro la porta di un locale. Finché non si commette l’errore di portarle a trascorrere un weekend insieme: allora d’improvviso iniziano a parlare di anelli da tre carati e chiese.

    No. Lui voleva accanto qualcuno di gradevole che non gli affaticasse la mente, proprio come quella ragazza dalle curve morbide. Di sicuro non gli avrebbe parlato di investimenti azionari o di mini-vacanze alle Hawaii.

    «A che ora stacchi?» le chiese Giancarlo, mentre le porgeva la carta di credito.

    Cassie esitò. «Alle sei e mezza» ribatté con la sensazione di trovarsi su un terreno pericoloso. Tuttavia sarebbe stato scortese non rispondere alla domanda diretta di un cliente.

    «E poi uscirai a cena?»

    Lei pensò alla porzione di pasta al pesto che l’aspettava nella cucina che condivideva con altre persone per quel periodo. Era riconoscente al suo vecchio compagno di scuola Gavin per averle dato ospitalità, anche se significava dormire in una stanza poco più grande di una credenza. «Diciamo di sì. Ho promesso ai miei coinquilini che avrei mangiato con loro.»

    «E se invece ti chiedessi di cenare con me?»

    «Non posso» sussultò Cassie.

    «Perché no?»

    Lei lo guardò negli occhi e le si contrasse lo stomaco. «Perché non... non la conosco.»

    «Allora posso presentarmi e risolvere subito il problema.» Giancarlo allungò la mano e strinse forte la sua.

    Cassie aveva stretto molte mani in vita sua, da quelle dei clienti del bed & breakfast gestito da sua madre, a quelle dei giudici alle premiazioni delle gare di pattinaggio sul ghiaccio. Tuttavia mai si era sentita così come in quel momento. Il tocco caldo delle mani di quell’uomo le parve particolarmente intimo.

    O forse dipendeva dal fatto che il pollice di lui aveva sfiorato quasi in modo distratto il suo palmo?

    «Mi chiamo Giancarlo Andrea Vellutini. Sono toscano di nascita e internazionale per natura. Cos’altro ti piacerebbe sapere? Che ho una casa a Londra e che la mia agenda è vuota stasera? Avevo in programma di leggere una pila di giornali, ma tu...» Giancarlo si chinò in avanti per leggere il suo nome sulla targhetta. «... Cassandra Summers mi hai tentato al punto da farmi cambiare i miei piani.»

    Lei non poteva negare di essere tentata di accettare, e non solo perché il modo in cui lui aveva pronunciato il suo nome le era sembrato molto poetico, ma anche perché nessuno minimamente simile a quell’uomo le aveva mai chiesto di uscire a cena. In realtà il suo ultimo appuntamento era stato con un collega del reparto informatico che l’aveva portata in un fast food e poi, al momento di pagare, aveva fatto finta di aver dimenticato il portafogli.

    Eppure il suo sesto senso la mise in guardia dall’accettare quell’offerta tentatrice. Si trattava dello stesso istinto che aveva allertato i suoi sensi quando aveva posato gli occhi su di lui e le aveva fatto intuire quanto quell’uomo potesse essere pericoloso. Di sicuro non era il tipo per ragazze come lei. Era troppo bello, troppo cortese e troppo ricco.

    E peccava pure di arroganza, se credeva che lei avrebbe lasciato perdere tutto solo perché lui aveva deciso di cenare insieme. «È davvero molto gentile da parte sua, ma temo di non poter abbandonare i miei amici all’ultimo minuto.»

    Giancarlo socchiuse gli occhi. Quella commessa gli stava dando il benservito? Era inconcepibile. «Hai un fidanzato?» le domandò curioso. «Qualcuno che ti aspetta a casa?»

    «No» gli rispose. «Non c’è nessuno, ma i miei coinquilini fanno affidamento su di me: contano

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