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P.S. ti amo (eLit): eLit
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E-book76 pagine1 ora

P.S. ti amo (eLit): eLit

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Seduzione con invito 1



Le vacanze di Natale sono perfette per divertirsi con ammiratori segreti, regali sexy e biglietti d'amore. Le regole sono semplici: scrivere un biglietto bollente e appassionato per invitare il proprio uomo dei sogni a una notte da ricordare, farlo scivolare sotto la sua porta e... aspettare.



Claire vive a New Orleans da soli due anni e non ha ancora stretto molte amicizie, e purtroppo è magra anche la sua vita sentimentale. Ma c'è qualcuno che sta attirando le sue attenzioni, a cui lei vorrebbe mandare un invito per bere qualcosa insieme e poi presentarglisi in modo semplice, dolce e... incandescente...
LinguaItaliano
Data di uscita5 dic 2018
ISBN9788858995730
P.S. ti amo (eLit): eLit
Autore

Alison Kent

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    P.S. ti amo (eLit) - Alison Kent

    978-88-5899-573-0

    1

    Quando si trattava di sedurre gli uomini, Chloe Matthews non si lasciava intimidire.

    D'altronde, niente nella sua vita era lontanamente prevedibile. Non gestiva il Café Eros in modo tradizionale e non si vestiva per fare colpo. Non si svegliava a un orario preciso e non andava a letto a un'ora prestabilita.

    Alle sei di sera, dalla vetrina del Café Eros vide il nuovo proprietario del numero dieci attraversare il cortile di Court du Chaud e fermarsi di fronte alla porta di casa. Chloe sentì crescere l'eccitazione quando lui prese la busta rossa fissata alla cornice con una piccola puntina natalizia. Lui si punse e si portò il dito alle labbra con una smorfia.

    A quella distanza, essendo quasi buio, sarebbe stato impossibile per Chloe vedere la puntina, ma la conosceva perché era stata proprio lei ad affiggere la busta alla porta.

    Dal momento che Chloe era imprevedibile, quella busta non conteneva una lettera, ma il brano di una poesia. Poesia scritta la notte precedente, dopo averlo visto sulla porta di casa, illuminato dalla luce del lampione di ferro battuto.

    Lui stava guardando il cielo; dal suo balcone al nove di Court du Chaud, l'appartamento adiacente, Chloe aveva scorto i suoi occhi misteriosi, incorniciati dalle lunghe ciglia folte. Erano stati quegli occhi a catturare i suoi, profondi come se lui possedesse la conoscenza di secoli e quel peso gravasse sulle sue spalle. La sua espressione inquieta pareva chiedere requie, un attimo di tranquillità.

    In quel momento Chloe aveva perso il suo cuore per lui. I capelli scuri, scarmigliati e lucidi sotto il lampione, erano un invito per le sue dita. Il profilo delle clavicole si intuiva sotto la T-shirt bianca, un tatuaggio gli circondava il bicipite sinistro, dandogli un look da duro. Chloe avrebbe potuto crederlo tale, se non fosse stato per il suo sguardo tormentato.

    Benché lei si considerasse imprevedibile, c'era un elemento costante nella sua personalità; essendo stata un'infermiera, non aveva perso il desiderio di aiutare, lenire il dolore, curare. Ma quella professione era stata emotivamente troppo impegnativa per lei e Chloe aveva deciso che gestire una caffetteria le avrebbe consentito di aiutare la gente e al tempo stesso di riuscire a dormire la notte.

    Uscì in cortile mentre la sua cameriera, Tally Allison, apparecchiava i tavolini in preparazione per la cena. Vide l'uomo aprire la busta, estrarre il foglio scarlatto e aprirlo. Lui si voltò leggermente verso la luce, mostrandole il magnifico profilo, la splendida struttura ossea, le labbra piene che avrebbero indotto qualunque donna a prendergli il mento e a girarlo verso il proprio viso, per ammirare quella bocca allettante.

    Chloe trattenne il respiro, come aspettando il bacio di un amante; lui si avvicinò il foglio al viso e inalò. Le sue spalle si rilassarono e lei liberò l'aria intrappolata nei polmoni quando lo vide chiudere gli occhi. Lui passò i polpastrelli sulle parole e Chloe vide il suo petto alzarsi e abbassarsi, poi le grandi mani virili ripiegarono gentilmente il foglio e lo riposero nella busta. Senza guardarsi in giro, lui entrò in casa e chiuse la porta.

    Chloe si voltò con un sorriso soddisfatto, la sua reazione l'aveva elettrizzata, come un fulmine intrappolato in un vaso. Le dita di lui avevano sfiorato il foglio scarlatto come se volessero assorbire le sue parole.

    «Chloe, devo parlarti, cara.»

    Chloe staccò lo sguardo dal numero dieci e lo fissò su Madame Alain, un'adorabile signora minuta che conosceva tutti nel quartiere. Francese, aveva insegnato la sua lingua madre in una scuola privata prima di andare in pensione l'anno precedente. Aveva perduto il marito, stroncato da un infarto, e Chloe sospettava che fosse la solitudine a indurla a impicciarsi degli affari di chiunque altro.

    «Mi dica, Madame Alain. Cosa posso fare per lei?»

    «Sto organizzando una riunione per le mie amiche del club di bridge domani e vorrei una dozzina di bignè.»

    «Per che ora?» domandò lei, chiedendosi mentalmente quando avrebbe potuto trovare un momento per pensare ai dolci per le ospiti di Madame Alain.

    «Le nove e mezza.»

    «Certamente» assicurò. Avrebbe dovuto rinunciare alla lezione di yoga, ma Madame Alain era una buona amica, nonché un'ottima cliente.

    «Potresti mandarmeli direttamente a casa? Merci.» La donna seguì lo sguardo di Chloe e sorrise, maliziosa. «È un bell'uomo. Oui?»

    Chloe arrossì, tradendosi.

    «Oui, lo hai notato anche tu. So tutto di lui.»

    Non disse altro e Chloe si sentì pungere dalla curiosità.

    «Madame, ho appena tolto dal forno i croissant al cioccolato e mandorle. Gradisce un cappuccino?»

    «Un tête-à-tête? Adorabile!»

    Chloe rientrò nella caffetteria, subito seguita da Madame Alain; per lei era sempre un piacere entrare nel proprio locale, ricco di aromi squisiti. Accanto al Quartiere Francese, la sua casa e il locale si trovavano a pochi passi da Jackson Square. Il cortile verdeggiante di Court du Chaud era circondato da edifici in stile coloniale francese. Il Café Eros si trovava all'entrata del cortile, accanto alla cancellata di ferro battuto, con il patio di pietra grigia e una fontana utilizzata come vaso per iris, aster e altri fiori. La scala che portava al piano superiore della caffetteria era fiancheggiata da viticci di passiflora che si arrampicavano su un traliccio bianco.

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