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Il medico cerca moglie: Harmony Bianca
Il medico cerca moglie: Harmony Bianca
Il medico cerca moglie: Harmony Bianca
E-book152 pagine2 ore

Il medico cerca moglie: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Lui è un ex playboy redento. Il suo unico obiettivo adesso è avere un rapporto stabile.

Lei è un'ex brava ragazza diventata una mangia uomini. Il suo unico obiettivo è continuare a collezionare relazioni come se fossero souvenir.

Lui e lei scoprono di essere attratti l'uno dall'altra. Con queste premesse, quanto potrà durare?



Madison Swanson ha deciso che non prenderà più sul serio gli uomini, anzi li batterà sul loro terreno di gioco. Ma allora perché, ogni volta che vede il dottor Levi Fielding, si sente mancare il respiro?



Levi non può permettersi di cominciare una relazione con una donna che vuole gli uomini nel suo letto ma fuori dalla propria vita. E sa che innamorarsi di una come Madison potrebbe costargli caro.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2018
ISBN9788858982426
Il medico cerca moglie: Harmony Bianca
Autore

Janice Lynn

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Il medico cerca moglie - Janice Lynn

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Doctor’s Damsel In Distress

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2011 Janice Lynn

    Traduzione di Monica D’Alessandro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-242-6

    1

    Il dottor Levi Fielding strinse le braccia attorno all’infermiera Madison Swanson, si mise in posizione eretta, e diede una spinta decisa. Poi un’altra.

    Niente.

    Il cibo che le si era fermato in gola non si muoveva.

    Facendo ricorso al segnale inconfondibile di chi sta soffocando, Madison si strinse le mani intorno al collo, in preda al panico.

    Non riusciva a respirare.

    Levi sapeva che il caldo sole di giugno non era l’unica ragione per cui aveva la fronte imperlata di sudore. Ormai anche lui temeva per la salute della ragazza. Il cuore gli batteva forte nel petto, interferendo con la sua capacità di respirare. Diede un’altra forte spinta, sperando di riuscire a fare spostare qualunque cosa stesse facendo soffocare la malcapitata, senza romperle nulla.

    «Oh, dottor Fielding» esordì una partecipante al picnic organizzato dall’ospedale, con tono teatrale e concitato. «Salvala.»

    Ci stava provando. Ignorava la piccola folla che si era venuta a creare attorno a loro, concentrato soltanto nel tentativo di salvare la donna che teneva tra le braccia. Eseguì di nuovo la manovra di Heimlich, consapevole del fatto che, se non avesse funzionato, avrebbe dovuto effettuare un foro nelle vie aeree per mezzo di una tracheotomia di emergenza.

    Durante un picnic in un parco nel centro di Angel Creek, North Carolina.

    Ciò significava che avrebbe dovuto usare degli strumenti rudimentali per praticare il foro. Probabilmente il cannello di una penna. Se non fosse riuscito a trovarne una, con cosa avrebbe eseguito l’incisione? Un coltello di plastica? Cosa avrebbe dato per avere in quel momento la sua borsa del pronto soccorso. Con la mente percorse in fretta ciò che sarebbe stato necessario per fare entrare di nuovo l’aria nei polmoni di Madison. In qualche modo, l’avrebbe salvata. Doveva riuscirci.

    Quando lui diede un’altra vigorosa spinta, la ragazza sputò ciò che fino a poco prima aveva bloccato nella gola.

    Levi ringraziò il cielo. Per numerose ragioni. La prima era che preferiva la graziosa Madison Swanson viva e in grado di respirare. Era un’infermiera eccezionale. La migliore. Ma anche se non lo fosse stata, un’infermiera morta soffocata durante un picnic organizzato dall’ospedale, circondata da medici... che genere di messaggio avrebbe lanciato alla comunità?

    Ansimando e tossendo allo stesso tempo, Madison si portò una mano alla bocca. Levi la fece voltare, per assicurarsi che stesse davvero respirando, e che stesse bene. Le lacrime rigarono il volto pieno di riconoscenza di Madison, che alzò i suoi grandi occhi verdi verso l’uomo che l’aveva appena salvata.

    Levi si sentì mancare il terreno sotto i piedi.

    Quello sguardo lo lasciò senza parole, come se qualcosa si fosse conficcato anche nella sua gola. Come un nodo, che non sarebbe andato via con una semplice manovra di Heimlich.

    Accidenti! Quella era esattamente la stessa sensazione che aveva provato la prima volta che l’aveva vista. Quando aveva pensato di avere incontrato una donna con cui valesse la pena iniziare una relazione stabile.

    Si era sentito come se fosse stato investito da un treno, e ciò non era per nulla quello che stava cercando. L’ultima cosa che voleva era farsi coinvolgere da una donna troppo esuberante. Aveva già provato un’esperienza del genere, gli era piaciuto, ma era arrivato il momento di crescere.

    Dopo il suo ultimo incontro con il padre, aveva deciso di voltare pagina, di smettere di giocare. Perché non era come lui, e voleva iniziare una relazione seria, per vedere dove lo avrebbe portato.

    All’inizio, aveva pensato che Madison sarebbe potuta essere la donna giusta; ma un giorno, l’aveva sentita per caso mentre diceva a un’altra infermiera che in amore giocava proprio come ogni uomo, che non era in cerca di una relazione seria, ma solo di un po’ di divertimento.

    Aveva capito subito che non importava quanto potesse sentirsi attratto da lei, avrebbe dovuto mantenere le distanze. Tuttavia, tale proposito non aveva indebolito il modo in cui reagiva quando le si trovava di fronte. Neanche un po’.

    Così l’aveva evitata il più possibile.

    Oggi, però, non aveva potuto.

    «Mi dispiace se ti ho fatto male» iniziò lui, chiedendosi perché gli tremassero le ginocchia, e perché avrebbe voluto cingerla di nuovo tra le sue braccia. Questa volta per assicurarle che sarebbe stata bene, che non le sarebbe successo nulla.

    Era pazzesco. Fuori dal contesto lavorativo, la conosceva appena.

    Solo alcune settimane prima, Levi avrebbe pensato che le idee aperte di Madison riguardo al sesso facessero proprio al caso suo. Il padre, invece, aveva contribuito a fargli superare quella convinzione. Si chiedeva, a dire la verità, se il suo atteggiamento nei confronti di Madison non derivasse in parte dal sentirsi pronto per una nuova fase della sua vita. Una fase più stabile rispetto alle precedenti abitudini da playboy. Non aspirava a un matrimonio o a un lieto fine da favola, ma a un legame più duraturo di quelli che aveva avuto in passato.

    Se il pensiero di ricadere nelle vecchie abitudini, le abitudini del padre, non lo avesse disgustato, di certo Madison Swanson sarebbe stata la donna giusta per lui.

    A un certo punto, l’attenzione di Levi fu attratta dal modo convulso di respirare della ragazza. Sembrava sotto shock. Come se potesse svenire da un momento all’altro. O scoppiare a piangere.

    Levi sentì una fitta allo stomaco.

    «Dovremmo andare in ospedale a fare delle radiografie, voglio assicurarmi di non averti rotto qualche costola. L’ultima spinta è stata piuttosto forte.»

    «No.» Lei scosse la testa, mostrando ancora una certa difficoltà a respirare. «Sto bene.»

    Non sembrava stesse bene. La sua pelle liscia aveva perso il naturale e sano colorito, ed era diventata pallida, in contrasto con il verde acceso dei suoi splendidi occhi. Madison gli arrivava a malapena all’altezza delle spalle, e sembrava più una bambina che una donna sui venticinque anni. Una bambina di cui bisognava prendersi cura. Che aveva bisogno di lui.

    «Insisto» ribatté Levi, studiando i suoi respiri convulsi e il modo in cui le tremavano le mani e il labbro inferiore. Quelle labbra...

    Levi distolse subito lo sguardo, prima di cedere all’impulso di chinarsi e farle la respirazione bocca a bocca. Nel nome della medicina, certo.

    «Devo solo sedermi per qualche minuto.» Madison chiuse gli occhi, abbassò la testa, ma non si mosse dal punto in cui si trovava. «E strisciare sotto un tavolo da picnic e morire per la totale umiliazione.»

    Levi batté le palpebre. Madison sarebbe potuta morire, e si sentiva in imbarazzo? Neanche fra un milione di anni avrebbe capito le donne, ma, dopo avere stretto tra le braccia Madison, capiva perfettamente che voleva conoscere meglio quella ragazza, anche se non avrebbe dovuto. Anzi, ora si rendeva conto che, forse, la signorina Madison era la ragione per cui lui non era uscito con nessun’altra.

    Forse Madison aveva giocato un ruolo fondamentale nel suo cambio di rotta.

    Senza capire perché quella presa di coscienza non lo turbasse, mise una mano sulla spalla della ragazza per rassicurarla. «A tutti può capitare di soffocare.»

    Madison non alzò lo sguardo, fece solo un passo indietro e si lasciò cadere sul sedile di legno di un tavolo da picnic. Sembrava stesse così male che Levi sentì di nuovo un forte senso di protezione nei suoi confronti, tanto che dovette sforzarsi di tenere le braccia a posto.

    Avrebbe voluto abbracciarla e baciarle via le lacrime, che iniziarono a rigarle le guance più velocemente di quanto lei riuscisse ad asciugarle.

    «Ehi!» Levi si chinò e le prese il viso tra le mani, costringendola con delicatezza a guardarlo. Si sentiva le dita bruciare al contatto con la sua pelle. «Tutto okay?»

    «Sì, alla grande» mormorò lei, facendo una smorfia alla vista della folla che si avvicinava, e che le offriva da bere, un panno umido, una parola di conforto.

    Mentre cercava di contrastare il suo desiderio di toccarla, Levi non riusciva a capire se Madison stesse davvero bene e fosse soltanto in imbarazzo, oppure se si fosse fatta male e stesse solo tentando di non darlo a vedere. Sembrava che volesse davvero nascondersi sotto un tavolo da picnic. Come se avesse un disperato bisogno di qualcuno che la salvasse di nuovo. Questa volta dalla folla.

    Tuttavia, abbozzava un sorriso incerto e annuiva a chi le chiedeva se stesse bene. Lavorava all’Angel Creek Hospital da un mese o due, ma aveva conquistato quasi tutti.

    Non c’era da meravigliarsi. Madison Swanson era una persona deliziosa.

    Deliziosa? No, quell’aggettivo non si addiceva a una donna che aveva dichiarato di mangiarsi gli uomini a colazione. Non che lui avesse mai avuto l’impressione che la ragazza fosse una mangiatrice di uomini, ma era stata lei stessa a pronunciare quelle parole.

    Ignorando le ragioni per cui non avrebbe dovuto, e i commenti di chi si complimentava con lui per il suo atto eroico, Levi si piegò in modo da potere mettere le braccia sotto le gambe tremanti della ragazza. Riassunse di nuovo una posizione eretta e la prese in braccio, senza prestare attenzione alle sue proteste e alle urla di approvazione della folla.

    Già, stava ignorando un sacco di cose, quella mattina.

    In cima alla lista, c’era la fantastica sensazione che provava nel tenere Madison tra le braccia. Non avrebbe dovuto notare il suo profumo fruttato, o quanto fosse tonico il suo corpo minuto. Non avrebbe dovuto provare una tale passione al pensiero di che donna attraente fosse.

    Voleva una relazione stabile, non un semplice flirt. Non era come suo padre.

    Tentando di mantenere sotto controllo il livello di adrenalina, Levi rivolse un sorriso alla folla. «Mi dispiace, gente, ma ha subito un grande spavento. La porto in ospedale per assicurarmi di non averle rotto qualche costola.»

    Un paio di colleghi, inclusa la caposala del loro reparto, la coinquilina di Madison in base a quanto aveva sentito dire in ospedale, gli si avvicinarono di corsa chiedendo come stesse la ragazza e se lei aveva idea di quanto avesse fatto spaventare tutti i presenti.

    «È assurdo» protestò Madison, allontanando i suoi amici, dopo avere assicurato di stare bene e averli invitati a proseguire il picnic. «Posso camminare da sola» puntualizzò rivolgendosi a Levi, una volta

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