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Un sogno tutto nostro: Harmony Bianca
Un sogno tutto nostro: Harmony Bianca
Un sogno tutto nostro: Harmony Bianca
E-book155 pagine2 ore

Un sogno tutto nostro: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Brielle: Cinque anni fa Ross mi ha spezzato il cuore preferendo la carriera al nostro amore. Adesso è tornato per convincermi a dare al nostro rapporto una seconda opportunità, affermando che non è mai riuscito a dimenticarmi. Ma il segreto che mi porto dentro dal giorno in cui mi ha lasciato potrebbe compromettere il nostro futuro. Ancora una volta.

Ross: Ho provato a lasciarmi tutto alle spalle e a cominciare una nuova, sfolgorante carriera a Boston. Ma Brielle mi era entrata nel sangue e alla fine ho dovuto arrendermi all'amore che provo per lei. Non me ne andrò da qui finché non l'avrò persuasa a fidarsi ancora di me, e credo che lavorare nello stesso ospedale potrà aiutarmi a realizzare il nostro sogno.
LinguaItaliano
Data di uscita10 ott 2019
ISBN9788830506350
Un sogno tutto nostro: Harmony Bianca
Autore

Janice Lynn

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Un sogno tutto nostro - Janice Lynn

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The ER’s Newest Dad

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2013 Janice Lynn

    Traduzione di Giovanna Seniga

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-635-0

    1

    Ross Lane aveva sprecato una grande occasione.

    Ogni volta che posava lo sguardo sulla piccola infermiera bionda dell’ambulatorio due il messaggio gli risuonava nel cervello sempre più forte, acuto come il peggior male di testa.

    Era stato stupido. Idiota. Folle.

    Sì, cinque anni prima aveva sprecato una grande occasione. Più tardi aveva cominciato a chiedersi tutti i giorni come sarebbe stata la sua vita se non se ne fosse andato e fosse stato l’uomo che Brielle Winton voleva che fosse.

    Buffo come il tempo poteva cambiare le prospettive e le priorità di una persona.

    Ritornò ad appoggiarsi al bancone della stanza del personale fingendo di leggere la newsletter dell’ospedale che qualcuno gli aveva appena allungato. In realtà stava studiando in ogni dettaglio la donna che non era mai stato capace di dimenticare.

    Bella come sempre Brielle stava sorridendo all’anziano paziente steso sul lettino. Le fossette agli angoli della sua bocca carnosa gli suscitarono una tempesta di ricordi. Svolgeva il suo lavoro con efficienza, sorridendo spesso e parlava con la sua voce gradevole e dolce, del tutto inconsapevole di essere al centro dei suoi pensieri. Era così vicina. Come aveva potuto andarsene e spezzarle il cuore? Come aveva potuto pensare che allontanandosi da lei l’avrebbe dimenticata?

    E come poteva pensare che lei lo avrebbe perdonato rifacendosi vivo dopo cinque anni, dopo aver gettato al vento tutto quello che avevano condiviso quando sembravano inseparabili?

    Lei sollevò il viso e per la prima volta i loro sguardi si incontrarono.

    L’espressione sorridente di Brielle lasciò il posto ad una smorfia di estrema agitazione. Gli lanciò uno sguardo che indicava in modo inequivocabile cosa pensava di lui e si rivolse di nuovo al paziente dall’aria fragile che si trovava nella stanza di pronto soccorso. Il suo sorriso era così splendente che Ross si stupì che l’elettrocardiografo del vecchio non impazzisse.

    Brielle non aveva sorrisi per lui. Nemmeno uno.

    Gli rivolgeva a stento la parola e solo quando si trattava di pazienti. Non che lui potesse biasimarla. Non poteva dopo che il fallimento del loro rapporto era stato quasi esclusivamente colpa sua.

    Quasi, ma non del tutto. Tutti e due avevano delle colpe, ma le sue erano di gran lunga quelle maggiori.

    Le tempie cominciarono a pulsargli costringendolo ad irrigidire i muscoli del viso.

    Aver lasciato Brielle era il suo maggior rimpianto, indipendentemente da quanta carriera avesse fatto e da quanto tempo fosse passato.

    Ormai erano cinque anni dall’ultima volta in cui l’aveva toccata, ma non aveva dimenticato nulla di lei. Non il tono della sua risata e la sensazione che gli davano le sue carezze. Non il modo in cui lo aveva guardato la prima volta che si era svegliata accanto a lui o il fatto che indipendentemente da quanto fosse stanca avesse sempre un sorriso speciale per lui.

    I ricordi, che già lo perseguitavano, erano diventati un tormento da quando aveva incontrato per caso suo fratello a un convegno medico. Pochi minuti di conversazione con Vann erano bastati per riaccendere in lui la voglia di tornare da Brielle.

    Durante la conversazione aveva cercato spesso di portare il discorso su di lei, ma il suo vecchio amico aveva sempre cambiato immediatamente argomento.

    In realtà era dalla notte in cui aveva rotto il naso a Ross che Vann non parlava con lui della sorella. Quella notte aveva detto tutto quello che c’era da dire. Sopratutto che Ross avrebbe fatto bene a non andarle più dietro oppure lui non si sarebbe limitato a rompergli solo il naso.

    Ross non aveva reagito. Si era preso il pugno pensando che se lo era meritato e si era allontanato dal suo miglior amico e dalla donna che gli aveva fatto perdere la testa.

    Quella donna lo attraeva ancora tanto che appena aveva saputo dove viveva aveva lasciato il suo posto remunerativo ed aveva accettato un incarico temporaneo in quel pronto soccorso solo per poterle stare accanto. Per i tre mesi successivi avrebbe sostituito la collega che era in congedo per maternità.

    Ma tre mesi sarebbero stati sufficienti a chiarire il suo rapporto irrisolto con Brielle?

    Tre mesi sarebbero stati abbastanza per sapere se tanti anni prima lei gli aveva davvero rubato il cuore e lui era stato troppo cieco per accorgersene fino in fondo? Troppo giovane e stupido per capire quello che stava perdendo? Oppure era solo il senso di colpa per come l’aveva trattata il motivo per cui lei ossessionava i suoi sogni?

    Comunque doveva sapere.

    Era arrivato il momento in cui era pronto a trovare qualcuno con cui dividere la vita, sistemarsi, sposarsi, avere dei bambini e provare tutte le gioie e i problemi degli uomini sposati e con figli.

    A Boston aveva frequentato una bella dottoressa piena di talento e aveva anche preso in considerazione l’idea di chiederle di sposarlo, ma qualcosa l’aveva trattenuto. Qualcosa l’aveva spinto a ritrarsi.

    O qualcuno.

    Così, invece di una richiesta di matrimonio aveva rotto con lei e si era preso una pausa durante la quale cercare di riconciliare la sua vita passata con quella futura.

    La bella biondina, che lo stava di nuovo guardando dal letto del suo paziente, era il punto da cui partire. In un modo o nell’altro il suo futuro dipendeva da Brielle Winton. Se anche lei era disposta a dargli una mano.

    Forse anche lei aveva bisogno di capire. Oppure no. Aveva già risolto tutto dopo che lui se n’era andato. Forse era arrivata alla conclusione che la sua partenza era stata la cosa giusta e che per lui aveva provato una semplice infatuazione. Il suo atteggiamento nei suoi riguardi sembrava la prova che non voleva che fosse tornato.

    Era sempre stata una maledetta testarda, ma in passato questo non aveva mai rappresentato un problema.

    Quasi mai fino a quando aveva cominciato a parlare di matrimonio quasi senza interruzione. Erano arrivati al punto di passare la maggior parte del tempo a discutere e allora lui aveva tagliato la corda. Sia in senso figurato che reale.

    Aveva già considerato l’internato a Boston. Non gli era mia capitata un’occasione del genere. Sarebbe stato un pazzo a buttarla via. Eppure aveva esitato e sapeva perché. Brielle. Ma negli ultimi tempi della loro convivenza provava fastidio che la loro relazione lo trattenesse, gli sembrava di avere una catena al collo.

    Rimpiangeva ancora di essere andato in panico ed essersi lasciato prendere dall’ansia.

    Sperare che lei potesse perdonarlo era pura follia.

    «Dottor Lane, c’è un caso di cistite acuta nella stanza quattro. Se vuole dare un’occhiata.» Le parole di Cindy White interruppero i suoi pensieri e lo costrinsero a guardare la florida infermiera. «I risultati delle analisi delle urine sono sul computer pronti per lei.»

    «Grazie. Vado subito» la rassicurò lui riportando lo sguardo su Brielle. I loro occhi si incrociarono per un attimo e questo gli diede una stretta al petto, come ogni volta che la guardava.

    Amore? Vergogna? Senso di colpa? Rimpianto?

    Era arrivato il momento in cui doveva sapere che ruolo avrebbe giocato Breille nel suo futuro. Prima succedeva meglio era.

    L’eccitazione che provava ogni volta che la guardava non lasciava dubbi sul ruolo che desiderava che lei avesse nel presente. La voleva: Nella sua vita e nel suo letto.

    Riusciva ad eccitarlo come nessun’altra donna. Gli bastava guardarla per sognare di trascinarla nella stanza dei medici e dedicarsi al suo splendido corpo.

    Naturalmente non poteva. Lo aspettava la stanza quattro. Senza considerare che lei gli avrebbe tagliato la testa se lui ci avesse provato.

    Un tempo avrebbe benedetto la terra che lui calpestava, ma era stato molto tempo fa. Adesso voleva che lei lo desiderasse come lui la desiderava e accettasse di condividere un letto con lui per scoprire se fra loro funzionava ancora la formidabile attrazione di un tempo.

    Visto come lo guardava era come desiderare la luna.

    Drizzò le spalle e la fissò con decisione. Aveva sempre accettato le sfide.

    «Dimentica i fusti di Grey’s Anatomy. Questo, se fosse un medico della Tv, sarebbe il più sexy di tutti.» Cindy sporse il seno prosperoso per enfatizzare le sue parole.

    Brielle ignorò la battuta dell’amica, come aveva sempre fatto dall’arrivo del medico più sexy di tutti all’inizio di quella settimana. Se solo la sua amica avesse sospettato la cattiveria che si nascondeva dietro il bel viso di Ross avrebbe immediatamente smesso di ammirare il suo fascino.

    No, non era così malvagio, si disse. Era solo... Basta. Non era pronta ad affrontare i ricordi. Non ancora.

    «È un peccato che si limiti a guardare solo te» continuò la sua amica ignorando il suo silenzio. «Non mi spiacerebbe sentire un po’ del suo calore.»

    Brielle si sforzò di non distogliere lo sguardo dal monitor del computer dove stava compilando la scheda dell’ultimo paziente. Non voleva reagire al commento della sua amica. Non poteva. Cindy l’avrebbe chiusa in uno stanzino con Ross e avrebbe gettato la chiave. Cercava continuamente di convincerla ad accettare qualche appuntamento, a godere del lato bello della vita, come lei indicava l’altro sesso. Ma Brielle aveva ben altre priorità.

    «Guarda adesso, per esempio» disse Cindy con una punta di divertimento nella voce. «Io sono qui tutta un bollore per i suoi occhi azzurri e il suo corpo perfetto e lui nemmeno se ne accorge. No. Continua a guardarti come se tu fossi un dolce che vuole assaggiare, come se...»

    «Accomodati» la interruppe Brielle prima che potesse continuare con quella tirata.

    «Perché?»

    Erano amiche da troppo tempo perché Brielle non potesse indovinare l’espressione di Cindy anche senza vederle il viso. Doveva avere un’aria interrogativa e la bocca curvata da un sorrisetto scherzoso.

    Il motivo principale per cui amava Bean’s Creek era che nessuno sapeva di Ross esclusi Samantha e Vann.«Non è il mio tipo.»

    «Tesoro, quell’uomo è il tipo per qualunque donna normale.»

    Brielle premette il pulsante d’invio e si abbandonò sulla sedia. «Non il mio.»

    «Perché?» insistette Cindy.

    «Perché è così.»

    Seguì un breve silenzio poi Cindy le parlò con un tono più dolce e più serio. «Perché ti ricorda il padre di Justice?»

    Splendido! Cindy gli aveva letto nella mente?

    «Perché mi chiedi questo?» chiese sperando di non avere un tono stridulo.

    «Sono la tua migliore amica» le ricordò Cindy, un po’ offesa. «E in più non sono cieca. Gli occhi del dottor Lane sono di un azzurro fantastico, esattamente come quelli di Justice.»

    «È pieno di gente con gli occhi azzurri» rispose Brielle cercando di prendere un’aria annoiata, di guardare Cindy come se fosse pazza.

    E Cindy doveva essere pazza se pensava che lei potesse affrontare una conversazione come quella

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