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Le regole dei Caffarelli: Harmony Collezione
Le regole dei Caffarelli: Harmony Collezione
Le regole dei Caffarelli: Harmony Collezione
E-book155 pagine2 ore

Le regole dei Caffarelli: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

La tranquilla esistenza di Poppy Silverton è minacciata: Raffaele Caffarelli, noto playboy milionario, è determinato ad acquistare la sua storica casa di famiglia. Poppy non ha alcuna intenzione di cedere l'unica cosa che le rimane della sua infanzia, la casa alla quale sono legati i suoi ricordi più sentiti: combatterà Rafe e l'incredibile attrazione che prova per lui in ogni modo possibile, anche se questo dovesse significare essere la prima donna a dire no a un Caffarelli.

Il punto è che Rafe gioca sì secondo le regole, ma è lui a decidere quali esse siano...
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2021
ISBN9788830523821
Le regole dei Caffarelli: Harmony Collezione
Autore

Melanie Milburne

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Le regole dei Caffarelli - Melanie Milburne

    Copertina. «Le regole dei Caffarelli» di Milburne Melanie

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Never Say No to a Caffarelli

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2013 Melanie Milburne

    Traduzione di Maria Paola Rauzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-382-1

    Frontespizio. «Le regole dei Caffarelli» di Milburne Melanie

    1

    «Cosa significa che non vuole vendere?» Raffaele Caffarelli si adombrò fissando Margaret Irvine, la sua segretaria dell’ufficio londinese.

    «La signorina Silverton ha rifiutato la sua offerta.»

    «Allora gliene faccia una più alta.»

    «L’ho fatto, ma ha respinto anche quella.»

    Rafe tamburellò le dita sulla scrivania. Non si era aspettato un simile intoppo. Fino a quel momento tutto era filato liscio. Non aveva avuto alcun problema nell’acquisto della maestosa dimora di campagna nell’Oxfordshire e dei terreni attorno per un prezzo davvero vantaggioso. Il suo agente gli aveva detto che la casa annessa, ma lasciata ad altri eredi, non avrebbe costituito un ostacolo e che avrebbe potuto comprarla facilmente facendo una offerta superiore al mercato in modo da riunire l’intera proprietà.

    E così aveva fatto. Come il resto del complesso anche quella casa aveva bisogno di lavori urgenti e lui aveva il denaro per riportare Dalrymple Manor al suo antico splendore. Cosa aveva in testa quella donna per rifiutare una proposta così generosa? Non aveva nessuna intenzione di cedere. Fallire non era una parola associabile al nome di Raffaele Caffarelli.

    Non avrebbe permesso a quel minuscolo scoglio di frapporsi al raggiungimento del suo obiettivo.

    «Pensa che questa Silverton abbia scoperto che dietro l’acquisto di Dalrymple Manor ci sono io?»

    «Non posso escluderlo, tuttavia siamo riusciti a tenere a bada la stampa e James ha condotto trattative molto riservate. Io stessa ho parlato con la signorina Silverton attraverso l’agente, come mi ha detto. Non la conosce personalmente, vero?»

    «No, però ho bene in mente il tipo» ribatté Rafe cinico. «Una volta intuito che ci sono soldi dietro questo affare cercherà di spillarmi più quattrini possibile» sospirò. «Voglio quella proprietà. Tutta.»

    Margaret gli porse una cartelletta. «Ho recuperato alcune notizie tratte da un giornale locale di un paio di anni fa riguardo al precedente proprietario. A quanto pare Lord Dalrymple aveva un debole per Poppy Silverton e sua nonna. Beatrice Silverton era la sua governante e...»

    «Una cacciatrice di dote» borbottò lui.

    «Chi? La nonna?»

    Rafe scostò la sedia e si alzò «Voglio che scopra tutto su questa Polly. Voglio che...»

    «Poppy. Il suo nome è Poppy.»

    «Va bene. Poppy. Voglio sapere da dove viene, i suoi fidanzati, persino la taglia del suo reggiseno e lo voglio sulla mia scrivania lunedì mattina.»

    Margaret mantenne un’espressione impassibile. «Me ne occupo immediatamente.»

    Rafe iniziò a camminare avanti e indietro per l’ufficio meditando che forse sarebbe potuto andare a dare un’occhiata al paese.

    Aveva visto la proprietà soltanto in foto per cui non sarebbe stato male fare un giro di ricognizione, giusto per prendere le misure al suo nemico.

    «Sarò fuori città per il weekend» disse alla segretaria. «Mi chiami se c’è qualcosa di urgente altrimenti ci vediamo lunedì.»

    «Chi è la ragazza fortunata questa volta? Ancora la modella californiana, oppure è già notizia di ieri?»

    «Capisco che può sembrare sorprendente, ma trascorrerò il fine settimana da solo.»

    La segretaria gli rivolse un sorriso d’intesa.

    «Non ha passato un weekend solitario da non so quanto tempo.»

    «E allora? C’è sempre una prima volta per tutto.»

    Poppy stava pulendo un tavolo quando la porta della sua sala da tè si aprì. Era sabato pomeriggio e anche senza voltarsi capì che non si trattava di uno dei suoi soliti clienti. Il suono del campanello era completamente diverso. Si girò stampandosi in viso un sorriso di benvenuto, ma esitò alla vista di un colletto aperto e di un ampio torace. Reclinò indietro la testa e incontrò un paio di occhi così scuri da sembrare quasi neri. Il volto bellissimo aveva un che di familiare. Forse era una star del cinema? Un personaggio famoso?

    «Un tavolo per...?»

    «Uno.»

    Un tavolo per uno? Poppy pensò che non sembrava affatto il tipo da sedersi da solo. Casomai aveva l’aria di avere alle costole un harem di donne adoranti che lo seguivano ovunque andasse. Magari era un modello che appariva sulle riviste con lo sguardo da cattivo ragazzo. Ma chi mai poteva venire in una sala da tè vecchio stile?

    All’improvviso lo stomaco le si contrasse in una morsa. E se fosse stato un critico gastronomico? Di quelli che scrivevano su qualche blog di cucina e che avrebbe potuto rovinare tutto con un semplice commento negativo? Da quando era stato aperto quel vistoso ristorante, a cui non riusciva nemmeno a pensare senza vomitare, gli affari erano diminuiti sensibilmente. Inoltre, la crisi economica aveva fatto sì che la gente non si concedesse più il lusso di una vera tazza di tè. Preferiva risparmiare il più possibile e casomai uscire a cena... nel ristorante del suo ex fidanzato.

    Poppy studiò lo sconosciuto mentre lo accompagnava al tavolo.

    «Le va bene qui?» gli chiese spostando la sedia. C’era una traccia di accento straniero nella sua voce. Francese? Italiano? Forse un po’ di entrambi. «Da qui si può godere una bella vista su Dalrymple Manor.»

    Lui diede una breve occhiata al panorama prima di voltarsi a fissarla.

    Lei si sentì trapassare il corpo da una scossa elettrica quando quegli occhi scuri incontrarono i suoi. Aveva una bocca meravigliosa, virile e decisa. Perché non si sedeva? Avrebbe avuto il torcicollo per il resto della giornata.

    «È una specie di attrazione turistica? Sembra uscita da un romanzo di Jane Austen.»

    «In effetti sì. Non che sia aperta al pubblico...»

    «È un bel posto.»

    «È favoloso» sospirò lei. «Vi ho trascorso la maggior parte della mia infanzia.»

    «Davvero?»

    «Mia nonna era la governante di Lord Dalrymple. Ha iniziato a lavorare in quella casa quando aveva quindici anni ed è rimasta accanto a lui fino alla sua morte. Non ha mai pensato di trovarsi un altro lavoro. Non esiste più una simile lealtà al giorno d’oggi. Purtroppo è morta sei mesi dopo Lord Dalrymple. I medici hanno detto che si è trattato di un aneurisma, ma sono convinta che non sapeva più cosa fare dopo che lui se ne è andato.»

    «Quindi adesso chi ci vive?»

    «Nessuno» rispose Poppy. «È stata vuota per oltre un anno mentre veniva omologato il testamento di Lord Dalrymple. Ora c’è un nuovo proprietario, ma non si sa chi sia, o cosa abbia intenzione di fare con la proprietà. Tutti temiamo che sia stata venduta a qualche costruttore senza gusto. Un altro pezzo di storia locale andrebbe perso per sempre se decidesse di trasformare Dalrymple Manor in una struttura architettonica moderna.»

    «Non ci sono delle leggi che tutelano il patrimonio artistico?»

    «Sì, ma certa gente crede di essere al di sopra della legge. Più soldi ha e più potere vuole esercitare. Dalrymple Manor deve tornare a essere una casa di famiglia e non un luogo dove organizzare festini.»

    «Mi sembra una proprietà piuttosto grande per una famiglia media» osservò lui. «Devono esserci almeno tre piani.»

    «Quattro» lo corresse Poppy. «Anzi cinque contando la cantina. Però ha davvero bisogno di una famiglia. Sin da quando la moglie di Lord Dalrymple è morta di parto.»

    «Non si è più risposato?»

    «Clara è stata l’amore della sua vita e dopo la sua morte non ha più guardato una donna. Al giorno d’oggi non esiste più una simile dedizione.»

    «Direi proprio di no.»

    Poppy gli porse il menu nel tentativo di colmare il silenzio che era calato tra loro. Perché stava parlando di lealtà e dedizione con un perfetto sconosciuto? Chloe, la sua assistente, aveva ragione: forse doveva uscire di più. Il tradimento di Oliver l’aveva resa cinica. L’aveva corteggiata per poi sfruttarla nel modo peggiore possibile. L’aveva usata per carpirle i segreti e aprire la sua attività. E lei c’era cascata come un’ingenua. Rabbrividiva ancora al pensiero di come era stata vicina al punto di andare a letto con lui.

    «Abbiamo il dolce speciale del giorno. È uno spumone allo zenzero con marmellata di lampone e panna.»

    L’uomo dai capelli scuri ignorò il menu e si sedette. «Solo caffè.»

    Poppy sbatté le palpebre. Aveva quaranta varietà di tè e lui voleva il caffè?

    «Bene. Vuole un cappuccino? Un...»

    «Un espresso doppio senza zucchero.»

    Un sorriso no? E chi diavolo veniva in una sala da tè per bere caffè? C’era qualcosa in quello sconosciuto che la spingeva a mettersi sulla difensiva. Aveva la sensazione che dietro quello sguardo indecifrabile si facesse beffe di lei. Era il suo grembiule? Oppure i suoi capelli ricci rosso oro che spuntavano dalla cuffia? Credeva che fosse un po’ fuori dal tempo? Ma in fondo era questo lo scopo della sua sala da tè: offrire un’esperienza unica lasciandosi alle spalle la frenesia della vita moderna per godersi una tazza di tè e dolci fatti in casa.

    «Glielo porto subito» disse tornando in cucina, dove posò il vassoio sul bancone con eccessiva forza.

    Chloe alzò la testa dalla torta che stava farcendo con la crema.

    «Cosa succede? Mi sembri un po’ rossa. Non dirmi che quel bastardo di Oliver è venuto con la sua nuova sciacquetta giusto per sfregare un po’ di sale sulle tue ferite? Se penso a tutte quelle ricette meravigliose che ti ha sottratto spacciandole per sue...»

    «No» rispose Poppy aggrottando la fronte mentre toglieva le tazze dal vassoio. «È solo un tipo che è entrato e che ho la sensazione di avere già visto.»

    Chloe posò il coltello e si avvicinò al vetro della porta a vento.

    «Oh, mio Dio!» esclamò sgranando gli occhi. «È uno dei tre Caffarelli!»

    «Uno di chi?»

    «Uno dei tre fratelli Caffarelli» le spiegò Chloe in un sussurro. «Raffaele, Raoul e Remy. Rafe è il più grande. Sono plurimilionari di origine italo-francese. Jet privati, auto sportive veloci e donne ancora più veloci.»

    Lei scosse la testa e accese

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