Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il piacere è tutto mio (eLit): eLit
Il piacere è tutto mio (eLit): eLit
Il piacere è tutto mio (eLit): eLit
E-book159 pagine2 ore

Il piacere è tutto mio (eLit): eLit

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Tammy Cooper è reduce dal terzo divorzio ed è sicura che uomini, sesso e matrimonio non vadano d'accordo. Così giura di rinunciare al fatidico sì, ma non a un'appagante vita sessuale. E mentre prende il sole in giardino, in costume adamitico, incontra quello che potrebbe incarnare l'amante perfetto, almeno per due settimane.



Il veterinario Niall Fortson di certo non si aspettava di ricevere un comitato di benvenuto tanto caliente nella sua nuova casa. La sua vicina infatti è un vero schianto e, a giudicare dalla disinvoltura con cui gira nuda, anche una fonte di guai. Inutile dire che la conoscenza si fa subito intima, peccato che Niall non si accontenti di una relazione passeggera.
LinguaItaliano
Data di uscita30 apr 2018
ISBN9788858985267
Il piacere è tutto mio (eLit): eLit
Autore

Jennifer LaBrecque

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Jennifer La Brecque

Autori correlati

Correlato a Il piacere è tutto mio (eLit)

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Il piacere è tutto mio (eLit)

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il piacere è tutto mio (eLit) - Jennifer LaBrecque

    successivo.

    Prologo

    «Meglio non mischiare sesso, matrimonio e uomini. Mi piace il sesso e adoro gli uomini. Ma ho intenzione di evitare il matrimonio d'ora in poi. E stavolta sul serio.»

    Tammy Lorelei Cooper Williams Schill Brantley gettò la sua ultima sentenza di divorzio sul bancone piastrellato della cucina. I documenti sfiorarono il piccolo albero di Natale scivolando fino a sua sorella Olivia. «E mi sto riappropriando del cognome da ragazza. Cooper e basta. Ho finalmente capito chi sono.» E tutto sommato si piaceva da matti.

    «Mi auguro che prima o poi mi racconterai le prodezze dei tuoi ex mariti.» Negli occhi grigi di Olivia c'era una punta di malizia.

    Tammy sorrise scuotendo la testa, mentre versava del ghiaccio nel frullatore. La sua sorellina non era sempre così tranquilla e controllata. Incinta da poche settimane, Olivia tendeva ormai a passare dal riso al pianto nello spazio di un attimo.

    «Apprezzo il suggerimento e ho pensato di farlo io stessa alcune volte, ma la verità è che non se lo meritano. Gli uomini si assomigliano tutti quando si tratta di sesso. Sono fatti così. Voglio dire che non si lasciano sfuggire la possibilità di praticarlo. Anche se mediocre. Basta che sia fruibile senza difficoltà.»

    O almeno quello sembrava il caso dei suoi ex mariti. Tammy era un tipo assai disinibito, ma una volta sposata se n'era guardata bene dal fare la stupida con l'uomo di qualcun'altra. Purtroppo i suoi ex non erano stati dello stesso parere.

    Versò del succo di mirtillo nel frullatore, aggiungendo grossi pezzi di ananas, una banana e, come tocco finale, una bustina di vitamine e soia.

    Olivia prelevò due bicchieri dalla vetrinetta. «Non tutti sono così. Hai sposato degli uomini di vecchio stampo, convinti che tu dovessi fare l'angelo del focolare mentre loro si divertivano.»

    Non era carino da parte sua, ma era un'osservazione appropriata. «Sì... vale più o meno per Jerry, Allen ed Earl.»

    «Ma non sono tutti così. Semplicemente non hai ancora incontrato l'uomo giusto» osservò Olivia.

    Tammy scosse la testa. «Personalmente non credo nell'uomo giusto. Ma non mi dispiacerebbe divertirmi di nuovo un po'. Un anno senza sesso...» Olivia la fissò sorpresa. «Okay. Se devo tenere conto del tentativo di riconciliazione con Earl, e non avrei dovuto cedere perché non è stato un granché, allora sono esattamente dieci mesi e mezzo. Ma da oggi sono una donna libera e se un uomo come dico io si fa vedere nei dintorni, che stia attento. È stato tutto così noioso ultimamente che non mi piacerebbe rimanere ancora da sola a lungo.» E stava scherzando solo in parte.

    Dieci mesi e mezzo erano davvero un periodo lungo. Durante la separazione aveva avuto ben due occasioni per farsi consolare, ma un po' a malincuore vi aveva rinunciato.

    Olivia sorrise. «Parli di volerti solo divertire, ma penso che, malgrado tutto il tuo cinismo, tu sia in fondo un'inguaribile romantica.»

    «No. Ti sbagli. Sono una romantica pentita che fa i conti con la realtà.» Era addirittura imbarazzante ripensare alla certezza un po' ingenua che lei e Jerry si sarebbero amati per sempre. Certezza che era venuta meno quando aveva sorpreso il suo sposo intendersela con Lilly Lawson. Aveva sperato di avere trovato l'uomo giusto quando aveva promesso amore eterno ad Allen. E quando poi era convolata a terze nozze con Earl - non era contenta di ammetterlo neanche a se stessa - il vero amore era ormai poco più di una chimera. «Dopo tre matrimoni sono arrivata alla conclusione che gli uomini considerano la fedeltà un fondo comune d'investimento.»

    Olivia fece un'esclamazione un po' scurrile che la sorprese. Non avrebbe mai pensato che la sua sorellina conoscesse simili parole.

    «L'hai imparata da Luke?» Le risultava ancora incomprensibile che Olivia avesse sposato quel ribelle di Luke Rutledge invece di suo fratello, molto più posato, che aveva frequentato a lungo. Tanto quanto il fatto che loro due potessero diventare amiche e confidenti dopo trent'anni di rapporto tutt'altro che facile.

    Olivia fece un sorriso compiaciuto sistemandosi gli occhiali sul naso. «No. La conoscevo già. Ma lui mi ha incoraggiato a usarla.»

    «Be', per come la vedo io, mi hanno fatto un piacere. Chi sa se avrei mai finito la scuola di massaggio e avviato la mia attività se fossi rimasta con Earl.»

    Olivia sembrava indignata. «Ma se dicevi che se la spassava perché tu eri troppo presa dal tuo corso.»

    Tammy scrollò le spalle prima di azionare il frullatore. «Era già nell'aria.»

    Olivia imprecò. Earl aveva reso la vita di Tammy un inferno.

    «Ti piace quell'espressione, eh?»

    «Rende l'idea.»

    «Be', non abusarne. Comunque ho proprio voglia di divertirmi. Godermi la vita è la migliore rivincita. Ho la mia casa e il mio lavoro. E pensare che tutti e tre erano convinti che non fossi niente senza di loro. Diavolo, l'ho pensato anch'io per un sacco di tempo.»

    «Sono così orgogliosa di te. Sei stata brava!» esclamò Olivia con l'intenzione di rincuorarla.

    «Grazie.» L'approvazione di sua sorella significava molto per lei. «Sono stata davvero brava.» A Tammy piaceva la sua piccola casa, il suo lavoro e la sua ritrovata libertà. Era stata più che brava. Non male per una giovane dalla dubbia reputazione la cui madre aveva abbandonato la famiglia e il cui padre non riusciva a stare lontano dalla bottiglia. E aveva impiegato ben quindici anni e tre matrimoni falliti per ritrovare se stessa. Non aveva nessuna intenzione di mettersi di nuovo nei pasticci.

    Versò il frullato nei bicchieri.

    «Vorrei proporre un brindisi!» esclamò seria Olivia, alzando il bicchiere «Addio, Earl.»

    «Addio.» Tammy fece tintinnare il bicchiere contro quello della sorella, contenta di chiudere quel capitolo della sua vita. Non voleva neppure più parlarne. Adesso era una donna nuova. «Ed eccomi pronta a passare il resto del giorno dedicandomi alla mia terapia a base di vitamina D.» Rise della strana occhiata che le lanciò Olivia. «Sto parlando della mia abbronzatura.»

    «Ma sei fuori di testa. È autunno.»

    «Fuori è magnifico, fa un caldo eccezionale e per domani si prevede un abbassamento della temperatura. In più la casa dei miei vicini Walter è stata venduta. Ciò significa che le giornate da dedicare a un'abbronzatura integrale sono contate.»

    Ed era una delle cose che preferiva fare. Stare sdraiata nuda al sole lontano da sguardi indiscreti. Purtroppo dal cortile dei Walter si godeva di una vista totale del suo patio.

    «Allora fallo.» Olivia guardò l'orologio. «Devo andarmene. Grazie per le vitamine, congratulazioni per esserti liberata di Earl e goditi il pomeriggio di nudismo.»

    «Grazie. Magari ho un po' di fortuna e incontro l'uomo con cui divertirmi.» Olivia scosse la testa. Tammy rise allungandole un po' di pastiglie di vitamine. «Ricordati di prenderne una al giorno. Fa bene a te e al bebè.»

    «Sì, capo.»

    Tammy aspettò che Olivia salisse in macchina prima di chiudere la porta d'ingresso.

    Poteva finalmente sdraiarsi tutta nuda al sole.

    1

    «Mi piace già.» Fermo accanto a una rigogliosa quercia che cingeva il minuscolo giardino davanti alla casa, Niall Fortson fece un respiro profondo, riempiendo i polmoni di aria fresca e pulita.

    Era un po' che si dava da fare per trovare un luogo dove mettere radici e crearsi una famiglia. Un posto che assomigliasse alla cittadina dei suoi nonni, dove aveva trascorso tante estati cacciando lucciole al crepuscolo e pescando nelle polle profonde lungo le sponde del fangoso Cohutta.

    Colthersville in Georgia era proprio il luogo dove voleva stare.

    Elvis e Memphis, rispettivamente un chihuahua e un bulldog, scesero con qualche difficoltà dal furgoncino. L'agente immobiliare Cissy Simpson lanciò una occhiata un po' insofferente ai due cani mentre indicava la via residenziale con le sue case poco vistose. «È un quartiere vecchiotto, ma tranquillo e i giardini dietro gli edifici sono abbastanza grandi e ricchi di vegetazione.» Ostentò un sorriso professionale precedendo Niall per il vialetto. «Proprio come lei chiedeva. E poi è senz'altro un'occasione.»

    Niall seguì Cissy verso gli scalini che portavano alla veranda. Elvis e Memphis si precipitarono nel cortile correndo come dei matti e segnando il territorio come fanno abitualmente i cani quando giungono in un posto nuovo.

    «Ai cani piace.»

    «Bene.» Cissy fece un mezzo sorriso ai due cani. Decisamente non aveva una grande simpatia per il migliore amico dell'uomo. «Dunque, vediamo... le scale sul davanti della casa sono state sostituite. Tutto l'edificio è stato ripitturato di recente...»

    Mentre l'agente immobiliare continuava la sua litania per imbonire il cliente, Niall ripensò all'edificio georgiano in cui aveva abitato con Mia durante la loro convivenza. Preferiva senz'altro questo.

    Mia. Insieme avevano programmato di trasferirsi in una piccola città dove Niall avrebbe aperto un ambulatorio veterinario e dove si sarebbero sposati. Ma quando era arrivato il momento, lei si era dichiarata favorevole al trasferimento ma non a sposarsi, senza tenere conto quanto significasse per lui. Lei aveva dichiarato che sarebbe stata disponibile a traslocare solo alle sue condizioni. Altrimenti che se ne andasse pure da solo.

    E lui l'aveva fatto. Aveva lasciato casa, mobilio e Mia. Dopo avere messo insieme animali, libri, riviste specializzate e un sacco di cianfrusaglie che risaliva ai tempi del college e che Mia aveva relegato in cantina, se n'era andato. Ma gli bruciava ancora.

    «Che ne dice se diamo un'occhiata all'interno?» Cissy lo fissò, in attesa di una sua risposta.

    Niall si riscosse. «Mi lasci prima recuperare i gatti dal furgoncino» ribatté.

    Cissy l'aspettò accanto alla porta d'ingresso finché lui non tornò in compagnia di Tex e Lolita chiusi nella loro gabbia.

    «È un vero e proprio san Francesco» osservò l'agente immobiliare, guardando con maggiore condiscendenza i due gatti.

    «Piuttosto un veterinario. E di solito tendiamo ad amarli gli animali.»

    «Capisco.» Cissy non parve avere colto il tono canzonatorio nella voce del suo cliente. Con decisione aprì la porta d'ingresso invitandolo a entrare. «Benvenuto, dottor Fortson.»

    Niall entrò, posando la gabbia dei gatti accanto al muro. Dalle finestre prive di tende il sole entrava di prepotenza illuminando le due stanze accanto all'ingresso e facendo risplendere i pavimenti di legno che profumavano di cera. Anche così vuota la casa aveva un'aria accogliente.

    «Le camere da letto sono al piano di sopra.» Cissy indicò una bella scala disposta sull'angolo a sinistra.

    Erano tre le caratteristiche che Niall aveva richiesto: un ampio giardino cintato, una lavastoviglie e un prezzo contenuto. Rilevare l'ambulatorio del dottor Schill l'aveva quasi dissanguato.

    Il prezzo era in effetti interessante. Cissy gli aveva assicurato che avrebbe provveduto per la lavastoviglie. Niall richiamò i cani. «Vorrei dare un'occhiata al giardino.»

    Quando Elvis e Memphis irruppero in casa come un piccolo branco di elefanti, Cissy si scansò per evitarli. «Vi si accede dalla cucina. A proposito, la cucina è molto...» L'agente immobiliare esitò, come se cercasse il termine più adatto.

    Niall la seguì fermandosi come folgorato sulla soglia. «Turchese» le suggerì.

    «Rétro» lo corresse Cissy.

    «Eh, sì.» Mio Dio. Adesso capiva perché la cucina non compariva tra le foto che lei gli aveva inviato via e-mail. «Non sapevo che ce ne fossero di questo colore. Be', è...»

    «Allegra» completò

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1