Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Scontro sexy: Harmony Destiny
Scontro sexy: Harmony Destiny
Scontro sexy: Harmony Destiny
E-book145 pagine1 ora

Scontro sexy: Harmony Destiny

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Essere in trappola può essere molto seducente.
Clint Andover, membro del Texas Cattleman's Club, pensa che Tara Roberts sia la personificazione dei guai. Qualcuno la minaccia, dopo che ha deciso di ospitare una donna che soffre ora di amnesia. Clint decide di proteggerla, ma Tara è cocciuta, ignora i suoi consigli, lo sfida e nel frattempo gli fa ribollire il sangue nelle vene per il desiderio. Lei non rinuncia alla propria indipendenza e non lascia avvicinare nessuno. Cosa dovrebbe fare un uomo? Be', bivaccare sul divano di lei potrebbe essere un buon inizio, e passare poi al suo letto un ottimo proseguimento. Nel frattempo, mentre se ne stanno chiusi insieme nella casa di Tara, lei potrebbe involontariamente trovare la chiave per il cuore blindato di Clint.
LinguaItaliano
Data di uscita10 dic 2020
ISBN9788830522398
Scontro sexy: Harmony Destiny
Autore

Laura Wright

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Laura Wright

Autori correlati

Correlato a Scontro sexy

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Scontro sexy

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Scontro sexy - Laura Wright

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Locked Up With a Lawman

    Silhouette Desire

    © 2003 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-239-8

    1

    Clint Andover si rizzò a sedere di scatto sul letto con gli occhi spalancati e spiritati e il corpo velato di sudore.

    Si passò una mano sul viso e si scrollò di dosso il sonno e il sogno.

    Era una storia che durava da tre anni. Più che sufficienti.

    Si guardò in giro. Nella camera da letto, tutta vetri e acciaio, del suo appartamento, in uno stabile di cinque piani, non ardevano le fiamme e non c’era odore di fumo. Come al solito, aveva avuto un incubo. Anche se l’estesa ustione sul torace sarebbe sempre servita da memento, non era scritto che dovesse essere tormentato a vita dagli incubi.

    Clint si passò una mano nei capelli neri, ascoltando il proprio cuore che batteva di paura... e di vita.

    Come succedeva ogni notte, una volta svanito il sogno non crollò di nuovo sul materasso, cercando di riaddormentarsi. Sapeva che sarebbe stata una battaglia persa. Scostò invece le lenzuola fradice di sudore, uscì dalla stanza e salì al secondo piano, dove era situato il suo studio e dove avrebbe trovato sollievo.

    Il liquido color ambra nella brocca era una tentazione.

    L’ampio locale era illuminato dalla pallida luce che precede l’alba, ma Clint non aveva bisogno della sua guida. Quello era ormai un rito.

    Bevve una sorsata generosa di whisky, quindi si avvicinò alla scrivania e si lasciò cadere in una poltrona. Gli sfuggì un sogghigno ironico. Era il direttore della più importante agenzia di guardie del corpo del Texas occidentale, aveva a disposizione una stanza strapiena di attrezzature difensive... del tutto inutili per impedire alla mente di evocare le immagini di quella notte.

    La notte che aveva vissuto.

    La notte in cui era morto.

    Serrando i denti, Clint vuotò il bicchiere e per un momento rimase indeciso se versarsi un’altra dose di whisky.

    Non era giusto che fosse tormentato da quegli incubi?, rifletté con stizza. Non era saggio? Quei ricordi non avrebbero tenuto la sua anima prigioniera per sempre? Non era quello che meritava?

    Si strinse il torace, avvertì la ruvidezza della pelle e il dolore, quando vi affondò le dita con forza eccessiva.

    Niente più whisky. Aveva bisogno di caffè.

    Lo aspettava un lavoro, e il lavoro gli impediva di pensare troppo. Doveva occuparsi degli incarichi affidati ai suoi amici del Texas Cattleman’s Club.

    C’era una donna sconosciuta e priva di memoria, e un pazzo che cercava di arrivare a lei e alla sua figlioletta. E Clint si era impegnato a sorvegliarle e a proteggerle entrambe.

    Si alzò e andò a mettersi davanti alle finestre a tutta parete.

    Fuori, la luce dell’alba avanzava a un ritmo costante. Proprio come accadeva ogni mattina a quell’ora...

    2

    Lui si trovava al pianterreno dell’ospedale.

    Ed era in anticipo rispetto all’orario consueto, notò Tara Roberts mentre osservava il dottore dai capelli neri entrare nell’ascensore inalberando il solenne cipiglio che riservava a chiunque non avesse frequentato la facoltà di medicina.

    Ma quella mattina non c’era nessuno in giro a ricambiare il severo giudizio del dottore Belden con un’occhiata apprensiva o un sorriso forzato.

    Quella mattina l’ascensore era vuoto, e Tara provò l’impulso irresistibile di approfittare della situazione, di rimandare a più tardi il suo rapporto mattutino e di salire con lui fino al quarto piano. Che fosse o no sconveniente, aveva alcune domande da porre al nuovo dottore. Due domande che le frullavano nel cervello da quando li avevano presentati.

    Voleva scoprire perché un brivido le percorresse la spina dorsale ogni volta che ne incontrava lo sguardo. Ma, cosa ancor più importante, voleva scoprire chi si credeva di essere per trattare le infermiere con una così palese mancanza di rispetto. Dopotutto, le infermiere dell’ospedale di Royal erano le persone più motivate e lavoratrici che lei avesse mai conosciuto, e la faceva infuriare che a lei e alle sue colleghe fosse negato il rispetto che meritavano.

    Quel giorno, tuttavia, non ebbe l’occasione di affrontare il dottor Belden. La porta dell’ascensore si chiuse troppo in fretta, lasciando le sue domande senza risposte.

    Sospirando, Tara tornò al lavoro ma non riuscì a togliersi quell’uomo dalla mente. Non era sospettosa di natura, ma il dottore la irritava.

    Forse i suoi dubbi non avevano niente a che vedere con il nuovo dottore bensì con le strane circostanze che circondavano la sua paziente, Jane Doe. In realtà, non era quello il vero nome della donna ma, dopo che si era svegliata dal coma priva di memoria, gli uomini del Texas Cattleman’s Club l’avevano battezzata così, e il nome le era rimasto.

    Il Texas Cattleman’s Club.

    Un brivido di tutt’altra natura percorse Tara mentre evocava il gruppo più ricco, più affascinante e più altruista di Royal.

    Corteggiato dalle donne, rispettato dagli uomini, non c’era niente che quel gruppo non avrebbe fatto per la città di Royal e per i suoi abitanti.

    E l’aveva dimostrato con Jane Doe.

    Povera donna, pensò Tara, prendendo la pratica di un altro paziente. Poche settimane prima, Jane era entrata nel ristorante di Royal con una sacca a tracolla e la figlia neonata in braccio, ed era crollata a terra. Per fortuna, nel locale erano presenti diversi soci del club, i quali avevano subito preso in mano le redini della situazione e adesso erano impegnati ad aiutare Jane e la sua bambina.

    Tara non poteva fare a meno di ammirare quegli uomini e la loro dedizione, ma non si sarebbe permessa di provare altro per loro. Non intendeva sbavare dietro questo o quello come vedeva fare ad altre donne di sua conoscenza. Nossignore. Sua madre le aveva instillato troppo buonsenso per comportarsi in modo così ridicolo.

    La vita è servizio, aveva continuato a ripeterle la vecchia irlandese fino al giorno in cui era morta.

    La vita era servizio, non divertimento, non altre sciocche...

    «Oggi non mi darai grane, vero, Tara?»

    Tara inspirò bruscamente. Sussultare era per lei una reazione insolita. Era colpa di quella voce, quel tono baritonale che l’aveva sempre colpita, facendole tremare le ginocchia.

    Era una cosa che la infastidiva.

    Costringendosi a respirare con calma, si voltò e affrontò la fonte di quella voce. Chi le si stava avvicinando era il direttore della principale agenzia di guardie del corpo, socio del famoso Texas Cattleman’s Club e uno degli uomini più sexy che Tara avesse mai visto.

    Era anche il primo ragazzo che lei avesse mai baciato.

    Non c’erano dubbi che Clint Andover fosse cambiato dai tempi del liceo. Anche allora era stato un bel ragazzo, con occhi azzurri assassini e un sorriso disarmante. Ma adesso era un uomo alto, di una bellezza tenebrosa. Un uomo da temere, un uomo che scatenava la fantasia delle donne. Tara notò che la linea della sua bocca era diventata dura, e che tutto il suo corpo era una massa di muscoli ben esercitati. E quegli occhi azzurri e assassini? Avrebbero fatto battere il cuore in petto a qualsiasi donna se si fosse azzardata a fissarli troppo a lungo. E quella mattina Tara non riusciva a distogliere lo sguardo.

    Ma in quegli occhi non c’era soltanto sensualità. C’erano anche dolore, senso di colpa e morte.

    Non c’era da stupirsi, pensò Tara con tristezza. Come quasi tutti a Royal sapevano, quello di Clint non era un passato felice.

    «Non è mia abitudine dare grane a un uomo» rispose in tono scherzoso, sollevando il mento.

    «Da quando?»

    «Da sempre.»

    «Non credo» replicò Clint.

    «Non far finta di conoscermi meglio di quanto mi conosca io stessa, Andover» lo ammonì lei in tono leggero.

    Come era solito fare con molti altri, Clint la inchiodò con l’intensità del suo sguardo. «Ho una memoria eccezionale, Tara. E ricordo che, un tempo, ti conoscevo piuttosto bene.»

    Lei si irrigidì, di colpo senza fiato. Ma non c’era traccia di sensualità nelle parole di Clint. No, si era limitato a stabilire un fatto, senza emozione alcuna.

    Tara trasse un respiro profondo e si sforzò di rallentare il battito del cuore. Avrebbe dovuto mantenere quell’autocontrollo di cui andava tanto orgogliosa. Ma non era un’impresa facile. Quando lui le era vicino, si sentiva impotente, diventava una donna fragile.

    Con ricordi personali.

    Ricordi di un Clint Andover giovane che la teneva stretta sotto il bel gazebo del parco pubblico. Ricordi del dopobarba di suo padre che le solleticava il naso mentre lui si impadroniva della sua bocca.

    «È stato secoli fa» disse, con una risatina forzata.

    Lui le si avvicinò di un passo. «Come ho detto, ho una memoria eccezionale. A quei tempi mi hai dato delle grane.»

    «Un bacio tra adolescenti non può essere una grana» ripeté lei, abbassando la voce.

    «Lo era per me» dichiarò Clint in tono categorico.

    Tara sentì che le si seccava la gola. Non perché lui dava l’impressione di voler ripetere l’esperienza

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1