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Amici, fidanzati e... (eLit): eLit
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E-book158 pagine2 ore

Amici, fidanzati e... (eLit): eLit

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Info su questo ebook

AMICI PER SEMPRE? - Vol.3. Per Olivia, Nick Nolan è sempre stato l'uomo dei sogni, il cavaliere dalla scintillante armatura capace di proteggerla e di prendersi cura di lei proprio come una principessa. Be', questo almeno finché era una ragazzina. Già, perché crescendo il fascino di Nick, avvocato di successo, si è un po' appannato. E così, invece di chiederle di diventare sua moglie per tutta la vita, Nick le domanda se vuole essere la sua finta fidanzata per un mese. Romantico, eh? Olivia non sa se strangolarlo o... accettare!



I romanzi della serie:

1) Amici più di prima

2) Soltanto tra amici

3) Amici, fidanzati e...

4) Stregati

5) Operazione Cenerentola
LinguaItaliano
Data di uscita31 mag 2016
ISBN9788858955192
Amici, fidanzati e... (eLit): eLit
Autore

Leanne Banks

È una delle scrittrici più conosciute nel panorama degli autori dei romanzi d'amore, ne ha scritti più di quaranta. Durante tutta la sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui quello del Romantic Times Career Achievement Awards nella categoria "Sensualità, amore e risate". I suoi libri sono molto apprezzati per le storie fortemente connotate dal punto di vista delle emozioni. I personaggi, poi, appaiono talmente reali, sfaccettati e calati nella realtà quotidiana che ogni lettore è in grado di ritrovarvi un po' di se stesso e della propria vita. Leanne è convinta che i lettori del genere rosa siano i migliori, perché hanno capito che l'amore è il miracolo più grande di tutti. Ed è questo che la spinge a scrivere a ritmo serrato prendendo spunto da tutto ciò che la circonda. Nonostante la grande popolarità, Leanne non ha mai voluto lasciare la sua amata Virginia dove vive con il marito e i due figli adolescenti. La scrittura non è la sua sola passione: il cioccolato, la musica e l'amore per l'avventura seguono a ruota rendendo la sua vita completa e appagata.

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    Anteprima del libro

    Amici, fidanzati e... (eLit) - Leanne Banks

    Universe.

    1

    Lei, nonostante fosse molto tardi, era ancora in piedi. E anche lui.

    Nick Nolan si allontanò dalla finestra della camera da letto, negando la propria curiosità a proposito della nuova vicina di casa. Aveva la mente occupata dall'immagine di lei. Ogni notte la donna entrava nella stanza con addosso una ridottissima camicia da notte e reggendo un libro. La luce di una lampada disegnava il profilo dei suoi lunghi capelli castani e delle curve del suo corpo. Il modo in cui si muoveva quella sera, denotava però preoccupazione. Nick si incuriosì. Era una studentessa in procinto di dare un esame? Sembrava avere qualche anno in più rispetto alla media degli studenti del college.

    L'insonnia di Nick aveva delle motivazioni. Se lo avesse permesso, l'esercizio della legge gli avrebbe consumato ogni istante della vita. Aveva preso un appuntamento dopo l'orario di lavoro, e il viso spaventato della sua giovane cliente aveva occupato i suoi pensieri per tutta la sera. Era stanco a causa degli straordinari, ma pensava già a come avrebbe gestito il caso, e quello stato di eccitazione lo manteneva sveglio.

    Negli anni trascorsi come legale, aveva imparato che la giustizia non sempre agiva in modo corretto. I criminali non sempre pagavano per i reati che avevano commesso.

    Quel giorno ne aveva avuto un ennesimo esempio. Una ragazzina era stata investita da un conducente ubriaco, il cui padre era un medico rispettato e benestante. L'uomo se l'era cavata con una parola d'ammonimento da parte del giudice, mentre la ragazzina sarebbe rimasta traumatizzata e deturpata a vita.

    Il suo compito era entrare in scena proprio in situazioni come quella. Era diventato davvero abile nel far pagare ai delinquenti le proprie colpe. Nelle cause civili, colpire il conto in banca di qualcuno era l'equivalente razionale del prendere a calci nel posto giusto uno spaccone. Causava dolore, la vittima era ricompensata, e Nick faceva la figura di colui che riesce a far funzionare la macchina della giustizia.

    Bevve la sua birra dalla bottiglia e prese a passeggiare lentamente sul pavimento di legno. Si era trasferito nell'elegante distretto di Richmond, Virginia, anni prima. Le case erano d'epoca e adiacenti l'una all'altra, e i residenti andavano dai pensionati agli studenti universitari. Una mescolanza che piaceva molto a Nick.

    Una sua vicina era consigliere comunale. Un altro era un artista che affittava l'appartamento al secondo piano per continuare a mangiare. La donna che vedeva dalla finestra al momento occupava una stanza dell'appartamento di quest'uomo.

    Nick guardò dalla finestra ancora una volta e vide la donna avvolta in un asciugamano. Probabilmente si era fatta una doccia. Aveva i capelli raccolti morbidamente, e proprio in quell'istante agitò il capo, lasciandoseli cadere sulle spalle nude.

    L'asciugamano cadde a terra, e per la prima volta dopo mesi, Nick si dimenticò della propria professione.

    Aveva il collo lungo e aggraziato, i seni ben fatti e pieni. Era forse un po' troppo magra, pensò, osservandole il torace e la vita stretta illuminati dalla luce della lampada. I fianchi e le cosce erano ben modellati.

    Gli ricordò a che cosa aveva rinunciato per dedicarsi completamente alla propria attività. Eppure le donne non scarseggiavano, pensò, irritato con se stesso. Dal giorno in cui avevano pubblicato un articolo sul Richmond Magazine, nominandolo scapolo dell'anno, aveva ricevuto così tante telefonate da rimanerne sommerso.

    Il problema con le donne che gli ronzavano attorno era che mancava loro sempre qualcosa. Non riusciva a stabilire con esattezza di quale qualità fossero prive, e d'altra parte non gli era mai piaciuto saltare da un letto all'altro, quindi passava molte notti da solo.

    Il suo sguardo si fissò sul corpo della donna e un brivido lo percorse internamente. Si domandò che sensazione avrebbe provato, avvertendo la pelle di lei contro di sé. E che cosa avrebbe visto, guardandola negli occhi. Sbatté le palpebre, ma non riuscì a guardare altrove.

    Quella donna tratteneva la sua attenzione con la stessa facilità con cui teneva in mano una lozione di olio per il corpo. Ne versò alcune gocce sul palmo della mano, dopodiché cominciò a cospargerselo sulla pelle. Era una notte di novembre e dalla finestra penetravano spifferi d'aria fredda, ma lui sentiva caldo. Molto caldo.

    Con movimenti distratti ma sensuali, la donna si spalmò l'olio lungo il collo, per scendere poi verso il petto, fino ai seni. I capezzoli le si irrigidirono, procurando a Nick una fitta di eccitazione. Lui si sarebbe soffermato più a lungo su quei capezzoli, con le mani e con la bocca...

    Si massaggiò poi la schiena e il busto e infine le natiche. Nick trattenne il respiro. Era la visione più sensuale che avesse mai visto. Aveva un corpo stupendo, ma era il modo in cui si accarezzava a provocarlo.

    La donna stava cercando di rilassarsi, di alleviare con un massaggio lo stato di tensione nel quale si trovava. Doveva avere una personalità ansiosa. Probabilmente non nascondeva le lacrime o le risa. O la passione.

    Nick respirò cautamente di fronte a quell'immagine erotica che gli stuzzicava la mente. Non aveva mai avuto bisogno di rilassare una donna prima dell'atto sessuale. Non aveva mai conosciuto una donna che gli avesse richiesto una tale, tenera attenzione.

    La osservò sollevare un piede e appoggiarlo su una sedia. La vide massaggiarsi un piede e poi un polpaccio e infine risalire fino alla parte più alta della coscia. Il movimento era incredibilmente femminile e sensuale al tempo stesso.

    Nick imprecò. Avrebbe dovuto distogliere lo sguardo. Era solo una donna che si preparava per andare a dormire. Solo una donna con un corpo che gli faceva perdere la lucidità. Solo una donna con una lozione per il corpo in mano. Si domandò che sensazioni gli avrebbero procurato quelle mani su di sé.

    Imprecò di nuovo. Da dove avevano origine quei pensieri? Erano frustranti. Sorseggiò la birra ghiacciata e per un istante pensò di versarsela sulla testa per raffreddare i suoi bollenti spiriti.

    Era tutto così assurdo, pensò, e decise di chiudere le imposte. Ma prima di farlo, la guardò ancora una volta, ora con addosso la ridottissima camicia da notte. La donna si portò due dita alla bocca come se stesse per prendere una medicina, poi bevve dell'acqua.

    Nick sollevò le sopracciglia, poi chiuse le imposte e si diresse alla doccia.

    L'odore del fumo gli fece spalancare di scatto gli occhi, svegliandolo completamente. Rimase seduto sul letto per udire il suono dell'allarme antincendio, ma il silenzio era assoluto. Allora si alzò e controllò velocemente ogni stanza della propria casa. Nessun segno di incendio.

    Ritornando verso la propria camera, pensò alla donna che lo aveva tormentato per tutta la notte insinuandosi nei suoi sogni, e aprì le imposte. Del fumo fuoriusciva da un bocchettone posto sull'attico.

    Gli si strinse lo stomaco, e si precipitò verso il telefono. Il pronto intervento registrò la chiamata, ma Nick sapeva che era necessario intervenire immediatamente, poiché potevano esserci delle vite in pericolo. Si infilò i jeans e una maglietta, si mise le scarpe e discese velocemente le scale per raggiungere la casa del vicino.

    Bussò alla porta e urlò ripetutamente, ma nessuno rispose. Si domandò dove fosse Clarence, l'artista. Si chiese perché la donna non rispondeva. L'ultima immagine di lei gli passò davanti agli occhi. Aveva preso una pastiglia per dormire, realizzò. Ora era troppo addormentata per accorgersi del fumo.

    L'allarme probabilmente era guasto. Picchiò di nuovo alla porta, dopodiché decise di entrare. La serratura era debole e romperla fu uno gioco da ragazzi. L'interno della casa era invaso dal fumo. Gridò di nuovo e prese a salire i gradini due alla volta. Al secondo piano si vedevano le fiamme che lambivano già il soffitto.

    Quando una doccia di scintille gli cadde addosso, afferrò d'istinto il passamano di metallo e immediatamente si scottò i palmi. Il calore e il dolore gli avrebbero tolto il respiro, se lui non lo avesse trattenuto per evitare di intossicarsi con il fumo.

    Potrebbe essere già morta! Quel pensiero gli fece dimenticare ogni dolore e diede un calcio alla porta della camera da letto. La stanza della donna era piena di fumo. Nick chinò la testa per respirare, poi si precipitò al letto.

    La prese tra le braccia e la coprì con un lenzuolo. Era leggera e rilassata. E fredda. Quell'ultima considerazione lo fece rabbrividire. Non era un buon segno. Abbassò di nuovo la testa per respirare, dopodiché si precipitò come una furia giù dalle scale. Le sirene dei vigili del fuoco indicavano che erano ormai vicini alla casa.

    Uscendo di corsa dalla porta principale, per poco non si scontrò con la vicina consigliere comunale che indossava solo un accappatoio.

    «È Clarence?»

    Nick scosse la testa e inalò profondamente l'aria fresca. «È una donna. Probabilmente un'inquilina di Clarence.»

    «Sapevo che doveva andare fuori città. L'allarme della sua casa non funziona adeguatamente. Lo avrebbe dovuto sostituire anni fa. Dovrà ritenersi fortunato se questa donna non lo denuncerà.»

    «Sì» rispose Nick, adagiando la ragazza sul terreno. L'adrenalina gli scorreva ancora nelle vene. Intentare cause era la sua professione, ma ora era preoccupato per quella donna.

    «Sta bene?»

    Nick non rispose. Sollevò il lenzuolo dal volto della ragazza per vedere se respirava. Era ancora viva, e probabilmente era ancora addormentata. Scosse la testa. «Deve aver preso dei tranquillanti.»

    I vigili del fuoco sopraggiunsero in quel momento. La squadra scese dal camion ancora prima che questo si arrestasse.

    Un medico di servizio si inginocchiò immediatamente sulla ragazza e controllò subito se dava segni di vita. «È incosciente?»

    «Credo che abbia preso dei tranquillanti per dormire.»

    Il medico annuì e avvicinò una boccetta d'ammoniaca al naso della ragazza. Lei si mise a tossire e ad agitarsi. Spalancò gli occhi piena di stupore. «Che... succede...?»

    C'era qualcosa in quegli occhi che colpì Nick. Le studiò il viso. C'era un che di familiare in quella donna, una dolcezza che gli fece provare nostalgia.

    Lei spostò lo sguardo dal medico a lui e di nuovo al medico. Aveva un'espressione profondamente confusa. Si portò una mano alla fronte per scostarsi i capelli.

    La luce prodotta dal camion dei vigili del fuoco permise a Nick di scorgere un segno sulla fronte della donna. Era una ferita o lo aveva dalla nascita? Una strana sensazione lo colpì.

    Con calma, il medico spiegò alla donna che cosa era successo e cominciò a rivolgere delle domande alle quali lei aveva chiara difficoltà a rispondere.

    «Sono... sono andata a letto molto tardi perché sto studiando per un esame. Ricordo solo di avere appoggiato la testa sul cuscino e poi più nulla.»

    «Come ti chiami?»

    «Olivia.»

    Quel nome risvegliò improvvisamente i ricordi di Nick. «Olivia Pollock» mormorò, fissandola stupito. Dopo tutti quegli anni. Si era più volte domandato che cosa ne era stato di lei dopo che la sua famiglia aveva lasciato Park Lane.

    La ragazza corrugò la fronte, confusa. «Chi sei tu?»

    «È l'uomo che ti ha salvato la vita» intervenne la donna consigliere comunale.

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