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Uno scherzo pericoloso: Harmony Collezione
Uno scherzo pericoloso: Harmony Collezione
Uno scherzo pericoloso: Harmony Collezione
E-book149 pagine2 ore

Uno scherzo pericoloso: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Complimenti...!

E dire che suo fratello le aveva raccomandato di fare bella figura con il suo capo, quando sarebbe entrato in negozio. Lei, invece, si era fatta trovare con uno struccante grigio su tutta la faccia e... intenta a baciare per scherzo il suo impiegato!

Cassidy Penno tenta l’ultima carta, ovvero...
LinguaItaliano
Data di uscita10 mar 2017
ISBN9788858961834
Uno scherzo pericoloso: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Uno scherzo pericoloso - Arlene James

    successivo.

    1

    «Lo so che è importante, ma ormai siamo troppo vicini a Ognissanti, il periodo dell'anno in cui lavoro di più» disse Cassidy, raddrizzandosi l'enorme parrucca rossa e spolverandosi il grembiule.

    William fece una smorfia, come se volesse strapparsi tutti i biondi capelli acconciati all'ultima moda, invece si limitò a sospirare e a raddrizzarsi la cravatta di seta grigia. «È proprio per questo che ho bisogno di te» insistette.

    Cassidy sorrise al fratello. «Ti ho già promesso che mi sarei occupata di lui. Spero soltanto che non voglia qualcosa di troppo esotico, ecco tutto.»

    William si appoggiò alla teca di vetro senza badare alle lunghissime ciglia finte, ai nasi, ai teschi e all'impressionante collezione di topi e serpenti in esposizione. «Credo che tu non abbia capito bene, con quel cespuglio sulla testa. Stiamo parlando del mio principale, Cass! È disperato, e io gli ho parlato di te. Ti ho raccomandato personalmente. Non mi deludere, per l'amor del cielo!»

    Il povero William era sempre terrorizzato all'idea di finire in una situazione imbarazzante per colpa di qualche parente. In famiglia, in effetti, erano tutti un poco eccentrici, ma dotati di cervello. Lei gli appoggiò una mano sulla guancia e sorrise rassicurante, dimenticando di avere un paio di gigantesche ciglia finte, due pomelli rossi sugli zigomi e un rossetto alquanto vistoso. «Ti prometto, fratellone, che il signor Paul Barclay Spencer delle Industrie Dolciarie Barclay avrà il miglior trattamento possibile. Gli troveremo un costume che impressioni quella Betty e nello stesso tempo lo faccia sentire a suo agio. Te lo giuro sul mio onore di sorella.»

    William non parve molto rassicurato. «Si chiama Betina Lincoln, e se tutto va per il verso giusto sarà la signora Spencer entro la prossima primavera.»

    «In questo modo il signor Spencer avrà di nuovo saldamente in mano il controllo dell'azienda di famiglia, e dovrà essere grato a te, per lo strabiliante risultato» aggiunse Cassidy, per dimostrare al fratello che aveva ascoltato con attenzione tutto quanto le aveva detto.

    Ma William la interruppe bruscamente. «Questo accadrà se tu non mi rompi le uova nel paniere... E adesso ti dispiacerebbe toglierti quell'assurdo costume prima che lui arrivi, per favore?»

    Cassidy sospirò e si tolse l'enorme parrucca con una mano, mentre con l'altra si faceva una croce sul cuore, in segno di giuramento. «D'accordo, abbandonerò questo personaggio per tornare a essere la scialba persona che sono in realtà, poi ti prometto che troverò il costume adatto al tuo principale: qualcosa che gli permetta di conquistare il cuore... e soprattutto le azioni di maggioranza della famosa e sofisticata signorina Betina Lincoln. Soddisfatto?»

    William si sistemò il vestito dal taglio perfetto e annuì. «Non dimenticare che conto su di te» concluse vagamente rassicurato.

    Lei gli rispose con un sorriso caldo e ottenne dal serioso fratello maggiore uno sguardo che esprimeva qualcosa di molto vicino all'approvazione. Tuttavia, mentre usciva, William rovinò il clima di fiducia che era riuscito suo malgrado a creare. Guardò la sorella in costume e scosse la testa, come se non si capacitasse del fatto di essere imparentato con una persona del genere. Cassidy, dal canto suo, non riusciva a capire perché il suo lavoro costituisse un problema per il fratello. Lei era una costumista, e il suo mestiere consisteva nel disegnare, confezionare, immagazzinare ed esporre costumi da vendere o da affittare. Ovviamente, lei stessa indossava alcune delle sue creazioni.

    Cassidy si avviò lentamente verso lo spogliatoio. Passando, chiamò Tony, che stava sistemando una vetrina sul tema delle Mille e una Notte. Il ragazzo fece capolino nella stanza trasformata nell'arena di un circo.

    «Mi hai chiamato, chérie?» chiese, affettando un forte accento francese. Indossava un cappello di paglia portato in modo da far risaltare l'attaccatura a punta dei capelli, di cui era molto orgoglioso. Quel giorno interpretava la parte di Maurice Chevalier.

    Anche se aveva soltanto venticinque anni, Cassidy si sentiva molto più vecchia di quel ragazzo ventenne. A volte Tony la faceva spazientire, con quella verve.

    «Io mi devo cambiare. Da' un'occhiata al negozio, sto aspettando un cliente speciale» gli disse.

    «Oui, mademoiselle. A costo della vita proteggerò lo scrigno dei vostri sogni, e questa sarà un'altra dimostrazione dell'amour fou che nutro per voi!»

    «Sarà meglio che l'amour fou lo usi per il tuo lavo ro!» ribatté lei, scavalcando gli oggetti sparsi sul pavimento per raggiungere lo spogliatoio.

    «La piccola orfanella oggi è di cattivo umore?» le domandò Tony.

    «Mio fratello è di cattivo umore» borbottò Cassidy, voltandosi in tempo per vedere la smorfia del suo assistente.

    Tony era convinto che William fosse un ipocrita della peggior specie e sebbene lei fosse d'accordo, tuttavia si sentiva in dovere di difendere il fratello. Stavolta, però, non rimproverò il ragazzo. Si limitò a una occhiata severa, che in realtà non era molto credibile, visto che Cassidy indossava ancora le ciglia finte e aveva le guance dipinte di rosso.

    «Prepara una rastrelliera, Tony» gli ordinò, mentre scompariva dietro una tenda.

    «Va bene. Che cosa ci devo mettere?»

    «Oh, i soliti costumi da uomo.»

    «Ecco qua un Dracula-Pilota-Pirata in arrivo!» annunciò Tony ridendo.

    Cassidy sospirò. Aveva in magazzino un costume da zucca di Halloween, e avrebbe voluto piazzarlo prima della festa, ma forse non era il caso di proporlo al principale di William. D'altra parte, tutti i costumi da Dracula, da pirata e tutte le uniformi militari erano già stati prenotati. Qualunque cosa Paul Spencer avesse scelto, Cassidy avrebbe dovuto confezionarlo su misura, e i tempi erano già molto ristretti, perché le feste erano imminenti. Rassegnata, si disse che avrebbe potuto dormire durante la seconda settimana di novembre, sempre che ci fosse arrivata viva.

    Si sfilò i guanti, poi il vestito, i mutandoni lunghi fino alla caviglia, le calze a righe e le scarpe nere. In cambio indossò un paio di jeans e una giacca di lana color senape. Poi infilò dei calzettoni di spugna e un paio di pantofole color vinaccia decorate con pezzettini di metallo e di vetro. Lasciò i capelli biondi legati con un elastico. Come d'abitudine, ripose subito il costume nella rastrelliera a cui apparteneva, poi sedette allo specchio per il trucco.

    Cassidy adorava ogni angolo del suo negozio, ma la zona trucco era quella che preferiva, perché l'aveva arredata con oggetti presi dal salone da barbiere di suo nonno. Sedette sulla poltrona di pelle ed estrasse una mantellina da un cassetto. Se la mise accuratamente intorno al collo, poi prese un barattolo di crema, che si spalmò sul viso con la punta delle dita per cancellare il trucco pesante.

    Presto si formò una poltiglia grigiastra che lei eliminò con una spugnetta. In quel momento Maurice Chevalier le giunse alle spalle; stava per rimproverarlo per non aver badato al negozio, quando Tony premette il pedale che regolava lo schienale della sedia e la fece precipitare in una posizione sdraiata.

    «Ehilà! Questo cliente vuole parlare personalmente con te, chérie» le disse, con il solito accento francese, dopo averla baciata sul collo.

    Cassidy fece per colpirlo con l'asciugamano, ma Tony schivò il colpo e si vantò ridendo con il cliente: «Fa così, ma mi adora!».

    «Non si direbbe» fu la risposta, piuttosto brusca.

    Imbarazzata, Cassidy cercò di ripulirsi il viso in fretta. Un attimo dopo il sedile della poltrona si raddrizzò. Credendo che fosse un altro tiro mancino di Tony, lei si voltò con l'intenzione di dirgli il fatto suo, ma si trovò di fronte uno sconosciuto che sorrideva. Era un bell'uomo, con corti capelli castani, e gli occhi di un colore indefinibile tra il grigio e l'azzurro. Aveva sopracciglia dritte e scure, mentre la barba non rasata gli ombreggiava il viso. Aveva profonde fossette sulle guance, e il suo sorriso scavava due rughe dritte ai lati della bocca.

    «Lei dev'essere Cassidy Penno» esordì porgendole la mano.

    «Sì, sono io.»

    «Io sono Paul Spencer.»

    Cassidy si affrettò a togliere le ultime tracce di crema dal viso. «Mi scusi, signor Spencer. Ero travestita da orfanella quando mio fratello mi ha avvertita del suo arrivo. Non ho fatto in tempo a struccarmi, e quel mascalzone di Tony si è divertito un mondo a mettermi in imbarazzo con lei. Tony detesta William, e ce l'ha con me perché non lo prendo sul serio. Dovrei licenziarlo, ma...»

    Paul Spencer le tolse la spugnetta di mano e le pulì il viso con pochi tocchi decisi. Cassidy pareva ipnotizzata. «Ecco fatto. Stava dicendo che non ha intenzione di licenziare... come si chiama? Tony.»

    «Sa, ci vuole una personalità particolare per lavorare in un posto come questo» gli spiegò lei, a mezza voce.

    «Dice sul serio? Che genere di personalità?»

    Lei gli prese la spugnetta dalle mani e si girò verso lo specchio, un po' per evitare lo sguardo di lui e un po' per controllare di essere finalmente in ordine.

    «Mi stava parlando delle caratteristiche richieste per fare questo lavoro» insistette Paul.

    «Ci vuole qualcuno che ami il teatro, meglio se è un attore. Dev'essere una persona a cui piaccia travestirsi, che sia creativa e che soprattutto si accontenti del salario minimo» rispose lei, guardandolo attraverso lo specchio. Paul stava sorridendo. Cassidy si strofinò furiosamente le guance nel tentativo di nascondere il rossore. William l'avrebbe uccisa, se avesse saputo come aveva accolto il suo capo.

    In fretta si tolse l'elastico dai capelli e si sistemò le ciocche che le ricadevano sulla fronte. «Signor Spencer, le sarei grata se evitasse di riferire a William i particolari circa l'accoglienza in negozio. Mio fratello è così... così...»

    «Rigido, oltre che privo di senso dell'umorismo e noioso» suggerì Paul Spencer.

    Cassidy si adombrò, davanti a quella descrizione.

    «Si rilassi, signorina Penno. Ho un'opinione molto alta di suo fratello. È un ottimo collaboratore e una persona perbene. Ma ha l'abitudine di prendersi un po' troppo sul serio. Comunque, William non saprà nulla da me. Non gli dirò che quando sono arrivato lei sembrava il mostro della palude...»

    «Non è vero!» protestò Cassidy con vivacità.

    «No, stavo solo scherzando» ammise lui, con un largo sorriso. Aveva denti bianchissimi.

    Il suo buonumore contagiò Cassidy. «Mi dispiace davvero. Dovevo avere un aspetto tremendo.»

    «Be', diciamo che non avrei mai immaginato che ci fosse un viso tanto grazioso, sotto quella fanghiglia grigia.»

    «Non mi lusinghi! Nel mio lavoro avere lineamenti regolari e comuni rappresenta un vantaggio. È

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