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Una pericolosa alleanza: Harmony Destiny
Una pericolosa alleanza: Harmony Destiny
Una pericolosa alleanza: Harmony Destiny
E-book155 pagine2 ore

Una pericolosa alleanza: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Anna Langford è pronta a diventare CEO dell'azienda di famiglia, ma il fratello non è ancora disposto a cederle il comando. Per dimostrare le sue capacità manageriali, Anna si rivolge allora al potente investitore Jacob Lin. E lui accetta di appoggiarla cogliendo al volo l'occasione per vendicarsi del fratello di Anna. Solo che quella che inizia come una collaborazione d'affari si trasforma in una relazione esplosiva. E quando Anna scoprirà le reali intenzioni di Jacob, sarà troppo tardi per tornare indietro.
LinguaItaliano
Data di uscita20 feb 2017
ISBN9788858962688
Una pericolosa alleanza: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Una pericolosa alleanza - Karen Booth

    successivo.

    1

    «Davvero pensi che mi ucciderà? Non ti sembra di esagerare?» Anna Langford fissò l'amica e collega Holly Louis a bocca aperta.

    Si trovavano nell'atrio dell'elegante Miami Palm Hotel, vicino al bar. Anna era nervosa per via di un'importante proposta d'affari e Holly non si stava comportando in modo molto incoraggiante.

    «Ho partecipato a pochi incontri con tuo fratello ma sono certa che andrà su tutte le furie quando scoprirà che hai concluso un accordo con Jacob Lin.»

    Anna si guardò attorno. Il bar era pieno di persone che attendevano l'inizio del convegno. Lei dirigeva il settore Acquisizioni Tecnologie della LangTel, l'azienda che il padre aveva fondato quando era nata. Anna aveva il compito di ricercare tecnologie promettenti e il fratello Adam, amministratore delegato della LangTel, era stato chiaro. Si aspettava che trovasse qualcosa di straordinario.

    Dopo la morte del padre, la società stava attraversando un momento difficile. Anna aveva adocchiato una tecnologia rivoluzionaria per cellulari e Adam non ne sapeva ancora niente. Era certa che anche i rivali della LangTel non sospettassero nulla. Purtroppo era costretta a rivolgersi a Jacob Lin.

    Lui e Adam si odiavano.

    «È lui, vero?» sussurrò Holly, indicando Jacob. «Cavolo, è molto più bello di persona che in foto!»

    Non dirmelo. Sei anni prima Jacob l'aveva rifiutata e quel ricordo le bruciava ancora.

    «Ha sempre quell'aria di superiorità?» chiese Holly.

    Anna non ebbe bisogno di alzare lo sguardo. «Sì... e non sta nemmeno fingendo. Gli viene naturale.»

    «Accipicchia» commentò Holly, dandole un colpetto sulla spalla. «Buona fortuna! Ne avrai bisogno.»

    La poca sicurezza di Anna si sciolse come neve al sole. «Credi davvero che andrà male?»

    «Sei una Langford e lui odia la tua famiglia. , andrà male.»

    «Be', potrei costringerti a venire con me. Lavori per la LangTel dopotutto.»

    «Sì, ma non mi occupo di missioni suicide.»

    Anna fu assalita dai dubbi, tuttavia fece del suo meglio per allontanarli. Intendeva convincere il fratello a lasciarle la posizione di amministratore delegato della società, come lui le aveva promesso dopo la morte del padre, perciò doveva prendere decisioni difficili e affrontare i rischi del mestiere.

    Holly non aveva tutti i torti, però. Non sapeva come Jacob avrebbe reagito alle sue parole. «Sono sicura che andrà alla grande» mentì Anna, cercando di pensare positivo. «Jacob è interessato ai soldi e io posso offrirgli una somma importante. Adam capirà che questo acquisto è fondamentale per la società e lascerà perdere le questioni personali. Si tratta di affari, nient'altro.»

    «Come intendi avvicinarti al Bel Fusto

    «Chiederò al barista di portargli un biglietto.»

    «Un approccio piuttosto bizzarro.»

    «Sai che non posso chiamarlo» si difese Anna. Jacob le aveva dato il suo numero sei anni prima, durante la settimana che aveva trascorso con i Langford a Natale. Quello era stato l'anno in cui si era innamorata di lui, in cui si erano baciati. E poi lui l'aveva respinta. Ora quel numero risultava inesistente.

    «Non puoi neanche andare da lui e parlargli. I pettegolezzi inizierebbero a circolare in meno di un secondo.»

    Anna assentì. Tutti erano a conoscenza della faida tra Adam e Jacob perché loro non avevano fatto nulla per nasconderlo.

    «Se qualcuno può riuscire in un'impresa impossibile, quella sei tu» la confortò Holly. «Fammi sapere com'è andata. Buona fortuna.»

    «Grazie» mormorò Anna. Si aggiustò la camicetta e si sedette su uno sgabello davanti al bancone. Tirò fuori carta e penna, decisa a portare avanti il suo piano. Non poteva più tirarsi indietro.

    Jacob,

    sono seduta al bar, vicino all'uscita. Vorrei proporti un affare. Ho pensato che fosse meglio evitare di parlarne davanti a tutti, considerata la situazione tra te e Adam. Mandami un messaggio se sei interessato.

    Anna.

    Riportò il numero di cellulare sul bigliettino e lo porse al barista, attenta a non attirare l'attenzione degli uomini seduti lì accanto. «Potrebbe consegnarlo a quell'uomo nell'angolo? Capelli neri, completo grigio.» Non aggiunse che aveva una mascella perfetta e un'affascinante carnagione bronzea, frutto delle origini americane e taiwanesi. Inoltre era sexy da morire.

    Il barista aggrottò le sopracciglia.

    Anna gli allungò una banconota da dieci dollari e lui esclamò sorridendo: «Certo, sarà fatto!».

    Decise di ordinare un cocktail per farsi coraggio. «E un Martini secco con tre olive, per favore.» Cercò di osservare Jacob senza farsi notare. Lo vide passarsi la mano tra i capelli e afferrare il biglietto. I suoi occhi marroni erano stupendi. Brillavano sempre quando sorrideva, tuttavia dubitava che il messaggio lo avrebbe messo di buon umore.

    Corrugò la fronte mentre leggeva. Pensava che fosse pazza? Jacob era un miliardario, un abile investitore. Forse mandargli un biglietto era stata una mossa infantile. E pensare che una volta, dopo il loro primo e ultimo bacio, aveva osato sperare che quella cotta potesse avere un lieto fine.

    Jacob scosse la testa ed estrasse il cellulare dalla tasca. Le sue mani sembravano forti. Purtroppo Anna non poteva esserne certa. Ricordava che Jacob gliele aveva appoggiate sulla schiena, si erano baciati e poi lui le aveva detto: Non posso, Anna. L'amicizia di Adam significa troppo per me.

    C'erano voluti secoli per dimenticarlo e ritrovarsi nella stessa stanza insieme a lui la stava riportando indietro nel tempo. Anche se l'obiettivo principale era concludere l'affare, non poté fare a meno di pensare a ogni sguardo e risata che avevano condiviso. Dannazione! Era sicura di aver voltato pagina!

    Jacob riprese a bere il suo cocktail e lo schermo del cellulare di Anna s'illuminò. Avvertì una stretta allo stomaco. Le avrebbe detto che non voleva avere nulla a che fare con la sua famiglia? O che doveva considerarsi fortunata perché non intendeva metterla in imbarazzo davanti a tutte le persone presenti nel bar?

    Deglutì a fatica e lesse il messaggio.

    Raggiungimi nell'attico tra quindici minuti.

    Anna smise di respirare. Jacob era sempre lo stesso, preciso e diretto. La intimidiva e una parte di lei fu travolta di nuovo dai dubbi. Di solito gli uomini potenti non le facevano né caldo né freddo. Ci lavorava insieme ogni giorno e sapeva come affrontare situazioni difficili. Tuttavia Jacob esercitava un fascino particolare su di lei. Anna gli aveva donato il proprio cuore. Il suo rifiuto l'aveva ferita e nel corso degli anni gli aveva scritto tantissime lettere d'amore senza mai spedirle.

    Jacob strinse la mano all'uomo seduto accanto a lui e si alzò in piedi. Era molto alto e incuteva soggezione. Poche persone ebbero il coraggio di salutare l'investitore più potente degli Stati Uniti mentre si alzava in piedi e procedeva nella sua direzione.

    Un brivido le corse lungo la schiena. Lui le passò di fianco senza dire una parola e Anna inspirò a pieni polmoni il suo dopobarba al sandalo. Doveva concentrarsi. In meno di quindici minuti si sarebbe ritrovata da sola con l'unico uomo al mondo per cui in passato avrebbe fatto qualunque cosa.

    Anna Langford. Non ci posso credere. Jacob salì in ascensore e fece un respiro profondo. Era convinto che i Langford lo odiassero, così come lui odiava loro. Dopo il biglietto di Anna, non sapeva cosa pensare e ciò lo preoccupava. Era abituato a sentirsi sicuro di sé.

    Voleva davvero parlare con l'affascinante Anna Langford, la più piccola della famiglia, la donna che purtroppo aveva un fratello inaffidabile e senza scrupoli? Si trattava di una decisione sconsiderata eppure lo intrigava. Una volta lui e Anna erano amici e per poco non erano diventati qualcosa di più. Eppure lei faceva parte del consiglio di amministrazione della LangTel. Che affare voleva proporgli?

    Jacob aveva in progetto di rilevare la LangTel e se Anna l'avesse scoperto, lui sarebbe stato rovinato. La War Chest, un gruppo segreto di investitori, avevano seguito con attenzione il declino della società dopo la morte di Roger, il padre di Anna. La società si trovava in una posizione vulnerabile con Adam al comando perché non era riuscito a guadagnarsi la fiducia del consiglio. La LangTel era pronta per un cambiamento.

    Il gruppo era stato fondato una notte a Madrid, durante una partita a carte. Jacob aveva bevuto troppo e aveva proposto l'idea di rilevare la società. Si trattava di una sfida complicata che richiedeva grandi quantità di denaro e un piano preciso. La War Chest apprezzava progetti del genere. Senza rischio non c'è guadagno era il motto di quegli investitori. E avrebbero ottenuto un mucchio di soldi poiché una società consolidata come la LangTel si sarebbe ripresa in fretta. Era anche l'occasione perfetta per vendicarsi di Adam ed estrometterlo dal suo incarico. Era ciò che si meritava.

    Jacob raggiunse l'ultimo piano dell'hotel. Non appena aveva visto Anna, tutto era cambiato. Non era più una studentessa innocente ma una formidabile donna d'affari. Anche gli altri uomini al bar l'avevano notata. Proveniva da una delle famiglie di imprenditori più influenti e rinomate degli Stati Uniti ed era bellissima. Aveva il portamento di una ballerina, i setosi capelli castani le arrivavano alle spalle e le labbra carnose promettevano tormento e delizia insieme.

    Si erano scambiati un bacio in passato. Quei pochi, meravigliosi secondi gli erano rimasti impressi nella mente. Il corpo di Anna premuto contro il suo, pronto a lasciarsi andare. Rifiutarla in segno di rispetto per l'amicizia con Adam era stata la cosa giusta da fare.

    Non poteva sapere che nel giro di qualche mese Adam l'avrebbe tradito. Aveva venduto la loro società a sua insaputa, guadagnando milioni di dollari. In più si era permesso di criticare il suo ruolo all'interno dell'azienda. Rammentava ancora le parole dell'ex amico. È colpa tua. Non hai voluto l'accordo di partenariato. Fidarsi di Adam era stato un grosso errore.

    Nella suite c'era silenzio assoluto e pochi mobili moderni ed eleganti. L'arredamento rispecchiava lo stile di vita che conduceva nel suo appartamento a New York. A parte la cuoca, la governante e di tanto in tanto l'assistente, era sempre solo quando rientrava a casa la sera. E gli andava bene così. Le persone non facevano che deluderlo.

    Una proposta d'affari. Anna era così coraggiosa da volerlo convincere a fare pace con i Langford?

    La faida tra lui e Adam era peggiorata con il passare del tempo.

    Più successo riscuoteva, più Adam lo attaccava. Jacob Lin non è un vero imprenditore. Sa come gestire somme importanti, niente di più. Lui aveva replicato: Adam Langford andrà avanti per inerzia grazie al nome di famiglia. È il suo unico talento. Era stato impossibile non farsi coinvolgere in quel botta e risposta, tuttavia negli ultimi tempi si era reso conto che le parole non portavano a nulla. Solo le azioni concrete potevano fare la differenza. Ormai non parlava più di Adam in pubblico. Intendeva mostrare alle persone cosa pensava di lui.

    Jacob compose un numero e la receptionist dell'albergo gli rispose subito. «Buonasera, signor Lin. Come posso esserle d'aiuto?»

    «Potreste portarmi una bottiglia di vino?» chiese,

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