Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Un capo proibito: Harmony Collezione
Un capo proibito: Harmony Collezione
Un capo proibito: Harmony Collezione
E-book150 pagine1 ora

Un capo proibito: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Una ragazza normale...

Georgia Cameron ha condotto una vita semplice e modesta, dedicandosi anima e corpo al fratello minore. Nella sua giornata tipo non c'è mai stato spazio per una relazione sentimentale. Fino a quel momento.

... e il suo nuovo capo.

Keir Strachan è di certo l'uomo più sexy che Georgia abbia mai visto, oltre che un ottimo partito. Peccato che, in qualità di suo nuovo datore di lavoro, sia per lei come un frutto proibito. Un dolce frutto proibito...

LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2014
ISBN9788858919491
Un capo proibito: Harmony Collezione
Autore

Maggie Cox

Quando non è impegnata a scrivere o a badare ai figli, ama guardare film romantici mangiando cioccolato.

Leggi altro di Maggie Cox

Autori correlati

Correlato a Un capo proibito

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Un capo proibito

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Un capo proibito - Maggie Cox

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Millionaire Boss’s Baby

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2007 Maggie Cox

    Traduzione di Laura Premarini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-949-1

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Era stato un lungo viaggio e a Georgia era parso davvero interminabile, sicuramente il più ambizioso che avesse mai intrapreso da sola.

    Adorava guidare e si vantava di farlo abbastanza bene. Hamish, il suo stupendo labrador, sedeva tranquillo dietro di lei ed era la compagnia migliore che potesse desiderare, dopo quella di suo fratello Noah.

    In quella sera d’estate, Georgia guidava in silenzio, con la radio spenta, mentre il suo sguardo non si stancava di godere della straordinaria bellezza del paesaggio che la circondava. Le valli scozzesi erano uno spettacolo davvero unico e magnifico, perfino la stanchezza sembrava svanire davanti a una simile meraviglia. Ovunque guardasse, era circondata da panorami incredibili: laghi assolati, cime di montagne, verdi campi scintillanti... Perfino Hamish si era alzato di scatto a guardare fuori dal finestrino, come se stesse contemplando, in silenzio, i vasti spazi aperti dove avrebbe potuto saltare e correre libero.

    Era tutto talmente lontano dal sovraffollato sobborgo di Londra dove lei viveva, che le sembrava già di sentire allentarsi la tensione che aveva accumulato.

    Avevano fatto poche soste solo per mangiare e bere, ma avevano tenuto una buona andatura. Ora Georgia capì, dalla cartina aperta sul sedile e dalle precise indicazioni ricevute per posta elettronica, che ormai non mancava molto per arrivare a Glenteign, la grande tenuta di cui era proprietario l’uomo che l’aveva temporaneamente assunta.

    «Non c’è da stupirsi che Noah adori questo posto!» osservò a voce alta e Hamish agitò entusiasta la coda, come se acconsentisse.

    Suo fratello le aveva assicurato che anche a lei Glenteign sarebbe piaciuta. Lui si occupava di progettazione di giardini ed era stato ingaggiato per rinnovare tutti i vasti appezzamenti che circondavano l’antica, imponente abitazione. Noah era rimasto nella tenuta per sei mesi e le aveva raccontato che quello era un luogo dove si poteva veramente respirare, nella sua voce Georgia aveva avvertito tutta la passione e l’amore che lui nutriva per la natura. A detta sua, lei non avrebbe certo rimpianto di essersi lasciata Londra alle spalle, con quegli spaventosi ingorghi di traffico e l’aria inquinata.

    Lavorare come assistente provvisoria del proprietario terriero, per sostituire la sua segretaria ancora convalescente da una brutta frattura, le avrebbe concesso un po’ di respiro dalla logorante routine di tutti i giorni nella City e le avrebbe fatto scoprire quanto fosse più rilassato e sano vivere lassù in campagna.

    Georgia aveva accettato, ma nutriva ancora qualche riserva sulla decisione che aveva preso. Come sarebbe stato lavorare per un uomo che, in vita sua, non aveva mai dovuto preoccuparsi del proprio futuro? Un uomo il cui status incarnava il vecchio sistema feudale del signore del castello, mentre quelli attorno a lui probabilmente venivano considerati alla stregua di servi della gleba? Non che lei nutrisse qualche riserva sul concetto di ricchezza per diritto di nascita, non invidiava a nessuno la sua condizione agiata, ma a volte era davvero stanca della propria battaglia personale per tenere lontana la miseria. Solo pensare che qualcuno fosse semplicemente nato con una simile ricchezza e non dovesse fare nulla per mantenersi era come spargere sale sulle sue ferite. Senza dubbio, anche il ricchissimo signore di Glenteign aveva dei problemi, soltanto erano sicuramente differenti dai suoi. In ogni caso, problemi o no, certamente da un così meraviglioso paesaggio chiunque avrebbe potuto trarre un grande conforto.

    Quando, infine, la sua vecchia Renault arrivò a Glenteign, Georgia spense il motore e rimase immobile a osservare ciò che la circondava con un moto di autentica meraviglia.

    La casa rivelava subito il proprio grandioso passato, con quelle torri che si slanciavano verso il cielo azzurro senza nuvole. Le fece venire in mente un’antica, impenetrabile fortezza, sopravvissuta agli assalti della natura e dell’uomo e rimasta lì in piedi, solida e inviolabile, con una grazia quasi indifferente. Voltando la testa, vide una distesa di prati verdi lussureggianti che si estendeva in lontananza come un grande tappeto luccicante e a destra un alto muro di cinta in pietra, che forse portava ai giardini di cui si era occupato suo fratello. Non poteva negare di essere desiderosa di vederli, non solo per il lavoro che Noah vi aveva svolto, ma anche perché lui le aveva detto che erano incredibilmente belli. Spostando oltre lo sguardo, la sua attenzione venne catturata da un bosco di alti abeti che si perdeva all’infinito, oltre la squisita perfezione dei prati intonsi. C’era così tanta terra! Non sembrava possibile che tutto potesse appartenere a una sola persona, e Georgia cominciò a realizzare che meravigliosa opportunità fosse stata per Noah andare lì. Ora, grazie al successo che aveva avuto, stava lavorando in un’altra grande proprietà terriera delle Highlands, dove era stato raccomandato dal padrone di Glenteign, favorevolmente colpito dalla sua professionalità. Lei avvertì un moto di amore e di orgoglio: tutti i sacrifici che aveva fatto per aiutare il fratello a iniziare la propria attività ora iniziavano a essere ricompensati.

    «Ci ha trovati, dunque?»

    Strappata troppo bruscamente alle sue fantasticherie, Georgia sussultò e si ritrovò a fissare un paio di occhi di un azzurro così intenso, che per un attimo rimase senza parole. I lineamenti del viso mascolino apparso davanti a lei erano così perfetti che sembravano essere stati scolpiti dalla mano sapiente di un artista. Evidentemente lei non era la sola a essere rimasta colpita, perché fu sottoposta a un accurato esame che la lasciò piuttosto scioccata.

    Georgia non era abituata a essere osservata con una simile sfacciataggine e tutto in lei sembrò serrarsi in una morsa di improvvisa timidezza. Prima che riuscisse a ritrovare la voce, l’uomo le aprì la portiera e rimase lì in piedi ad aspettare che scendesse.

    «Sì, così sembrerebbe... salve.» Georgia gli porse la mano, poi, imbarazzata, la ritirò appena venne a contatto con la sua. Un gesto tanto educato non avrebbe dovuto sembrarle ai limiti dell’intimità, ma in qualche modo fu così. Mentre l’uomo continuava a fissarla insistentemente con quello sguardo così diretto, lei rimpianse di avere un aspetto tanto affaticato, tipico di chi aveva fatto un lungo viaggio. Dopo tutte quelle ore al volante, doveva essere molto in disordine, ne era certa. L’abito in lino color crema che indossava, quella mattina era fresco e inamidato, ma ora decisamente non aveva più quell’aspetto.

    «Ha fatto un buon viaggio?»

    Dietro quella domanda così educata, a Georgia sembrò di cogliere una leggera tensione, come se nemmeno a lui facesse piacere né amasse quel genere di conversazione insignificante. Il suo cuore mancò un battito.

    «Sì, grazie. Le istruzioni che mi ha dato erano pressoché perfette.»

    «Bene.»

    «Suppongo che lei debba essere il padrone della tenuta?» indagò Georgia.

    «Sì, esatto. E lei è Georgia, la sorella di Noah, non è così?»

    Era una constatazione, non una domanda che supponeva una risposta.

    «Non so come ci si rivolga a un proprietario terriero...» osservò lei, nervosa, con una voce un po’ troppo squillante.

    «Il titolo corretto è lord, ma mi farebbe piacere se mi chiamasse Keir, come faceva suo fratello. A proposito, devo dire che non riesco proprio a trovare qualche somiglianza tra voi due.»

    «Lo dicono sempre tutti.»

    «Allora mi dispiace di essere stato così prevedibile...» borbottò lui.

    Keir era ancora turbato dalla stretta di mano che si erano scambiati e, sebbene il contatto fosse stato rapido, era rimasto sorpreso dalla scossa elettrica che lo aveva percorso. Un po’ come se qualcosa lo avesse di colpo risvegliato e ora tutta la sua attenzione fosse calamitata dal bel viso di Georgia Cameron. Era rimasto sorpreso nello scoprire che fosse così diversa da quel suo fratello alto e biondo e, forse, più compiaciuto di quanto avrebbe dovuto sentirsi dall’inaspettato contrasto. Chiunque avrebbe ammirato quella bella ragazza dai grandi occhi di un verde tendente all’oro, con il viso vivace dagli zigomi alti e la bocca voluttuosa.

    Senza dubbio era uno dei più bei visi che lui avesse mai visto in vita sua, ma Keir sapeva bene di non potersi permettere di cedere a distrazioni, perché erano le competenze professionali della ragazza che gli interessavano e non il suo aspetto. L’aveva assunta perché Noah, suo fratello, gli aveva assicurato che, se stava cercando una brava segretaria, non avrebbe dovuto fare altro che rivolgersi alla sua capace sorella. Gli aveva spiegato che Georgia lavorava temporaneamente per un’agenzia di Londra, ma che il suo impiego sarebbe presto terminato, quindi avrebbe potuto recarsi a Glenteign subito.

    Keir aveva ereditato quell’enorme proprietà dopo la morte di suo fratello Robert, rimasto ucciso in un incidente stradale all’estero. Di colpo, suo malgrado, si era ritrovato a dover amministrare e gestire tutto quanto e aveva urgente bisogno di una segretaria in gamba, con buone capacità organizzative, soprattutto dopo che Valerie, sua collaboratrice da anni, era caduta dalle scale e si era rotta una gamba.

    In capo a qualche giorno, lui sarebbe stato in grado di dire se Noah Cameron aveva esagerato riguardo alla bravura di Georgia o meno.

    «Credo che ora non desideri altro che andare nella sua camera a rinfrescarsi, o sbaglio?»

    «Prima c’è un’altra cosa che preferirei fare, se non le spiace.»

    «Di che si tratta?»

    «Vorrei portare Hamish a fare un giretto. Il mio povero cane è stato rinchiuso anche troppo a lungo in macchina e, per dirle la verità, non è il solo. Non ci metteremo molto, d’accordo?»

    «Perfetto. Avrei dovuto pensarci io stesso.»

    Keir andò verso la portiera del passeggero dietro il guidatore, la spalancò e invitò Hamish a scendere. Il labrador si mostrò davvero grato, saltandogli addosso eccitato e agitando la coda a più non posso.

    «Oh, mio Dio, è venuto subito da lei! Non lo fa con tutti, deve avere sentito che è un amico.»

    Il sorriso di

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1