Un marito per Natale: eLit
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Info su questo ebook
È un periodo decisamente negativo per la povera Elizabeth, che ha appena perso la madre ed è stata abbandonata senza una spiegazione dal fidanzato. Senza contare che il padre, per proteggerla, la esclude completamente dalla sua vita. A queste disgrazie si aggiunge Patrick, un uomo testardo e presuntuoso che addirittura sostiene di volerla sposare! Ma come si permette quel tipo di scombussolare in quel modo il suo già fragile equilibrio?
Carole Mortimer
Carole Mortimer was born in England, the youngest of three children. She began writing in 1978, and has now written over one hundred and seventy books for Harlequin Mills and Boon®. Carole has six sons, Matthew, Joshua, Timothy, Michael, David and Peter. She says, ‘I’m happily married to Peter senior; we’re best friends as well as lovers, which is probably the best recipe for a successful relationship. We live in a lovely part of England.’
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Anteprima del libro
Un marito per Natale - Carole Mortimer
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Married by Christmas
Mills & Boon Presents
© 1998 Carole Mortimer
Traduzione di Emanuela Brock
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
© 1999 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5894-593-3
www.harlequinmondadori.it
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1
«Chi è quello splendido uomo?» chiese Sally entusia sta all’amica Lilli.
Fino a quel momento Lilli aveva guardato con aria assente un cameriere che, dall’altra parte della stanza, con estrema efficienza stava servendo da bere a una montagna di persone che partecipavano a quel noiosissimo party.
Forse non era la festa in sé a essere noiosa, anzi, a giudicare dall’animato chiacchiericcio, era perfettamente riuscita. Forse era solo Lilli che non si sentiva in sintonia con gli altri invitati.
Era da tanto tempo che non partecipava a un party del genere, e nei mesi precedenti erano successe tante cose. Una volta, lo capiva, l’avrebbe considerato un evento fantastico e se lo sarebbe goduto fino in fondo, ma quella sera si sentiva completamente esclusa, come se fosse stata l’unica persona sobria in una stanza piena di ubriachi. E pur avendo lei stessa bevuto qualche bicchiere di champagne, tutta quella gente, che in passato le era piaciuto frequentare, le sembrava del tutto estranea.
Di uomini splendidi a quella festa ce n’erano a volontà, splendidi e ricchi. Quando Geraldine Simms dava un party, invitava centinaia di persone, tutte ricche e tutte belle. Si trattava di una festa prenatalizia e la casa di Geraldine, in una zona chic di Londra, straripava letteralmente di donne ingioiellate e di uomini attraenti.
Lilli staccò lo sguardo da quell’efficiente cameriere, evidentemente ingaggiato per la serata. D’altronde, l’uomo aveva già da un po’ avvertito lo sguardo di lei e a sua volta la fissava, sicuro di aver fatto una conquista. Niente di più assurdo: l’ultima cosa che Lilli avrebbe voluto in quel momento era flirtare con qualsiasi uomo, figuriamoci con un cameriere assunto per l’occasione!
«Quale uomo splendido?» chiese Lilli senza interesse. Era stata Sally a convincerla ad andare a quella festa, sulla base del fatto che un party di Geraldine Simms, evento che si verificava solo due volte all’anno, era qualcosa da non perdere.
«Là, sulla porta... Accidenti, è di nuovo scomparso!» esclamò Sally irritata. Sally era una biondina che avrebbe potuto inchiodare un uomo con la sua bellezza, ancora più evidenziata dall’abito nero che indossava quella sera.
Lilli l’aveva conosciuta qualche anno prima, frequentando le solite feste e, visto che tutte e due non avevano alcuna intenzione di farsi incastrare da nessuno degli splendidi uomini che incontravano, spesso capitava loro di passare la serata ridendo delle pagliacciate che facevano le altre donne per far cadere qualche improvvido uomo nelle loro reti. Si trattava in realtà di un passatempo piuttosto crudele, ma questo aveva consentito a Lilli e a Sally di vincere il tedio di molte feste.
«Dev’essere davvero splendido, visto che ti interessa» commentò Lilli seccamente, consapevole degli sguardi d’ammirazione rivolti alla sua figura alta e snella, ai suoi capelli nero corvino che le arrivavano alla vita e ai glaciali occhi verdi che spiccavano sul suo viso da monella. Le sue belle gambe erano ancora abbronzate dal sole dell’estate, mentre le scarpe alte dal tacco rosso accentuavano l’immagine di una donna irraggiungibile, che Lilli nel corso degli anni aveva alimentato particolarmente.
«Certo che è splendido» confermò Sally, cercando tra la folla l’oggetto del suo interesse. «Al confronto, tutti gli altri uomini sembrano dei narcisi imberbi. Oh, guarda! No, non è lui. E va be’, si vede che non era destino» concluse con aria contrita.
Lilli era esterrefatta. «Ci hai già rinunciato?» Conosceva bene Sally e sapeva che, tutte le volte che provava interesse per un uomo, non rinunciava mai alla sua preda.
«Niente da fare» disse Sally con una smorfia di disappunto e, sorseggiando lo champagne, aggiunse lapidaria: «Inarrivabile».
«Vuoi dire che è sposato?» chiese Lilli maliziosa.
«Devo dire che questo non è mai stato un deterrente per il passato» replicò Sally. Poi, scuotendo il capo, aggiunse: «No, lui appartiene a Geraldine. Per quel che mi ricordo, non esiste donna che le abbia sottratto un uomo e sia sopravvissuta per raccontarlo. E, francamente, sono troppo giovane per morire».
Lilli sorrise all’espressione triste dell’amica. Sally naturalmente esagerava, anche se la lista degli amanti di Geraldine era effettivamente impressionante. Non erano certo molti gli uomini di quella festa con i qua li Geraldine non avesse avuto una storia negli ultimi anni.
Sally lanciò uno sguardo al lato opposto della sala. «Però è talmente bello...» disse languidamente.
Lilli scosse il capo sconsolata. «Allora, si può sapere dov’è?» chiese, curiosa di sapere chi fosse quell’uomo così attraente da far perdere a Sally ogni contegno, al punto da farle sfidare perfino Geraldine.
«È là» rispose Sally. «È là con Geraldine, vicino alla finestra.»
Mentre Sally continuava a descrivere quell’uomo meraviglioso, Lilli non l’ascoltava più. Si sentì gelare il sangue, riconoscendo immediatamente quell’uomo che con sicurezza arrogante se ne stava vicino alla padrona di casa.
No!
Non lui! Non qui! Non con lei!
Santo cielo! Come aveva potuto farlo? Come aveva osato?
«Non ti pare che sia un uomo veramente...? Ehi, Lilli, perché sei diventata così pallida?» disse Sally guardando preoccupata l’amica.
Pallida? Era un miracolo che si reggesse ancora sulle gambe, che non si fosse messa a urlare dalla rabbia. Che ci faceva lui qui? E, per di più, con Geraldine Simms, una donna dalla consolidata fama di mangiauomini.
«Ti senti bene?» chiese Sally preoccupata.
Lilli si sentiva svenire. Doveva andarsene immediatamente, doveva allontanarsi da tutto quel rumore, da tutta quella folla.
«Sto benissimo, Sally» disse all’amica sforzandosi di abbozzare un sorriso. «Ma penso di averne abba stanza. È la prima volta che esco dopo mesi» improvvisò. «Probabilmente non sono più abituata al rumore. Ti telefono presto. Un giorno di questa settimana possiamo vederci per pranzo.»
Sally non riusciva a capire il perché di tanta fretta. «Sono soltanto le undici e mezzo.»
La festa sarebbe sicuramente continuata fino a tarda notte. In passato, Lilli sarebbe stata fra gli ultimi ad andarsene. Ma non quella sera. Doveva assolutamente andarsene dalla festa. E subito.
«Ti telefono presto, Sally» ripeté in tutta fretta dirigendosi verso la porta.
Mentre si faceva largo tra la folla le venne in mente che doveva riprendersi la sua giacca, che aveva affidato a uno dei camerieri all’entrata. Non voleva andarsene senza la giacca, non voleva tornare in quella casa per riprendersela il giorno dopo. Anzi, in quella casa non ci voleva tornare proprio più, né l’indomani né mai.
Dove poteva essere la sua giacca? Lilli cercò in alcune stanze senza trovarla. Avrebbe dovuto rinunciarvi, e mandare qualcuno a ritirarla in seguito.
Aprì la porta di un’altra stanza, dicendo a se stessa che, se la sua giacca non fosse stata lì, avrebbe chiamato un taxi e affrontato il rigore dell’inverno nel suo abito da sera.
«Oh!» esclamò accorgendosi di essere entrata per sbaglio in cucina. Seduto al grande tavolo di legno di noce c’era un uomo, elegantemente vestito in smoking e cravattino rosso, che serrava fra le mani un bicchiere di vino rosso. Nella penombra della stanza fiocamente illuminata, si notava subito la bottiglia mezzo vuota davanti a lui. Aveva capelli scuri che tendevano al grigio sulle tempie, ed enigmatici occhi grigi che spiccavano in un volto dai lineamenti angolosi e duri, come scolpiti nella pietra. Doveva essere molto alto, pensò Lilli, a giudicare dalle lunghe gambe che intravedeva sotto il tavolo. Quanti anni poteva avere? Era sicuramente sulla quarantina.
«Mi scusi. Non avevo intenzione di disturbarla» gli disse distrattamente mentre si girava per andarsene.
«Non mi disturba affatto» rispose l’uomo con una voce che tradiva stanchezza. «Sono anzi contento di non essere il solo a essere fuggito da tutto quel chiasso.»
«Il party non le piace?» chiese Lilli indugiando sulla porta.
L’ospite solitario bevve un sorso di vino prima di rispondere. «No, proprio per niente. Se avessi saputo che mi sarei annoiato tanto...» disse sollevando la bottiglia e riempiendo il suo bicchiere. «Posso offrirle un po’ di vino? Viene dalla cantina di Geraldine. È molto meglio dello champagne che stanno servendo lì in sala.»
Quell’uomo aveva destato la curiosità di Lilli. «La ringrazio. Accetto volentieri» rispose sedendosi vicino a lui.
«Bene» commentò l’uomo con aria soddisfatta, alzandosi per versarle il vino.
Lilli non si era sbagliata sulla sua statura: doveva essere alto almeno un metro e ottantacinque. E lo smoking non riusciva a nascondere un fisico forte e muscoloso. Sally lo avrebbe sicuramente definito un uomo splendido.
Il pensiero di Lilli per un istante ritornò all’altro uomo che Sally quella sera aveva definito splendido, a quell’uomo che aveva visto in affettuosa conversazione con Geraldine. E quel pensiero la fece rabbrividire.
«Grazie» disse Lilli sorseggiando il suo bicchiere di vino.
«Patrick Devlin» disse l’uomo tendendole la mano.
«Lilli» rispose lei stringendogli la mano. Il nome di quell’uomo non le diceva assolutamente nulla.
«Solo Lilli?» chiese lui guardandola negli occhi.
«Solo Lilli» rispose lei lanciandogli uno sguardo di sfida.
«Bene, misteriosa signorina Lilli» replicò lui sostenendo quello sguardo, «dato che entrambi ci stiamo annoiando a questo party, come proponi di trascorrere il resto della serata?»
Lilli rise sommessamente. «Tu che cosa proponi di fare?»
«Be’, potremmo contare le piastrelle colorate sulla parete che ci sta di fronte» rispose lui con un sorriso malizioso.
«Non ho un particolare