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Riflessi dorati: Harmony Collezione
Riflessi dorati: Harmony Collezione
Riflessi dorati: Harmony Collezione
E-book152 pagine4 ore

Riflessi dorati: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Per Alison Pearce l'isola di Valanu è il solo posto che può chiamare casa. Lì ha trovato un lavoro e degli amici fidati, ma quando incontra il milionario Slade Hawkins tutto passa in secondo piano. E anche se il suo cognome le suggerisce di stargli lontana, l'attrazione è troppo forte per poter essere ignorata. Per motivi che non riesce a comprendere, quell'uomo ha deciso di acquistare il villaggio turistico in cui lavora e lo chiuderà se lei non acconsentirà a seguirlo ad Auckland, in Nuova Zelanda, per diventare la sua amante. E per quando lei tenti di non cedere a quel ricatto spietato, le labbra di Slade la invitano ad abbandonare ogni senso del dovere in nome del desiderio e della passione.
LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2020
ISBN9788830510005
Riflessi dorati: Harmony Collezione
Autore

Robyn Donald

Robyn Donald è nata sull'Isola del Nord, in Nuova Zelanda, dove tuttora risiede. Per lei scrivere romanzi è un po' come il giardinaggio: dai "semi" delle idee, dei sogni, della fantasia scaturiscono emozioni, personaggi e ambienti.

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    Anteprima del libro

    Riflessi dorati - Robyn Donald

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Billionaire’s Passion

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2004 Robyn Donald Kingston

    Traduzione di Cornelia Scotti

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-000-5

    1

    Alli Pierce intrecciò un altro bocciolo nella ghirlanda di fiori e ne aspirò la fragranza.

    «Chiaro che voglio andare in Nuova Zelanda, ma non intendo certo vendere me stessa per pagarmi il volo!» dichiarò piccata.

    «Lo so...» affermò con pacatezza la sua amica Sisilu parlando nell’antica lingua dei polinesiani, «ma non prendertela. Sto solo riferendo un commento di Fili.»

    «Fili, certo... non capisco cos’abbia, fatto sta che ultimamente si lascia sfuggire fin troppe malignità...»

    Sisilu sorrise. «Ma è chiaro! Ce l’ha con te perché ha una cotta terribile per Tama, che invece è innamorato pazzo di te, e poi ti invidia perché Barry, grazie al tuo passaporto neozelandese, ti paga uno stipendio molto più alto rispetto a quello di noi isolani. Ammettilo, non ha tutti i torti. Vivi qui da quando hai due anni, ormai sei una di noi.»

    Alli si scostò dal viso una ciocca di capelli rosso scuro e la fermò con un pettinino di madreperla.

    «La penso anch’io come voi» ammise con onestà, «e mi dispiace che le cose stiano così, ma Barry sostiene che questa è la politica della società. Che colpa ne ho se ai neozelandesi applicano le stesse condizioni di lavoro della madrepatria?»

    «Se lo dice lui... Hai già visto il nuovo proprietario?»

    «Cosa?» Alli fissò l’amica. «Il nuovo proprietario del Sea Wind è qui?»

    Lo sguardo intelligente di Sisilu si fissò divertito su di lei. «Dicono sia milionario! Cosa lo avrà spinto a lasciare la civiltà per venire qui a Valanu?»

    Alli scoppiò a ridere. «Lo dici solo perché non sei mai stata in una grande città! Sono pronta a scommettere che questo posto gli sembra il paradiso.» Tornò subito seria. «Comunque, no, non l’ho ancora visto. Sai bene che lunedì è il mio giorno libero. Quando è arrivato?»

    «Ieri sera. Senza preavviso, con un aereo privato.»

    «Credevo che il Sea Wind fosse stato venduto a una multinazionale. Mi stupisce che il proprietario sia venuto fino a qui. Non dovrebbe essere troppo impegnato per occuparsi di noi? Che tipo è?»

    «È grande» rispose Sisilu con un sospiro. «Ha un fisico... giusto. E dovresti vedere come si muove, si capisce subito che è lui il padrone. Non che abbia avuto grandi occasioni per incontrarlo... ieri si è rinchiuso in ufficio insieme a Barry e ci è rimasto fino a sera. Stamattina però ha fatto un giro per il villaggio, proprio mentre noi stavamo provando il nuovo ballo.»

    «Se il padrone è veramente lui, scommetto che oltre che essere grande, ha anche la pancetta e pochi capelli» dichiarò Alli scettica.

    L’amica sbuffò. «Se tu accettassi la scommessa, potrei spillarti qualche soldo. Stai sbagliando di grosso. Ha spalle larghe e gambe lunghe, e muscolose. Si muove come un atleta e ha la pancia più piatta della nostra. Slade Hawkings cammina come un capo, ha l’aspetto di un capo, parla come un capo e... tutte le ragazze gli girano già intorno» concluse con un sospiro rassegnato.

    Hawkings? Un brivido di nefasta premonizione attraversò il corpo di Alli. No, era impossibile. Era un cognome piuttosto comune nel mondo anglosassone, non era il caso di mettersi strane idee in testa.

    «Se è davvero lui il capo, o anche solo un manager, dubito gli interessino le isolane. Sarà meglio che le ragazze se lo levino dalla testa. Quel genere di uomini preferisce le donne ricche e sofisticate.»

    «Credo non abbia più di una trentina di anni» dichiarò Sisilu con espressione allegra. «A proposito di uomini di mezza età, vorrei darti un piccolo suggerimento: è proprio dai cinquantenni che bisogna guardarsi bene. E infatti, tu faresti meglio a stare attenta a Barry.»

    Alli fissò l’amica con espressione attonita. «Barry?» La compagna annuì e lei sorrise con aria di superiorità. «Vuoi dire Barry Simcox? Il direttore dell’albergo che ha il cuore spezzato da quando sua moglie lo ha lasciato perché non sopportava di vivere in questo posto dimenticato da Dio? Quel Barry che sogna solo di rivedere suo figlio e che non mi degna nemmeno di uno sguardo?»

    «Proprio lui» confermò Sisilu. «Tu non ti sarai accorta che ti fissa continuamente, ma gli altri lo hanno notato, eccome!»

    Alli le rivolse un’occhiata di sufficienza.

    «Non dire che non ti avevo avvertita» continuò l’amica. «Il nuovo proprietario sarebbe senza dubbio un amante migliore. Ha l’aspetto di una star del cinema. Se solo osservi il modo in cui si muove capisci che sa molto bene come fare l’amore. Ha quel certo non so che... non so se mi capisci.»

    «In effetti no, non ti capisco» dichiarò dopo aver scrutato attentamente un fiore di ibisco, troppo appassito per essere usato per la collana di fiori.

    «Non mentire con me, hai capito benissimo. Anche Tama è cotto di te.»

    Tama era il secondogenito del capo dell’isola, e cugino di Sisilu. Alli arrossì. «Vorrei tanto che non fosse così.»

    «Ma è così, e solo perché tu non sei innamorata di lui» affermò Sisilu con saggezza, «e perché sei diversa. Tu non lo vuoi, mentre qualsiasi altra ragazza di Valanu lo accetterebbe al volo come amante.» Fece una pausa, pensierosa. «È possibile che si sia intestardito con te perché anche nella nostra cultura le ragazze vergini sono speciali. Comunque non preoccuparti, vedrai che gli passerà non appena te ne andrai.»

    Le due amiche continuarono a lavorare in silenzio alle collane di fiori per alcuni minuti, prima che Sisilu riprendesse l’argomento che più le stava a cuore in quel momento. «Il nuovo proprietario vive in Nuova Zelanda» dichiarò.

    «Come almeno altri quattro milioni di persone.»

    «Per quanto riguarda il tipo di donna che gli piace, quando ti ha vista attraversare la hall, cinque minuti fa, sembrava gli fosse passato sopra un camion. Conosco bene quel tipo di sguardo.»

    «Ne sono certa» ribatté seccamente l’altra. «Sei sicura che non stesse guardando te, invece? Dopotutto, sei la più bella ragazza di Valanu.»

    «Oh, smettila... Ti assicuro che non mi ha neppure notata.»

    «Vedrai che succederà.» Alli smise di intrecciare fiori e osservò l’amica che chiudeva abilmente una coroncina di ibischi rosso scuro dai petali che sembravano di velluto cangiante. «Se è davvero tanto bello vedrai che è anche omosessuale.»

    La risata divertita di Sisilu demolì sul nascere quella teoria. «Scordatelo. Ti ha guardata come un uomo che vede qualcosa che gli piace. Chissà che non sia disposto ad aiutare una connazionale. Potresti mandargli qualche segnale.»

    «Quel genere di incentivi non fanno per me. Se davvero vuole aiutarmi, deve evitare di chiudere il villaggio. Lo stipendio mi serve.»

    Una quota consistente della paga mensile di Alli finiva in un fondo che le sarebbe servito per pagarsi il viaggio fino in Nuova Zelanda.

    L’amica la ignorò completamente.

    «Fare l’amore con lui non sarebbe poi male, è così sensuale... Vorrei tanto che dimenticasse di essere il capo e si accorgesse di me.»

    Alli chiuse gli occhi per ripararsi dal riverbero intenso del sole sulla laguna. L’aria era attraversata dai richiami dei gabbiani e dal rumore della risacca.

    Le ragazze con le quali era cresciuta a Valanu consideravano naturale dimostrare liberamente la propria sessualità. Dopo il matrimonio restavano fedeli al proprio compagno, ma fino a quel giorno potevano godere del piacere del sesso senza doversene vergognare.

    Il padre di Alli si era assicurato che lei non adottasse quella consuetudine.

    «Perché hai tanta voglia di andartene da Valanu?» domandò Sisilu inaspettatamente. «Questa è casa tua.»

    Alli scrollò le spalle e corrugò la fronte. «Voglio sapere perché mia madre ci lasciò, e cosa ha spinto mio padre a nascondersi quaggiù.»

    «Sai bene perché. Da ragazzino, ad Auckland, era compagno di scuola del capo villaggio. È normale che la corporazione tribale lo abbia scelto per la gestione del villaggio.»

    «Sarà, ma io ho troppi dubbi. Papà non mi ha mai voluto raccontare nulla della sua famiglia. Non so neppure dove abitano i miei nonni, e se sono ancora vivi.»

    L’amica schioccò le labbra in segno di disapprovazione: in Polinesia essere senza famiglia era considerato un grave disonore. «Tuo padre era una brava persona» si affrettò a dire.

    Due anni prima, dopo la morte di Ian Pierce, Alli aveva trovato tra le sue carte un foglio con un’informazione che cercava da anni: il nome di sua madre. Quel ritrovamento l’aveva spinta a spendere tutti i suoi risparmi per ingaggiare un investigatore che ritrovasse Marian Hawkings. Tre mesi prima aveva finalmente ricevuto il rapporto e ora stava risparmiando ogni centesimo per andare a incontrare la donna che l’aveva messa al mondo, e poi abbandonata.

    «Mia madre era inglese» iniziò a raccontare all’amica. «Dopo il matrimonio con mio padre si trasferì con lui in Nuova Zelanda e vi rimase anche dopo il divorzio. Ho scoperto pure che si è risposata qualche anno più tardi, e che ora è vedova e vive ancora ad Auckland. Non voglio interferire nella sua vita, davvero. Però ho bisogno di sapere da lei alcune cose sulle quali rimugino da anni. Da sempre.»

    Mentre pronunciava quell’ultima frase abbassò la testa e infilò l’ultimo fiore nel lei.

    «Tornerai però, vero? Siamo noi la tua famiglia adesso» dichiarò Sisilu.

    Alli sorrise con una punta di tristezza mentre si annodava la collana di fiori intorno al collo usando le lunghe foglie di tii. «Non potrei averne una migliore, credimi. È solo che ho bisogno di sapere quali sono le mie radici.»

    «Lo capisco» ammise Sisilu. «Però ti avviso, la Nuova Zelanda non ti piacerà. È grande, e fredda e... diversa. Non è il posto adatto a te, che ami tanto la nostra bellissima isola!» Mentre pronunciava quell’ultima frase si accorse di una donna che si dirigeva verso di loro. «Oh-oh, arrivano i guai» sussurrò. «Guarda che espressione!»

    «Alli, stasera ballerai al posto di Fili. È malata» dichiarò la coreografa del gruppo di danza senza perdere neppure un secondo in saluti. «Dobbiamo fare buona impressione perché il proprietario del villaggio deve decidere se tenerlo aperto o chiuderlo.»

    Le due ragazze la fissarono allibite.

    «Non può farlo!» esclamò Alli.

    «Certo che può, e da quanto ho sentito dire in giro ne ha tutta l’intenzione. Quando venne costruito fruttò parecchi soldi. Ora però, dopo lo scoppio della guerra a Sant’Rosa, l’afflusso di turisti è molto diminuito. Gli ultimi anni sono andati davvero male» spiegò la donna.

    «Ma allora, perché lo avrà comprato?» chiese Alli alle altre due, e a se stessa.

    «Chi lo sa?» La coreografa prese un lei tra le mani e l’esaminò attentamente. «Magari è stato

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