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Romantico incontro a Venezia: Harmony Collezione
Romantico incontro a Venezia: Harmony Collezione
Romantico incontro a Venezia: Harmony Collezione
E-book158 pagine2 ore

Romantico incontro a Venezia: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Miss Lucas, dolce psicologa.

Jude Lucas, psicologa infantile, da sempre spera di incontrare un uomo che possa condividere con lei sogni e ispirazioni. E quell'uomo non può di certo essere Luca Di Rossi, milionario e playboy. Lui l'ha contattata per una consulenza, e le scintille che si sprigionano durante quell'incontro serio e formale non possono essere facilmente ignorate. Luca desidera avere Jude nel suo letto e per sedurla la invita a Venezia, per trascorrere una romantica vacanza all'insegna della scoperta del desiderio e della passione. Jude vorrebbe rifiutare, rispettare la deontologia professionale, ma lui è una tentazione troppo forte e basta un bacio per farla a capitolare.

LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2014
ISBN9788858918371
Romantico incontro a Venezia: Harmony Collezione
Autore

Kim Lawrence

Autrice inglese, rivela nei suoi romanzi la propria passione per le commedie brillanti.

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    Anteprima del libro

    Romantico incontro a Venezia - Kim Lawrence

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Italian Playboy’s Proposition

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2003 Kim Lawrence

    Traduzione di Carlotta Picasso

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-837-1

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Controllando di tanto in tanto i propri appunti, Tom Trent parlò a lungo. Conosceva l’uomo che l’aveva fatto rientrare dalla vacanza negli Stati Uniti a bordo di un Concorde affinché partecipasse a quella riunione e sapeva che non avrebbe voluto che si esprimesse in modo troppo esplicito. Quindi non lo fece.

    I gomiti puntellati sul ripiano della scrivania di mogano, le lunghe dita brune intrecciate, Luca lo ascoltava con attenzione. Era uno degli uomini più acuti e intelligenti che Tom avesse mai conosciuto. Poteva solo immaginare lo stato d’animo del suo interlocutore e l’impatto che le sue parole stavano avendo su di lui perché dalla sua espressione non traspariva alcun turbamento.

    «Questo è tutto» concluse, appoggiando le spalle allo schienale della poltrona.

    Luca si alzò con un movimento fluido come se dal suo metro e novanta potesse vedere la situazione in modo più chiaro. I suoi occhi scuri indugiarono sul volto dell’amico per lunghi secondi, poi, come una pantera in gabbia, cominciò a camminare in lungo e in largo per la stanza.

    Quando si fermò a pochi passi da lui, i palmi delle mani premuti sulla superficie lucida del tavolo e gli occhi piantati nei suoi, Tom si sentì a disagio.

    Quello sguardo sarebbe stato in grado d’intimorire chiunque.

    «Mi stai dicendo che per evitare una feroce battaglia legale per la custodia di mia figlia dovrei sposarmi, preferibilmente con una donna che abbia già un figlio?»

    Tom annuì. Luca possedeva il dono della sintesi. Riusciva a riassumere un complicato discorso di mezz’ora con una semplice frase. Andava sempre dritto al punto, senza mai girarci intorno.

    Il rovescio della medaglia era che mentre la maggior parte della gente era logorroica e basava la propria forza sulla quantità di dettagli che era in grado di citare, Luca Di Rossi agiva. Prendere decisioni era per lui naturale come bere un bicchiere d’acqua. Non aveva bisogno dell’approvazione degli altri e non prestava attenzione alle critiche, perciò se qualcuno lo definiva spericolato, o accentratore, oppure intuitivo, per lui non faceva alcuna differenza.

    Proprio grazie alla sua intraprendenza, alla sua audacia, alla sua lungimiranza e al suo senso pratico, Luca era riuscito a costruire un impero economico dal nulla. Aveva un sorprendente fiuto per gli affari.

    «Non avevo pensato a questa soluzione fino a questo momento, ma una famiglia già formata potrebbe danneggiare i tuoi avversari, addirittura annientarli. Se volessi valutare questa ipotesi, un figlio per uno sarebbe perfetto.»

    La battuta non produsse alcun effetto. Il viso scolpito di Luca s’irrigidì ancora di più e i suoi occhi s’incupirono. Del resto non c’era niente di cui ridere.

    Se Tom si fosse trovato nella sua situazione, con il rischio di perdere la custodia della figlia, avrebbe reagito nello stesso modo.

    «Una famiglia già costituita...» ripeté lentamente.

    «Potrebbe sembrare una proposta assurda, ma non ti sto dicendo nulla che tu non sappia già.»

    «Qualche volta è opportuno che qualcuno ti apra gli occhi su ciò che è più ovvio e opportuno» osservò Luca enigmatico prima di lasciarsi cadere sulla poltrona, il capo rovesciato all’indietro, lo sguardo rivolto al soffitto da poco stuccato.

    L’ufficio di Londra della Di Rossi International si trovava in un edificio vittoriano che era stato ristrutturato con meticolosa attenzione, senza badare a spese e nel rispetto dello stile che lo contraddistingueva.

    Soddisfatto della scelta della nuova sede, Luca abbassò le palpebre. Le sue lunghe ciglia proiettarono un’ombra sugli zigomi senza permettere al suo interlocutore di leggergli lo sguardo. Sembrava rilassato, ma chi lo conosceva bene, aveva imparato a proprie spese che spesso il suo modo di apparire traeva in inganno.

    Sotto quella calma apparente si celava un’inquietudine repressa.

    Di Rossi diventa molto pericoloso quando viene messo con le spalle al muro, aveva scritto una volta un sagace economista su di lui. Questo accadeva tutte le volte che la sua vita privata, che lui proteggeva gelosamente, diventava oggetto di conversazione, o peggio, come accadeva in quel momento, era sovraesposta sulla stampa.

    «Potresti inserire un annuncio in una colonna dedicata ai cuori solitari» proseguì Tom con un ironico sorriso. «So che non è divertente» aggiunse subito. «Tuttavia ti suggerisco di valutare bene questa proposta e di non essere precipitoso. Anche se il tempo stringe, non devi avere assolutamente fretta di sposarti! Tra l’altro sono quasi sicuro che loro non abbiano alcuna possibilità di vincere.»

    «Sì, ma in ogni caso trascineranno il mio nome nel fango.»

    «L’impatto negativo che questa faccenda avrà sulla società non sarà rilevante» si affrettò a sottolineare Tom. «Te lo prometto. La Di Rossi è una società talmente solida sul mercato che non subirà nessun danno a lungo termine nel caso in cui tu dovessi affrontare una causa in tribunale.»

    Luca inarcò le sopracciglia in un’espressione sardonica. «La preoccupazione che dimostri per i miei interessi economici è lodevole.» Poi i suoi occhi si socchiusero, trasformandosi in una lampeggiante linea sottile. «Comunque bisogna pensare per prima cosa a Valentina. Questa soluzione potrebbe non piacerle.»

    Tom storse la bocca.

    «Già... non ci avevo pensato. Scusa.»

    Luca sollevò la testa. «Perché mi chiedi scusa?»

    Il suo amico sbatté le palpebre, poi lo fissò sconcertato. «Come perché?»

    «Pensi che non dovrei sposarmi?»

    «Non ho detto questo. Ma un matrimonio ti espone in prima persona e sarebbe del tutto...»

    «Necessario» terminò lui. «Per attenermi a quello che mi hai consigliato tu poco fa. Sempre che questa mossa ci permetta di non essere chiamati in tribunale. Sono disposto a fare qualsiasi cosa per proteggere Valentina. Non voglio che venga trascinata in questa sordida faccenda. Lei non ha nessuna colpa.»

    Guardandolo negli occhi, Tom capì che non era il caso di continuare a discutere, ma non era lì in veste di amicizia, bensì come suo avvocato e non poté tacere.

    «Be’, dovranno credere che lei si sia trasferita in Inghilterra così da rendere loro la strada più complicata» suggerì timidamente.

    Luca si passò una mano sulla mascella. «Sì.»

    «Rifiutandoti di dar loro il permesso di vederla, avresti dovuto prevedere la reazione. Natalia Corradi ti odia. Valentina è pur sempre sua nipote.»

    «Sì, ma per prima cosa è mia figlia» replicò lui con gli occhi lampeggianti.

    «Ambasciator non porta pena» recitò Tom, sollevando una mano in segno di pace.

    Luca deglutì e il suo pomo d’Adamo si spostò verso l’alto. Era teso, ma si rilassò appena riprese la parola.

    «Ti ho mai riferito quello che ho sentito dire dalla nonna a mia figlia?» domandò.

    «No.»

    «La sua amorevole nonna ha avuto il coraggio di dirle che lei era una vergogna per la famiglia perché non era bella e talentuosa come la madre e che se non fosse nata, la sua mamma sarebbe sopravvissuta.» Espirò a fondo, svuotando i polmoni completamente. «Dio... Tom... che cosa avrei dovuto fare? Sono stato costretto a sottrargliela.»

    Scioccato da quelle rivelazioni, l’amico scrollò appena le spalle.

    «Chissà da quanto tempo sta istillando questo veleno nelle orecchie di Valentina! Non voglio che la storia si ripeta e che sia mia figlia a pagarne le conseguenze. Quella donna non prova alcun affetto per la nipote, almeno non nel senso che intendiamo noi» specificò Luca. «Lei si serve di Valentina, la usa come un’arma da brandire contro di me, per punirmi.» Scattò in piedi, livido. «Ho sopportato per anni il suo disprezzo, la sua cattiveria, le sue meschinità ma finché sono stato io il suo bersaglio, non aveva importanza. Questa volta però ha oltrepassato il limite. Valentina merita tutta la considerazione e il rispetto possibili. Non può e non deve subire le angherie della nonna» concluse secco.

    «Gli avvocati della controparte sosterranno che è nell’interesse della bambina crescere in una famiglia amorevole» puntualizzò con delicatezza Tom. «Tenteranno ogni strada e ti dipingeranno come se tu fossi...»

    «Senza freni inibitori? Ossessionato dalle donne?» concluse lui, abbozzando un sorrisetto ironico. «Suppongo che salterà fuori il nome di Erica.» Tom annuì. «Avrei dovuto seguire il tuo consiglio e citare in giudizio quel giornale per diffamazione...»

    «Considerando che Erica aveva ammesso che il livido mostrato non era altro che il frutto di un sapiente maquillage, avresti dovuto rendere nota la notizia a tutti i giornali, ma il mio suggerimento non era degno di un gentiluomo come te. Ricordati che è facile essere saggi quando non si è coinvolti in prima persona. Con il senno del poi si agirebbe in modo diverso, ma ormai è acqua passata. Tuttavia sono convinto che avresti dovuto difenderti da quelle accuse ridicole e infami che ti hanno messo in cattiva luce.»

    «Dimentichi che non c’è stata alcuna accusa formale. Infatti la vittima ha confessato che io non le avevo mai messo un dito addosso e...»

    Tom si mosse nervoso. «È acqua passata» ripeté. «Adesso concentriamoci su ciò che possiamo fare. L’ostacolo maggiore è che manca una figura femminile di riferimento sempre che non si considerino...»

    «Le donne che mi girano intorno?» proseguì per lui Luca con un sorriso sarcastico sulle labbra.

    L’altro sospirò.

    «Se si finisce in tribunale, la tua vita privata sarà sezionata in ogni sua piccola parte. Perciò dimenticati della tua privacy.»

    «Non sono un monaco» ammise Luca. «Ma la mia vita sentimentale non è così interessante come la stampa vuol fare credere.»

    L’amico avvocato rise. «Se io sono il primo a non crederti, come pensi di

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