Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Doppia vita: Harmony Destiny
Doppia vita: Harmony Destiny
Doppia vita: Harmony Destiny
E-book147 pagine1 ora

Doppia vita: Harmony Destiny

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

IL CLUB DELLE MOGLI - Abby Talbot lo sospettava da tempo, e adesso il dubbio è diventato realtà. Suo marito ha una doppia vita. Una insieme a lei, nei giorni comandati, e un’altra che lo tiene lontano giorni e notti intere, probabilmente in compagnia di un’altra donna. Nonostante lui si rifiuti di ammetterlo, Abby è decisa ad andare in fondo e affrontare la rivale una volta per tutte.

Luke Talbot sapeva che prima o poi sarebbe arrivato quel momento. Sua moglie non crede più alle sue bugie e lo accusa di avere una relazione. Lui non può rivelarle la verità, perché questo vorrebbe dire perderla. Ma di una cosa è sicuro: Abby è l’unica donna che abbia mai amato ed è disposto a tutto pur di riconquistarla.
LinguaItaliano
Data di uscita11 apr 2016
ISBN9788858947807
Doppia vita: Harmony Destiny
Autore

Maureen Child

Maureen Child ha al suo attivo più di novanta tra romanzi e racconti d'amore. È un'autrice molto amata non solo dal pubblico ma anche dalla critica, infatti è stata nominata per ben cinque volte come migliore autrice per il prestigioso premio Rita.

Leggi altro di Maureen Child

Correlato a Doppia vita

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Doppia vita

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Doppia vita - Maureen Child

    successivo.

    1

    «Alle debuttanti!» esclamò Abby Baldwin Talbot, sollevando il bicchiere di champagne in un brindisi alle sue cinque migliori amiche.

    «Alla nostra salute!» le fece eco Felicity, e innalzarono i calici anche le altre.

    Abby le passò in rivista una per una, elargendo a tutte un affettuoso sorriso. Fra di loro c'era il gruppo storico delle debuttanti, ragazze che si erano diplomate insieme e insieme avevano fatto il famoso ingresso in società. Emma, Mary, Felicity e Abby si conoscevano dai tempi della scuola e il legame che le univa era solido e indissolubile.

    E poi c'erano Vanessa, conosciuta in tempi più recenti, e Lilly, l'ultima a essere stata accolta nel loro circolo, il club delle debuttanti, per l'appunto, come le chiamavano lì a Eastwick, negli ambienti del Country Club. Si era subito instaurata una sincera amicizia anche con loro e ormai Abby non riusciva a immaginare la sua vita senza ognuna di quelle donne.

    Specialmente negli ultimi tempi, in cui la vita non sembrava offrirle più alcuna certezza, sentiva il bisogno di quell'affetto autentico, di quella familiarità e complicità che trovava solo con le sue amiche.

    «Mi dispiace lasciarvi, ragazze» cantilenò Mary con uno sfavillante sorriso. «Ma, per quanto adori la vostra compagnia, vorrei chiedere al mio Kane se mi fa ballare.» Il suo sorriso si spense quando aggiunse: «Tutto bene, Abby?».

    «Alla grande» mentì lei spudoratamente, bevendo un altro sorso di champagne per idratare la gola asciutta. «Su, divertiamoci!»

    «Sì, la notte è ancora giovane. Andiamo a ballare» condivise Felicity con il suo solito brio, lanciandosi in pista.

    «Dai!» si esaltò Vanessa, incitando le altre. «Voi non venite?»

    Lilly si lisciò il pancione. Era in dolce attesa e aveva il viso più radioso che mai. «Eccomi» le rispose, dopo l'iniziale esitazione.

    «Io vi raggiungo fra un paio di minuti. Promesso» comunicò Abby, fingendo un entusiasmo che non provava.

    «Uhm... d'accordo» accettò Vanessa, puntandole il dito indice. «Ma, se non sarai in pista fra un quarto d'ora, verrò a cercarti di persona.»

    «Mi considero avvisata.»

    Vanessa e Lilly sparirono tra la folla danzante e Abby tirò un sospiro di sollievo. Era avvilente sforzarsi di mostrarsi allegra di fronte alle persone a cui voleva più bene. Ma mai e poi mai avrebbe rovinato una festa che era costata impegno e fatica a tutte loro. Con quel pensiero nella testa, spostò lo sguardo su Emma, che era rimasta a tenerle compagnia.

    «Avete fatto un ottimo lavoro, sai. Complimenti» disse, guardandosi intorno.

    «Abbiamo fatto un ottimo lavoro» la corresse lei.

    La sala era gremita. C'era tutta la Eastwick che contava al gran ballo d'autunno. Diamanti di tutte le carature luccicavano ai colli e alle orecchie delle signore, e le mani sfoggiavano un tale sfavillio di gemme preziose da procurare un colpo apoplettico collettivo a un'intera compagnia di assicurazioni. Le donne indossavano abiti di colori sgargianti, quasi a voler ravvivare l'autunno e ritardare l'arrivo dell'inverno. Si salutavano tutte con baci e abbracci, poi non mancavano mai di bisbigliare all'orecchio dell'amica più fidata malignità di ogni tipo. Spettegolare era fra i passatempi preferiti di quella città. Gli uomini in smoking, radunati in stretti drappelli, discutevano di argomenti tipicamente maschili, di calcio o dell'andamento del mercato finanziario.

    Una serata ben riuscita, constatò Abby soddisfatta, che premiava le fatiche sue e delle amiche del circolo. La sala da ballo del Country Club era al suo massimo fulgore. Luci soffuse, un'orchestra che suonava dal vivo accattivanti melodie, una fontana di champagne al centro della stanza – di grande effetto scenico, sebbene un po' kitch, per la verità – e camerieri in inappuntabili livree che scorrevano fra gli invitati tenendo in equilibrio sulle mani esperte vassoi di stuzzichini sistemati ad arte.

    Tutto curato nei minimi dettagli.

    Oh... il club delle debuttanti...

    Abby sorrise, ricordando la serata in onore della quale erano state chiamate così. Il Gran Ballo delle Debuttanti. Le era sembrato così assurdo e anacronistico, all'epoca, quel ballo che sanciva l'ingresso in società delle signorine di buona famiglia, che si sfidavano a colpi di diademi, coroncine e volant. Ma l'amicizia forgiatasi sui banchi di scuola e nel corso di quell'antiquato gala aveva invece superato brillantemente la prova del tempo. Da allora erano diventate inseparabili.

    Insieme, erano una vera forza della natura.

    Eppure, erano cambiate tante cose ultimamente, rifletté Abby, adombrandosi. Erano accaduti fatti talmente gravi e sconvolgenti negli ultimi mesi che era come se, nonostante la vivacità della festa, si respirasse una tensione di fondo, quasi stessero tutti con il fiato sospeso, in attesa che scoppiasse l'ennesima tragedia.

    E come biasimarli? Omicidio ed estorsione non erano la norma, lì a Eastwick. O perlomeno non lo erano mai stati in passato.

    Gli occhi di Abby si velarono di lacrime. Non capiva, però, se a causa del pianto che tentava di ingoiare o di tutto lo champagne che stava bevendo da quando era arrivata. A stomaco vuoto, per giunta.

    Tutta colpa di Luke, si disse amareggiata, pensando al marito. Avrebbe dovuto essere già lì. Glielo aveva promesso. Ma, come la maggior parte delle promesse di Luke Talbot, ultimamente, anche quella era volata via come una foglia trascinata dalla corrente.

    «Abby?» la chiamò Emma, scrutandole gli occhi con sguardo preoccupato. «Ti senti bene?»

    Oh, se è per questo, non stava bene da un pezzo. E ogni giorno era peggio. Incontrò le iridi violette dell'amica e fece quel che faceva ormai da mesi. Mentì a una delle persone a lei più care.

    «Certo che sto bene, Emma.» Si stampò sul viso un sorrisetto finto e inspirò profondamente. «Benissimo» ribadì e mosse un passo in avanti, inciampando appena nell'orlo del vestito color rubino lungo fino ai piedi.

    «Attenta!» invocò l'amica d'istinto.

    «Oh, sì... sto attenta, sto attenta. Conosci una persona più prudente e attenta di me?» farfugliò. «Così assennata, prevedibile. Mai colpi di testa... Uh, di che cosa stavamo parlando?»

    Emma increspò la fronte, poi spostò lo sguardo verso la sala, come a cercare rinforzi. «Credo che dovresti metterti un po' seduta» le suggerì infine. «Vado a prenderti qualcosa da mangiare.»

    «Non ho fame. Voglio solo trascorrere una serata in allegria.» Abby ingollò un'altra sorsata di champagne, prese Emma a braccetto e biascicò: «Abbiamo faticato tanto per allestire questa festa. Godiamocela, no?».

    «Penso che tu te la sia goduta abbastanza» commentò l'amica con sguardo critico.

    Abby oscillò insieme al bicchiere che teneva in mano e le fuoriuscì un Oops, quando qualche goccia di champagne debordò dal calice e le bagnò il dorso della mano. «Non è niente, non è niente» insistette, mentre Emma fermava un cameriere di passaggio per agguantare un paio di tovaglioli di carta. «Va tutto bene.»

    «Abby, quanto champagne hai bevuto?»

    «Non tantissimo» le rispose, mentre il sorriso finto che aveva faticosamente sfoggiato tutta la serata si incrinava un po'.

    Il mondo le stava crollando addosso e nessuno lo sapeva, tranne lei e l'uomo che aveva creduto di conoscere così bene. Che cosa avrebbero detto le sue amiche se avessero saputo che era già andata da un avvocato per chiedere il divorzio? Se avessero saputo quello che aveva scoperto la settimana prima... che aveva cioè sposato un bugiardo, un imbroglione, un traditore.

    Inalò un'altra boccata d'aria, raddrizzando la schiena e battendo le palpebre per scacciare il velo di pianto che le offuscava la vista. Volgendosi verso Emma, sollevò il mento e disse: «Ti assicuro che sto bene. Va' a cercare tuo marito e divertitevi, vuoi? Io mi siedo un po' in veranda».

    «Fa fresco fuori» l'avvisò l'amica.

    «Come vedi, ho lo scialle.» Abby si avvolse nella stola di cashmere nero e depositò il bicchiere vuoto sul vassoio di un cameriere di passaggio. «Su, torna a ballare.»

    «Come vuoi tu.» Emma si chinò per posarle un bacio sulla guancia. «Ti raggiungo dopo, però. Ti tengo d'occhio. Non sparire.»

    «E dove vuoi che vada?» scherzò Abby, sforzandosi di sorridere e di modulare un tono di voce gaio. Da sola, aggiunse fra sé e sé.

    Osservò Emma serpeggiare tra la folla, fermandosi di tanto in tanto per salutare qualcuno, elargire un sorriso, finché alla fine non si tuffò tra le braccia di suo marito, Garrett. Che splendida coppia erano, pensò con una punta d'invidia, quando li vide ondeggiare stretti stretti a tempo di musica.

    Che cosa orribile, si rimproverò. Come poteva essere invidiosa della felicità di un'amica? Soprattutto sapendo con quanta fatica era stata conquistata. Non riusciva a darsi una risposta. Sapeva solo che aveva nostalgia dei tempi in cui anche lei era felice. Ricordava benissimo la gioia di quando si era messa insieme a Luke, il batticuore, il tuffo allo stomaco.

    Ma era da troppo tempo, ormai, che non sentiva altro che un desolante senso di solitudine nel cuore, di vuoto, di perdita. Quel che c'era stato un tempo tra lei e suo marito non c'era più. Si era perso nei lunghi periodi di lontananza, nei silenzi, nelle bugie, e al suo posto era rimasta una struggente malinconia.

    Adesso, in quella sala affollata, circondata da tutta quella gente, si sentiva più sola che mai. Musica, risate, stralci di conversazione fluttuavano nell'aria e le si posavano sulle spalle come un'opprimente coperta.

    «Perché sei venuta?» si rimproverò, bisbigliando appena. Era meglio se restavi a casa.

    Naturalmente, non sarebbe stato possibile. Se non si fosse presentata, le sue amiche ci sarebbero rimaste male. E con ragione. Sarebbe stata una mancanza di riguardo nei loro confronti snobbare una festa per la quale si erano tutte tanto prodigate.

    Però, quanto avrebbe preferito essere da un'altra parte. Non sopportava più di aggirarsi in quei luoghi che le ricordavano un passato che non esisteva più. Era lì che lei e Luke si erano sposati.

    Ma troppe cose erano cambiate da allora. Niente era più come prima.

    Un brivido le corse lungo la schiena; ma non fu l'aria frizzante di fine ottobre che filtrava dalla porta-finestra aperta a provocarlo. Scrutando i volti tra la folla, gente che conosceva da quando era bambina, non avvertiva più quel confortevole senso di familiarità. Ormai, guardava tutti con sospetto, con paura. Da quando aveva scoperto che la morte di sua madre, Bunny Baldwin, non era stata un incidente, bensì

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1