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Fusione d'amore (eLit): eLit
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E-book166 pagine2 ore

Fusione d'amore (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Family Business 5

Richard Warren, avvocato di successo, ha un unico obiettivo, concludere la fusione societaria per la Hanson Media Group. Certo Jennifer Anderson, collaboratrice della controparte, è una donna molto affascinante e una relazione di breve durata potrebbe essere per Richard un interessante diversivo.
LinguaItaliano
Data di uscita28 set 2018
ISBN9788858989883
Fusione d'amore (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Fusione d'amore (eLit) - Brenda Harlen

    Titolo originale dell'edizione in lingua inglese:

    Her Best-Kept Secret

    Silhouette Special Edition

    © 2006 Harlequin Books S. A.

    Traduzione di Leonora Sioli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-988-3

    1

    Richard Warren stava aspettando fuori dalla sala riunioni, augurandosi che le difficoltà delle ultime ventiquattr’ore non fossero di cattivo auspicio.

    Sorseggiò il caffè, cercando con lo sguardo Morito Taka. Era stato il direttore generale della Taka Corporation, infatti, a invitarlo a quella riunione.

    Come consulente legale della Hanson Media Group, Richard era lì per ascoltare, osservare e fare rapporto al suo capo, Helen Hanson. Solo dopo che la fusione sarebbe stata approvata dalla maggioranza degli azionisti, Richard sarebbe entrato in azione per discutere i termini legali dell’accordo con gli avvocati della Taka. Se tutto fosse andato secondo i piani, l’affare si sarebbe concluso in un paio di settimane.

    Anzi, doveva andare tutto secondo i piani, altrimenti la Hanson si sarebbe trovata in un mare di guai.

    Nei sei mesi successivi alla scomparsa di George Hanson, sua moglie Helen aveva fatto l’impossibile per salvare l’azienda dal fallimento. E aveva dovuto affrontare tutto da sola, perché i tre figli del suo defunto marito erano stati troppo impegnati a criticarla per la posizione che si era conquistata, per accorgersi dell’ottimo lavoro che stava svolgendo.

    Un momento...

    Quando vide la splendida ragazza dall’altro lato della stanza, Richard dimenticò Helen, la Hanson e tutto ciò che lo circondava.

    Wow fu l’unico pensiero che gli attraversò la mente mentre faceva scivolare lo sguardo su di lei.

    Occhi verdi come smeraldi, labbra seducenti color pesca, capelli color oro e un fisico da capogiro.

    Nel preciso istante in cui la vide, provò un’immediata attrazione nei suoi confronti. Non fu però solo attrazione fisica, ma una strana sensazione di familiarità, come se l’avesse conosciuta da sempre, pur essendo certo di non averla mai incontrata prima.

    Scosse la testa.

    Probabilmente il cambiamento del fuso orario lo aveva mandato in tilt!

    «Signor Warren?»

    La voce maschile che pronunciò il suo nome lo riportò con i piedi per terra.

    «Sì, sono io.»

    «Piacere. Io sono Yasushi Nishikawa.» Gli porse il proprio biglietto da visita. «Sarò il suo interprete.»

    Richard annuì. «Arigato

    «Sta imparando la nostra lingua?»

    «No, è l’unica parola giapponese che conosco.»

    «È comunque un buon inizio» affermò il ragazzo. «Mi è stato chiesto di avvertirla che l’inizio della trattativa è stato rimandato.»

    Ci mancava anche questa!

    «Il signor Tetsugoro ha dovuto lasciare la città perché ha avuto un lutto in famiglia. Mi ha chiesto di farle le sue scuse e ha promesso che sarà qui lunedì.»

    Richard pensò di avvertire subito Helen, ma dato che cominciarono tutti a entrare nella sala conferenze per iniziare la riunione, fu costretto a rimandare la telefonata a più tardi. Seguì dunque il suo interprete e si ritrovò seduto intorno a un grande tavolo, proprio di fronte alla ragazza che aveva notato poco prima.

    «È Jennifer Anderson» gli spiegò a bassa voce Yasushi, seguendo il suo sguardo. «Si è trasferita a Tokyo da New York circa sei mesi fa e scrive per il Tokyo Tribune, la rivista in inglese della Taka

    «E da voi è normale che un giornalista partecipi a una riunione tra gli azionisti?»

    «No, ma i suoi genitori sono azionisti e a volte lei presenzia alle riunioni quando loro non sono in città.»

    E così la signorina era una giovane giornalista, appartenente a una famiglia del jet-set.

    Guardandola sfogliare le carte che aveva appoggiato sul tavolo, notò che non portava la fede. A quanto pareva, dunque, non era sposata.

    Non che questa fosse una questione che lo riguardasse.

    Doveva concentrarsi, infatti, sulla fusione e non poteva concedersi distrazioni.

    Eppure, d’istinto, fece a Yasushi una domanda. «È sposata?»

    «No» rispose lui sorridendo. «Ma non è disponibile, sfortunatamente per tutti gli uomini single che ci sono in questa stanza.»

    Jenny detestava partecipare a quelle riunioni, ma questa volta era stata costretta a essere presente perché entrambi i suoi genitori erano fuori città.

    Dopo tre ore di noia mortale, appena l’incontro terminò, uscì finalmente da quella stanza. Fece in tempo a fare solo tre passi, però, e si trovò di fronte lui.

    Lui era un uomo che non aveva mai visto prima. O almeno non prima che lo avesse sorpreso a guardarla durante quell’interminabile riunione.

    Sicuramente era americano. Lo si capiva dal suo stile e da quell’aura di successo e di sicurezza che si portava addosso con la stessa naturalezza con cui indossava il suo elegante completo scuro.

    Conosceva bene quel tipo di uomo. Si era già fatta spezzare il cuore da tipi come lui diverse volte. Probabilmente era di New York, o Boston o Philadelphia. Sicuramente, comunque, era americano ed era una fonte di guai.

    Per fargli capire che non aveva nessuna voglia di fare conversazione, quindi, gli parlò in giapponese.

    Lui le sorrise. «Non ho capito nulla, ma dette da lei quelle parole avevano un suono molto piacevole.»

    «Le ha chiesto Permesso?» intervenne allora Yasushi.

    «In realtà» precisò Jenny, «le ho detto che mi sta bloccando la strada.»

    «Sembrava qualcosa di più dolce in giapponese» osservò Richard.

    «A ogni modo, lei è davanti alla porta e io non posso uscire» affermò Jenny indispettita.

    «Sono Richard Warren» replicò lui, allungando la mano verso di lei.

    Dopo una breve esitazione, Jenny gliela strinse. «Jenny Anderson.»

    «Piacere di conoscerla, signorina Aderson» abbassò la voce, con fare cospiratore. «Possiamo fare a meno dell’interprete per qualche minuto?»

    «Mi dispiace ma sono di fretta.»

    «Mi conceda solo un paio di minuti» insistette lui, annuendo verso Yasushi, che subito si allontanò.

    «D’accordo, ma che siano due minuti.»

    Di nuovo lui le sorrise, con il fare soddisfatto tipico di chi è abituato a ottenere sempre quello che vuole. «Ci siamo già visti?»

    «No» reagì lei secca.

    «Ne è sicura? Perché ha un’aria familiare.»

    «Sì, ne sono sicura e se questo è tutto...»

    «No, aspetti. Il fatto è che avrei un paio di giorni liberi e mi chiedevo se lei avesse voglia di mostrare la città a un suo connazionale americano.»

    «Lei avrà anche due giorni liberi, signor Warren, ma io lavoro e non ho tempo per farle da guida turistica.»

    «E dopo il lavoro?»

    «Come, scusi?»

    «Non si scandalizzi, non era una proposta indecente. Le chiedevo solo se poteva farmi conoscere la città dopo il lavoro.»

    «Non credo proprio. Io...»

    L’arrivo di Shiguro Taka interruppe la loro conversazione. «Signorina Anderson» la salutò lui facendo un piccolo inchino. «Signor Warren» aggiunse poi facendo un inchino un po’ più profondo. «Volevo scusarmi personalmente per l’inconveniente di ieri, all’aeroporto.»

    «Non si preoccupi.»

    «Sono davvero desolato e ci deve dare la possibilità di farci perdonare per l’accaduto.»

    «Non è necessario, signor Taka, mi creda.»

    «Sì che lo è, invece. Le piacerebbe avere dei biglietti gratis per il teatro Kabuki? O magari per vedere i lottatori di Sumo.»

    «In realtà mi piacerebbe vedere la città e magari lei potrebbe convincere qualcuno a farmi da cicerone.»

    «Certamente. Mi dia solo il tempo di trovare la persona più adatta.»

    «Speravo che potesse farlo la signorina Anderson» replicò Richard.

    «Ottima idea» affermò Shiguro.

    «Mi dispiace, signore» intervenne allora Jenny, «ma, anche se mi farebbe piacere rendermi utile, non ho un attimo libero nei prossimi giorni, perché sto preparando un articolo per Lincoln Kelly e...»

    «Il signor Kelly affiderà il pezzo a qualcun altro» tagliò corto Shiguro. «Lo avverto subito.»

    Shiguro Taka era un personaggio chiave della Taka Enterprises, il colosso che possedeva il quotidiano per cui lavorava Jenny, e aveva tutti i titoli, dunque, per pretendere che il signor Kelly facesse una cosa del genere.

    Il problema era che per Jenny quell’articolo era fondamentale poiché le avrebbe permesso di dare finalmente una svolta alla sua carriera. Ci stava lavorando da settimane, infatti, e non poteva mandare all’aria tutto adesso.

    «Si tratta di un pezzo molto importante, signore» cercò di spiegargli lei.

    «Niente è più importante che essere ospitali nei confronti del nostro ospite» le fece notare Shiguro.

    E mentre il signor Taka chiamava con il cellulare il suo capo, Jenny vedeva scivolare via dalle mani l’opportunità che aveva aspettato per tanto tempo.

    Era furiosa.

    Non che Richard potesse biasimarla per questo, considerando come era stata trattata. Shiguro Taka l’aveva obbligata a fargli da guida turistica, senza darle nemmeno la possibilità di replicare e lui non aveva alzato un dito per aiutarla.

    Avrebbe potuto dire al signor Taka che non era necessario che fosse proprio la signorina Anderson a mostrargli la città. Invece non lo aveva fatto, perché era troppo attratto da quella ragazza e moriva dalla voglia di passare un po’ di tempo con lei.

    La seguì dunque nella sede del Tribune e quando Jenny sprofondò nella sedia dietro la propria scrivania, lui si sedette di fronte a lei.

    «È arrabbiata?»

    «Come ha fatto a capirlo signor Warren? È davvero acuto.»

    «Servirebbe a qualcosa se le dicessi che sono dispiaciuto?»

    Lei lo guardò con occhi stretti. «Lo è davvero?»

    «Se devo essere sincero... no.»

    «Bene, allora no, non servirebbe a nulla.»

    «Senta, ho avuto due pessime giornate. Ho la testa piena di nomi che non riesco a ricordare e quando l’ho vista ho pensato che avremmo potuto avere qualcosa in comune. Due americani a Tokyo.»

    «Oddio! Sembra il titolo di un film orribile.»

    Nonostante la sua risposta ironica, Richard notò che ora Jenny sembrava rassegnata più che arrabbiata.

    «È davvero così terribile per lei? Avere due giorni liberi per girare la città, facendomi da guida turistica?»

    «Sì, è terribile, perché io non voglio fare la guida turistica, ma la giornalista. Del resto è per questo che ho studiato tanto per laurearmi.»

    Richard ignorò il suo tono sarcastico. «Dove ha studiato?»

    «Credo proprio che lei non mi stia ascoltando, signor Warren.»

    «Non è vero. Sto solo cercando di ignorare il fatto che lei è furibonda con me, senza motivo.»

    «Come scusi? È stato lei a dire al signor Taka che voleva che fossi io a farle da guida turistica, no?»

    «Sì, ma non sapevo che lui avesse il potere di obbligarla a farlo. Ora che lo ha fatto, comunque, non posso dire di esserne dispiaciuto perché questa potrebbe essere

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